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Autore: Rainsoul    29/12/2007    11 recensioni
ULTIMO AGGIORNAMENTO!
Epilogo
DAL CAPITOLO: "PERCHè CERTE COSE NON CAMBIANO MAI..." .
-Ma tu leggi sempre?!- domandò la ragazza, allibita.
-Er... Io...-
-Ok, lo prenderò per un sì.-
-E' solo...- tentò, esitante.- Dormivi.-
-Sai, professore, qualcun altro in queste circostanze sarebbe rimasto a guardarmi, in estasi, fino al mio risveglio.-"

Metti una sera a cena un'auror imbranata e un lupo mannaro compassato. Aggiungi un cane nero impiccione e fastidiosamente adorabile... e una convivenza un po' particolare!
Avviso: AUMENTO DI RATING! RATING ARANCIONE! ATTENTI! ATTENTI! ATTENTI!
Ok, basta così...
Guida alla lettura: gli avvenimenti descritti in questa storia sono ambientati durante il quinto libro, ma se ne sconsiglia la lettura a chi non abbia finito "Harry Potter e il Principe Mezzosangue", e non voglia rovinarsi la sorpresa.
Tutti i personaggi qui rappresentati appartengono a mamma Row. Non scrivo con fini di lucro. La storia appartiene a me, in quanto frutto del mio lavoro. Some rights reserved.
Genere: Romantico, Commedia, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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14vlast

Carissimi,
ecco a voi il finale (col botto?)
Continuate a seguire Chez Black, però: manca ancora l'epilogo. ^_^

14 . PERFECTLY FIT

Il Licantropo guardò il mantello, quello che gli aveva regalato proprio lei. Lo tenne in mano per un po', come studiandolo, e dopo un istante di esitazione se lo gettò sulle spalle.
Vi si avvolse per ripararsi dal vento gelido, ed uscì nella notte, diretto al bar dove sperava di trovarla.
L'avrebbe attesa fino al mattino, se necessario.

§§§

-Mi auguro di non essere di troppo fastidio per te, Remus- fece una voce gentile.
-Preside.-

L'anziano mago dalla lunga barba bianca era entrato da qualche minuto nella sua camera, annunciato dalle sue stesse parole.
Si accomodò su una sedia intagliata con tranquillità.

-Mi hanno detto che sei stato un po' giù di forma, nell'ultimo periodo.-
-Sto bene.-.

Gli occhi azzurri di Silente cercarono i suoi, ma subito si ritrasse.

-La prego, Preside... sto bene. - ripeté, testardo. Non aveva nessuna intenzione di farsi setacciare la mente, non in quel momento.

L'anziano mago si aggiustò sul naso gli occhialetti a mezzaluna, serio.

-Sono molto dispiaciuto per quello che ti sta accadendo, Remus.-
Aveva usato un tono calmo, paziente. Lupin sentì crescere il suo nervosismo.

-I tuoi amici sembrano essere convinti che tu non veda l'ora di scappare di qui.-

Lupin fissò ostinatamente il copriletto logoro, tacendo.

-Se me lo permetti, consiglierei di aspettare qualche giorno, benché io mi renda conto di quanto possa risultare soffocante un riposo forzato.-

-Non è quello. Io...- nel parlare si era voltato verso Silente, strappando leggermente la ferita. Digrignò i denti.
"Dannazione!" pensò.

§§§

La intravide, la lunga sciarpa a righe colorate arrotolata danti alla bocca, la testa riparata da un grosso ombrello verde brillante, e d'istinto si appiattì contro il muro, nascondendosi dietro l'angolo dell'isolato.

Aveva camminato fin lì continuando a rimuginare ansiosamente sulle parole da dirle, ma non era approdato a nulla di soddisfacente.
Qualsiasi cosa gli fosse venuta in mente suonava terribilmente imbecille, se detta a voce alta.
Aveva fatto delle prove, davanti ad un randagio spelacchiato che gironzolava da quelle parti.
Il meticcio era rimasto a guardarlo con i suoi occhi acquosi, quieto, finché Remus non si era rassegnato, gli aveva fatto una carezza, grattandolo sotto un orecchio, ed aveva ripreso a camminare verso il bar.

