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Autore: Nyssa    29/12/2007    9 recensioni
I guai non arrivano mai da soli... Draco Malfoy se ne accorge la mattina in cui si ritrova con Pansy innamorata (e non di lui stranamente!), Goyle pescato a mettere petardi incendiari e un imminente coloquio con la McGranitt sul suo calo scolastico
Ovviamente niente potrebbe essere peggio, ma deve presto ricredersi, il collegio decide di assegnargli un tutor per recuperare nelle materie e chi meglio di Hermione Granger, la migliore studentessa di Hogwarts? Va bene, questo può anche andare a suo vantaggio, ma cosa succederebbe se oltre ai suoi voti Hermione cambiasse anche lui? E cosa ci fa un bambino in giro per la scuola?
Genere: Romantico, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sirpario!

Hermione chinò il capo, sospirando preoccupata, poi, facendosi coraggio, bussò due volte alla porta chiusa davanti a lei.

-          Avanti! – gridò una voce da dentro accompagnata da un sospetto rumore di caduta libera di oggetti, seguito da una imprecazione piuttosto colorita e da altri crolli

-          Harry? – domandò scettica aprendo l’uscio e trovandolo sommerso nella confusione della stanza invasa da vestiti ancora da riporre, libri alla rinfusa, oggetti vari tra magici o meno e altre amenità che non voleva neppure sapere da dove provenivano

Harry Potter, il salvatore del Mondo Magico, al momento era in guerra contro una pila di riviste pericolanti dentro l’armadio e la stava perdendo.

-          Arrivo subito – disse dando l’ultimo spintone alla torre pericolante e chiudendo rapidamente l’anta contro la quale si sentirono sbattere i suddetti giornali con un tonfo sordo: chiaro che il prossimo apritore del mobile sarebbe stato investito da una marea anomala di carta.

Hermione lo guardò mentre era alla ricerca del maglioncino da mettere sopra la camicia che faceva bella mostra di sé sul corpo del bambino (si faceva per dire, chiaro) sopravvissuto, con tanto di lembi fuori dai pantaloni, cravatta slacciata e l’abbottonatura storta… ormai era abituata a quelle scene, era dal primo anno che Harry riusciva ad arrivare in ritardo ad ogni lezione, sistematicamente.

 

Che ci faceva lì dentro?

Beh, in verità lei avrebbe voluto aspettare, ma Draco aveva insistito perché quel segreto venisse svelato almeno a Potty. E da bravo rappresentate del segno dei Gemelli, la sua retorica non aveva fallito ed era perfino riuscito a convincerla.

-          Dimmi tutto – annunciò Potter sedendosi al suo fianco non senza aver prima spostato un astuccio comparso dal nulla, una sveglia babbana magicamente materializzatasi tra le coperte e il poster spiegazzato dei giocatori di quidditch.

Ma era davvero saggio parlane a Harry?

Lei non ne era convinta, ma chissà perché, quella volta Malferret aveva insistito tanto e così eccola lì, diffidente, pronta per raccontare al suo migliore amico, peggior nemico del suo ragazzo, quel segreto tanto temuto che fin’ora conoscevano solo in tre: lui, lei e l’altra e, per “l’altra” s’intendeva la McGrannit.

Hermione lanciò un’ultima occhiata alla stanza insonorizzata e poi al trasandato Harry accanto a lei che la fissava da oltre le lenti rotonde a cui era così affezionato.

Prese un bel respiro, certo Draco non poteva aspettarsi che dicesse una cosa del genere a cuor leggero…!

-          Harry – sussurrò piano – io e Draco avremo un bambino dopo la fine della scuola…

Harry sbattè due o tre volte le ciglia, che aveva detto?

-          State già progettando per il futuro? – chiese

Stupido Harry, anche i giochetti si metteva a fare!

-          No, Harry, io e Draco aspettiamo un bambino. Adesso. Nascerà a settembre.

-          Come è possibile, scusa, se dovete aspettarlo dopo la scuola, ma deve nascere a settembre, tu dovresti essere… cioè…

-          Sì, Harry, proprio quello – annuì in un misto di mestizia e orgoglio

-          Tu SARESTI incinta?! – urlò alzandosi in piedi e piazzandosi davanti a lei con le mani nei capelli

-          Già, esatto. – rispose tranquilla

-          Dimmi dov’è! Dimmi dov’è quel figlio d’un cane, maledetto stronzo, dove è finito?! Dov’è?!

-          Harry, calmati – cercò di quietarlo lei – di chi stai parlando? – domanda superflua, certo, ma Harry sembrava fuori di se

-          Come CHI? Il bastardo, quel fottutissimo furetto! Quel maledetto Slytherin, se me lo ritrovo tra le mani sai che gli faccio? Sai che gli FACCIO?

-          Harry? – chiamò piano cercando di fargli ristabilire un contatto con la realtà, ma ormai Potter sembrava partito per la tangente

-          Harry un cazzo, Herm! Non dovevi dirmi una cosa del genere! Lo sai che… che… dov’è? Dov’è quel maledetto, io lo castro con le mie mani!

-          Preferirei avere le mani di una bella donna addosso, piuttosto che le tue – celiò una voce e, tranquillamente, Draco fece il suo ingresso nella camera richiudendo la porta dietro di se

-          Tu, maledetto – sibilò pericolosamente il Grifondoro

-          Io, sì, problemi? – rispose con finta indifferenza accendendo una sigaretta in faccia al cercatore dei grifoni che ringhiò come un cane

-          Problemi? PROBLEMI?! Dici…  ah! tu maledettissimo! Sai che mi ha appena detto lei? – e indicò la ragazza seduta sul bordo del letto sfatto

-          Sì, gliel’ho detto io di parlarti, fosse per lei non sapresti niente!

-          Accidenti, ma volete mandarmi alla neuro? No perché se è così ci vado da solo dopo le cretinate che ho sentito oggi! Insomma, ti rendi conto di quello che mi ha detto?!

-          Certo che me ne rendo conto – ripose soffiandogli il fumo della sigaretta in faccia

-          Beh, non dovevate dirmelo!

-          Ma come, se dicevi di essere il suo migliore amico – lo canzonò la serpe ghignando

-          Migliore amico un cazzo, voi volete ammazzarmi!

-          E fosse la volta che crepi, Potter, stai sempre tra le balle!

