Hermione
chinò il capo, sospirando preoccupata, poi, facendosi coraggio, bussò due volte
alla porta chiusa davanti a lei.
-
Avanti!
– gridò una voce da dentro accompagnata da un sospetto rumore di caduta libera
di oggetti, seguito da una imprecazione piuttosto colorita e da altri crolli
-
Harry?
– domandò scettica aprendo l’uscio e trovandolo sommerso nella confusione della
stanza invasa da vestiti ancora da riporre, libri alla rinfusa, oggetti vari
tra magici o meno e altre amenità che non voleva neppure sapere da dove
provenivano
Harry
Potter, il salvatore del Mondo Magico, al momento era in guerra contro una pila
di riviste pericolanti dentro l’armadio e la stava perdendo.
-
Arrivo
subito – disse dando l’ultimo spintone alla torre pericolante e chiudendo
rapidamente l’anta contro la quale si sentirono sbattere i suddetti giornali
con un tonfo sordo: chiaro che il prossimo apritore del mobile sarebbe stato
investito da una marea anomala di carta.
Hermione
lo guardò mentre era alla ricerca del maglioncino da
mettere sopra la camicia che faceva bella mostra di sé sul corpo del bambino
(si faceva per dire, chiaro) sopravvissuto, con tanto di lembi fuori dai
pantaloni, cravatta slacciata e l’abbottonatura storta… ormai era abituata a
quelle scene, era dal primo anno che Harry riusciva ad arrivare in ritardo ad
ogni lezione, sistematicamente.
Che
ci faceva lì dentro?
Beh,
in verità lei avrebbe voluto aspettare, ma Draco aveva insistito perché quel
segreto venisse svelato almeno a Potty. E da bravo
rappresentate del segno dei Gemelli, la sua retorica non aveva fallito ed era
perfino riuscito a convincerla.
-
Dimmi
tutto – annunciò Potter sedendosi al suo fianco non senza aver prima spostato
un astuccio comparso dal nulla, una sveglia babbana
magicamente materializzatasi tra le coperte e il poster spiegazzato dei
giocatori di quidditch.
Ma
era davvero saggio parlane a Harry?
Lei
non ne era convinta, ma chissà perché, quella volta Malferret
aveva insistito tanto e così eccola lì, diffidente, pronta per raccontare al
suo migliore amico, peggior nemico del suo ragazzo, quel segreto tanto temuto
che fin’ora conoscevano solo in tre: lui, lei e
l’altra e, per “l’altra” s’intendeva la McGrannit.
Hermione
lanciò un’ultima occhiata alla stanza insonorizzata e poi al trasandato Harry accanto
a lei che la fissava da oltre le lenti rotonde a cui era così affezionato.
Prese
un bel respiro, certo Draco non poteva aspettarsi che dicesse una cosa del
genere a cuor leggero…!
-
Harry –
sussurrò piano – io e Draco avremo un bambino dopo la fine della scuola…
Harry
sbattè due o tre volte le ciglia, che aveva detto?
-
State
già progettando per il futuro? – chiese
Stupido
Harry, anche i giochetti si metteva a fare!
-
No,
Harry, io e Draco aspettiamo un bambino. Adesso. Nascerà a settembre.
-
Come è
possibile, scusa, se dovete aspettarlo dopo la scuola, ma deve nascere a
settembre, tu dovresti essere… cioè…
-
Sì,
Harry, proprio quello – annuì in un misto di mestizia e orgoglio
-
Tu
SARESTI incinta?! – urlò alzandosi in piedi e piazzandosi davanti a lei con le mani
nei capelli
-
Già,
esatto. – rispose tranquilla
-
Dimmi
dov’è! Dimmi dov’è quel figlio d’un cane, maledetto stronzo,
dove è finito?! Dov’è?!
-
Harry,
calmati – cercò di quietarlo lei – di chi stai parlando? – domanda superflua,
certo, ma Harry sembrava fuori di se
-
Come
CHI? Il bastardo, quel fottutissimo furetto! Quel
maledetto Slytherin, se me lo ritrovo tra le mani sai
che gli faccio? Sai che gli FACCIO?
-
Harry?
– chiamò piano cercando di fargli ristabilire un contatto con la realtà, ma
ormai Potter sembrava partito per la tangente
-
Harry
un cazzo, Herm! Non dovevi
dirmi una cosa del genere! Lo sai che… che… dov’è? Dov’è quel maledetto, io lo
castro con le mie mani!
-
Preferirei
avere le mani di una bella donna addosso, piuttosto che le tue – celiò una voce
e, tranquillamente, Draco fece il suo ingresso nella camera richiudendo la
porta dietro di se
-
Tu,
maledetto – sibilò pericolosamente il Grifondoro
-
Io, sì,
problemi? – rispose con finta indifferenza accendendo una sigaretta in faccia
al cercatore dei grifoni che ringhiò come un cane
-
Problemi?
PROBLEMI?! Dici… ah! tu maledettissimo!
Sai che mi ha appena detto lei? – e indicò la ragazza seduta sul bordo del
letto sfatto
-
Sì,
gliel’ho detto io di parlarti, fosse per lei non sapresti niente!
-
Accidenti,
ma volete mandarmi alla neuro? No perché se è così ci vado da solo dopo le
cretinate che ho sentito oggi! Insomma, ti rendi conto di quello che mi ha
detto?!
-
Certo
che me ne rendo conto – ripose soffiandogli il fumo della sigaretta in faccia
-
Beh,
non dovevate dirmelo!
-
Ma
come, se dicevi di essere il suo migliore amico – lo canzonò la serpe ghignando
-
Migliore
amico un cazzo, voi volete ammazzarmi!
-
E fosse
la volta che crepi, Potter, stai sempre tra le balle!
-
Taglia,
la questione tra noi la risolviamo più tardi, spiegami che è questo delirio,
questo casino, questa pazzia, questa sfottuta gravidanza!
-
Che
vocabolario forbito… - continuò a prenderlo in giro lo Slytherin
accomodandosi sul mezzo centimetro di poltrona rimasto libero, ma, si sa, i
grandi sanno essere grandi in ogni situazione
-
Me ne
sbatto del tuo vocabolario, parla, favella e vedi di essere chiaro, conciso e
pentito!
-
Chi,
io? – riprese con la consueta strafottenza il biondo – no, pentito mai. Eppoi
non devo spiegazioni a nessuno.