Così, in quel momento, non riusciva a far altro se non spiarla. Maledì se stesso per questa sua inettitudine.

La strega era in compagnia di altre ragazze, tutte più o meno della sua età, tutte ben vestite, tutte carine.
Un biondina fece una battuta spiritosa, e Tonks rise allegra, scuotendo la lunga chioma color cioccolato al latte che aveva scelto per quella sera. Lupin desiderò ardentemente passarvi una mano fra le ciocche.

Merlino, se era bella... Erano solo sei giorni che non la vedeva -sei giorni, sette ore e diciassette minuti, in verità-, ma si ritrovò a pensare che non se la ricordava così incredibilmente carina.

§§§

-Ha fatto i bagagli, e se n'è andata.-

Remus guardò esterrefatto l'anziano professore, che si stava accarezzando con movimenti regolari la barba candida.

-Come, scusi?-

-Ho incrociato Nimphadora, alcuni minuti fa. Sono quasi certo che abbia detto di essere intenzionata a tornare nel proprio appartamento, benché, temo, la mia memoria non sia esattamente affidabile quanto lo era settant'anni or sono...-

Il Licantropo si portò una mano alla fronte, e la scoprì madida di sudore.
" Dannata nausea..." pensò, mentre il suo stomaco si contraeva dolorosamente.

Dal piano inferiore si sentì provenire un rumore di ceramiche infrante. Di sotto, Sirius imprecò.

-Non è possibile.- obbiettò Lupin, ottusamente.- Piove.-

Immediatamente si pentì di aver parlato ad alta voce, e scansò lo sguardo di Silente. Il vecchio preside, comunque, finse di non averlo sentito, concentrandosi a cercare qualcosa nella falda della sua veste ricamata.

-Posso offrirti del cioccolato, Remus?-

Il mago rispose con una smorfia disgustata.

-Capisco.- fece l'uomo più anziano, riponendo nuovamente in tasca la barretta di Mielandia.

-N-no, mi scusi, Preside. Io... solo, credo di non sentirmi molto bene.-

Silente sorrise con fare cordiale.

-Sai Remus, nonostante mi renda conto che ho perso l'autorità di insegnarti alcunché da un considerevole numero di anni, vorrei darti ugualmente un suggerimento, se me lo permetti.-

L'uomo, in risposta, abbozzò un sorriso mesto.

-La prego, continui.- mormorò.

Silente tacque un istante, come soppesando le parole.

-Ti ho osservato spesso, negli anni seguiti al nostro primo, piacevole, incontro. Perbacco, non ho più neppure idea di quanti ne siano trascorsi precisamente... Ad ogni modo, ti ho osservato, ed è nata in me l'immodesta convinzione di conoscerti piuttosto bene.-

Remus attese, in silenzio, che il mago seguitasse a parlare.

-Trovo che tu sia un uomo pieno di qualità, eppure c'è una domanda che mi ha sempre assillato, al tuo riguardo.-

Con un dito nodoso, spinse gli occhialetti per il ponte, su per il proprio naso.

- Mi sono sempre chiesto perché tu tenda a non voler accettare le cose belle che ti capitano .-

Lupin si sentì come trapassare da una scossa elettrica.

-La mia vaga impressione -del tutto errata, ne sono certo- è che tu non creda di poter essere felice.-

"Colpito e affondato, Lunastorta." fece una voce nota nella sua testa.

§§§

Il gruppetto di amiche si era radunato sotto casa di Tonks per le ultime chiacchiere ridanciane. Ogni tanto una di loro sibilava uno "Shh!" alle altre, per poi cacciare un urletto divertito il minuto seguente.
Era più di un'ora che le seguiva, in attesa che si presentasse il momento opportuno per avvicinarsi a Tonks. Il freddo pungente penetrava dentro le ossa assieme alla pioggia, e Remus iniziava a pentirsi di non essersi semplicemente avvicinato prima a Dora, chiedendo scusa per l'intrusione e promettendo di riportarla indietro nel giro di pochi minuti.