-          Taglia, la questione tra noi la risolviamo più tardi, spiegami che è questo delirio, questo casino, questa pazzia, questa sfottuta gravidanza!

-          Che vocabolario forbito… - continuò a prenderlo in giro lo Slytherin accomodandosi sul mezzo centimetro di poltrona rimasto libero, ma, si sa, i grandi sanno essere grandi in ogni situazione

-          Me ne sbatto del tuo vocabolario, parla, favella e vedi di essere chiaro, conciso e pentito!

-          Chi, io? – riprese con la consueta strafottenza il biondo – no, pentito mai. Eppoi non devo spiegazioni a nessuno.

-          Ah no? E ai prof che dirai quando lei ti arriverà all’esame con la pancia gonfia? Eh? Che sei sempre un emerito imbecille? Lo sapete che avete diciotto anni?

-          Meglio di te che hai il cervello di tre – rispose acido l’altro

-          Smettila! Cazzo, diciotto anni e lei è già incinta! Ma come ti è saltato in testa di metterla incinta?

-          Credevo che servissero due persone – commentò calmo Malfoy – guarda che non l’ho mica violentata

-          Per quel che mi riguarda – disse minaccioso Harry – potresti anche averlo fatto, ma non me ne frega un cazzo, la colpa è tua e adesso c’è la cicogna in volo

-          Ma che belle metafore – continuò con leggerezza il biondastro

-          Ho detto basta stronzate! Che volete fare? Che credete di fare? Che diamine e diavolo farete?

-          Teniamo il bambino, chiaro – s’indignò il futuro papà

-          Ah sì? E glieli cambi te i pannolini quando uscirai da qui con un O a giugno e a settembre sarai padre?

-          Quelli sono dettagli

-          Beh, chiamali come cazzo ti pare, ma intanto state studiando, non avete una casa, non avete un posto, un lavoro, niente di niente!

-          Se quello è il tuo problema ho i soldi per una casa, servitù, domestici e altre boiate del genere

Harry pestò i piedi sul pavimento domandandosi come lui potesse essere così tranquillo, ma, soprattutto, irritante. Possibile che tra tutto il parco maschi di Hogwarts Herm fosse andata a prendersi proprio quello? Neppure uno qualsiasi, quello!

Senza preavviso, Harry prese la sigaretta che il biondo teneva tra le dita, se la portò alle labbra e fece un tiro mentre l’altro lo guardava costernato: beh, almeno era riuscito a farlo tacere.

Senza dare l’apparenza di essere particolarmente shockato da quel gesto, Malfoy se ne accese un’altra mentre la Granger cominciava a tossicchiare significativamente per esprimere le sue idee a proposito di quella giostra di nicotina.

-          Scusa Herm, so che non dovrei – disse piano il moro – ma diamine, vi rendete conto di quello che mi avete detto?

Lei annuì

-          Ne abbiamo parlato molto – aggiunse cominciando a dire la sua – abbiamo riflettuto e abbiamo deciso di tenere il bimbo o la bimba. E ci assumeremo le nostre responsabilità.

-          E come farete con l’esame? – chiese sospettoso

-          Darò l’esame normalmente, in genere in quel periodo della gravidanza si sta abbastanza bene se non ci sono complicazioni.

-          Perché è successo? – domandò quasi fosse un quesito retorico – come è potuto succedere… - si chiese più a se stesso, come se fosse colpa sua, in un certo senso

Hermione tacque, lui era il suo migliore amico, ma quelle erano cose private tra lei e Draco.

-          D’accordo, dimmi che devo fare – disse poi spegnendo la sigaretta su pavimento e, ripentendo il gesto di prima, prese la nuova sigaretta di Malfoy e se la portò alle labbra mentre, ormai, il biondo lo fissava con aperta ostilità.

-          Taci e fai un favore al mondo – rispose lapidario

-          Quello era implicito

-          Non abbiamo bisogno di aiuto supplementare – gli sorrise Hermione – dacci una mano se occorresse, ma credo che ce la caveremo

-          Ne hai del coraggio a imbarcati in una cosa simile con un pessimo marinaio come lui – e alluse alla serpe, lei rise

-          S’impara tutto – rispose più tranquilla. Poi Harry era l’ultimo che doveva parlare in fatto di imbarcarsi in brutte avventure…

-          E si può sempre assumere equipaggi specializzati – disse Malfetter facendo alzare gli occhi al cielo a Harry.

-          Herm, ti spiace se io e “Draco” scambiamo due parole da uomini? – domandò poi il bambino sopravvissuto alla sua migliore amica.

Lei annuì, poi uscì chiudendo la porta e sentendo scattare il catenaccio.

Dopodiché ci fu solo silenzio.

 

Quando Draco uscì dalla stanza, le sue condizioni erano quelle di un reduce, anche se Potter non era messo molto meglio. Il colletto della camicia del biondo era strappato da un lato, mentre la cravatta allentata aveva un taglio sul davanti e un bel bernoccolo risaltava sopra la tempia sinistra mentre usciva passandole accano e proseguendo verso i sotterranei.

La Caposcuola di voltò a guardare Harry che versava in condizioni analoghe con metà dei pantaloni strappati, gli occhiali con la lente rotta, i capelli spettinati e il segno di un pugno sopra lo zigomo destro.

Beh, come Caposcuola avrebbe dovuto fare qualcosa, ad esempio riprenderli o togliere dei punti, ma dopotutto lei non era stata presente…

Non aveva reso un bel servizio alla sua posizione con quel bambino visto che Malfoy e Potter erano nuovamente venuti alle mani dopo che erano ben due settimane che non succedeva niente del genere, un vero record…

Poveretti, però, si erano presi entrambi un bello spavento quel giorno che erano venuti a cercarla, chissà che gli aveva detto Harry, soprattutto dopo che si era preoccupato tanto e poi aveva scoperto che la colpa era tutta del biondo.

Beh, non tutta, dopotutto Draco aveva ragione, quelle cose non si potevano fare certo da soli.

C’era stata anche lei e ne andava quasi fiera, nonostante tutto.

Non era pentita e, tornando indietro, avrebbe fatto esattamente le stesse cose.

Quanto era fortunata a poter dire queste cose…

Ringraziò solo che si fossero massacrati nella maniera più tranquilla, quella babbana, ovvero senza coinvolgere componenti d’arredo varie, distruggere l’intera stanza del Grifondoro con relative suppellettili e far accorrere professori da tutte le parti.

