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Autore: cip_ciop    13/06/2013    2 recensioni
Storia scritta assieme a London_forever
Preso dal primo capitolo:
Devo dire che i bagni della scuola mi erano mancati, le lunghe passeggiate ritornavano a riempire le ore noiose. L’unica cose che non potevo scordare del bagno era che la porta dei bagni dei ragazzi era attaccata a quella delle ragazze e spesso capitava che qualcuno aprendo velocemente la porta, la sbattesse in faccia a qualche sfortunato/a. E…
‘Sbaaammmm…’
“Aiaaa!!”Di colpo mi ritrovai stesa per terra con la mano sul naso sanguinante.
“Aria? Scusami, scusami.. ti ho colpito con la porta?” mi disse una voce molto familiare. Ma che razza di domande sono?
“No, mi è venuta addosso da sola, voleva abbracciarmi!!”dissi acida cercando di alzarmi. Non avevo idea di chi fosse quel deficiente, avevo la vista leggermente appannata e riuscivo a pensare solo al dolore del mio povero naso e della mia testa. Poi alzai lo sguardo e… e…
Bell'introduzione vero? Allora, vai a leggere scommetto che ti piacerà!! :)
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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New encounters

Nuovi incontri





POV’S  Jennifer:

 


“Pronto babba!” risuonò la voce squillante di Aria dall’altra parte della cornetta.

“Ei scema, che hai fai?Studi?” le chiesi io.

“Si certo, mentre guardo un cavallo che salta su un ippopotamo. Chi è che studia quattro giorni prima dell’inizio della scuola??Ah si.. tu, la secchiona!”

“Gne gne, zitta ignorante che pensa solo agli ippopotami e ai cavalli,e poi questa da dove ti è uscita?”

“Niente i cartoni… comunque tu non puoi perdere la festa di domani, non mi interessa se devi studiare anche perché non ha senso che tu stia sui libri quando non c’è scuola!! Non accetto un NO come risposta e poi Louis ti trascinerebbe in qualsiasi modo alla festa, sai com’è fatto lui, no??  Quindi TU VIENI!!”

“Intanto a me non piace Louis e lo sai bene che non provo niente nei suoi confronti. Sono io che gli piaccio…e non mi farò trascinare da quello.”

“ Allora ti farai trascinare da me!” annunciò trionfante lei.

“Staremo a vedere, albicocca mia!” le dissi io scherzando.

“Albicocca??” domandò lei quasi sconvolta.

“Si si” dissi tra le risate, “ho voglia di albicocche!!”

“Non smetterai mai di stupirmi tu!”

“Neanche tu! Ora  vado…”

“Si, vai a studiare che è meglio!” concluse Aria per poi chiudermi letteralmente la chiamata in faccia.

___________________________________________________________________________
 


“Te l’ho detto che ti avrei convinto!” mi disse Aria tutta convinta.

“Solo perché a casa non avevo più niente da studiare.” Sbuffai quasi sottovoce.

“Si si, a quest’ora sei ansiosa di vedere il tuo Louis!” ribatté lei befferda.

“Zitta e cammina, ci fai una figura migliore.”

La festa era quasi un ultimo sfogo prima dell’apertura della scuola. Era stata organizzata dal cugino di Aria, Liam Payne, che aveva più o meno la nostra età: 18 anni. Appena arrivate, ci accorgemmo che il party era nel suo pieno svolgimento: gente che ballava, gente che beveva e ognuno faceva qualcosa di diverso. Erano circa le 21.30 e subito, sia a me che ad Aria, il nostro sguardo si rivolse ad un falò che era posizionato in una zona appartata di quell’enorme villa e lì stazionavano alcuni ragazzi. Quando fummo più vicine, mi accorsi che tra quei ragazzi vi era Louis…

“Aria, perché non andiamo a ballare?” le chiesi immediatamente, dovevo ammettere che ero una tipa molto timida e non mi andava proprio di scambiare qualche parola con colui che mi tormentava da ormai 2 anni.