Vederla così gli faceva male.

Vederla ridere, scherzare, divertirsi come se niente fosse successo. Un parte di lui era spinta a credere che, dopotutto, era logico. Questo era il mondo a cui Tonks apparteneva: vestiti carini, cocktail alla frutta, battute un po' brille, nonostante in quei mesi si fosse illuso che le cose stessero diversamente.

Tuttavia si forzò a distogliere la mente da quei pensieri negativi.

Due o tre ragazze si staccarono dal gruppo, e il mago capì che la serata si era finalmente conclusa.
La biondina spigliata di prima si diresse verso la traversa dove si trovava lui, così si chinò in basso e finse di allacciarsi una scarpa. Contò silenziosamente fino a quindici, poi rialzò la testa.
Con sua gran sorpresa la giovane era ancora lì, che lo fissava.

-Ragazze,- chiamò. -Il nostro maniaco non è niente male, visto da vicino.-

Il sangue lasciò il viso di Lupin tutto d'un botto, e quella ridacchiò.

-Hai intenzione di chiedermi il numero di telefono?-

-I-io... Cos..?- balbettò, in preda ad un mezzo attacco di panico.
Scambiato per un maniaco... Stai migliorando, fratello.

La ragazza gli si accostò di qualche centimetro, con un sorrisetto malizioso dipinto in volto.

-È tutta la sera che ci stai dietro come un segugio... o vuoi mettere le mani addosso ad una di noi, oppure sei troppo timido per chiederci il numero... ma visto che sono abbastanza ubriaca da trovarti carino, spero che sia la seconda!-

Le altre donne, nel frattempo, avevano raggiunto l'amica, e sgomitavano per poterlo vedere da vicino.

-Sono Alissa, comunque. Tu ce l'hai un nome, o devo continuare a chiamarti "il nostro maniaco" fino al primo appuntamento?

-In, er... I-in realtà temo di non...-

Lo sguardo di Remus balenò disperato verso Tonks, in cerca d'aiuto, ma la ragazza si era tenuta leggermente in disparte.
Sembrava avere la testa altrove.

-Aspetta, ho capito! -disse la bionda, con un tono di voce leggermente più alto del dovuto. -Ti piace lei? Bastava dirlo, che eri il tipo da brunetta!- Quando questa scoppiò a ridere, Lupin avvertì distintamente l'odore dell'alcol.

-Tonksy, tesoro, il nostro bel tenebroso ha puntato te!-

Tonks si voltò, indossando un sorriso di circostanza, e finalmente si rese conto di chi aveva di fronte.

-Ciao.- tentò l'uomo, a voce bassissima.

-Cosa... Remus?- fece lei, sorpresa di trovarlo lì.

-Tonksy, ma allora lo conosci?-

-Brutta marpiona che non sei altro! Chi è?-

-È un tuo ammiratore segreto?-

-È il tuo fidanzato?-

-È il tuo idraulico?- vociarono tutte insieme le ragazze.

-No, no, è solo... È un amico di mio cugino.- spiegò l'Auror. Poi, allarmata, si rivolse al mago.
-Sirius sta bene, vero?-

-Lui... sì, è tutto a posto. A parte qualche problema con le stoviglie, direi che sta bene.-

-Oh.- mormorò Tonks, improvvisamente fredda. - Allora non capisco cosa tu sia venuto a fare qui.-

Le amiche si lanciarono occhiate significative, poi una di loro disse che si era fatto proprio tardi, che era stata una bella serata, ma adesso dovevano davvero tornare a casa. Salutarono educatamente - Alissa strizzò l'occhio a Remus, prima di scappare via- e si allontanarono dal vicolo.

-Dora...- iniziò Remus, una volta rimasti soli.