 

*          *          *

 

Monica e Ransie stavano passeggiando per il corridoio come ogni sera.

Dopo cena le due future mamma si concedevano sempre il lusso di una camminata tra i vecchi e freddi muri della scuola a rimembrare i tempi in cui erano costrette a farlo di soppiatto: sgattaiolare fuori dei rispettivi dormitori e gironzolare per le stanze inutilizzate, aprire le aule e trafficare con le provette che non avrebbero neppure dovuto toccare.

Si erano conosciute a metà del primo anno.

Riri era la gemella tranquilla che passava i pomeriggi a studiare e schiavizzare i suoi poveri compagni, il che la diceva lunga sul suo caratteraccio, visto che schiavizzare un Serpeverde è qualcosa che ha dell’incredibile. Comunque, Riri era tutta presa dai suoi studi e se ne stava in Sala Comune a ripassare chissà quale materia mentre i ragazzi del terzo anno facevano a gara nel tentativo di aiutarla, si offrivano per delle ripetizioni e altri vani tentativi di attirare la sua attenzione, al momento concentrata solamente su tre cose: lo studio, la sorella pasticciona e Charlie Weasley.

L’interesse che la legava al grifone, tuttavia, non aveva niente di accomunabile con l’idealistico amore che si sogna quando si frequentano i primi anni della scuola.

Era bastato uno sguardo al primo giorno e quei due si sarebbero già uccisi: lui che la sfiora per sbaglio, lei che si spolvera la manica dove l’aveva toccata e il primo insulto “Fottuta snob” che vola dalle non troppo gentili labbra del secondogenito dei Weasley. Si sa, al richiamo di battaglia, tutti accorrono e Bill, al tempo al secondo anno, era arrivato a dare manforte al fratellino che si era preso nientemeno che con una nuova Serpeverde particolarmente altezzosa. Da lì era iniziata la guerra perché lei, Monica, non avrebbe certamente lasciato la sua amata sorellina in balia di quei due tipacci e gli insulti di Monica, lo si poteva intuire, niente avevano in comune con le stringatissime parole, fredde e distanti, con le quali Morgana aveva rimesso a posto i due grifoni.

Da quel momento, a guerra iniziata, non c’era stata esclusione di colpi. Se i due gemelli le insultavano per i corridoi malamente, loro si prodigavano per “innocenti” scherzetti ai loro danni e la popolarità che avevano tra i ragazzi della scuola le aiutava senz’altro nella loro opera di distruzione degli eredi Weasley.

Ma la storia sua e di Ransie era cominciata più tardi.

Riri e Charlie avevano fatto una scommessa su chi avrebbe avuto la media migliore a Natale e Morgana si stava casualmente impegnando più del solito.

Lei invece, che di scommesse del genere non ne faceva, si era messa a gironzolare per i corridoi, annoiata, e aveva incontrato Temperance.

Ransie, come la chiamavano, era la studentessa più brillante della scuola, apparteneva alla Casa dei Corvi e aveva la nomea di una bella figliola.

Quel pomeriggio si trovava nel corridoio del primo piano assieme ad un ragazzo. Lei, curiosa, si era nascosta dietro una colonna a seguire la scena e sentì gridare un

-          Maledetto figlio di puttana, se non tieni le mani a posto te le taglio tutte e due! – seguita da un sonoro ceffone. Da una parte, non sapendo chi fosse, si era sentita felice che una ragazza sapesse rispondere e comportarsi in quel modo con un maschio e decise di farle i complimenti appena l’avesse incontrata di nuovo, peccato solo che lo sconosciuto non avesse cominciato a molestare quella che poi sarebbe diventata la sua migliore amica.

E allora non ci si poteva aspettare che lei, Monica Zabini, se ne rimanesse zitta a guardare il tutto! Bacchetta in mano, sguardo fiero e determinato, si era diretta alla carica sul pervertito, più che mai decisa a sistemarlo per le feste

-          Senti un po’, te, bastardo, che credi di fare? – aveva detto infuriata procedendo mentre questo la squadrava senza riuscire a capire

Peccato che in quel momento Ransie, che era in grado di badare a se stessa, non l’avesse tramortito con il tomo di Trasfigurazione che aveva in mano.

Le due si erano guardate per un istante, le bacchette in mano, il respiro un po’ corto, poi si erano sorrise

-          Monica Zabini – si era presentata allargando il sorriso che l’altra aveva ricambiato allungando la mano

-          Temperance Black – aveva risposto – ma chiamami pure Ransie

-          Tu sei quella Temperance? – le aveva chiesto curiosa e l’altra aveva annuito – credevo che frequentasse almeno il terzo anno – si era giustificata

-          Sono al primo come te – aveva detto

E da allora era iniziata la favolosa amicizia che le univa ancora oggi.

 

E memori di questo, la sera giravano per i corridoi, sostando con reverenza nel punto in cui si erano conosciute tanti anni prima, quando erano entrambe single, streghe alle prime armi alle prese con i problemi di tutte le adolescenti.

Adesso invece i problemi non erano più quelli di una volta: la setta dei mangiamorte che ai tempi della loro fanciullezza aveva seminato il terrore era risorta a nuova vita, puntando gli occhi proprio su di lei, Ransie, e sulla sua famiglia, venendo perfino a sapere del segreto che legava l’antica casata dei Black con quella dei Gaunt e dei Riddle.

Adesso il problema non era più Charlie Weasley che aveva fatto un dispetto oppure Bill che aveva messo una ranocchia nella borsa di Riri, c’era in ballo il destino non solo loro, ma anche del Mondo Magico, si rischiava di essere sottomessi da una cerchia di pazzi che non vedevano altro che potere, morte e distruzione.

 

Facendole pat-pat sulla mano, Monica fece svoltare la sua “quasi sorella” per l’ennesimo corridoio quando si trovarono di fronte ad una figura assai inquietante.

Una studentessa camminava davanti a loro, le aveva sorpassate e si era diretta oltre una porta prima chiusa. Ma non era stato quello a catturare la loro attenzione, bensì lo sguardo perso e tremendamente inconsistente che la sconosciuta sfoggiava mentre camminava veloce e decisa.