-
Ah no?
E ai prof che dirai quando lei ti arriverà all’esame con la pancia gonfia? Eh?
Che sei sempre un emerito imbecille? Lo sapete che avete diciotto anni?
-
Meglio
di te che hai il cervello di tre – rispose acido l’altro
-
Smettila!
Cazzo, diciotto anni e lei è già incinta! Ma come ti è
saltato in testa di metterla incinta?
-
Credevo
che servissero due persone – commentò calmo Malfoy – guarda che non l’ho mica
violentata
-
Per
quel che mi riguarda – disse minaccioso Harry – potresti anche averlo fatto, ma
non me ne frega un cazzo, la colpa è tua e adesso c’è
la cicogna in volo
-
Ma che
belle metafore – continuò con leggerezza il biondastro
-
Ho
detto basta stronzate! Che volete fare? Che credete
di fare? Che diamine e diavolo farete?
-
Teniamo
il bambino, chiaro – s’indignò il futuro papà
-
Ah sì? E
glieli cambi te i pannolini quando uscirai da qui con un O a giugno e a
settembre sarai padre?
-
Quelli
sono dettagli
-
Beh,
chiamali come cazzo ti pare, ma intanto state
studiando, non avete una casa, non avete un posto, un lavoro, niente di niente!
-
Se quello
è il tuo problema ho i soldi per una casa, servitù, domestici e altre boiate
del genere
Harry
pestò i piedi sul pavimento domandandosi come lui potesse essere così
tranquillo, ma, soprattutto, irritante. Possibile che tra tutto il parco maschi
di Hogwarts Herm fosse
andata a prendersi proprio quello? Neppure uno qualsiasi, quello!
Senza
preavviso, Harry prese la sigaretta che il biondo teneva tra le dita, se la
portò alle labbra e fece un tiro mentre l’altro lo guardava costernato: beh,
almeno era riuscito a farlo tacere.
Senza
dare l’apparenza di essere particolarmente shockato da quel gesto, Malfoy se ne
accese un’altra mentre la Granger cominciava a tossicchiare significativamente
per esprimere le sue idee a proposito di quella giostra di nicotina.
-
Scusa Herm, so che non dovrei – disse piano il moro – ma diamine,
vi rendete conto di quello che mi avete detto?
Lei
annuì
-
Ne
abbiamo parlato molto – aggiunse cominciando a dire la sua – abbiamo riflettuto
e abbiamo deciso di tenere il bimbo o
-
E come
farete con l’esame? – chiese sospettoso
-
Darò
l’esame normalmente, in genere in quel periodo della gravidanza si sta
abbastanza bene se non ci sono complicazioni.
-
Perché
è successo? – domandò quasi fosse un quesito retorico – come è potuto
succedere… - si chiese più a se stesso, come se fosse colpa sua, in un certo
senso
Hermione
tacque, lui era il suo migliore amico, ma quelle erano cose private tra lei e
Draco.
-
D’accordo,
dimmi che devo fare – disse poi spegnendo la sigaretta su pavimento e,
ripentendo il gesto di prima, prese la nuova sigaretta di Malfoy e se la portò
alle labbra mentre, ormai, il biondo lo fissava con aperta ostilità.
-
Taci e
fai un favore al mondo – rispose lapidario
-
Quello
era implicito
-
Non abbiamo
bisogno di aiuto supplementare – gli sorrise Hermione – dacci una mano se
occorresse, ma credo che ce la caveremo
-
Ne hai
del coraggio a imbarcati in una cosa simile con un pessimo marinaio come lui –
e alluse alla serpe, lei rise
-
S’impara
tutto – rispose più tranquilla. Poi Harry era l’ultimo che doveva parlare in
fatto di imbarcarsi in brutte avventure…
-
E si
può sempre assumere equipaggi specializzati – disse Malfetter
facendo alzare gli occhi al cielo a Harry.
-
Herm, ti
spiace se io e “Draco” scambiamo due parole da uomini? – domandò poi il bambino
sopravvissuto alla sua migliore amica.
Lei
annuì, poi uscì chiudendo la porta e sentendo scattare il catenaccio.
Dopodiché
ci fu solo silenzio.
Quando
Draco uscì dalla stanza, le sue condizioni erano quelle di un reduce, anche se
Potter non era messo molto meglio. Il colletto della camicia del biondo era
strappato da un lato, mentre la cravatta allentata aveva un taglio sul davanti
e un bel bernoccolo risaltava sopra la tempia sinistra mentre usciva passandole
accano e proseguendo verso i sotterranei.
La
Caposcuola di voltò a guardare Harry che versava in condizioni analoghe con
metà dei pantaloni strappati, gli occhiali con la lente rotta, i capelli
spettinati e il segno di un pugno sopra lo zigomo destro.
Beh,
come Caposcuola avrebbe dovuto fare qualcosa, ad esempio riprenderli o togliere
dei punti, ma dopotutto lei non era stata presente…
Non
aveva reso un bel servizio alla sua posizione con quel bambino visto che Malfoy
e Potter erano nuovamente venuti alle mani dopo che erano ben due settimane che
non succedeva niente del genere, un vero record…
Poveretti,
però, si erano presi entrambi un bello spavento quel giorno che erano venuti a
cercarla, chissà che gli aveva detto Harry, soprattutto dopo che si era
preoccupato tanto e poi aveva scoperto che la colpa era tutta del biondo.
Beh,
non tutta, dopotutto Draco aveva ragione, quelle cose non si potevano fare
certo da soli.
C’era
stata anche lei e ne andava quasi fiera, nonostante tutto.
Non
era pentita e, tornando indietro, avrebbe fatto esattamente le stesse cose.
Quanto
era fortunata a poter dire queste cose…
Ringraziò
solo che si fossero massacrati nella maniera più tranquilla, quella babbana, ovvero senza coinvolgere componenti d’arredo
varie, distruggere l’intera stanza del Grifondoro con
relative suppellettili e far accorrere professori da tutte le parti.
* * *
Monica
e Ransie stavano passeggiando per il corridoio come
ogni sera.
Dopo
cena le due future mamma si concedevano sempre il lusso di una camminata tra i
vecchi e freddi muri della scuola a rimembrare i tempi in cui erano costrette a
farlo di soppiatto: sgattaiolare fuori dei rispettivi dormitori e gironzolare
per le stanze inutilizzate, aprire le aule e trafficare con le provette che non
avrebbero neppure dovuto toccare.
