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Autore: _ImADreamer_    14/06/2013    2 recensioni
Ci vuole una piccola follia per realizzare uno dei desideri nascosti nel cuore di una ragazza.
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Un piccolo regalo di compleanno per una persona speciale.
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Carpe Diem



In tutta la mia vita non avevo mai avuto certezze.

Una come me, una semplice studentessa appena laureata e con davanti la semplice prospettiva di diventare una restauratrice, magari lavorando in uno dei musei del mio Paese, non aveva mai pensato di poter fare qualche pazzia.

O meglio, non aveva mai pensato di poter fare qualche pazzia realmente. Perché un po’ tutti hanno come sogno nel cassetto di fare almeno una follia, una follia vera e propria senza magari pensare alle conseguenze, almeno una volta sola nella propria vita.

Ed io, come tanti, mi ero fermata a quello, avevo tanti sogni, tante cose che avrei voluto fare senza voltarmi indietro per una volta o restare a pensare a quello che una di queste pazzie avesse potuto comportare come conseguenza, senza mai agire realmente come avrei voluto.

Agire seguendo l’istinto, ecco.

Ma, quando al tuo seguito, al tuo fianco, ci sono delle pazze amiche che di pazzie ne sanno fin troppo, tutto questo discorso perde di significato e, da un momento all’altro, puoi ritrovarti catapultata dall’altra parte del mondo senza nemmeno avere il tempo di domandarti “ma cosa sta succedendo?”.

Per capire, dobbiamo fare un passo indietro e ritornare a due giorni fa.

 

-Sono tornata!-

Normalmente, ero solita uscire abbastanza poco, nonostante fosse ormai qualche mese che mi fossi trasferita a Londra, insieme alla mia amica Eli. Era da un po’ che si progettava il tutto anche se, a dire la verità, non eravamo solo noi due a dover volare fino alla bellissima ma piovosa capitale della Gran Bretagna.

Il progetto, inizialmente, prevedeva quattro biglietti ma, per causa di forza maggiore, eravamo potute partire solo noi due in quel periodo.

-Sono qui-

Una voce sicura arrivò direttamente dalla stanza di fianco ed Eli mi raggiunse poco dopo, mentre io ero intenta a posare le buste della spesa sul tavolo.

-Ancora a guardare qualche programma su youtube?- domandai, disfacendo i sacchetti e sistemando tutto ciò che avevo comprato nella dispensa e nel frigorifero.

Lei fece spallucce, aiutandomi con la spesa. –Perdevo un po’ di tempo visto che le faccende le ho finite-

Annuii e mi limitai a disporre l’ultimo barattolo sulla mensola dello scaffale.

-Vado a fare una doccia… il computer l’ho lasciato acceso!- si dileguò, urlandomi poi dal bagno prima di chiudere la porta.

Mi diressi nella stanza e presi posto sulla sedia comoda disposta davanti alla scrivania, maneggiando con dita esperte la pagina iniziale del social network.

Oh, Ale mi ha scritto qualcosa in bacheca.

Cliccai sul suo nome e aspettai che si caricasse la pagina. Ale era una delle mie migliori amiche, la prima che avessi mai avuto nonché quella che conoscevo da più tempo.

Se non andavo errato, erano più di dieci anni che, ormai, portavamo avanti quell’amicizia che, seppur a distanza, aveva continuato a durare nel tempo.

CARPE DIEM.

Solo due parole, scritte in maiuscolo, spiccavano al centro della pagina bianca sotto il mio e il suo nome.

Cogli l’attimo.

Alzai un sopracciglio, interdetta.

-Amo, potresti vedere chi è alla porta?-

La voce di Eli distolse la mia attenzione dallo schermo e mi voltai, sbattendo le palpebre.

Non mi ero nemmeno accorta che avessero bussato, persa com’ero nel decifrare quelle due parole. Che, poi, avrebbero anche potuto non dover essere decifrate essendo che la persona che le aveva scritte fosse una di quelle che dice tutto quello che le passa per la mente, senza nessun limite.