Monica trascinò la Black seguendo la studentessa e la vide svoltare oltre un uscio senza poterla più pedinare, sospirò triste, chissà chi era… non l’aveva mai vista neppure quando aveva fatto qualche visitina assieme ai nuovi abitanti della Scuola: Draco Malfoy, il migliore amico di suo fratello, e altri personaggi come Harry Potter, Hermione Granger, che era sulla buona strada per entrare nel circolo delle “Donne coi pantaloni” che lei e Ransie avevano fondato dopo essersi ritrovate e che comprendeva Evangeline, Rosleen e, in parte, anche Rowena.

Una cosa però le era rimasta impressa ed era la mano destra dove la ragazza teneva un bottiglino di vetro verde con del liquido e le dita che serravano il collo affusolato di questo avevano le unghie estremamente curate, ricostruite, con lo smalto dato alla francesina e dei disegnini bianchi sulla laccatura rosa shocking.

Rifletté qualche attimo alla ricerca di un ricordo dove avesse già visto quella decorazione, ma al momento non le sovveniva niente, tantopiù che ai tempi di scuola non si usava ancora ricostruire le unghie.

Non sapeva dire perché, ma quel personaggio le ispirava una particolare curiosità e un senso di ansia, di apprensione, un sentimento di pericolo…

Guardò Temperance e colse nel suo sguardo lo stesso senso di allerta.

Ok, a questo punto doveva chiedere a qualcuno ed Hermione era la persona più indicata: lei conosceva tutti e parlava di tutti; forse non era una pettegola nata, ma sicuramente sapeva chi era la tipa stramba incontrata per il corridoio… chissà, poi magari era solo una pazza intossicata dalle pozioni ammorbanti di Piton.

 

*          *          *

 

La Sala Comune del Grifondoro, quella sera di domenica, era particolarmente deserta, ma, nonostante questo, l’ingresso delle due ex studentesse provocò non poco scompiglio tra i rari studenti che non erano ancora scesi a cenare.

Harry Potter era seduto in un angolo con una rivista di sport babbano aperta sul grembo che addentava una mela mentre scorreva con gli occhi i risultati ottenuti.

Sollevò lo sguardo stupito quando le due donne misero piede nel dormitorio mentre quasi ogni studente maschio sin inchinava alla Provvidenza che le aveva fatte capitare proprio da loro e poco contava che le fedi all’anulare sinistro delle due indicasse chiaramente che erano sposate…

-          Harry, dov’è Hermione? – gli domandò Monica

-          Probabilmente in camera sua a litigarsi con Malferret – annunciò con noncuranza il bambino sopravvissuto

Senza dire altro, la maggiore delle gemelle Zabini si diresse verso la stanza del Caposcuola, quella con la porta sbarrata. Aspettando qualcosa di divertente, anche Potty le seguì arrivando di fronte all’uscio e guardandolo ghignando.

Aprì la porta trovandosi di fronte una Hermione Granger e un alterato Draco Malfoy che stavano litigando; volarono le parole

-          Tu sei tutta matta! Non credere che te lo permetterò! – e ancora

-          Non prendo ordini da nessuno, tantomeno da te, Furetto!

-          Non chiamarmi così, comportati come si deve! La tua è solo follia!

-          Solo perché io sono…

Lei si bloccò scorgendo con la coda dell’occhio la piccola folla riunita ad assistere al loro litigio, caspita, stava per dire l’unica cosa che nessuno avrebbe dovuto dire… si morse la lingua notando il sorrisetto di Harry

-          Che volete? – domandò malamente Draco rivoltandosi come un aspide ai presenti

-          Finiscila – lo ammonì Monica seria – ho bisogno di parlare con lei – e addito la grifoncina

-          E non puoi farlo dopo? – domandò lui sbuffando

-          Adesso – fu la lapidaria risposta della mora

Draco la fulminò con lo sguardo, ma sbarazzandosi con un’alzata di spalle dell’occhiata poco gradita, la maggiore delle gemelle si fece avanti

-          Ho bisogno di chiederti una cosa su una persona – intervenne

-          Ecco, interrompi una importantissima discussione solo per spettegolare – la riprese il biondo mettendo le braccia conserte. Monica sorvolò mentre Hermione annuiva

-          Si tratta di una ragazza che abbiamo incontrato questa sera… - cominciò – stava camminando nel corridoio del primo piano e sembrava quasi in trance… mi dava una strana sensazione… come di pericolo – Hermione aggrottò la fronte sospettosa

-          Descrivimela – disse solo

-          In realtà non mi ricordo bene i dettagli, ma mi hanno colpito le sue unghie…

-          Le sue unghie? – ripeté

-          Sì, proprio, erano… Così!

E additò Pansy che, assieme a Daphne e Neville si era unita al gruppetto

-          No Mo, erano rosa… - intervenne Ransie scuotendo la testa

-          È vero, mi dimentico sempre i particolari – si rimproverò la maggiore

Hermione si voltò verso la Parkinson mentre tutti la guardavano straniti

-          Pansy, dove ti sei fatta le unghie laccate così? – chiese indicando lo smalto verde a disegni bianchi che la Serpeverde stava sfoggiando

-          Me lo ha fatto Lavanda – rispose quieta lei – lo avevamo fatto tutte e tre

-          Tutte e tre? – domandò Ronald

-          Sì, io, Calì e Lavanda… ciascuna di un colore differente…

-          E di che colore lo avevano Lavanda e Calì? – chiese incalzante Monica, l’altra sollevò le spalle

-          Calì sicuramente blu, ma ha l’abitudine di mangiarsi le unghie, quindi non credo siano ancora così – aggiunse con una punta di orgoglio – e Lavanda, ovviamente ROSA. – rispose come se fosse un’ovvietà

I presenti si scrutarono negli occhi

-          Questa ragazza aveva per caso i capelli castani ed era di media statura

-          Più o meno – confermò Temperance che sicuramente aveva più attitudine per i particolari – altri sguardi preoccupati – perché, qualcosa non va?

-          In verità è quasi un mese che Lavanda manca da scuola – ammise tristemente Ron parlando per primo

-          Un mese? Ma come…?