Si
erano conosciute a metà del primo anno.
Riri era la gemella tranquilla che passava i pomeriggi a studiare e
schiavizzare i suoi poveri compagni, il che la diceva lunga sul suo
caratteraccio, visto che schiavizzare un Serpeverde è
qualcosa che ha dell’incredibile. Comunque, Riri era
tutta presa dai suoi studi e se ne stava in Sala Comune a ripassare chissà
quale materia mentre i ragazzi del terzo anno facevano a gara nel tentativo di
aiutarla, si offrivano per delle ripetizioni e altri vani tentativi di attirare
la sua attenzione, al momento concentrata solamente su tre cose: lo studio, la
sorella pasticciona e Charlie Weasley.
L’interesse
che la legava al grifone, tuttavia, non aveva niente di accomunabile con
l’idealistico amore che si sogna quando si frequentano i primi anni della
scuola.
Era
bastato uno sguardo al primo giorno e quei due si sarebbero già uccisi: lui che
la sfiora per sbaglio, lei che si spolvera la manica dove l’aveva toccata e il
primo insulto “Fottuta snob” che vola dalle non
troppo gentili labbra del secondogenito dei Weasley.
Si sa, al richiamo di battaglia, tutti accorrono e Bill,
al tempo al secondo anno, era arrivato a dare manforte al fratellino che si era
preso nientemeno che con una nuova Serpeverde
particolarmente altezzosa. Da lì era iniziata la guerra perché lei, Monica, non
avrebbe certamente lasciato la sua amata sorellina in balia di quei due tipacci
e gli insulti di Monica, lo si poteva intuire, niente avevano in comune con le
stringatissime parole, fredde e distanti, con le quali Morgana aveva rimesso a
posto i due grifoni.
Da
quel momento, a guerra iniziata, non c’era stata esclusione di colpi. Se i due
gemelli le insultavano per i corridoi malamente, loro si prodigavano per
“innocenti” scherzetti ai loro danni e la popolarità che avevano tra i ragazzi
della scuola le aiutava senz’altro nella loro opera di distruzione degli eredi Weasley.
Ma
la storia sua e di Ransie era cominciata più tardi.
Riri e Charlie avevano fatto una
scommessa su chi avrebbe avuto la media migliore a Natale e Morgana si stava
casualmente impegnando più del solito.
Lei
invece, che di scommesse del genere non ne faceva, si era messa a gironzolare
per i corridoi, annoiata, e aveva incontrato Temperance.
Ransie, come la chiamavano, era la studentessa più brillante della
scuola, apparteneva alla Casa dei Corvi e aveva la nomea di una bella figliola.
Quel
pomeriggio si trovava nel corridoio del primo piano assieme ad un ragazzo. Lei,
curiosa, si era nascosta dietro una colonna a seguire la scena e sentì gridare
un
-
Maledetto
figlio di puttana, se non tieni le mani a posto te le taglio tutte e due! –
seguita da un sonoro ceffone. Da una parte, non sapendo chi fosse, si era
sentita felice che una ragazza sapesse rispondere e comportarsi in quel modo
con un maschio e decise di farle i complimenti appena l’avesse incontrata di
nuovo, peccato solo che lo sconosciuto non avesse cominciato a molestare quella
che poi sarebbe diventata la sua migliore amica.
E
allora non ci si poteva aspettare che lei, Monica Zabini,
se ne rimanesse zitta a guardare il tutto! Bacchetta in mano, sguardo fiero e
determinato, si era diretta alla carica sul pervertito, più che mai decisa a
sistemarlo per le feste
-
Senti
un po’, te, bastardo, che credi di fare? – aveva detto infuriata procedendo
mentre questo la squadrava senza riuscire a capire
Peccato
che in quel momento Ransie, che era in grado di
badare a se stessa, non l’avesse tramortito con il tomo di Trasfigurazione che
aveva in mano.
Le
due si erano guardate per un istante, le bacchette in mano, il respiro un po’
corto, poi si erano sorrise
-
Monica Zabini – si era presentata allargando il sorriso che
l’altra aveva ricambiato allungando la mano
-
Temperance
Black – aveva risposto – ma chiamami pure Ransie
-
Tu sei quella
Temperance? – le aveva chiesto curiosa e l’altra
aveva annuito – credevo che frequentasse almeno il terzo anno – si era
giustificata
-
Sono al
primo come te – aveva detto
E
da allora era iniziata la favolosa amicizia che le univa ancora oggi.
E
memori di questo, la sera giravano per i corridoi, sostando con reverenza nel
punto in cui si erano conosciute tanti anni prima, quando erano entrambe
single, streghe alle prime armi alle prese con i problemi di tutte le
adolescenti.
Adesso
invece i problemi non erano più quelli di una volta: la setta dei mangiamorte che ai tempi della loro fanciullezza aveva
seminato il terrore era risorta a nuova vita, puntando gli occhi proprio su di
lei, Ransie, e sulla sua famiglia, venendo perfino a
sapere del segreto che legava l’antica casata dei Black con quella dei Gaunt e dei Riddle.
Adesso
il problema non era più Charlie Weasley
che aveva fatto un dispetto oppure Bill che aveva
messo una ranocchia nella borsa di Riri, c’era in
ballo il destino non solo loro, ma anche del Mondo Magico, si rischiava di
essere sottomessi da una cerchia di pazzi che non vedevano altro che potere,
morte e distruzione.
Facendole
pat-pat sulla mano, Monica fece svoltare la sua
“quasi sorella” per l’ennesimo corridoio quando si trovarono di fronte ad una
figura assai inquietante.
Una
studentessa camminava davanti a loro, le aveva sorpassate e si era diretta
oltre una porta prima chiusa. Ma non era stato quello a catturare la loro
attenzione, bensì lo sguardo perso e tremendamente inconsistente che la
sconosciuta sfoggiava mentre camminava veloce e decisa.
Monica
trascinò la Black seguendo la studentessa e la vide svoltare oltre un uscio
senza poterla più pedinare, sospirò triste, chissà chi era… non l’aveva mai
vista neppure quando aveva fatto qualche visitina assieme ai nuovi abitanti
della Scuola: Draco Malfoy, il migliore amico di suo fratello, e altri
personaggi come Harry Potter, Hermione Granger, che era sulla buona strada per
entrare nel circolo delle “Donne coi pantaloni” che lei e Ransie
avevano fondato dopo essersi ritrovate e che comprendeva Evangeline,
Rosleen e, in parte, anche Rowena.
