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Autore: wewant1Dhugs    13/06/2013    2 recensioni
Quando mi nascosi vidi quel ragazzo, entrò, si guardava in giro, come se stesse cercando qualcosa o come se avesse perso qualcosa. Dopo due minuti lui uscì con un viso triste, così decisi di uscire anche io.
Appena uscì me lo trovai davanti agli occhi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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QUEL RAGAZZO CON LA MAGLIA A RIGHE
 
Capitolo 1
 
Ciao! Mi chiamo Kim ho 17 anni e per adesso mi trovo in California. Domani mi trasferirò in una città dell’ Inghilterra più precisamente a Doncaster, perché mio padre gira il mondo per lavoro. Mia madre è morta due anni fa per una malattia incurabile. E per questo motivo mi tocca seguire mio papà per tutto il mondo e non è una bella cosa perché ogni volta che mi stabilizzo e faccio nuove amicizie in una città dopo una settimana ce ne dobbiamo andare. Qua in California si trova la mia migliore amica Eleonor e il mio ragazzo Philippe.                                                                                                                                                                              Ok, oggi è il giorno della mia partenza, qui ci sono stata più di due mesi perché mio padre ha avuto qualche ritardo e qualche problema per il materiale che doveva consegnare. Mi dispiace tantissimo dire addio alla mia migliore amica ed a Philippe ma lo devo fare, e devo trattenere le lacrime perché sono una ragazza forte e le ragazze forti non piangono. Dire addio per me ormai è una cosa normale: L’ ho fatto con mia madre, con mio nonno e con tutti i miei amici nella mia città natale Mullingar e in tutte le altre in cui mi sono trasferita come ad esempio: Roma, Milano, New York, Londra, Parigi, Praga, Oxford, Bradford, Holmes Cheapel e tante altre.
Appena svegliata guardai il mio iPhone e trovai 2 messaggi, uno da Philippe e l’ altro da El: tutti e due i messaggi avevano lo stesso soggetto, il loro addio. Mi misi a piangere appena lessi il messaggio di El e lo feci anche per quello di Phil. Sapevo solo una cosa che non volevo andarmene. Appena misi il telefono sul comodino sentì mio padre urlare: ”Kim, è pronta la colazione! Hai preparato le valigie?” E risposi: ”Arrivo papà!”. Mi alzai dal quel letto morbido su cui ho dormito due mesi, su cui ho saltato sentendo una canzone, su cui spettegolavo con El dei problemi con papà. Mi alzai dal letto. Mi vestì con dei pantaloncini corti e una camicetta e mi legai i capelli con l’ elastico che mi aveva regalato Eleonor. Avevo i capelli biondi e mossi e i miei occhi erano del colore del mare cristallino dei Caraibi (su cui ero stata per il 40esimo compleanno di mio papà) e per il fatto dei capelli biondi mi chiamavano riccioli d’ oro. Scesi dalla mia camera da letto e trovai mio padre seduto in tavola che mi aspettava e mi disse: “Buongiorno” e gli risposi: “Buongiorno papà”. Come tutti i giorni per colazione c’erano fette biscottate con la marmellata, caffè,  latte e succo di frutta all’arancia. Finito di fare colazione decisi di mettere le ultime cose dentro la valigia e dopo sarei andata da El e da Phil nel nostro posto preferito, il molo.
“Ciao El, ciao Phil” dissi triste “Ciao Kim” mi risposero in coro. “Ok ragazzi è l’ ora di dirci addio” “Si proprio così”. Dopo aver parlato per circa mezzora me ne andai, fui costretta a lasciare Philippe per trasferirmi in quella maledettissima città, di cui non avevo nemmeno sentito parlare. Passarono delle ore e io e papà partimmo per andare in aeroporto dissi addio alla California dissi addio agli Stati Uniti. Si, un’altra volta.
Passarono due ore e mezza e arrivai in aeroporto con il  mio papà. Presi le valigie dal taxi entrammo in aeroporto, prendemmo l’aereo che era diretto al London airport e poi arrivati a Londra avremmo preso il treno diretto a Doncaster.
Siamo appena arrivati a Londra, e siamo in taxi per andare alla stazione dei treni. Vidi fuori dal finestrino un gruppo di ragazzi e di ragazze, che aspettavano il taxi. Rimasi sorpresa perché vidi un ragazzo in mezzo al gruppo e ad un certo punto sentii le farfalle nello stomaco, una sensazione che non avevo mai sentito prima come se quel ragazzo con cui non ne avevo mai parlato e che non avevo mai visto mi faceva provare quelle sensazioni. Era un ragazzo alto circa un metro e settantacinque, vestiva con dei pantaloni rossi e con una maglietta a righe, non avevo mai visto un ragazzo come dire, così bello. Da lontano mi sembrava avesse gli occhi azzurri-blu e aveva i capelli marroni. Avevo deciso di non illudermi di conoscerlo perché sapevo che a non dovevo vivere a Londra ma a Doncaster;
Passò un’ora, ed eccomi arrivata. Siamo sempre dentro al taxi perché io e papà stiamo cercando la casa hce abbiamo preso in affitto. Appena scesi dal taxi aprimmo la porta, rimasi colpita perché quella casa aveva qualcosa di speciale. Come se fosse la casa dove avevo passato tutta la vita. Casa si trovava a due isolati dal centro di Doncaster quindi sono comodissima se voglio andare a fare shopping e se voglio andare a vedere una partita di pallavolo o di calcio dei Doncaster Rovers. Salii in quella che dovrebbe essere la mia camera. Era bellissima, aveva i muri di un colore azzurro-verde acqua, erano i miei colori preferiti, era la camera a che avevo sempre sognato. Il letto era di una piazza e mezza, l’armadio era grandissimo. Me ne sono già innamorata.
Dopo un paio d’ore decisi di andare a fare un giro in centro, e non vedo l’ora di vedere quella città che per me è sconosciuta. Dopo circa venti minuti arrivai. Arrivai proprio davanti allo stadio. Ad un certo punto vidi un taxi, e proprio dentro quell’auto notai il ragazzo che vidi in centro a Londra. Quel ragazzo con la maglia a righe, di cui pensavo che me ne stessi innamorando; circa trecento metri più in là scese dal taxi e notò che lo stavo guardando, diventai tutta rossa e mi girai dall’altra parte. Mi stava guardando in un modo che nemmeno Philippe mi guardava. Scappai e lui mi inseguì. Non sapevo dove andare perché non conoscevo quella città, decisi di andare allo stadio degli Doncaster Rovers. Ci entrai. Forse era lo stadio più grande che io avessi mai visto. Mi nascosi negli spalti. Quando mi nascosi vidi quel ragazzo, entrò, si guardava in giro, come se stesse cercando qualcosa o come se avesse perso qualcosa. Dopo due minuti lui uscì con un viso triste, così decisi di uscire anche io.
Appena uscì me lo trovai davanti agli occhi.
  
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