-Non chiamarmi a quel modo, professor Lupin.-

Aveva lo sguardo vitreo, e fissava ostinatamente il marciapiede su cui poggiavano i suoi stivali.

-Va bene, Tonks. Aspetta. Noi... dobbiamo parlare.-

-Io e te non abbiamo nulla da dirci.-

-... Almeno lascia parlare me, te ne prego.- insistette lui.

Tonks si voltò di scatto, gli occhi che fiammeggiavano astiosamente.

-Per farti dire cosa, si può sapere?-
Fece cadere l'ombrello.
-Aspetta, com'era... "Non capiterà più, te lo assicuro... Sono mortificato.". No grazie, è storia vecchia!-

Remus si morse le labbra, stringendo forte i pugni. L'acqua gli colava dai capelli lungo la nuca.

-Per favore, so che hai tutti i diritti di non voler stare a sentirmi, ma ho bisogno di spiegarti...-

-Be', quello di cui io ho bisogno, al momento, è un bagno caldo invece.- disse lei, ostentando un tono sprezzante.

Poi si girò in direzione del suo portone, e scandì, con disprezzo:
-Buona notte.-

Gli occhi del Licantropo lampeggiarono.

-Maledizione, vuoi prestarmi ascolto per un unico, dannatissimo minuto?!-ruggì.

Senza rendersene conto, l'aveva afferrata per un polso.
Tonks lo fissò, disgustata, e subito lui la lasciò andare, disorientato dal suo stesso gesto.

-Che vuoi fare adesso, Lupin? Ferirmi anche fisicamente, oltre che nell'orgoglio?-

Fece un passo in avanti, protendendo il viso verso quello dell'uomo, il mento in avanti in un esplicito gesto di sfida.

-Vuoi colpirmi, magari!-
Tutta la rabbia che aveva provato fino a quel giorno stava traboccando all'improvviso.

-Avanti, fallo. Che aspetti?-

Lui aveva gli occhi sgranati, sgomento, e la guardava, la bocca serrata in una supplica silenziosa.
Tonks gli vomitò addosso tutto il risentimento di cui fu capace.

-Quante volte ti sei divertito alle mie spalle, eh? Tonks, la sciocca ragazzina incapace che gioca a fare l'Auror... Mi sembra di sentirti!-

La voce del mago tremò.
-Questo non è vero.-

-Non è vero?! NON E' VERO?!! E allora cosa lo è, Lupin?-
La ragazza sentì le orecchie in fiamme.
-La verità è che, anche se sembri una persona gentile ed umana, tu sei solo un maledetto animale!-

Istantaneamente, il viso dell'uomo si contrasse in una smorfia di dolore.
Tonks si era sentita sprofondare nell'esatto istante in cui le parole le erano uscite di bocca.
"Oh, Morgana..." pensò Dora, coprendosi le labbra con le mani.

Per alcuni minuti, nessuno dei due mosse un muscolo.
Infine, dopo un silenzio che parve interminabile, con voce bassa e rauca, Lupin disse piano:

-Io... Capisco. Perdonami se ti ho recato disturbo tanto a lungo.-

Aveva parlato con tono dolce ed infinitamente triste.
Si avvolse nel mantello rosso cupo e si mosse verso casa.
Tonks capì di dover fare qualcosa.

-No! Aspetta, Remus... io... non intendevo veramente...-

Il mago proseguì, senza voltarsi.

-Remus! Remus...-

"Idiota! Stupida, impulsiva, dannata idiota!" ripeté a se stessa, picchiandosi un pugno sulla testa.
Corrigli dietro, no?
E così si mise a correre.
Ma non aveva calcolato la pioggia, che aveva reso scivoloso l'asfalto, e dopo giusto un paio di metri i suoi piedi persero aderenza, come se avesse provato a correre su una lastra di ghiaccio; tentò di recuperare l'equilibrio roteando forsennatamente le braccia per aria, ma ormai era troppo tardi.

-Waaaaah!!!!- urlò, strizzando forte gli occhi, in attesa dell'imminente impatto contro il suolo.