Una
cosa però le era rimasta impressa ed era la mano destra dove la ragazza teneva
un bottiglino di vetro verde con del liquido e le
dita che serravano il collo affusolato di questo avevano le unghie estremamente
curate, ricostruite, con lo smalto dato alla francesina e dei disegnini bianchi sulla laccatura rosa shocking.
Rifletté
qualche attimo alla ricerca di un ricordo dove avesse già visto quella
decorazione, ma al momento non le sovveniva niente, tantopiù
che ai tempi di scuola non si usava ancora ricostruire le unghie.
Non
sapeva dire perché, ma quel personaggio le ispirava una particolare curiosità e
un senso di ansia, di apprensione, un sentimento di pericolo…
Guardò
Temperance e colse nel suo sguardo lo stesso senso di
allerta.
Ok, a questo punto doveva chiedere a qualcuno ed Hermione era la
persona più indicata: lei conosceva tutti e parlava di tutti; forse non era una
pettegola nata, ma sicuramente sapeva chi era la tipa stramba incontrata per il
corridoio… chissà, poi magari era solo una pazza intossicata dalle pozioni
ammorbanti di Piton.
* * *
Harry
Potter era seduto in un angolo con una rivista di sport babbano
aperta sul grembo che addentava una mela mentre scorreva con gli occhi i
risultati ottenuti.
Sollevò
lo sguardo stupito quando le due donne misero piede nel dormitorio mentre quasi
ogni studente maschio sin inchinava alla Provvidenza che le aveva fatte
capitare proprio da loro e poco contava che le fedi all’anulare sinistro delle
due indicasse chiaramente che erano sposate…
-
Harry,
dov’è Hermione? – gli domandò Monica
-
Probabilmente
in camera sua a litigarsi con Malferret – annunciò
con noncuranza il bambino sopravvissuto
Senza
dire altro, la maggiore delle gemelle Zabini si
diresse verso la stanza del Caposcuola, quella con la porta sbarrata.
Aspettando qualcosa di divertente, anche Potty le
seguì arrivando di fronte all’uscio e guardandolo ghignando.
Aprì
la porta trovandosi di fronte una Hermione Granger e un alterato Draco Malfoy
che stavano litigando; volarono le parole
-
Tu sei
tutta matta! Non credere che te lo permetterò! – e ancora
-
Non
prendo ordini da nessuno, tantomeno da te, Furetto!
-
Non
chiamarmi così, comportati come si deve! La tua è solo follia!
-
Solo
perché io sono…
Lei
si bloccò scorgendo con la coda dell’occhio la piccola folla riunita ad
assistere al loro litigio, caspita, stava per dire l’unica cosa che nessuno
avrebbe dovuto dire… si morse la lingua notando il sorrisetto di Harry
-
Che
volete? – domandò malamente Draco rivoltandosi come un aspide ai presenti
-
Finiscila
– lo ammonì Monica seria – ho bisogno di parlare con lei – e addito la grifoncina
-
E non
puoi farlo dopo? – domandò lui sbuffando
-
Adesso
– fu la lapidaria risposta della mora
Draco
la fulminò con lo sguardo, ma sbarazzandosi con un’alzata di spalle
dell’occhiata poco gradita, la maggiore delle gemelle si fece avanti
-
Ho
bisogno di chiederti una cosa su una persona – intervenne
-
Ecco,
interrompi una importantissima discussione solo per spettegolare – la riprese
il biondo mettendo le braccia conserte. Monica sorvolò mentre Hermione annuiva
-
Si
tratta di una ragazza che abbiamo incontrato questa sera… - cominciò – stava
camminando nel corridoio del primo piano e sembrava quasi in trance… mi dava
una strana sensazione… come di pericolo – Hermione aggrottò la fronte
sospettosa
-
Descrivimela
– disse solo
-
In
realtà non mi ricordo bene i dettagli, ma mi hanno colpito le sue unghie…
-
Le sue
unghie? – ripeté
-
Sì,
proprio, erano… Così!
E
additò Pansy che, assieme a Daphne e Neville si era
unita al gruppetto
-
No Mo,
erano rosa… - intervenne Ransie scuotendo la testa
-
È vero,
mi dimentico sempre i particolari – si rimproverò la maggiore
Hermione
si voltò verso la Parkinson mentre tutti la
guardavano straniti
-
Pansy,
dove ti sei fatta le unghie laccate così? – chiese indicando lo smalto verde a
disegni bianchi che la Serpeverde stava sfoggiando
-
Me lo
ha fatto Lavanda – rispose quieta lei – lo avevamo fatto tutte e tre
-
Tutte e
tre? – domandò Ronald
-
Sì, io,
Calì e Lavanda… ciascuna di un colore differente…
-
E di
che colore lo avevano Lavanda e Calì? – chiese
incalzante Monica, l’altra sollevò le spalle
-
Calì
sicuramente blu, ma ha l’abitudine di mangiarsi le unghie, quindi non credo
siano ancora così – aggiunse con una punta di orgoglio – e Lavanda, ovviamente
ROSA. – rispose come se fosse un’ovvietà
I
presenti si scrutarono negli occhi
-
Questa
ragazza aveva per caso i capelli castani ed era di media statura
-
Più o
meno – confermò Temperance che sicuramente aveva più
attitudine per i particolari – altri sguardi preoccupati – perché, qualcosa non
va?
-
In
verità è quasi un mese che Lavanda manca da scuola – ammise tristemente Ron parlando per primo
-
Un
mese? Ma come…?
-
Una
notte ha fatto una scenata nel dormitorio e da allora non se n’è saputo più
niente. Sospettiamo che qualche anima buona ce ne abbia liberato…anno –
confermò Harry – e Piton ci fa tutti i giorni una
testa così perché è stufo di aggiungerle punizioni e di togliere punti al Grifondoro
-
Dove
l’avete vista con esattezza? – chiese Hermione seria
-
Venite,
vi ci portiamo
Il
gruppetto si mosse a seguire le due giovani donne per i corridoi finché, giunti
di fronte alla porta che la studentessa aveva oltrepassato senza aprire, si
fermarono.