Sorrisi, pensando ad un ennesimo scherzo, e mi alzai, dirigendomi tranquillamente all’ingresso.

-Certo, ci penso io- tranquillizzai la mia coinquilina, appena uscita dal bagno avvolta in un asciugamano, che se la svignò nella stanza per andare a vestirsi.

Misi la mano sulla maniglia e aprii, cercando di non svenire dalla sorpresa appena misi a fuoco chi aveva appena bussato.

-SORPESA!- urlò la ragazza che avevo di fronte, buttandosi letteralmente addosso e abbracciandomi forte.

Rimasi sorpresa e immobile per il resto del tempo, persino quando si tolse di dosso, sorridendo divertita dinnanzi alla mia espressione stupita.

-Terra chiama Ilaria! Se ti stai chiedendo se sono un’allucinazione mi dispiace dirti che, per vostra sfortuna la risposta è no- disse, spostandosi di lato per far entrare anche l’altra ragazza che l’aveva seguita.

-Ve la siete scelta bene la dimora!- commentò Valy, salutandomi anche lei, magari con meno entusiasmo della prima.

-Ma… cosa…-

Ero sotto shock.

Ale sbattè le palpebre, abbastanza preoccupata.

-Oddio, credo che sia rimasta scioccata- commentò, volgendosi verso l’altra che si avvicinò a contemplare il mio viso stupito.

-Già… direi che la sorpresa è riuscita più che bene- ridacchiò, incontrando poi lo sguardo della mia coinquilina che ci aveva raggiunto.

-Siete arrivate finalmente!- si animò quella, andando a salutare le due arrivate.

A quel punto, mi ripresi, voltandomi a bocca aperta verso di lei.

-Tu lo sapevi?-

-Oh, allora non sei diventata di pietra!- mi abbracciò di nuovo Ale, depositandomi un bacio sulla testa.

-Non avermi queste reazioni senza nemmeno aver sentito il resto!-

-Perché non entrate?- marcò bene la voce Eli, guidandoci tutte in cucina e mettendo a fare il caffè.

Senza nemmeno aver sentito il resto?

-Ma come mai siete qui?- domandai, dopo essermi ripresa, almeno un po’.

-Io e Valy siamo riuscite ad organizzarci per bene e abbiamo deciso di venire a trovarvi…- si mantenne sul vago Ale, sorseggiando leggermente il suo caffè.

-E poi tra due giorni è il tuo compleanno!- trillò tutta felice Valy guadagnandosi una risatina da parte delle altre due.

-Quindi avete organizzato tutto di nascosto?-

-Non proprio di nascosto… unni ci ha aiutate- sorrise Ale in direzione di Eli, che ricambiò.

Sospirai ma sorrisi anche io. Alla fine, ero contenta che fossero venute!

Ora era… sì, ora era tutto al proprio posto.

-Sono felice che siate qui- dissi solo, senza sbilanciarmi troppo. Non me la cavavo bene con i sentimenti, specialmente se si trattava di dover dire ad alta voce ciò che provavo dentro.

-Anche noi! Comunque, le sorprese non sono ancora finite-

La mia amica rivelò un sorriso sfavillante e ricco di misteri allo stesso tempo.

Quasi mi spaventai.

Quando faceva così…

-Vuoi già dirglielo?-

Eli la fissò seria, allo stesso modo di Valy.

-Certo… avete visto che reazione ha avuto prima? Come minimo se la rapiamo ci muore seduta stante, quindi meglio prevenire e non portarci dietro una morta- sentenziò la diretta interessata, rivolgendo di nuovo uno sguardo verso di me.

Eli annuì e sparì nella stanza, prima di ritornare con una busta nelle mani.

-Mi state facendo paura- ammisi, fissandole tutte e tre che, a loro volta, si fissarono in modo furbesco.

-Devi averne, infatti- dissero in coro, confermandomi al cento per cento che qualcosa stava per succedere.

E, quando Eli tirò fuori il contenuto della busta, davvero ci mancò poco che non svenni all’istante.

 

Da quella sera erano trascorsi quasi due giorni.

Dalla fredda e piovosa Londra eravamo approdate nella seconda più grande metropoli del mondo.

