Come arrivò a noi.
"Mi dispiaccio per l'ora tarda in cui ti ho fatta chiamare""Sai che puoi chiamarmi quando vuoi"
All'interno del castello dormivano quasi tutti, ad eccezione di Sir Cadogan, occupato a sorvegliare l'ala destra del Castello, alla ricerca di un fantomatico avversario; Mrs Purr, qualche elfo domestico e due persone intente a parlare, nell'ufficio del Preside.
"Ogni volta che hai bisogno. E comunque, non mento dicendo che mi aspettavo una tua convocazione, e credo che rientri nel mio campo lavorativo la missione di cui parliamo".
A parlare era una signora, sulla quarantina, bionda e snella, con in mano una lunga bacchetta magica, di cedro. Una strega, dunque.
L'uomo di fronte a lei sorrise. "Sono consapevole dei tuoi doveri, mi dispiace solo averti svegliato in un'ora così antipatica. Ma come certamente hai notato, la questione è della massima importanza, e non si può aspettare un solo momento".
L'uomo aveva una lunga barba grigiastra, tendente al bianco, occhiali a mezzaluna sotto i quali brillavano due occhi azzurri e penetranti, svegli e attenti nonostante la tarda ora.
"Hai fatto bene a chiamarmi. Ora, però, toglimi una curiosità", disse la donna sporgendosi sulla scrivania. "Questa è solo una delle tue stravaganti idee o hai appena terminato una riunione con il Wizengamot? E' una scelta importante, probabilmente segnerà la storia, lo sai".
"Ne sono consapevole. E si da il caso che io abbia appena concluso una riunione con il Wizengamot al completo, e che abbiano votato tutti a favore della mia idea. Devo dire che è stato piuttosto facile convincerli, a volte essere così versati nelle arti magiche incute tanto timore da bastare come minaccia!".
Il mago ridacchiò sotto i baffi, osservando l'espressione divertita della donna.
"Vuoi un thè? Bada, non farti scrupoli, ho anche qualcosa di più forte, se lo desideri"
"Un'acquaviola"
"Naturalmente".
Sorseggiarono i loro drink in assoluto silenzio. Fanny, la fenice dorata, sonnecchiava sul suo trespolo. La notta era ancora nel pieno della sua oscurità. Un centauro, in lontananza, alzò gli occhi al cielo e sussurrò qualcosa ad un suo compagno, poi si dileguarono nelle profondità della Foresta.
"D'accordo, allora ci siamo detti tutto. E' meglio che mi sbrighi a tornare a Londra, Kingsley di sicuro vorrà darmi altre dritte riguardo la mia missione"
"Sono convinto che andrà tutto bene. Voi Tassorosso avete un dono, nel calmare le acque".
La strega si alzò, e così il Preside.
"Comincerò subito a lavorare, Albus. Ci vorranno degli anni, però, lo sai. Devo convincere milioni di persone!"
Albus Dumbledore si avvicinò a lei
"Non avrei affidato questo compito a te, se non avessi avuto la certezza che lo avresti portato a termine. E' di estrema importanza che tu scriva quei libri. Narrare le vicende di Harry è la migliore copertura che ci sia: i maghi potranno girare in libertà e i babbani penseranno solo che si sono appassionati troppo alla tua storia"
La donna abbassò la testa, sorridendo. Poi salutò il Preside e uscì dalla stanza, pronta a cominciare.
Albus si sedette alla sua scrivania. Congiunse le mani, conscio dell'enorme passo che stavano per compiere.
"Buona fortuna, Joanne".
N.d.A.
Ciao!
Spero vi sia piaciuto questa piccola avventura un po' fuori dalle righe.
Ce l'avevo in mente da tipo..
Se vi va di lasciare una miiinuscola recensione, mi fareste un gran piacere. ANZI. CHI NON RECENSISCE BABBANO E', OLE'.
Bea