E
tutti si studiarono, percependo perfettamente quel senso non più tanto vago di
pericolo.
La
porta, d’improvviso, si spalancò di fronte a loro, rivelando un passaggio
segreto scuro e buio dove non bruciavano le consuete torce che illuminavano gli
altri corridoi.
-
Questo
posto mette i brividi – commentò Pansy aggrappandosi
al braccio del rosso, ma mantenendo lo sguardo serio
-
Non
sentite qualcosa che non va? – domandò Daphne agli altri che si affrettarono ad
annuire
-
Dovremmo
andare ad esplorare – propose Harry ritrovandosi la faccia seria e per nulla
d’accordo del biondo piantata davanti
-
C’è
un’aura strana – ammise Monica con la bacchetta in mano – lasciate che vada a
chiamare Ax, dovrebbe essere da qualche parte…
Neppure
il tempo di terminare la frase che si udì un rumore strano, come di acqua che
cade sul pavimento e tutti si accorsero che, ai piedi di Ransie,
stava una pozza di liquido incolore mentre lei, con la veste bagnata, si
guardava spaesata il bassoventre, perfettamente conscia che questi stramaledetessimi problemi non arrivano mai da soli.
-
Cazzo,
proprio adesso? – furono le parole di Monica. Ransie
arrossì e poi annuì.
-
D’accordo
– disse seria – sono la maggiore, giusto? – gli altri la guardarono preoccupati
– Harry, per piacere, vai a chiamare Axel, sta alla
Torre di Evangeline, io porterò Ransie
in infermeria, ci incontriamo qui tra un quarto d’ora, non andate avanti se non
c’è almeno un adulto con voi.
Harry,
che probabilmente sarebbe stato il maggiore responsabile delle esplorazioni
ardite, annuì, conscio che Monica l’aveva spedito a far qualcosa per impedirgli
di istigare gli altri al desiderio di conoscenza.
Sollevando
con un incantesimo la sua migliore amica, Monica si diresse verso l’infermeria
mentre il bambino sopravvissuto prendeva la strada opposta verso
* * *
Axel ed Evangeline arrivarono con tutta
calma per il corridoio, piuttosto stupiti che Monica li avesse mandati a
chiamare a quell’ora di notte
-
Che
succede? – domandò l’Auror indispettito beccandosi
l’occhiataccia della moglie e solo in quel momento percepì quella strana
sensazione provenire da oltre il bugigattolo non illuminato.
-
C’è
aura di morte, qui – disse piano Evangeline
procedendo e avvicinandosi alla porta – e c’era anche un incantesimo sulla
porta, qualcuno doveva averla sigillata
-
Ieri
sera era chiusa – azzardò Monica – io e Ransie siamo
passate di qui… però c’è stata una studentessa che l’ha attraversata senza
aprirla…
-
Il
passaggio era precluso ai fantasmi – annuì Eva toccando appena un segno scuro
che doveva essere quel che rimaneva dell’incantesimo ormai spezzato
-
Era una
ragazza strana, aveva gli occhi vitrei e una boccetta verde tra le dita
-
Occhi
vitrei, hai detto? – chiese la vampira per conferma, la maggiore delle gemelle
annuì
Harry
tornò in quel momento e con lui c’erano anche Sirius
e Rosleen
-
Ma che
bel ritrovo – scherzò il padrino avvicinandosi
-
Dividiamo
i compiti – disse Axel – a coppie, uno con la luce e
uno con la bacchetta pronta. I bambini restano qui.
-
Neppure
per sogno! – s’indignò Harry – noi veniamo con te e Hermione e Ron annuirono con lui.
-
Ne hai
proprio voglia di andarti a far ammazzare – disse Malfoy
-
Tira
fuori le palle e smettila di scherzare – furono le parole che gli ritorse
contro – o tutti o nessuno
Draco
sbuffò sonoramente mentre, scambiando un’occhiata con la mezzosangue, estraendo
la bacchetta dai pantaloni. Seguendo il suo gesto, Pansy
fece altrettanto e perfino Neville e Daphne
-
Io
resto di guardia – disse la serpe dai capelli neri in posizione di difesa
preparandosi accanto all’uscio forzato
-
Noi
veniamo con voi – parlò invece Paciock in una
versione coraggiosa che raramente erano riusciti a scorgere in lui se non
quella volta della battaglia al Ministero
-
Io l’ho
sempre detto che i bambini di oggi sono troppo testardi – si lamentò Evangeline, ma senza dire un’altra parola, fu la prima a
oltrepassare la soglia, attorniata da una serie di fiammelle e fuochi fatui che
le illuminavano a strada e, a seguire, tutti gli altri finchè
Sirius e Rosleen non
chiusero la piccola processione.
Il
passaggio era stretto ed umido, tuttavia quella sensazione fredda di morte
continuava ad essere persistente e palpabile perfino tra i muri scuri coperti
da muschi scivolosi.
Al
termine del corridoio che si era snodato per più di cento metri, c’era una
ripida scala a chiocciola che scendeva
-
Levita! – disse sottovoce la vampira e tutti scesero volando visto che
il percorso dei gradini avrebbe senz’altro provocato un ruzzolone generale e
non si sapeva per quanto quella colonna scendesse sotto il livello da cui erano
entrati.
Il
punto dove atterrarono era una stanzetta circolare dove riuscivano a malapena a
stare tutti e da dove partivano tre gallerie altrettanto scure.
-
Di là!
– indicò Monica verso la terza – ne sono sicura lo sento – aggiunse allo
sguardo del marito che, annuendole con aria grave, preparò un proiettile in una
delle due pistole magiche che gli pendevano dai fianchi
-
Questo
posto non mi piace e peggiora ogni minuto di più – fu il serio commento di Rosleen che, a sua volta, estrasse dalla divisa una serie
di strisce di carta dove erano scritti degli incantesimi di difesa
-
Andiamo
– furono invece le stringatissime parole di Evangeline
che si sentì un poco come quando la vecchia squadra di Zachariah
era alle prese con qualche caso difficile, peccato solo che i membri attuali
fossero un po’ meno esperti e decisamente più giovani…
Facendo
strada sempre per prima, la prof proseguì finché il cunicolo sboccò in un ampia
sala dalla forma geometrica. Finalmente in uno spazio ampio e luminoso, il
gruppo si guardò intorno, percorrendo le pareti di pietra e il soffitto
cosparso di piastrelline nere, sorretto da doppie
colonne di malachite verdissima.