Seoul.

Ancora stentavo a crederci di esserci arrivata veramente a dire la verità ma più volte Ale mi aveva pizzicato senza che il paesaggio intorno a me cambiasse di una briciola.

Ero davvero a Seoul e non stavo sognando.

-Sto morendo di fame!- si lamentò quest’ultima, facendo il labbruccio nella nostra direzione.

-Sto controllando la cartina… un attimo!- cercò di acquietarla Eli, immersa nella lettura dei posti più celebri della capitale coreana, nonché di qualche ristorante a portata di mano.

-Cucci, su… abbi un po’ di pazienza e tra poco mangerai!- la consolò Valy, picchiettandole dolcemente la spalla.

-Senza che controlli la cartina… non possiamo andare lì?- domandai, indicando un locale che si trovava esattamente a qualche metro da noi, dall’altra parte della strada.

Eli alzò lo sguardo, seguendo la direzione indicata dal mio indice. –Non sembra male… e credo che dobbiamo accontentarci, anche perché il prossimo ristorante decente è a quattro isolati da qui-

-Chee? No, non ce la farò mai a resistere così tanto… andiamo lì!- trillò l’affamata, correndo verso le strisce pedonali e fremendo sul posto, pronta ad attraversare.

-Sarà meglio andarle dietro o si caccerà nei guai- dissi, ottenendo come risposta un cenno di assenso da parte delle altre due mentre raggiungevamo l’altra pazza, poco distante da noi.

 

****

 

-Mi sento depressa-

Alzai lo sguardo verso la mia amica Ale e notai che fissava in modo triste le bacchette, tenute in una mano.

-Cosa c’è che non va tesoro?- si mostrò apprensiva Eli mentre Valy si sporgeva verso di lei.

-Non sai usarle, vero?- tentai di indovinare, nonostante fossi abbastanza sicura che fosse quello il motivo.

E infatti non mi sbagliavo.

Lei alzò lo sguardo, facendo quasi compassione.

-No… e mi sento depressa- piagnucolò, posandole sul tavolo.

Sorrisi teneramente, non si poteva farne a meno con lei in giro.

-Aspetta… vado a vedere se mi danno una forchetta- la tranquillizzai leggendo in quegli occhi tutta la gratitudine del mondo.

-Grazie mon amour!- la sentii squittire mentre uscivo dalla saletta. Percorsi il piccolo corridoio e arrivai finalmente nell’altra sala, dove intravidi un cameriere.

-Mi scus- ma non potei finire che una serie di ragazzine iniziarono ad urlare fuori dal locale, attirando l’attenzione di tutti.

-Ci sono gli FT Island! Oppa, Oppa!- riuscii a distinguere tra le varie urla e per poco non mi venne un infarto.

FT Island.

Jonghoon.

In quel ristorante.

Non poteva essere vero.

Due camerieri mi sfrecciarono di fianco, cercando di placare la folla e allo stesso tempo di far entrare incolumi gli ospiti, riconosciuti dalle fan nonostante fossero coperti fino ai piedi, quasi.

Li vidi fare il loro ingresso mentre la porta veniva chiusa e i ragazzi, liberatisi degli indumenti di troppo, si rilassarono, tirando un sospiro di sollievo.

Li vidi parlare tra di loro ma non capii tutto, essendo che parlavano velocemente; con Eli avevo fatto un po’ di pratica di coreano ma nessuna di noi poteva dire di saperlo parlare in modo fluente.

Come, del resto, di non saperlo parlare affatto.

Il cameriere sembrò scusarsi, chinandosi più e più volte dinnanzi a loro ma fu fermato da Hong Ki che, con un sorriso gentile, scosse la testa e si lasciò guidare in un’altra saletta, passandomi di fianco.

Ma non fu lui che io notai, a dire la verità.

Il mio sguardo era completamente rivolto ad una ragazzone di fianco a lui, silenzioso ma bello quasi come una statua greca; aveva i muscoli gonfi, più gonfi di qualche anno prima, eppure mi sembrava lo stesso che mi aveva colpito la prima volta che lo avevo visto in foto.