-          Una notte ha fatto una scenata nel dormitorio e da allora non se n’è saputo più niente. Sospettiamo che qualche anima buona ce ne abbia liberato…anno – confermò Harry – e Piton ci fa tutti i giorni una testa così perché è stufo di aggiungerle punizioni e di togliere punti al Grifondoro

-          Dove l’avete vista con esattezza? – chiese Hermione seria

-          Venite, vi ci portiamo

Il gruppetto si mosse a seguire le due giovani donne per i corridoi finché, giunti di fronte alla porta che la studentessa aveva oltrepassato senza aprire, si fermarono.

E tutti si studiarono, percependo perfettamente quel senso non più tanto vago di pericolo.

La porta, d’improvviso, si spalancò di fronte a loro, rivelando un passaggio segreto scuro e buio dove non bruciavano le consuete torce che illuminavano gli altri corridoi.

-          Questo posto mette i brividi – commentò Pansy aggrappandosi al braccio del rosso, ma mantenendo lo sguardo serio

-          Non sentite qualcosa che non va? – domandò Daphne agli altri che si affrettarono ad annuire

-          Dovremmo andare ad esplorare – propose Harry ritrovandosi la faccia seria e per nulla d’accordo del biondo piantata davanti

-          C’è un’aura strana – ammise Monica con la bacchetta in mano – lasciate che vada a chiamare Ax, dovrebbe essere da qualche parte…

Neppure il tempo di terminare la frase che si udì un rumore strano, come di acqua che cade sul pavimento e tutti si accorsero che, ai piedi di Ransie, stava una pozza di liquido incolore mentre lei, con la veste bagnata, si guardava spaesata il bassoventre, perfettamente conscia che questi stramaledetessimi problemi non arrivano mai da soli.

-          Cazzo, proprio adesso? – furono le parole di Monica. Ransie arrossì e poi annuì.

-          D’accordo – disse seria – sono la maggiore, giusto? – gli altri la guardarono preoccupati – Harry, per piacere, vai a chiamare Axel, sta alla Torre di Evangeline, io porterò Ransie in infermeria, ci incontriamo qui tra un quarto d’ora, non andate avanti se non c’è almeno un adulto con voi.

Harry, che probabilmente sarebbe stato il maggiore responsabile delle esplorazioni ardite, annuì, conscio che Monica l’aveva spedito a far qualcosa per impedirgli di istigare gli altri al desiderio di conoscenza.

 

Sollevando con un incantesimo la sua migliore amica, Monica si diresse verso l’infermeria mentre il bambino sopravvissuto prendeva la strada opposta verso la Torre Sud.

 

*          *          *

 

Axel ed Evangeline arrivarono con tutta calma per il corridoio, piuttosto stupiti che Monica li avesse mandati a chiamare a quell’ora di notte

-          Che succede? – domandò l’Auror indispettito beccandosi l’occhiataccia della moglie e solo in quel momento percepì quella strana sensazione provenire da oltre il bugigattolo non illuminato.

-          C’è aura di morte, qui – disse piano Evangeline procedendo e avvicinandosi alla porta – e c’era anche un incantesimo sulla porta, qualcuno doveva averla sigillata

-          Ieri sera era chiusa – azzardò Monica – io e Ransie siamo passate di qui… però c’è stata una studentessa che l’ha attraversata senza aprirla…

-          Il passaggio era precluso ai fantasmi – annuì Eva toccando appena un segno scuro che doveva essere quel che rimaneva dell’incantesimo ormai spezzato

-          Era una ragazza strana, aveva gli occhi vitrei e una boccetta verde tra le dita

-          Occhi vitrei, hai detto? – chiese la vampira per conferma, la maggiore delle gemelle annuì

Harry tornò in quel momento e con lui c’erano anche Sirius e Rosleen

-          Ma che bel ritrovo – scherzò il padrino avvicinandosi

-          Dividiamo i compiti – disse Axel – a coppie, uno con la luce e uno con la bacchetta pronta. I bambini restano qui.

-          Neppure per sogno! – s’indignò Harry – noi veniamo con te e Hermione e Ron annuirono con lui.

-          Ne hai proprio voglia di andarti a far ammazzare – disse Malfoy

-          Tira fuori le palle e smettila di scherzare – furono le parole che gli ritorse contro – o tutti o nessuno

Draco sbuffò sonoramente mentre, scambiando un’occhiata con la mezzosangue, estraendo la bacchetta dai pantaloni. Seguendo il suo gesto, Pansy fece altrettanto e perfino Neville e Daphne

-          Io resto di guardia – disse la serpe dai capelli neri in posizione di difesa preparandosi accanto all’uscio forzato

-          Noi veniamo con voi – parlò invece Paciock in una versione coraggiosa che raramente erano riusciti a scorgere in lui se non quella volta della battaglia al Ministero

-          Io l’ho sempre detto che i bambini di oggi sono troppo testardi – si lamentò Evangeline, ma senza dire un’altra parola, fu la prima a oltrepassare la soglia, attorniata da una serie di fiammelle e fuochi fatui che le illuminavano a strada e, a seguire, tutti gli altri finchè Sirius e Rosleen non chiusero la piccola processione.

 

Il passaggio era stretto ed umido, tuttavia quella sensazione fredda di morte continuava ad essere persistente e palpabile perfino tra i muri scuri coperti da muschi scivolosi.

Al termine del corridoio che si era snodato per più di cento metri, c’era una ripida scala a chiocciola che scendeva

-          Levita! – disse sottovoce la vampira e tutti scesero volando visto che il percorso dei gradini avrebbe senz’altro provocato un ruzzolone generale e non si sapeva per quanto quella colonna scendesse sotto il livello da cui erano entrati.

Il punto dove atterrarono era una stanzetta circolare dove riuscivano a malapena a stare tutti e da dove partivano tre gallerie altrettanto scure.

-          Di là! – indicò Monica verso la terza – ne sono sicura lo sento – aggiunse allo sguardo del marito che, annuendole con aria grave, preparò un proiettile in una delle due pistole magiche che gli pendevano dai fianchi

-          Questo posto non mi piace e peggiora ogni minuto di più – fu il serio commento di Rosleen che, a sua volta, estrasse dalla divisa una serie di strisce di carta dove erano scritti degli incantesimi di difesa

-          Andiamo – furono invece le stringatissime parole di Evangeline che si sentì un poco come quando la vecchia squadra di Zachariah era alle prese con qualche caso difficile, peccato solo che i membri attuali fossero un po’ meno esperti e decisamente più giovani…

Facendo strada sempre per prima, la prof proseguì finché il cunicolo sboccò in un ampia sala dalla forma geometrica. Finalmente in uno spazio ampio e luminoso, il gruppo si guardò intorno, percorrendo le pareti di pietra e il soffitto cosparso di piastrelline nere, sorretto da doppie colonne di malachite verdissima.