E
quando i loro sguardi scesero, di fronte a loro stavano tre figure: due in
piedi e una per terra.
-
Ma
guarda chi c’è? – disse la voce canzonatoria di Bellatrix
rivolgendosi ai presenti e fissando lo sguardo su Draco – Lavanda – aggiunse li
hai portati tu?
-
Nossignora
– rispose fredda la studentessa e, infatti, in quel personalino
fine e nei capelli castani riconobbero, effettivamente, Lavanda Brown che, a sua volta, rivolse uno sguardo carico di odio
a Ronald
-
Il
signor Weasley ci ha fatto davvero un grande favore a
mandarci questo angelo – continuò scherzosa la mangiamorte
– non credo saremmo riusciti a trovarlo senza il suo aiuto…
Tutti
gli occhi si spostarono alla terza figura, distesa a terra, apparentemente
senza vita e fu Evangeline quella che rimase più
sorpresa di tutti nel riconoscere Zachariah Black in
quel corpo svenuto, ma non osò comunque andargli vicino.
-
Già –
aggiunse Bellatrix – siamo riusciti a trovare la
stanza e anche lui…ma… il medaglione me lo darete voi – continuò
I
presenti si guardarono sconcertati, non capendo
-
Sapete
– continuò il discorso la donna – deve avere davvero un potere speciale se è
riuscito perfino ad uccidere lo stesso Voldemort…
Lo
sconcerto fu generale per tutti mentre si apprendeva che Voldemort
era morto, che era stato Zach e non Harry a ucciderlo
e che si era servito di un medaglione per fare questo.
Qualcuno
scambiò uno sguardo mentre Sirius ricordava l’oggetto
a cui Rowena era così affezionata.
Alt,
dov’era Rowena?
Tirò
un sospiro di sollievo, grazie al cielo sua sorella non era con loro. Per una
volta avevano un piccolo vantaggio.
Ok, ma perché la mangiamorte volevano
tanto quella stanza?
Studiò
ancora attorno nella stanza e l’occhio percorse il pavimento, soffermandosi
proprio al centro dove un fascio di luce proveniente dal soffitto illuminava
qualcosa.
Una
pietra era al centro e su questa era un’incisione in argento, ancora lucido e
splendente della luce della luna che filtrava dal soffitto aperto sulla notte.
-
Eva,
questa è…? – chiese temendo la peggiore delle sorti, ma Evangeline
non lo consolò
-
Sì,
questa è la stanza della fondazione
Troppo
facile capire.
La
stanza della fondazione era dove era stata posta la prima pietra di Hogwarts, il luogo dove la scuola aveva cominciato a
crescere e dove i quattro grandi maghi che avevano dato i loro nomi alle case
si erano riuniti per posare a mano il macigno con l’incisione che attestava da
dove era nata la Scuola.
Gli
studenti si guardarono perplessi e preoccupati perché quella sembrava proprio
l’atmosfera ideale per un altro scontro tra mangiamorte
e auror, peccato solo che gli auror
fossero sempre troppo pochi…
…e
i mangiamorte sempre troppi, visto che da una
porticina dietro le spalle di Bellatrix fecero il
loro ingresso molti dei famosissimi e leali servi del Signore Oscuro: Rodolphus Lestrange, Peter Minus, Barty
Crouch, Rabastan Lestrange, Augustus Rookwood, McNair, Dolohov e anche i padri di Tiger
e Goyle.
Tutti
si guardarono, l’un l’altro e verso i mangiamorte
schierati.
-
Datemi
il medaglione e poi vi uccideremo – disse Bellatrix –
non costringetemi a ripeter quel che è successo ai due dementi Paciock…
Neville
raddrizzò la schiena mentre Daphne gli strinse dolcemente la mano per poi
dedicarsi alla sua bacchetta che, lo sapeva, presto sarebbe stata usata per
difendere, per la prima volta, qualcosa a cui teneva.
Avrebbe
combattuto per se stessa e per quello in cui credeva e avrebbe fatto la fine di
Frank ed Alice, se fosse stato necessario a
proteggere ciò che aveva di caro. I suoi occhi solitamente allegri e un po’
svampiti, assunsero una tonalità di indaco che non le avevano mai visto mentre
lo sguardo fiero, da vera Serpeverde, da persona
determinata in qualcosa, prendeva il posto del sorrido dolce che aveva mandato
in deliquio i suoi compagni di scuola.
-
A
quanto pare non c’è scelta – disse Evangeline, gli
occhi azzurri scintillanti di collera, le mani distese lungo i fianchi; il suo
compito, a dirla tutta, sarebbe stato quello di proteggere i suoi allievi, ma
con Potter più che determinato a farsi del male e i suoi amici con lui erano
finiti tutti laggiù… e forse era un bene perché da sola avrebbe fatto
relativamente poco, a parte una carneficina. Harry e gli altri avevano
abbastanza esperienza per badare a loro stessi, probabilmente erano perfino più
assennati di quel pazzo di Sirius, forse sarebbero
riusciti ad avere un po’ di vittoria.
-
Evangeline,
ma da quanto tempo… - aggiunse Bellatrix ghignando –
quante volte hai tradito la nostra causa?
-
Almeno
una mezza dozzina – rispose lei con altrettanta ironia nera – siete una setta
di creduloni
-
C’erano
troppi traditori – disse la mangiamorte – come quegli
idioti dei genitori di mio nipote – e alluse a Draco che, rimanendo impassibile,
guardò fisso la zia: che aveva detto? Che voleva dire? I suoi genitori? Sua
madre sì, certo, anche se l’aveva scoperto da poco, ma Lucius?
Il caro Lucius un traditore di Lord Voldemort? Ma da quando zia Bella aveva tutto quel senso
dell’umorismo?
Ancora
silenzio mentre il ronzio degli incantesimi che tutti avevano pronti sulla
punta della bacchetta riempiva l’aria di elettricità statica che era
perfettamente percepibile.