Choi Jonghoon.

I capelli erano leggermente più lunghi, i muscoli più marcati… ma gli occhi, quelli, erano sempre gli stessi, gli stessi occhi caldi e scuri che mi avevano rapita e che, in quel momento, si posarono per un attimo su di me.

Fu un attimo ma in quel millisecondo molte furono le emozioni che si susseguirono nel mio cuore e intensa l’elettricità che impregnò l’aria che ci divideva.

Un secondo e lo vidi sparire, insieme agli altri, nel corridoio.

Rimasi così, a fissare il punto in cui era sparito, senza riuscire a distogliere lo sguardo.

Londra.

Seoul.

FT Island.

Choi Jonghoon.

-Signorina, desiderava qualcosa?-

Il cameriere si avvicinò gentilmente, lo stesso che prima aveva dovuto lasciarmi per correre da loro.

Sbattei le palpebre e tentai di recuperare quel minimo di lucidità che mi era rimasta, giusto per non fare una figuraccia.

-Ehm… avete una forchetta?-

 

****

-Oh lovvie! Pensavo fossi sparita e stavo per venire a cercarti!-

Ale si alzò in piedi e mi venne incontro, inarcando un sopracciglio appena vide la mia espressione.

-Che c’è? Che hai visto?- si allarmò, attirando l’attenzione di Eli e Valy che seguirono il suo esempio e si avvicinarono.

-Non hai una bella cera- sentenziò Valy, fissando preoccupata l’altra ragazza.

Io non riuscivo a proferire parole, avevo solo la forchetta stretta nella mano e lo sguardo quasi perso nel vuoto.

Nella saletta accanto alla nostra…

Mi sentii scuotere.

-Allora, che succede? Non farmiti cavare le parole di bocca!-  mi sentii minacciare ma non riuscii a mettere a fuoco chi lo avesse fatto perché alla fine, confessai tutto.

-Qui… qui ci sono gli FT Island-

Silenzio.

Le ragazze si ammutolirono, Eli spalancò la bocca, Ale gli occhi e Valy mi fissò interdetta, quasi incredula.

-Cioè… Hong Ki è qui?- squittì Eli, che non riusciva a credere alle sue orecchie.

-Non solo lui… tutti e cinque- sentenziai, rischiando di far venire un infarto alla mia coinquilina.

Lei amava Hong Ki.

-Ma è fantastico!- trillò Ale, iniziando a saltellare insieme a Valy che ebbe la sua stessa reazione.

-Dove sono?- domandò quest’ultima, tutta felice.

-Credo nella sala di fianco… ci siamo solo noi nel locale, i camerieri hanno cacciato tutte le fan. Forse pensano che noi non li conosciamo, essendo che siamo straniere- spiegai il mio pensiero, ritrovandomi tre paia di occhi addosso.

-Può darsi… allora è una doppia fortuna!- disse Valy, fissando Eli che ancora sembrava un po’ sotto shock.

-Avrai la possibilità di vedere Hong Ki!-

Lei si voltò tutta felice, sfoderando un sorriso sincero e commosso.

-Già… ma come facciamo ad avvicinarli?-

Tutte si voltarono di nuovo verso di me.

Poi, Ale si illuminò.

-Lasciate fare a me- disse e non ci diede nemmeno il tempo di assimilare il significato di quella frase che si catapultò fuori dalla stanza.

E la vidi entrare nella saletta di fianco, senza pensarci due volte.

-Quella ragazza ci farà uscire matte- commentò Valy ridacchiando, mentre Eli sporgeva la testa fuori, impaziente.

-Chissà cosa le diranno… oddio, di là c’è il marito- fremeva, saltellando da un piede all’altro.

Il resto del tempo che passò sembrò un’eternità ma finalmente sentimmo la porta aprirsi e vedemmo tutte e sei le persone dell’altra stanza venirci incontro.

Sei persone.

-Oddio, ora svengo- squittì sottovoce Eli, sorretta da Valy che la fece tornare a sedere prima che davvero svenisse a terra; le seguii, cercando disperatamente di mantenermi lucida.