E quando i loro sguardi scesero, di fronte a loro stavano tre figure: due in piedi e una per terra.

-          Ma guarda chi c’è? – disse la voce canzonatoria di Bellatrix rivolgendosi ai presenti e fissando lo sguardo su Draco – Lavanda – aggiunse li hai portati tu?

-          Nossignora – rispose fredda la studentessa e, infatti, in quel personalino fine e nei capelli castani riconobbero, effettivamente, Lavanda Brown che, a sua volta, rivolse uno sguardo carico di odio a Ronald

-          Il signor Weasley ci ha fatto davvero un grande favore a mandarci questo angelo – continuò scherzosa la mangiamorte – non credo saremmo riusciti a trovarlo senza il suo aiuto…

Tutti gli occhi si spostarono alla terza figura, distesa a terra, apparentemente senza vita e fu Evangeline quella che rimase più sorpresa di tutti nel riconoscere Zachariah Black in quel corpo svenuto, ma non osò comunque andargli vicino.

-          Già – aggiunse Bellatrix – siamo riusciti a trovare la stanza e anche lui…ma… il medaglione me lo darete voi – continuò

I presenti si guardarono sconcertati, non capendo

-          Sapete – continuò il discorso la donna – deve avere davvero un potere speciale se è riuscito perfino ad uccidere lo stesso Voldemort

Lo sconcerto fu generale per tutti mentre si apprendeva che Voldemort era morto, che era stato Zach e non Harry a ucciderlo e che si era servito di un medaglione per fare questo.

Qualcuno scambiò uno sguardo mentre Sirius ricordava l’oggetto a cui Rowena era così affezionata.

Alt, dov’era Rowena?

Tirò un sospiro di sollievo, grazie al cielo sua sorella non era con loro. Per una volta avevano un piccolo vantaggio.

Ok, ma perché la mangiamorte volevano tanto quella stanza?

Studiò ancora attorno nella stanza e l’occhio percorse il pavimento, soffermandosi proprio al centro dove un fascio di luce proveniente dal soffitto illuminava qualcosa.

Una pietra era al centro e su questa era un’incisione in argento, ancora lucido e splendente della luce della luna che filtrava dal soffitto aperto sulla notte.

-          Eva, questa è…? – chiese temendo la peggiore delle sorti, ma Evangeline non lo consolò

-          Sì, questa è la stanza della fondazione

Troppo facile capire.

La stanza della fondazione era dove era stata posta la prima pietra di Hogwarts, il luogo dove la scuola aveva cominciato a crescere e dove i quattro grandi maghi che avevano dato i loro nomi alle case si erano riuniti per posare a mano il macigno con l’incisione che attestava da dove era nata la Scuola.

Gli studenti si guardarono perplessi e preoccupati perché quella sembrava proprio l’atmosfera ideale per un altro scontro tra mangiamorte e auror, peccato solo che gli auror fossero sempre troppo pochi…

…e i mangiamorte sempre troppi, visto che da una porticina dietro le spalle di Bellatrix fecero il loro ingresso molti dei famosissimi e leali servi del Signore Oscuro: Rodolphus Lestrange, Peter Minus, Barty Crouch, Rabastan Lestrange, Augustus Rookwood, McNair, Dolohov e anche i padri di Tiger e Goyle.

Tutti si guardarono, l’un l’altro e verso i mangiamorte schierati.

-          Datemi il medaglione e poi vi uccideremo – disse Bellatrix – non costringetemi a ripeter quel che è successo ai due dementi Paciock

Neville raddrizzò la schiena mentre Daphne gli strinse dolcemente la mano per poi dedicarsi alla sua bacchetta che, lo sapeva, presto sarebbe stata usata per difendere, per la prima volta, qualcosa a cui teneva.

Avrebbe combattuto per se stessa e per quello in cui credeva e avrebbe fatto la fine di Frank ed Alice, se fosse stato necessario a proteggere ciò che aveva di caro. I suoi occhi solitamente allegri e un po’ svampiti, assunsero una tonalità di indaco che non le avevano mai visto mentre lo sguardo fiero, da vera Serpeverde, da persona determinata in qualcosa, prendeva il posto del sorrido dolce che aveva mandato in deliquio i suoi compagni di scuola.

-          A quanto pare non c’è scelta – disse Evangeline, gli occhi azzurri scintillanti di collera, le mani distese lungo i fianchi; il suo compito, a dirla tutta, sarebbe stato quello di proteggere i suoi allievi, ma con Potter più che determinato a farsi del male e i suoi amici con lui erano finiti tutti laggiù… e forse era un bene perché da sola avrebbe fatto relativamente poco, a parte una carneficina. Harry e gli altri avevano abbastanza esperienza per badare a loro stessi, probabilmente erano perfino più assennati di quel pazzo di Sirius, forse sarebbero riusciti ad avere un po’ di vittoria.

-          Evangeline, ma da quanto tempo… - aggiunse Bellatrix ghignando – quante volte hai tradito la nostra causa?

-          Almeno una mezza dozzina – rispose lei con altrettanta ironia nera – siete una setta di creduloni

-          C’erano troppi traditori – disse la mangiamorte – come quegli idioti dei genitori di mio nipote – e alluse a Draco che, rimanendo impassibile, guardò fisso la zia: che aveva detto? Che voleva dire? I suoi genitori? Sua madre sì, certo, anche se l’aveva scoperto da poco, ma Lucius? Il caro Lucius un traditore di Lord Voldemort? Ma da quando zia Bella aveva tutto quel senso dell’umorismo?

Ancora silenzio mentre il ronzio degli incantesimi che tutti avevano pronti sulla punta della bacchetta riempiva l’aria di elettricità statica che era perfettamente percepibile.

-          Voglio mio nipote - continuò a dire Bellatrix

-          Sono contraria alle faide familiari – rispose Evangeline

-          Tranquilla, dopo mi occuperò anche di te – ghignò la mora

-          Forse è il caso che ci pensi adesso, non sarò così pietosa come lo sei te – replicò fredda la Doll Master – e io e te abbiamo un conto in sospeso

-          Parli dell’Auror? – aggiunse ridacchiando la Black – non l’ho ancora ucciso se è per questo…

-          Non m’interessa – rispose Eva

-          Vorrà dire che prima ucciderò te

-          Provaci – dichiarò senza mezzi termini la bionda che, sollevandosi in aria, si scagliò verso l’avversaria.