“TU CHE BALLI? ASPETTA COSA C’E’ DI STRANO QUI?” si incuriosì lei.

“Io… qui… perché… no… niente…” balbettai un po’.

“Ah, ho capito. Sei la solita, sai? Ora smuovi quel culo e vieni con me a socializzare!”

“Va bene, però non te ne andare e non mi lasciare sola!”

“Certo certo, stasera farai scintille e a dirla tutta stai proprio bene vestita così. Il verde acqua ti dona molto!” mi incitò sorridendomi.



 

POV’S ARIA:

I ragazzi stavano iniziando a ballare intorno al falò, come degli indiani, gente molto normale, no? Iniziarono un gioco che consisteva nel scambiare ripetutamente a caso ad ogni canzone i partner, così da poter  ballare anche con sconosciuti , e naturalmente io mi buttai nella mischia come era mio solito fare, lasciando stare Jennifer che tanto sarebbe stata trascinata da Louis.

Iniziai il gioco e intravidi Jennifer che ballava da qualche parte, poi cambiò di nuovo la canzone e io mi ritrovai tra le braccia di una specie di scimmia; invece la culuta di Jennifer, mi faceva cenno di guardare con chi ballava e…Oh mio dio, perché quelli fighi da paura non capitavano anche a me UFF? Era stupendo, riccio alto, un fisico mozzafiato e un gran ballerino.

E di nuovo un'altra canzone, forse era l’ottava volta che cambiavo partner e non ne potevo più di ballare con gli orangotanghi che c’erano (mai visti ragazzi più brutti in vita mia), ma di colpo in una piroetta mi ritrovai tra le braccia del magnifico ragazzo che prima stava danzando con Jennifer. Adesso avevo notato anche i suoi bellissimi occhi verde smeraldo. Rimasi incantata per un momento, forse un eternità, quel ragazzo che mi stava stringendo era perfetto: lineamenti perfetti, fisico perfetto, occhi perfetti, sorriso perfetto, tutto così fottutamente perfetto. Lo guardavo dritto negli occhi, mi ero persa in quelli e solo dopo mi accorsi di quanto potessi essere stupida in quegli istanti. Lui mi trasportava ed io ero impacciata, come una bambina che da poco ha imparato a camminare.

“Ei ciao!” quelle due semplici parole dette in modo così caldo e sincero rimbombarono nella mia testa circa 300 volte prima che potessi connettere le sinapsi e rispondere.

“E…emm…ciao!” le parole non riuscivano a uscire dalla mia bocca.

“Come ti chiami?”

“Aria, tu?”

“Aria è libertà, bel nome!” disse accennando un sorriso e continuando a ballare. “Harry, mi chiamo Harry.”

“Anche il tuo è carino.” Forse Jennifer mi aveva trasmesso il virus della timidezza.

“Grazie!” rispose solamente, se avessi potuto mi sarei messa in ginocchio e lo avrei implorato a continuare… Ah, sì… la sua voce era perfetta.

“Bene ragazzi, ora un ballo veloce, scateniamoci! Su le mani!!!” la voce del DJ echeggiò per tutta la villa e in pochi secondi tutte le coppiette che ballavano lentamente si slegarono e iniziarono ad alzare le mani. Anche io, purtroppo dovetti farlo, con grande malinconia; scossi le testa, uscendo dalla folla e incamminandomi verso la mia migliore amica, che si era seduta vicino al bancone delle bevande a bordo piscina e sorseggiava un drink.

“Jennifer…” richiamai la sua attenzione, facendola voltare.

“Aria, l’hai visto il ragazzo che ti indicavo prima?” mi chiese.

“Sì, ha ballato anche con me.” Le dissi prendendo un bicchiere di Coca cola, per quella sera avevo preferito non bere alcolici.

“E’ un figone da paura!!”

“Jennifer!!!!!”

“Che vuoi? Quando le cosa si devono dire, si devono dire! “E poi quel ragazzo mi ha colpito, è così perfetto.”