Jonghoon sta venendo qui. Jonghoon sta venendo qui.

Quando entrarono, noi tre eravamo sedute.

-Ragazze, guardate chi vi ho portato?- disse tutta contenta Ale dalla soglia della porta mentre un Hong Ki, solare come sempre, faceva capolino con la testa da dietro di lei.

-Buonasera ragazze- salutò cordialmente, seguito dagli altri quattro che però si mantennero più formali.

-Ciao- salutammo anche noi ma solo Valy riuscì a formulare la parola senza balbettare.

-Non ho mai visto tutte queste straniere così da vicino- affermò Minhwak, facendoci ridacchiare.

Quel ragazzo era davvero un cucciolo.

-Vi dispiace se ceniamo con voi? La vostra amica ci ha un po’ incuriosito… ha detto che siete italiane!-

Hong Ki sembrò a suo agio mentre prendeva  posto a tavola, di fianco ad una Eli che davvero sembrò sull’orlo di uno svenimento istantaneo.

Gli altri si fissarono e, seppur un po’ titubanti, fecero lo stesso.

Alla fine, tutto il tavolo era occupato.

Dopo aver fatto le dovute presentazioni, mi ritrovai a stringere la mano al mio idolo, forse più in imbarazzo di me.

Ci limitammo a fissarci, un semplice scambio di sguardi che però bastò a sostituire le parole; erano sguardi curiosi ma anche attenti, come se entrambi volessimo conoscerci attraverso gli occhi.

-… quindi siete venute qui da Londra?-

Hong Ki sembrava interessato ad ascoltare Eli, tutta presa a raccontare qualcosa su di lei e di noi, in generale.

-E come mai siete venute?- si intromise Seung Hyun, altrettanto interessato.

-Perché è da una vita che vogliamo visitare questa splendida città- rispose Ale, assumendo un’espressione fin troppo sognante che fece ridere tutti. Per non parlare della sua predilezione per la “sacra forchetta” che le avevo portato, mentre consumavamo la cena.

Tra una risata e l’altra, passammo tutta la serata a parlare e non persi nessuno degli sguardi che Jonghoon sembrava riservarmi; addirittura ci trovammo a scambiare qualche parola e il mio cuore si riempì di gioia come mai era accaduto nella mia vita.

Gli sorrisi sinceramente, forse per la prima volta dopo anni. Mi sentivo felice e anche libera in un certo senso, una sensazione di torpore e mi riempì il cuore mentre fissavo lui e tutti i presenti in sala chiacchierare amorevolmente.

Era questa l’amicizia?

Era questo ciò che si provava a veder realizzato uno dei piccoli sogni che si erano rinchiusi in un cassetto?

Ale si alzò in piedi.

-E’ mezzanotte passata… devo fare un annuncio!- trillò, attirando l’attenzione di tutti.

-Questo giorno è speciale… ma il regalo più bello lo abbiamo avuto ventitrè anni fa- disse, spostando amorevolmente gli occhi su di me.

-Buon compleanno mon amour!-

Al che, tutti applaudirono e iniziarono ad intonare la canzone buon compleanno, commuovendomi.

Era tutto perfetto.

Un compleanno perfetto.

Una vita che, seppur ricca di insidie, era perfetta proprio per quello.

Un’amicizia a quattro nodi perfetta.

E il sorriso di Jonghoon che, in quel momento, era rivolto solo a me… il suo sussurro “Buon compleanno” che arrivò solo a me…

Anche quello era perfetto.

Com’è che diceva quel post in bacheca?

Ah sì…

CARPE DIEM.

Cogli l’attimo.

L’attimo della felicità.




NOTE DELL'AUTRICE
Questa one shot è nata perchè avevo il desiderio di fare degli auguri particolari ad una persona speciale nel modo in cui mi riesce un po' meglio -almeno spero-.
Spero che questo piccolo regalo ti sia piaciuto e che ti abbia strappato almeno un piccolo sorriso ♥
Auguri di vero cuore, con tantissimo affetto ♥

LeLe_Sun

  
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