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Autore: Untraceable    13/06/2013    2 recensioni
Le famiglie arcobaleno sono come le altre.
La diversità non esiste.
La diversità è negli occhi di chi guarda.
"Devo ammettere che è vero che per i figli di coppie omosessuali non è tutto rose e fiori, perché purtroppo la società è quella che è, ma ciò che ho imparato è non dare peso al giudizio altrui."
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La diversità è
negli occhi di chi guarda



 



 

« Jane! » il richiamo del mio nome mi risvegliò dal torpore in cui ero caduta.
Spalancai gli occhi e per poco non caddi dalla sedia: mi ero appisolata sulla scrivania mentre stavo tentando di terminare di scrivere il racconto che avevo iniziato la settimana prima, ma mi era venuto il cosiddetto 'blocco dello scrittore' e per la noia mi ero addormentata.

Scesi da basso, mia madre Sarah era ai fornelli :« Signorina, la cena è quasi pronta »  mi disse con il suo solito sorriso.
Io mi sedetti al tavolo già apparecchiato, per tre persone.
Solitamente sedevo a capotavola, mi piaceva quel posto, mi faceva sentire importante e lo avevo 'prenotato' sin da quando ero piccola.
Il profumo dell'arrosto e delle patate mi solleticò le narici, era uno dei miei cibi preferiti, uno di quei cibi che quando non sei a casa ti mancano; in quinta elementare avevo fatto persino un tema sull'arrosto, che ragazzina strana.
Beh, lo sono sempre stata, in quindici anni di vita non mi sono mai uniformata alla massa, l'ho sempre odiato.
Io volevo essere me stessa, non 'una come le altre'.


La porta d'ingresso si aprì con il solito cigolio, non potevamo permetterci di aggiustarla, ed entrò mia mamma.
Sì, mia mamma. Vi starete chiedendo come mai visto che mia mamma è ai fornelli?
La risposta è semplice: io ho due madri.
E' un altro motivo per cui vengo etichettata come 'diversa'.
Ma io ho sempre lottato contro i pregiudizi, le discriminazioni, l'omofobia, l'odio.
Sì, perché vivendo questa situazione, che per me è normalissima ho ricevuto una certa educazione da mamma Sarah e mamma Ester.
Non farsi sottomettere dagli altri, non farsi schiacciare, non pensare di essere inferiori.
Non vergognarsi di sé stessi.
Devo ammettere che è vero che per i figli di coppie omosessuali non è tutto rose e fiori, perché purtroppo la società è quella che è, ma ciò che ho imparato è non dare peso al giudizio altrui.
Da piccola, dare sempre la spiegazione del perché io non avessi un papà ma due mamme, erano normale e i miei compagni erano incuriositi dalla situazione, ma alla fine si rendevano conto che la mia era una famiglia simile alla loro.
Fu in prima superiore che tutto cambiò.
Quando i miei compagni di classe lo vennero a sapere si creò un clima ostile verso di me, battutine sussurrate che io facevo finta di non udire.
Non ci facevo caso, cercavo comunque di farmi accettare, di far capire loro che ero una ragazza, una ragazza con dei sentimenti, una ragazza di quindici anni con due madri sì, ma che questo non cambiava niente.
Mi accettarono, fu una cosa graduale ma riuscì ad integrarmi nella classe.
Mi fecero anche tante domande, per esempio se avessi mai desiderato conoscere mio padre.
Ma la realtà è che non voglio, cioè, certe volte ho la curiosità di vedere quali tratti somatici ho ereditato da lui ma per me egli è stato solo il mezzo per concepirmi, non mi è mai mancato il suo affetto, le mie madri me ne hanno dato a sufficienza e sarò sempre grata a loro di questo.

 


Ester si avvicinò a me e mi stampo un bacio sulla fronte poi si avvicinò a mia madre Sarah e la baciò sulle labbra, come sempre.
In quindici anni il loro amore non si era mai affievolito.
Ci sedemmo tutti e tre a mangiare l'arrosto, mamma Ester mi chiese come fosse andata la scuola e come stava Simon, il mio fidanzato ed io come al solito sentendo pronunciare il suo nome arrossii.
« Sei diventata un piccolo pomodoro tesoro »  rise Sarah e lei e mamma Ester si misero a parlare scherzosamente di me.
La cena continuò.
Come una cena normale.
In una famiglia normale.

 

 

 

 

Angolo autrice:

E' la prima volta che scrivo una storia che non abbia come protagonista un cantante.
Ho voluto cambiare, io sono cambiata, volevo fare una one-shot più matura.
Questo non è un tema ricorrente nelle storie ma volevo parlarne, mi è sembrato giusto, ho letto molti articoli al riguardo e visto molti video e nella descrizione della famiglia di Jane ho scritto ciò che ho evinto da questi.
Spero che vi sia piaciuta e vi abbia fatto riflettere. Sarei lieta di conoscere un vostro parere.

  
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