“ Dopo mi spieghi, non ti sento bene! Andiamo vicino al falò?”

“Va bene!” disse sottovoce incamminandosi.


 
POV’S JENNIFER:

“Ehi, Jenny! Svegliati…” mio fratello Niall già rompeva le scatole di prima mattina.

“No dai, altri cinque minuti!” dissi con la bocca ancora impastata dal sonno, cercando di mettermi in testa la coperta che lui mi aveva appena tolto facendomi rabbrividire.

“Svegliati , svegliati, svegliati cazzo sono le otto e mezza, è tardi!!!”.

A quelle parole mi buttai giù dal letto in un attimo e rotolai fino al telefono. Solo allora mi accorsi che ancora erano le sette e mezza; mi voltai di scatto e lanciai un’ occhiataccia di fuoco a mio fratello che si era coricato sul mio letto per non rifarmi coricare e quindi mi costrinse a vedere la realtà: oggi ricominciava la scuola e la mia voglia di andarci era pari allo zero per cento.

“Uffa… sei solo uno stress.” Sbuffai gettando il telefono sul letto, colpendo quello scemo che gemette per un istante. Ma pensandoci bene, lui che colpa ne aveva? Era dell’inventore della scuola la causa per cui io ero così acida nelle mattinate.

“Vai piccola bimba, che tu hai scuola e devi ancora imparare!” concluse con una delle sue risate fragorose che facevano ridere anche me in fondo. E poi non solo quella era una delle sue caratteristiche che facevano innamorare tutte le ragazze che gli ronzavano attorno: i suoi occhi color cielo limpido erano semplicemente unici e poi… il suo carattere… era così rompiscatole ma allo stesso tempo dolce e cuccioloso. NON CHE SIA INNAMORATA DI MIO FRATELLO, stavo solo descrivendo le sue qualità migliori, di cui si era innamorata anche Samantha: la sua ragazza da ormai quasi 2 anni.

“Zitto che io ne so più di te.” Ribattei sicura.

“Intanto io ho finito la scuola con il massimo dei voti, cosa che a te non capiterà!”

“Non è il voto che fa la persona, fratellino.”

“Oh oh, abbiamo una poetessa nata!” mi disse sfoggiando un sorriso.

“Ciao scemo, io sto scendendo a fare colazione: mi mangerò tutte le tue brioche alla nutella…” annunciai facendo la finta.

“Ehi, non ci provare!!” mi prese per i fianchi da dietro, bloccandomi e superandomi allegro.

“Sapevo che l’avresti fatto!” scossi la testa ricordando tutte le volta che lo faceva.

“Sì, però sbrighiamoci perché ti devo accompagnare io con la moto e poi  devo passare a prendere Samantha.”

“Signorsì signore.” Dissi facendo un gesto da marinaio, eh scusate, da marinaia.

Poco dopo:

“Ciao, scemo…” lo salutai scendendo dalla moto e togliendomi il casco.

“Ciao, divertiti a scuola.”

Non gli risposi, alzai gli occhi al cielo e mi incamminai verso l’entrata dove intravidi Aria che parlava con Emma, la mia compagna di banco dell’anno scorso.

 


POV’S ARIA:


Quegl’occhi verdi così intensi….e era solo un sogno, un bellissimo sogno. Avevo visto di nuovo quegl’occhi, dove due sere prima ero sprofondata. UN GRANDE RISVEGLIO NO? Ma poi il pensiero che tra qualche ora sarei tornata in quella specie di carcere che la gente chiama scuola mi dava alla nausea.                                 Mi alzai di controvoglia e mi diressi in cucina al piano di sotto, dove mia madre mi aveva preparato una tazza di latte caldo fumante sul tavolo. Quell’odore mi pervase le narici e lo finii in un sorso.

“Pronta per la scuola?” mi chiese mio padre mentre sorseggiava il suo caffè e  guardava il telegiornale.

