Si svegliò sentendo degli sprofondamenti nel materasso, ma socchiuse gli occhi soltanto. La febbre probabilmente non era calata, le palpebre bruciavano nonostante l a luce bassa ed offuscata. All'opposto del letto matrimoniale dormiva Frances, sana, senza alcuna malattia. Mugugnò qualcosa, facendo vagare la vista semi offuscata sulle pareti rosso scuro, quasi scarlatto, finché non si posò su una figura appena apparsa davanti i suoi occhietti.

Era un uomo dai capelli biondi, lunghetti, che ora ondeggiavano accanto le sue guance poco barbute. Gli occhi azzurri, ora dolci, la fissavano con una punta di preoccupazione.

-Come stai, piccola?- la bocca tirata in un sorriso.

Fece capolino, alternando la testa a destra e a sinistra, tossicchiando. Aveva freddo, ma sotto le coperte c'era un caldo infernale.

Kurt sospirò e la sorprese, mettendosi sotto le coperte con lei, abbracciandola con le sue grandi mani.

Tiepido, confortevole.

Dall'altro lato del materasso, Frances si mosse, e svegliandosi gradualmente si mise a sedere, stropicciandosi gli occhi e sbadigliando.

-Papà?- lo chiamò, e subito fu circondata da un braccio, mentre l'altro avvolgeva Alex.

-Ben svegliate.- sorrise lui.

Alex non aveva voce, e si limitò a sorridere.

-Allora...

-Papà disegni qualcosa?- lo interruppe subito Frances.

-Ma certo, volentieri.- Kurt prese il blocchetto poggiato sul comò insieme alla matita. Le figlie gli si accovacciarono accanto, accoccolandosi ai suoi fianchi. Osservarono l'agilità con cui il padre muoveva la matita sulla carta, spostando lo sguardo anche sulla mano, grande ed incallita per via delle corde di chitarra che si ostinava a pizzicare senza plettro in quel periodo.

Quasi subito però vennero interrotti.

-Kurt! Smettila di perdere tempo! Va' a lavorare! Chiama Krist, per l'amor del cielo!

Lui inarcò un sopracciglio. Guardò le figlie alternativamente, poi tornò a fissare Courtney.

-Piantala, donna! Sto passando del tempo con le mie figlie!