Per alcuni istanti provò la strana sensazione di galleggiare nel vuoto, e si domandò perchè non avvertisse dolore da nessuna parte, poi riaprì gli occhi, trovandosi ad una decina di centimetri dal volto di Remus.

-Grazie...- disse flebilmente la ragazza, avvampando.
Per un attimo negli occhi di lui intravide un guizzo familiare.
Sbatté le palpebre, per mettere meglio a fuoco il viso del mago, ma in un istante la sua espressione era già tornata distante.

-Tutto ok?- domandò lui, incerto.

-No.- rispose lei.

Disorientato, il mago parve irrigidirsi.

-Credo... di aver appena fatto la cosa più sbagliata di tutta la mia vita, e... be', mi sento abbastanza male per questo. Anzi, direi ben più che "abbastanza male": vorrei essere seppellita sotto metri di terra.-

Remus aggrottò le sopracciglia, poi la aiutò a rimettersi in piedi.

-Oh.- disse solo.

-Come "Oh"?-

-Non... so cosa dire. Solo... Oh.-

-Ehm... Ok.-

Si fissarono in silenzio per diversi minuti.
L'atmosfera era strana, un misto di elettricità e calma piatta. Non aveva smesso di piovere, ma nessuno dei due ci faceva caso.
La ragazza guardò l'uomo, la sua espressione pensierosa, domandandosi cosa gli passasse per la testa. Stranamente, non era affatto in ansia. Un po' agitata, ma con la precisa sensazione che niente di brutto potesse più accadere.
Poi:

-Andiamo...?- sussurrò Lupin, la voce appena udibile nella pioggia scrosciante.

-Andiamo dove?- chiese Tonks, inclinando il capo.

-A casa.- mormorò lui, tenendo gli occhi bassi.

La ragazza si limitò ad annuire, e fece scivolare delicatamente una mano fra le sue.
Per un instante l'uomo parve sorprendersi del gesto, ma subito strinse le dita sottili di rimando, e sorrise.
Tonks ridacchiò piano, nervosa.

Con un crack, le due figure si Smaterializzarono dal vicolo stretto.

----

Nel salone buio, l'uomo e la donna stavano in piedi, vicini, l'uno di fronte all'altra.
Nessuno dei due aveva più detto una parola da molti minuti, ma quel silenzio sembrava intessuto di mille suoni.

Non si accorsero neppure di chi avesse iniziato a muoversi.

Lenti, i respiri si fusero l'uno con l'altro.
Remus sentiva la propria gola pulsare quasi dolorosamente, e si aggrappò a questa consapevolezza per non perdersi.

Tonks seguì con un polpastrello i lineamenti di lui, come aveva fatto nella luce filtrata di un'alba a casa sua, mentre lui dormiva. Percorse ogni segno, ogni cicatrice, sfiorandoli appena. Lui la lasciò fare, un velo di timidezza ad imbrunirgli appena le iridi ambrate.
Lei lo guardò intensamente, per dirgli insieme tutti quei concetti indefinibili a parole.

Poi il mago avvicinò cautamente una mano alla mascella di lei.
"Dora", avrebbe voluto dire, ma la voce venne fuori spezzata, in un mormorio insensato.

Entrambi smisero di respirare, timorosi che l'aria potesse sciupare qualunque cosa stesse per accadere, tanto sembrava loro irreale, e delicata, e fragile.

Lievi, le loro labbra si incontrarono per la prima volta.
La ragazza si stupì di quanto quelle del mago risultassero tenere e frementi al tempo stesso, e provò un brivido nel sentirle, ruvide, contro le proprie.

Remus si meravigliò di quanto fossero morbide e piene quelle della giovane donna, sentì le ginocchia ammorbidirsi come burro.

Si baciarono piano, ad occhi chiusi, a lungo, finché l'intensità delle sensazioni non divenne insostenibile, finché non dovettero staccarsi.
Continuarono a cercarsi.