E nel boato provocato dall’esplosione quasi contemporanea di tutti gli spell delay preventivamente pronunciati, cominciò quella terribile battaglia, mentre la luce delle magie illuminava quella stanza dove aleggiava l’odore e la sensazione di morte.

-          Che lo spettacolo abbia inizio! – urlò la mangiamorte tra il cozzare di incantesimi.

 

*          *          *

 

-          Sirius! – gridò qualcuno mentre il caos imperversava tra i presenti e, voltandosi, l’uomo riconobbe sulla soglia la figuretta cieca di sua sorella

-          Che diamine ci fai qui! – urlò nel vano tentativo di liberarsi dell’avversario e andarla a proteggere – Ros? – domandò poi alla fidanzata impegnata in un corpo a corpo piuttosto discutibile con uno dei mangiamorte

-          Ti sembra il momento di chiedermi di sposarti? – disse la rossa sferrando un pugno al mago

-          Non ti ho chiesto di sposarti! – la rimproverò Sirius – che ci fa Rowena qui?

-          Che vuoi che ne sappia? Ti sembra che sia nelle condizioni di fare un incantesimo di Divinazione?

Ma che cos’era, impazzita?

Quella ragazza non stava bene…

-          Il medaglione! – urlò Bellatrix accorgendosi della nuova persona intervenuta nella battaglia e riconoscendo il ciondolo dorato sul vestito nero della sconosciuta che, a prima vista, doveva essere Rowena Black.

Senza pensarci due volte, la mangiamorte si lanciò contro la donna con una maledizione senza perdono pronta ad esplodere dalla punta della bacchetta.

Evangeline, però, non la pensava allo stesso modo e, in un gesto decisamente poco femminile, fermò la donna senza tuttavia riuscire a impedirle di scagliare l’incantesimo contro Row

-          Attenta! – fu il grido unanime che esplose tra i presenti mentre la scia verdastra della stregoneria puntava dritta su di lei

-          Protego! – fu quello che si sentì appena mentre una barriera invisibile era sorta tra la luce fluorescente e il corpo ancora integro e preoccupato di Rowena, provocando uno schianto assordante e una nube di polvere che si sollevò dal pavimento antico.

Quando il fumo si diradò, gli stanti intravidero la sagoma scura di Piton in posizione di difesa di fronte alla donna che, terrorizzata e con le mani al cuore, aveva sentito arrivare l’incantesimo.

-          Per una volta servi a qualcosa! – gli gridò Sirius riprendendo il combattimento con Rabastan particolarmente agguerrito

-          Sei un fratello irresponsabile – fu quello che gli rispose l’insegnante di Pozioni con un certo sussiego – e tu che cercavi di fare? Ammazzarti? – disse poi alla sua amata ancora shockata

-          Ho Visto di nuovo, ho rivisto con gli occhi degli altri! – si giustificò Rowena

-          Una parca? – fu quello che gridò stridula Bellatrix, troppo presa, tuttavia, dall’offensiva dell’Evangelista Oscura per potersi distrarre

Ginny Weasley, sbucando da dietro il mantello del professore, si fece largo tra la mischia, andando a soccorrere l’uomo disteso a terra.

-          Se provi a lasciami un’altra volta a questo modo ti ammazzo io! – disse rivolgendosi a Harry che si limitò a non risponderle. Quello che lo lasciava interdetto era che Rowena aveva di nuovo parlato di Vista, ma non l’aveva barattata con la libertà di Sirius?

Quello di cui non si accorse, però era che un’altra figura si stava avvicinando alla donna, una persona che mai avrebbe pensato, qualcuno che non aveva mai visto: Zachariah Black.

Riuscendo a disfarsi dell’aggressore, Harry corse insieme alla coppia che si stava rapidamente avvicinando al centro della sala, dove era fissata la pietra e fu solo quando la guardò con molta attenzione che notò che al centro di questa, oltre all’iscrizione, stava una sagoma circolare

-          Dammi il medaglione – disse perentorio Zach alla sorella che, annuendo mentre Piton li proteggeva, gli lasciava quell’oggetto che aveva custodito con tanta cura: adesso capiva perché suo fratello gli aveva detto di riportarlo a Scuola. Perché in quel giorno, per la prima volta, aveva vissuto con gli occhi di suo fratello, era stata Zachiariah Black e sapeva a cosa serviva quel monile

-          Fermati, bastardo, lascialo subito! – urlò ancora Bellatrix seguita dal marito lanciandosi contro l’Auror, ma la barriera protettiva che Evangeline eresse resistesse all’attacco accanito dei due mangiamorte.

Zach appoggiò rapidamente il gioiello nella scanalatura e quando una luce bianchissima si sprigionò da questo, si allontanò rapidamente.

-          Che hai fatto, maledetto, adesso non possiamo più usarlo! – sbraitò isterica la mangiamorte

-          Proprio quello che volevo – le gridò dietro il famoso Zachariah insieme alla sorella e a Severus Piton.

Anche l’ultimo mangiamorte, tranne la donna, cadde a terra sotto i ripetuti colpi dei presenti, mentre Monica e Axel si davano da fare con pistole magiche e incantesimi sconosciuti.

Un nuovo boato, che quasi faceva male alle orecchie, seguito da uno scoppio di energia si replicò per le pareti, probabilmente scuotendo la scuola dalle fondamenta fin su all’ultimo piano delle torri di Grifondoro e Corvonero.

 

*          *          *

 

In the depths of my teared-up eyes
There’s your unchanging figure
Where will the world continue to?
The words from the days have ceased

The freezing, stormy nights
Continue onto the still unseen you, too
Please tell me, oh the wind that spreads across the ocean
Prayers surpass time

Prayers surpass time

Lena Park, “Inori ~ Raise Me Up”

Versione inglese

 

*          *          *

 

Spazio Autrice: ebbene, la vicenda prosegue tra tante cose… questo nuovo capitolo ho cercato di dividerlo tra la parte ancora legata ai problemi dei due protagonisti e una vicenda che prosegue perché ci stiamo effettivamente avviando al termine della favola.