“Chi è mai realmente pronto quando stanno per succedere cose brutte?? “     
                     
“Manco stessi per partire per la guerra!”ironizzò lui.

“E’ comunque una guerra ideale per il mio cervello! Studia tu per un anno intero e vidi come ti parte il cervello…”

Continuai la colazione osservando senza interesse la televisione tenuta a un volume fin troppo basso per me. Appena finii senza esitare salii in camera mia per vestirmi. Indossai un paio di jeans e una maglia a righe. Mi aspettava una giornata parecchio faticosa, per nessuno il primo giorno di scuola è bello!!

Arrivai a scuola tra le prime e mi avvicinai a Emma, una mia compagna di classe, nonché compagna di banco di Jennifer l’anno scorso.

“Aria…” mi sentii chiamare da lontano poco dopo. Mi voltai e trovai la mia amica secchiona che alzava la mano per attirare la mia attenzione.

“Jenny” le sorrisi appena fu più vicina, “ti sei già preparata abbastanza con lo studio?”le chiesi.

“Molto simpatica, ma può essere che il tuo livello di ironia non diminuisca neanche la mattina?”

“No, perché va ad energia solare!” ribattei, accorgendomi che ciò che avevo appena detto non aveva un vero senso logico.

‘…DRIIIINNNNNNNNNNNN…’  suonò la campanella della scuola.

“Che gli Hunger Games abbiano inizio! E che la fortuna possa sempre essere dalla vostra parte!”dissi impersonificandomi nel personaggio del libro.

“Non copiare le frasi dei libro/film. Aria, non fa lo stesso effetto!!” alzò la voce Jennifer cercando di farmi svergognare davanti a molti.

“Infatti non intendevo fare lo stesso effetto…” continuai io senza preoccupazioni.

“Quando mai smetterai, quel giorno sarà il migliore della mia vita!” disse lei voltandosi per guardarmi dritto negli occhi, visto che era più avanti di me di qualche passo. Stavo per ribattere, quando purtroppo dovemmo mettere piede in classe per iniziare la prima lezione di filosofia del quinto anno.

“Bene ragazzi, sistematevi a piacere e iniziamo.” Annunciò la professoressa Jones. Io, letteralmente stimavo quella donna.

Era una santa e si vedeva che ci voleva bene, però le sue ore erano molto noiose e spesso finiva che gran parte degli alunni si addormentavano sul banco. Ma, tralasciando i particolari, mi sedetti accanto a Jennifer.

“Prof… posso andare in bagno?” chiesi interrompendo la spiegazione.

“Sì, però si sbrighi signorina Mongomery!” mi avvisò lei.

“Sì, certo..” mentii.

Devo dire che i bagni della scuola mi erano mancati, le lunghe passeggiate ritornavano a riempire le ore noiose. L’unica cose che non potevo scordare del bagno era che la porta dei bagni dei ragazzi era attaccata a quella delle ragazze e spesso capitava che qualcuno aprendo velocemente la porta, la sbattesse in faccia a qualche sfortunato/a. E…infatti la sfigata di turmo

‘Sbaaammmm…’

“Aiaaa!!”Di colpo mi ritrovai stesa per terra con la mano sul naso sanguinante.

“Aria? Scusami, scusami.. ti ho colpito con la porta?” mi disse una voce molto familiare. Ma che razza di domande sono?

“No, mi è venuta addosso da sola, voleva abbracciarmi!!”dissi acida cercando di alzarmi.
Non avevo idea di chi fosse quel deficiente, avevo la vista leggermente appannata e riuscivo a pensare solo al dolore del mio povero naso e della mia testa. Poi alzai lo sguardo e… e…

















Commento dell'autore:

Salveeeeeee questa è la mia seconda FF,  

la prima ancora non l'ho finita, 

ma questa è comunque speciale, la  sto scrivendo insieme a 

London_forever ed è fantastica.

Spero vi sia piaciuto il primo capitolo,
 
fatemi sapere le vostre opinioni!! :)

-cip_ciop

  
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