-
Voglio
mio nipote - continuò a dire Bellatrix
-
Sono
contraria alle faide familiari – rispose Evangeline
-
Tranquilla,
dopo mi occuperò anche di te – ghignò la mora
-
Forse è
il caso che ci pensi adesso, non sarò così pietosa come lo sei te – replicò
fredda
-
Parli
dell’Auror? – aggiunse ridacchiando la Black – non
l’ho ancora ucciso se è per questo…
-
Non
m’interessa – rispose Eva
-
Vorrà
dire che prima ucciderò te
-
Provaci
– dichiarò senza mezzi termini la bionda che, sollevandosi in aria, si scagliò
verso l’avversaria.
E
nel boato provocato dall’esplosione quasi contemporanea di tutti gli spell delay
preventivamente pronunciati, cominciò quella terribile battaglia, mentre la
luce delle magie illuminava quella stanza dove aleggiava l’odore e la
sensazione di morte.
-
Che lo
spettacolo abbia inizio! – urlò la mangiamorte tra il
cozzare di incantesimi.
* * *
-
Sirius!
– gridò qualcuno mentre il caos imperversava tra i presenti e, voltandosi,
l’uomo riconobbe sulla soglia la figuretta cieca di sua sorella
-
Che
diamine ci fai qui! – urlò nel vano tentativo di liberarsi dell’avversario e
andarla a proteggere – Ros? – domandò poi alla
fidanzata impegnata in un corpo a corpo piuttosto discutibile con uno dei mangiamorte
-
Ti
sembra il momento di chiedermi di sposarti? – disse la rossa sferrando un pugno
al mago
-
Non ti
ho chiesto di sposarti! –
-
Che
vuoi che ne sappia? Ti sembra che sia nelle condizioni di fare un incantesimo
di Divinazione?
Ma
che cos’era, impazzita?
Quella
ragazza non stava bene…
-
Il
medaglione! – urlò Bellatrix accorgendosi della nuova
persona intervenuta nella battaglia e riconoscendo il ciondolo dorato sul
vestito nero della sconosciuta che, a prima vista, doveva essere Rowena Black.
Senza
pensarci due volte, la mangiamorte si lanciò contro
la donna con una maledizione senza perdono pronta ad esplodere dalla punta
della bacchetta.
Evangeline, però, non la pensava allo stesso modo e,
in un gesto decisamente poco femminile, fermò la donna senza tuttavia riuscire
a impedirle di scagliare l’incantesimo contro Row
-
Attenta!
– fu il grido unanime che esplose tra i presenti mentre la scia verdastra della
stregoneria puntava dritta su di lei
-
Protego! – fu quello che si sentì appena mentre una
barriera invisibile era sorta tra la luce fluorescente e il corpo ancora
integro e preoccupato di Rowena, provocando uno
schianto assordante e una nube di polvere che si sollevò dal pavimento antico.
Quando
il fumo si diradò, gli stanti intravidero la sagoma scura di Piton in posizione di difesa di fronte alla donna che,
terrorizzata e con le mani al cuore, aveva sentito arrivare l’incantesimo.
-
Per una
volta servi a qualcosa! – gli gridò Sirius
riprendendo il combattimento con Rabastan
particolarmente agguerrito
-
Sei un
fratello irresponsabile – fu quello che gli rispose l’insegnante di Pozioni con
un certo sussiego – e tu che cercavi di fare? Ammazzarti? – disse poi alla sua
amata ancora shockata
-
Ho Visto
di nuovo, ho rivisto con gli occhi degli altri! – si giustificò Rowena
-
Una
parca? – fu quello che gridò stridula Bellatrix,
troppo presa, tuttavia, dall’offensiva dell’Evangelista Oscura per potersi
distrarre
Ginny Weasley, sbucando da dietro il
mantello del professore, si fece largo tra la mischia, andando a soccorrere
l’uomo disteso a terra.
-
Se
provi a lasciami un’altra volta a questo modo ti ammazzo io! – disse
rivolgendosi a Harry che si limitò a non risponderle. Quello che lo lasciava
interdetto era che Rowena aveva di nuovo parlato di
Vista, ma non l’aveva barattata con la libertà di Sirius?
Quello
di cui non si accorse, però era che un’altra figura si stava avvicinando alla
donna, una persona che mai avrebbe pensato, qualcuno che non aveva mai visto: Zachariah Black.
Riuscendo
a disfarsi dell’aggressore, Harry corse insieme alla coppia che si stava
rapidamente avvicinando al centro della sala, dove era fissata la pietra e fu
solo quando la guardò con molta attenzione che notò che al centro di questa,
oltre all’iscrizione, stava una sagoma circolare
-
Dammi
il medaglione – disse perentorio Zach alla sorella
che, annuendo mentre Piton li proteggeva, gli
lasciava quell’oggetto che aveva custodito con tanta cura: adesso capiva perché
suo fratello gli aveva detto di riportarlo a Scuola. Perché in quel giorno, per
la prima volta, aveva vissuto con gli occhi di suo fratello, era stata Zachiariah Black e sapeva a cosa serviva quel monile
-
Fermati,
bastardo, lascialo subito! – urlò ancora Bellatrix
seguita dal marito lanciandosi contro l’Auror, ma la
barriera protettiva che Evangeline eresse resistesse
all’attacco accanito dei due mangiamorte.
Zach appoggiò rapidamente il gioiello nella scanalatura e quando
una luce bianchissima si sprigionò da questo, si allontanò rapidamente.
-
Che hai
fatto, maledetto, adesso non possiamo più usarlo! – sbraitò isterica la mangiamorte
-
Proprio
quello che volevo – le gridò dietro il famoso Zachariah
insieme alla sorella e a Severus Piton.
Anche
l’ultimo mangiamorte, tranne la donna, cadde a terra
sotto i ripetuti colpi dei presenti, mentre Monica e Axel
si davano da fare con pistole magiche e incantesimi sconosciuti.
Un
nuovo boato, che quasi faceva male alle orecchie, seguito da uno scoppio di
energia si replicò per le pareti, probabilmente scuotendo la scuola dalle
fondamenta fin su all’ultimo piano delle torri di Grifondoro
e Corvonero.
* * *
In the depths of my teared-up eyes
There’s your unchanging figure
Where will the world continue to?
The words from the days have ceased
The freezing, stormy nights
Continue onto the still unseen you, too
Please tell me, oh the wind that spreads across the ocean
Prayers surpass time
Prayers surpass time
Versione inglese
* * *
Spazio Autrice: ebbene, la vicenda prosegue tra tante cose…
questo nuovo capitolo ho cercato di dividerlo tra la parte ancora legata ai
problemi dei due protagonisti e una vicenda che prosegue perché ci stiamo
effettivamente avviando al termine della favola.
