Kagura provò un lieve senso di paura,qualcosa di infondato. Tutto ciò che stava provando no aveva senso. Presa coscienza di una strana decisone si staccò una piuma dai morbidi capelli,lanciandola in aria la vide trasformarsi in una piuma gigantesca. Con un’espressione affranta sul viso salì su di essa librandosi nel cielo.
Volava nell’aria già da un po’ quando trovò chi cercava. Seduto su di un masso,accanto alla riva del fiume,vi era un uomo. O almeno lo era solo all’apparenza. Quella figura così onnipotente e meravigliosa era sola ed il suo sguardo si perdeva tra le acque impetuose del fiume. Lui splendente come il sole ed attraente come il buio,rifletteva nel silenzio che lo circondava. A quella vista,Kagura si sentì ispirata da un getto di pazzia. La pazzia è un’arma letale ed inoltre dà voce agli istinti più reconditi del soffio dell’anima. Poteva davvero essere che finché Naraku non avesse privato del palpito il suo cuore,lei si sarebbe pentita di non aver mai rischiato la vita per lui? Eppure,ciò che la spinse ad un gesto tanto estremo non fu la verità o la probabile Morte,fu la voglia di amare troppo immensa per poter essere trattenuta. Con leggeri movimenti rigidi gli fu vicina ed anche conscia del fatto che lui l’avesse gia sentita arrivare.<‘Giorno.> disse con una finta e disinvolta freddezza. Sesshomaru non le rivolse alcuna parola e dopo averle concesso un breve sguardo tornò ad osservare il fiume. Kagura non si arrese e sapendo cosa in realtà desiderasse,continuò imperterrita cercando di raggiungere la sua meta.
Sesshomaru si alzò dal masso su cui sedeva,evidentemente annoiato dalla piega che la conversazione stava prendendo.
Freddo e deciso,questo suggeriva la sua effigie Ma Kagura,sempre pronta alla ribellione,non si arrese. E non avrebbe mai permesso che delle lacrime nere solcassero il suo viso. Voleva,con tutta se stessa,che fossero le mani di Sesshomaru ad accarezzarla dolcemente e dolcemente ancora.
Irraggiungibile,come sempre. Kagura gli si avvicinò di qualche passo,lontana dalle sue spalle pochi centimetri. Era così vicino che la freddezza del suo essere era tangibile anche senza sfiorarlo con la punta delle dita. L‘amore: il mare puro nella sua vera essenza.