Finalmente si scopre qualcosa su questo Zachariah Black e Bellatrix fa la sua prima comparsa… confesso che ero molto combattuta sul titolo da assegnargli, ma alla fine ho scelto questo, spero che sia calzante, diciamo che si cominciano ad avere TUTTE le idee chiare e tra questo e il prossimo, ogni dubbio sarà risolto (quasi).

 

Ho anche due avvisi da dare: il primo è che ho pubblicato una shottina con il titolo “Aiutami a dimenticare” dove sono casualmente protagonisti Draco ed Hermione, gli altri hanno un ruolo piuttosto marginale… se non adorate Ron con tutto il cuore, vi chiedo di leggerla, spero vi piaccia, ma ammetto che le shot sono troppo corte per dire tutto quello che vorrei, quindi non so se ne pubblicherò molte… ^^

 

Il secondo avviso è il seguente: so di avervi informato di un seguito della storia, tuttavia, prima di proporlo, vorrei pubblicarne un’altra che è un po’ che mi ronza in testa, quindi spero avrete pazienza e seguirete le mie nuove opere.

 

Ciao!

Nyssa

 

Crazy_Fra: effettivamente mi ero accorta che molti avevano già intuito qualcosa e un po’ ne sono orgogliosa… sì, penso anche io che sia decisamente presto, però mi sembrava ci stesse bene un bel pargoletto… eppoi mi serve per il finale.

Mi auguro che ti piaccia anche il nuovo capitolo, sappimi dire! Ciao e un bacione!

 

marygenoana: già, effettivamente i misteri, dopo un po’ che non ne comparivano, cominciano di nuovo ad accumularsi, ma garantisco che questa volta si risolveranno molto più velocemente.

Mi fa piacere che il capitolo precedente ti sia piaciuto, spero che sia lo stesso anche per questo! Ciao e a presto! Nyssa

 

luana1985:Si Draco è avventato, ed è dissoluto ed eccessivo, ma sa quando prendere in mano la situazione e darsi da fare” sono totalmente d’accordo e penso che anche le persone più irresponsabili sappiamo prendersi le loro responsabilità quando occorre ^^ Draco ha un sacco di difetti, ma lo vedevo così bene a fare il genitore…

Spero ti piaccia anche questo proseguimento, aspetto di sapere che cosa ne pensi, ciao e un bacio! Nyssa

 

flydreamer: io non lo so come faccio a dire cosa pensano, probabilmente mi domando cosa farei io al loro posto… dopotutto, un po’ assomiglio a Hermione e io e Draco abbiamo in comune il segno zodiacale… però finisco sempre con l’esagerare nei pensieri.

Ecco qui un aggiornamento veloce-veloce, spero ti piaccia, sappimi dire, mi raccomando! Ciao e un bacione, Nyssa

 

Kilkenny: di Lucius qualcosa si dice in questo capitolo, non credo aggiungerò molto perché anche per la storia Lucius/Narcissa ho qualche ideuzza, ma si sa, il tempo non è mai sufficiente e nell’ordine, ho in mente prima la prox storia e poi il seguito di questa, quindi il prequel dovrà attendere ^^

Ti ringrazio per i voti che mi dai, anche se penso che siano un po’ esagerati *//*

Spero ti piaccia anche questo aggiornamento, ciao e a presto! Nyssa

 

Lord Martiya: l’idea di far incontrario Lucius ubriaco ed Eva stile giornata assolutamente no sarebbe grandiosa se non fosse che ho pronta una spiegazione perfetta per il comportamento di Lucius in una fic che arriverà tra un bel po’… aspetta e saprai, metterò i puntini sulle u, così sono anche doppi.

Mi auguro che anche l’aggiornamento di oggi ti piaccia, sappimi di dire! Ciao, Nyssa

 

potterina_88_: mentre stavo scrivendo pensavo esattamente le stesse cose: se da una parte sono decisamente un po’ troppo giovani, dall’altra però stanno così bene insieme e saranno dei perfetti genitori visto che sanno già quello che non devono fare.

La mia storia, eh sì, finirà, però ne sto già producendo un’altra (dato che sono in vacanza mi porto avanti col lavoro) e spero che seguirai anche questa! Intanto dimmi che cosa pensi di questo nuovo aggiornamento, spero ti piaccia ugualmente! Un bacione! Nyssa

 

Shavanna: confesso che l’idea era di terminare la fic proprio a Natale, ma tra una cosa e l’altra credo si andrà un po’ più avanti, così avevo deciso di pubblicare il capitolo della rivelazione per la festa, ma neppure questo mi è riuscito e allora amen! Ci sono andata vicina…

Sì, credo anche io che sia stata una decisione un po’ eccessiva, però ci stava così bene… io ce lo vedo tanto Draco a tenere un bebè in braccio… ^^

Cmq ripeto, è decisamente presto e avrebbero dovuto fare moooooolta più attenzione, ma poi ho guardato mia cugina e i suoi tre figlioli, di cui il primo arrivato quando non avrebbe dovuto, e allora mi sono decisa.

La reazione di Harry la si vede in questo cappy, per gli altri… chissà, forse lo dirò o forse no; se una mia amica mi dicesse una cosa del genere credo che farei scena muta… magari loro sono come me *//*

Per le descrizioni di confusione, invece, ormai stanno diventando il mio cavallo di battaglia, anche se prego di non doverne scrivere troppe.

Bene, mi auguro che ti piaccia anche il nuovo post, ciao e un bacione! Nyssa

 

SilVerphoenix: penso che il voto che tu mi hai assegnato sia decisamente da rivedere, non credo di meritare tanto, però non nego che la cosa mi riempia di gioia^^

Mi auguro che ti piaccia anche il mio nuovo aggiornamento, per qualsiasi cosa sai dove cercarmi, Kiss, Nyssa

 

lady malfoy 95: in effetti anche io ogni tanto mi metto a pensare a come starebbe con un bel pancione… e anche a Draco col bambino, però la cosa mi fa sempre tanta tenerezza, alla fine, come si vede, non ho saputo resistere.

Le vacanze vanno così così visto che mi riempiono di compiti e il tempo di scrivere è sempre limitato, ma almeno posso tirare un sospiro di sollievo.

Spero ti piaccia l’aggiornamento, ciao e a presto! Nyssa

 

 

   
 
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