Finalmente
si scopre qualcosa su questo Zachariah Black e Bellatrix fa la sua prima comparsa… confesso che ero molto
combattuta sul titolo da assegnargli, ma alla fine ho scelto questo, spero che
sia calzante, diciamo che si cominciano ad avere TUTTE le idee chiare e tra
questo e il prossimo, ogni dubbio sarà risolto (quasi).
Ho
anche due avvisi da dare: il primo è che ho pubblicato una shottina
con il titolo “Aiutami a dimenticare”
dove sono casualmente protagonisti Draco ed Hermione, gli altri hanno un
ruolo piuttosto marginale… se non adorate Ron con
tutto il cuore, vi chiedo di leggerla, spero vi piaccia, ma ammetto che le shot sono troppo corte per dire tutto quello che vorrei,
quindi non so se ne pubblicherò molte… ^^
Il
secondo avviso è il seguente: so di avervi informato di un seguito della
storia, tuttavia, prima di proporlo, vorrei pubblicarne un’altra che è un po’
che mi ronza in testa, quindi spero avrete pazienza e seguirete le mie nuove
opere.
Ciao!
Nyssa
Crazy_Fra: effettivamente mi ero accorta che molti
avevano già intuito qualcosa e un po’ ne sono orgogliosa… sì, penso anche io
che sia decisamente presto, però mi sembrava ci stesse bene un bel pargoletto…
eppoi mi serve per il finale.
Mi
auguro che ti piaccia anche il nuovo capitolo, sappimi dire! Ciao e un bacione!
marygenoana: già, effettivamente i misteri, dopo un po’
che non ne comparivano, cominciano di nuovo ad accumularsi, ma garantisco che
questa volta si risolveranno molto più velocemente.
Mi
fa piacere che il capitolo precedente ti sia piaciuto, spero che sia lo stesso
anche per questo! Ciao e a presto! Nyssa
luana1985: “Si Draco è avventato, ed è dissoluto ed eccessivo, ma sa
quando prendere in mano la situazione e darsi da fare” sono totalmente d’accordo e penso che anche le persone più
irresponsabili sappiamo prendersi le loro responsabilità quando occorre ^^
Draco ha un sacco di difetti, ma lo vedevo così bene a fare il genitore…
Spero ti piaccia anche questo proseguimento, aspetto di sapere che
cosa ne pensi, ciao e un bacio! Nyssa
flydreamer: io non lo so come faccio a dire
cosa pensano, probabilmente mi domando cosa farei io al loro posto… dopotutto,
un po’ assomiglio a Hermione e io e Draco abbiamo in comune il segno zodiacale…
però finisco sempre con l’esagerare nei pensieri.
Ecco qui un aggiornamento veloce-veloce, spero ti piaccia, sappimi
dire, mi raccomando! Ciao e un bacione, Nyssa
Kilkenny: di Lucius
qualcosa si dice in questo capitolo, non credo aggiungerò molto perché anche
per
Ti ringrazio per i voti che mi dai, anche se penso che siano un
po’ esagerati *//*
Spero ti piaccia anche questo aggiornamento, ciao e a presto! Nyssa
Lord Martiya: l’idea di far incontrario Lucius
ubriaco ed Eva stile giornata assolutamente no sarebbe grandiosa se non fosse
che ho pronta una spiegazione perfetta per il comportamento di Lucius in una fic che arriverà
tra un bel po’… aspetta e saprai, metterò i puntini sulle u, così sono anche
doppi.
Mi auguro che anche l’aggiornamento di oggi ti piaccia, sappimi di
dire! Ciao, Nyssa
potterina_88_: mentre stavo scrivendo pensavo
esattamente le stesse cose: se da una parte sono decisamente un po’ troppo
giovani, dall’altra però stanno così bene insieme e saranno dei perfetti
genitori visto che sanno già quello che non devono fare.
La mia storia, eh sì, finirà, però ne sto già producendo un’altra
(dato che sono in vacanza mi porto avanti col lavoro) e spero che seguirai
anche questa! Intanto dimmi che cosa pensi di questo nuovo aggiornamento, spero
ti piaccia ugualmente! Un bacione! Nyssa
Shavanna: confesso che l’idea era di
terminare la fic proprio a Natale, ma tra una cosa e
l’altra credo si andrà un po’ più avanti, così avevo deciso di pubblicare il
capitolo della rivelazione per la festa, ma neppure questo mi è riuscito e
allora amen! Ci sono andata vicina…
Sì, credo anche io che sia stata una decisione un po’ eccessiva,
però ci stava così bene… io ce lo vedo tanto Draco a tenere un bebè in braccio…
^^
Cmq ripeto, è decisamente presto e
avrebbero dovuto fare moooooolta più attenzione, ma
poi ho guardato mia cugina e i suoi tre figlioli, di cui il primo arrivato
quando non avrebbe dovuto, e allora mi sono decisa.
La reazione di Harry la si vede in questo cappy,
per gli altri… chissà, forse lo dirò o forse no; se una mia amica mi dicesse
una cosa del genere credo che farei scena muta… magari loro sono come me *//*
Per le descrizioni di confusione, invece, ormai stanno diventando
il mio cavallo di battaglia, anche se prego di non doverne scrivere troppe.
Bene, mi auguro che ti piaccia anche il nuovo post, ciao e un bacione! Nyssa
SilVerphoenix: penso che il voto che tu mi hai
assegnato sia decisamente da rivedere, non credo di meritare tanto, però non
nego che la cosa mi riempia di gioia^^
Mi auguro che ti piaccia anche il mio nuovo aggiornamento, per
qualsiasi cosa sai dove cercarmi, Kiss, Nyssa
lady malfoy 95: in effetti anche io ogni tanto
mi metto a pensare a come starebbe con un bel pancione… e anche a Draco col
bambino, però la cosa mi fa sempre tanta tenerezza, alla fine, come si vede,
non ho saputo resistere.
Le vacanze vanno così così visto che mi
riempiono di compiti e il tempo di scrivere è sempre limitato, ma almeno posso
tirare un sospiro di sollievo.
Spero ti piaccia l’aggiornamento, ciao e a presto! Nyssa