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Autore: Sherlock_Watson    13/06/2013    0 recensioni
Questa è una storia in stile CSI, con personaggi un po' più complicati (purtroppo)... Spero che vi divertiate a sentire le loro battute idiote, ma anche a seguire le situazioni più serie u.u
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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L’aveva presa troppo bene. Pensavo che mi avrebbe rimproverato per l’ennesima volta, io l’avrei fatto. Mi sarei rimproverata eccome! Quell’azione mi sorprese molto, mi fece provare una stima ancora più grande per lui. Mentre pensavo, entrò l’infermiera.
“Buongiorno, signorina Rogan! Come si sente oggi?”
“Ho ancora un po’ di difficoltà a deglutire, ma tutto sommato mi sento meglio...”
“Allora è meglio se cambiamo la flebo...”
“D’accordo... ehm, posso sapere una cosa?”
“Dica pure!”
“Quanto dovrò restare in ospedale?”
“Non posso dirglielo con certezza, ma considerando che è appena uscita dal coma...”
“Sì…?” attesi impaziente.
“Una settimana più o meno... bisognerebbe consultare il medico… ma il periodo credo sia quello.”
“Oh, grazie mille.”
“Sì figuri!”
 
*Maledetto Ling! Dovrò passare ancora una settimana qui dentro!*. Pensavo a come avrei passato il tempo, dato che Alex e David dovevano lavorare, non potevo contare molto sulla loro compagnia. Proprio quando la mia mente vagava in questi pensieri colmi di solitudine, entrò una persona: un ragazzo moro, con un po’ di barba, capelli mori e occhi chiari. Aveva in mano un mazzo di fiori. Lentamente mi alzai per sedermi sul letto.
“Luke!” esclamai, con la gola che mi bruciava.
“Amy! L’ho saputo ieri... mi sono preso un po’ di giorni per farti compagnia!”
“Oh, che tenero! Non dovevi portarmi i fiori!”
“E’ per il ritardo...”
“Ma smettila! Vieni qui, fatti abbracciare, fratellone!”
 
Appoggiò i fiori sul comodino e mi strinse forte come mai l’avevo sentito fare. *Come ho fatto a dimenticarmi completamente di mio fratello?!*.
“Allora... ti va di parlarne?” iniziò.
“Ci sarebbero molte cose di cui dovrei parlarti!”
“Io ho tutto il tempo!” sorrise.
 
Decisi di partire dall’inizio. Quello che anche lui conosceva: dall’omicidio alla stazione, dagli inseguimenti, dai rapimenti e dai salvataggi. Poi cominciai ad addentrarmi nel racconto, svelandogli alcune cose.
“Q-quell’Alex? Il tuo capo?”
“Sì... perché?”
“Mmh… ha qualcosa che non mi convince... non so, mi sembra un tipo molto protettivo.”
“Ma è lui che mi ha sempre soccorso quando chiamavo aiuto, o mi tira fuori dai guai quando mi ci caccio!”
“Beh, non posso essere di certo io a dirti con chi stare.” concluse sorridendo.
“Grazie, Luke.”
“Quand’è che ti dimettono?”
“Tra una settimana…” risposi con fare triste.
“Accidenti! E’ un bel po’ di tempo!”
“Infatti. So già che mi annoierò a morte!”
“E dai! Troverai qualche passatempo! Io verrò a trovarti ogni tanto!”
“Vuoi dire che te ne stai andando?” chiesi sorpresa.
“Sì, ho delle faccende da sbrigare…”
“Nulla che porti guai, vero?”
“Questa volta puoi rilassarti, Amy! Ci vediamo.” mi diede un bacio sulla fronte e se ne andò.
 
Lo vidi uscire. In quel momento, ero sola. Non feci nulla. Non avevo voglia di fare nulla. Quindi decisi di appisolarmi e dormire per il resto della settimana.
  
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