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Autore: Rota    13/06/2013    3 recensioni
Un sospiro dopo l’altro,
Mulan sta tessendo davanti all’uscio.
Non si sente il rumore della spoletta,
solamente i sospiri della ragazza
Le chiedi: «Cosa pensi?».
Le chiedi: «Di cosa hai nostalgia?».
«Non penso a niente,
non ho nostalgia di nulla.
La notte scorsa ho visto le insegne,
il Khan sta arruolando una grande forza,
la lista dei soldati occupa una dozzina di rotoli,
e in ognuno è il nome di mio padre.
Non c’è un figlio adulto per lui,
Mulan non ha un fratello più grande.

[Seconda classificata al "Soul/Maka in AU contest" indetto da Mimi18 sul forum di EFP]
Genere: Introspettivo, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans, Un po' tutti | Coppie: Black*Star/Tsubaki, Soul/Maka
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nickname: Rota
Titolo della storia: Quando due conigli corrono lungo la terra
Personaggi aggiuntivi: Un po' tutti
Avvertimenti: AU, What if...?, OOC
Genere: Storico, Introspettivo, Romantico
Note dell’autore: Il contesto storico è la Cina dei Tre Regni, più precisamente la rivolta dei Turbanti Gialli e quindi la conseguente caduta dell'Impero degli Han.
I nomi li ho lasciati originali per forza di cose, non potevo fare altrimenti X°°°°° sarebbe stato alquanto estraniante renderli più cinesi, per me D:
Chrona ho dovuto farlo necessariamente maschio, per questioni di trama e perché necessitavo di un Imperatore maschio ùù'''''
Perché si sappia, parte del mio prologo e tutto il mio epilogo è la traduzione di un classico cinese che risale all'epoca dei fatti narrati, per la precisione la cosiddetta “Ballata di Mulan”. I fiori, in Cina, di pesco rappresentano la bellezza femminile, lunga vita e abbondanza; inoltre faccio ovviamente vari e continui riferimenti alla morale confuciana, di cui la cultura cinese è pregna e su cui si basa tutta – riguardo prettamente la cultura di sottomissione della donna, per esempio, e del Mandato del Cielo come giustificazione del potere dell'Imperatore. Che si sappia, il fiume Giallo ha davvero rotto i propri argini in quegli anni e fatto stragi lungo tutto il proprio corso, senza contare la veridicità delle lotte interne alla corte tra le famiglie delle mogli/madri reggenti e gli eunuchi di palazzo – sì, esattamente.
Più che una fanfic storica, è venuta fuori una fanfic psicologica, e vi assicuro che è sempre stato quello l'intento X°°°°°

 

 

Storia seconda classificata a "Soul/Maka in AU contest" indetto da Mimi18 sul forum di EFP

 

 

*Prologo

 

Un sospiro dopo l’altro,
Mulan sta tessendo davanti all’uscio.
Non si sente il rumore della spoletta,
solamente i sospiri della ragazza
Le chiedi: «Cosa pensi?».
Le chiedi: «Di cosa hai nostalgia?».
«Non penso a niente,
non ho nostalgia di nulla.
La notte scorsa ho visto le insegne,
il Khan sta arruolando una grande forza,
la lista dei soldati occupa una dozzina di rotoli,
e in ognuno è il nome di mio padre.
Non c’è un figlio adulto per lui,
Mulan non ha un fratello più grande.

 

 

 

Soffia, nella placida tranquillità dell'umida sera nascente, un vento proveniente da ovest, fresco nella brezza leggera che tutto tocca, tutto culla.

Il petalo roseo di un fiore ormai spento, sul grande pesco della collina che si erge impervio al di sopra di ogni altezza del villaggio, si stacca dalla sua base tremula quando il ramo tutto, ancora acerbo delle prime foglie di primavera, si scuote stanco nel vuoto e rilascia un sospiro pieno di profumo e di polline; la falce sottile della Luna, timida tra le nuvole, ne accompagna in riflessi di madreperla il cammino.

Spirit Albam soppesa, qualche metro più in basso, con un ritmo cadenzato e appesantito ogni passo verso la nuova casa in fondo alla via grande. Ha sulle spalle l'acqua di due giorni interi del pozzo più vicino e sull'intero corpo ore e ore di lavoro nei campi. Con i pieni sporchi di fango e le vesti pregne dell'odore marcio dell'erba bagnata, non può far altro che sorridere all'idea di vedere di nuovo sua figlia dopo una giornata passata insieme ad altre donne, insieme ad altri uomini. Cercherà di non far vedere il tremito delle mani, quando poggerà a terra la brocca grande che trasporta, e di non far vedere quanta fame contiene ancora il suo stomaco nonostante abbia già finito la razione giornaliera del riso che spetta a ognuno di loro, e chiederà con un sorriso come la sua adorata primogenita abbia passato un'altra giornata monotona, lontana da lui.

Scorrono a lui accanto le case di legno malmesse degli abitanti di quel piccolo villaggio, e si ode provenire dall'interno di quegli spazi ristretti solo il rumore di cene condivise, del cibo povero e dal profumo labile spartito tra troppe bocche affamate e poco pazienti; qualcuno ha la fortuna di dormire già, senza che ci sia anima in quel mondo tanto crudele da disturbare.

Svolta un angolo, l'ultimo che deve superare, e vede nel vicolo che si allunga di fronte a lui un'ombra in movimento – quando si ferma per osservare meglio, scorge la coda di un gatto noto che, uscendo dall'ombra, gli si avvicina piano con occhi grande e un pelo lucidissimo. L'uomo sospira e si rannicchia a terra, allungando un gesto gentile della mano verso l'animale.

E mentre accarezza la graziosa Blair, mentre le dispensa carezze sul dorso agile e complimenti non necessari, lo colpisce sul fianco la brezza profumata di fiori, che correndo lungo la strettezza del vicolo lungo giunge quindi alla sua fine con più impeto del dovuto e lo investe, tutto. Quasi, gli scompiglia i capelli sporchi.

Il petalo roseo, prima di posarsi sulla veste che gli copre a malapena il petto, gli si palesa allo sguardo vorticando veloce assieme al sospiro di vento, seguendo lo stesso ritmo irragionevole dello sbattere di una farfalla. Quando si ferma contro di lui, Spirit abbassa lo sguardo e si alza, raccogliendo con il palmo aperto il piccolo petalo nella sua naturale caduta. Lo guarda e sorride, alza lo sguardo in alto, nella direzione della collina solitaria che sempre, da tanti anni e dopo tante tragedie, ricorda a tutti loro cosa sia la vita e cosa la morte.

Sotto quel pesco, giace anche il ricordo di quella che è stata sua moglie assieme alle tante anime che il Fiume si è portato via.

Spirit stringe il pugno, ma si accorge tardi che il vento lo ha derubato del suo piccolo tesoro – guarda la propria mano per istinto e poi attorno, scorgendo solo con la coda dell'occhio un movimento sospetto. Sospira piano, confondendo il proprio alito con la brezza.

Blair miagola ai suoi piedi e lui torna a sorridere; si sporge per donarle un'ultima carezza, poi solleva la brocca dell'acqua e continua a camminare: qualche passo ed è a casa.

-Sono qui, Maka!

   
 
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