Aveva sempre adorato il volare degli uccelli:
una danza frenetica che anime impavide compivano in balia,
ora del vento, ora della sorte del mare.
Quando era bambina spalancava le braccia e correva a perdifiato su e giù per il bagnasciuga,
inseguita dalla madre che temeva disturbasse i bagnanti
che pigramente sostavano sulla spiaggia,
scottandosi la pelle; gioco il suo,
che comprendevano solo gabbiani e cani.
Le piaceva vedere la dinamica del volo;
con la macchina fotografica riprendeva farfalle posate su fiori,
fringuelli cinguettanti alla finestra
e, soprattutto, gabbiani.
Aveva davvero un debole per quei grandi uccelli,
li trovava affascinanti e poi la gente diceva che le assomigliavano
:<<...Non certo per l'aspetto...>> si affrettavano subito ad aggiungere
<<...ma per portamento e indole...>>
Dorothy non poteva far altre che sorridere,
stridere e spiccare un volo.
Annotazioni:
Innanzitutto grazie per essere giunti alla fine di questo fugace
pensiero trattenuto da poche parole, o almeno, per
aver aperto sia volontariamente che no la pagina della "storia" anche se così non si può veramente definire.
Come seconda cosa chiedo se non di recensire di inviarmi via messaggio privato un breve (ma anche no) commento
sullo scritto al fine di darmi consigli sullo stile o altro :D
Buona Estate, Melody_Raven