29/12/2007
4 recensioniPREMESSA:
Salve, questa è la mia prima fan fiction, quindi se la trovate brutta, pesante, insignificante, noiosa, scritta male oppure carina, scorrevole e scritta bene, non esitate a scrivere le vostre opinioni nelle recensioni, mi farebbe molto piacere, e potrei migliorare il mio modo di scrivere.
Non aspettatevi niente di speciale, è una fanfiction scritta per passione per la scrittura e per i Green Day, non sono bravissima ma spero che vi piaccia.
Seconda cosa, per chi non lo sapesse "Sweet Children" era il nome dei Green Day prima dell'entrata nel gruppo di Tré Cool, e a quei tempi il loro batterista era Al Sobrante, alunno di Mr. Tré Cool.
Bene, ora si può cominciare. :-)
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Salve, questa è la mia prima fan fiction, quindi se la trovate brutta, pesante, insignificante, noiosa, scritta male oppure carina, scorrevole e scritta bene, non esitate a scrivere le vostre opinioni nelle recensioni, mi farebbe molto piacere, e potrei migliorare il mio modo di scrivere.
Non aspettatevi niente di speciale, è una fanfiction scritta per passione per la scrittura e per i Green Day, non sono bravissima ma spero che vi piaccia.
Seconda cosa, per chi non lo sapesse "Sweet Children" era il nome dei Green Day prima dell'entrata nel gruppo di Tré Cool, e a quei tempi il loro batterista era Al Sobrante, alunno di Mr. Tré Cool.
Bene, ora si può cominciare. :-)
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
CAPITOLO 1
I pochi ragazzi presenti saltano e si divertono come non mai...
Il chitarrista, un piccoletto dai folti capelli ricci guarda i suoi due compagni e con un bel salto e un ultimo suono di chitarra finisce la canzone.
"Ragazzi, che concerto!!!" commentò poi dietro alle quinte il bassista molto più alto del primo e dai lunghi capelli, gli occhi azzurri e un viso dolce ma che aveva ben poco a che fare con il suo carattere.
"Si, Mike, ma che caldo che fa, cavolo!" gli rispose Al Sobrante, l'energico batterista.
Chi non parlava era Billie, il chitarrista e cantante della giovane band californiana. Aveva già usato il suo fiato per il concerto, lui. Ma non taceva solo per questo... Aveva un gran turbamento nella sua testa.
Nella stessa città, non molto lontano, la neosedicenne Delilah usciva dal Gilman, il locale del concerto, insieme a Lily, l'amica scatenata che l'aveva trascinata in quel 'posto di pazzi', secondo Delilah.
"Andiamo, Del, cos'è quella faccia? Non ti sei divertita? Eppure, sembravi così contenta... Avanti, dillo, ti piacevano eh, le canzoni! Nessuno è immune alla musica degli Sweet Children!".
"Sì, Lil, sono stati fantastici, ma..."
"Ma??"
"Oh, adesso non ho proprio voglia di parlarne..."
"Ma Delilah..."
"NO!!!...Scusa, amica mia, non è colpa tua, ma adesso ho proprio bisogno di stare da sola..."
"Ok, scusa se sono stata così impertinente..."
"No no, tranquilla bella mia, non è affatto colpa tua..."
Si sorrisero a vicenda e tornarono abbracciate alle loro dimore.
La mattina del giorno seguente, Delilah arrivata a scuola si sedette al solito muretto dove lei e le sue compagne di scuola attendevano quotidianamente il suono della campanella.
Anche le altre avevano notato il turbamento della timida Delilah, ma Lily era una buona amica e aveva detto a tutte di non fare domande per non peggiorare la situazione. Lily, però era tormentata dal pensiero che fosse successo qualcosa di brutto alla migliore amica, e soffriva anche lei.
"Oddio ragazze guardate chi c'è! Mister puzzone alternativo del cazzo e la sua banda di sfigati!" esclamò Mary, la ragazza più popolare e corteggiata della scuola, nonostante non fosse poi tutta questa bellezza, attirando l'attenzione di mezza scuola.
Delilah non poté fare a meno di staccare lo sguardo dal suolo e sbirciare attraverso le amiche cosa stava succedendo.
Le prese un crampo allo stomaco. Il ragazzo a cui si era rivolta l'odiosa ragazza era Billie, il cantante e chitarrista che involontariamente era diventato la causa del turbamento di Delilah. La ragazza sapeva di provare qualcosa per quel ragazzo ma non voleva ammetterlo perché era un sentimento troppo forte per lei, che non si era mai innamorata prima. Non lo conosceva ma le stava già simpatico. Nonostante lei e sua sorella fossero in quella scuola da ormai due mesi, non l'aveva mai notato prima del concerto.
Si distolse da quei pensieri, per assistere alla scena.
Billie era indubbiamente scocciato da quella ragazza superficiale, la squadrò dalla testa ai piedi, con un'espressione riluttante, ma calma. Era abituato a quelle offese.
Senza proferir parola proseguì per la sua strada, verso l'ingresso della scuola, seguito dai suoi amici.
"Ehi, Billy Giò! Che fai, scappi, non mi degni di una parola? E' maleducazione, non lo sai?"
"Non abbiamo tempo da perdere con te, Mary." gli disse di rimando Mike.
"E allora come lo perdete il vostro tempo? Scrivendo e provando canzoncine per i vostri fans punkettoni? Ah ah ah..."
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Al, il più suscettibile dei tre la prese per l'estremità della maglia e la scaraventò contro il muro. "Non osare romperci ancora, strega in borghese, che non sai cosa ti succede!". Detto ciò, lasciò andare la maglia della ragazza, che cadde pesantemente al suolo, suscitando sincere risatine da parte di gente che stava dalla parte degli Sweet Children.
Indignata la ragazza cercò di ribattere ma il suono della campanella la fece tacere.
La scuola era in evidente subbuglio per quanto accaduto e in classe e durante le pause non si faceva altro che parlare di questo.
Involontariamente Billie e i suoi amici erano diventati più che popolari nella loro scuola, e questo fu positivo perché gli Sweet Children poterono ampliare la loro cerchia di fans.
Delilah era rimasta ancora più ammirata da quei ragazzi, ed entrando a scuola si lasciò scappare un sorriso sognante, poi però si rese conto che era solo una semplice fan di quei ragazzi, e che non avrebbe mai avuto il coraggio di parlargli, con la sua timidezza.
Si sedette al suo banco, sistemò le sue cose e si apprestò a seguire la lezione di storia, sì, ma solo con lo sguardo, perché la sua mente era altrove.
fine primo capitolo.