Tonks si rifugiò nell'incavo della spalla di lui, inspirando il suo profumo a pieni polmoni.
Un moto di piacere le mozzò il fiato, quando un mormorio di assenso sfuggì dalla bocca dell'uomo.
Lupin le accarezzò i capelli, la mano appena mossa da un tremore leggerissimo.

"Merlino..." pensò, e insieme:
-Morgana...- disse Tonks.

Un angolo della bocca di Remus si increspò in un sorriso sghembo.
Cacciò un sospiro divertito.

-Cosa...?- domandò la ragazza.

Gli occhi del mago brillavano.

-Nie...-

-Non dirlo. "Niente" non ha mai funzionato con me, lupastro.-

Lui ridacchiò con gusto.

-Come saprai, ho la fastidiosa abitudine di tentare fino all'ultimo.-

-Iniziavo ad intuirlo.-

L'uomo sorrise, enigmatico.

-Allora?- insistette la strega.

Il viso di Remus si contrasse in un'espressione di leggero fastidio.

-Era qualcosa di enormemente svenevole. E melenso anche.-

Un calore piacevole si liberò a livello dello stomaco di Tonks.

-Prometto di mantenere integra la tua dignità.- assicurò, sforzandosi di mantenere un tono di voce credibilmente serio.

Lupin inarcò un sopracciglio, poco convinto.

-E dovrei crederti, perchè...-

- Perchè metterei a repentaglio la mia stessa reputazione, se mi accompagnassi ad un uomo che ne fosse sprovvisto.-

Il Licantropo parve combattuto. Accarezzava distrattamente una spalla della ragazza, ponderando cautamente le varie alternative.

-Ok.- disse infine, piano.

Tonks attese.

-Pensavo... noi due...-

La ragazza si torturò un labbro, curiosa.

-È solo... Ci completiamo alla perfezione, suppongo. Anche se in un bizzarro, inconcepibile, buffissimo modo che ancora non mi è chiaro.-

Tonks sentì affiorare la pelle d'oca sulle proprie guance, e deglutì.

-Immaginavo che fosse... troppo sdolcinato, in effetti.- fece Remus, tentando di mascherare il disagio con un mezzo sorriso imbarazzato.

-Non so dirti se qualcuno possa ritenerlo.- rispose Dora.- Ma sai una cosa? Anche se fosse, non me ne importa un dannatissimo accidenti.-

---------


Era notte fonda, a Londra. Grimmauld Place era immersa nel buio, ma non tutti i suoi abitanti dormivano, quieti.

Uno di loro russava in maniera indecente, una mano a grattarsi la pancia, una gamba che scalciava ritmicamente il pesante piumone, in un atteggiamento che ricordava in misura impressionante quello di un grosso cane pulcioso. I capelli corvini giacevano sparsi sul guanciale in un intricato groviglio di nodi, ed un sottile filo di bava gli scendeva lucido lungo una guancia, prudendo fastidiosamente.

Degli altri due, non è dato sapere molto.
Qualcuno disse di averli intravisti al secondo piano, quella notte, chiudersi alle spalle la vecchia porta cigolante di una stanza della casa.

Avremmo potuto indagare oltre, seguirli, a loro invisibili, fin dentro la camera buia.
Ne avevamo il potere, è vero.
Eppure abbiamo scelto di aspettare fuori, in silenzio, per non disturbarli più.
Mi scuserete se mi sono presa la licenza di decidere anche per voi, ma sono certa che ne capirete il perchè.

Avevano, entrambi, davvero troppo tempo da recuperare.

Fine... (o quasi!)

COMMENTO DELL'AUTRICE:

ç_ç
Finita. Chez Black è finita. Che magone, ragazzi!
La conclusione non mi soddisfa al 100%, ma credo che nessun finale, per quanto mi potesse venire bene, ci sarebbe riuscito. Wow, mi sento più leggera. Devo ringraziare Cucciola per avermi sbloccato questo capitolo, con un semplice quanto geniale "Come dice, scusi?". Senza di lei forse non starei scrivendo il commento, adesso!

Il prossimo sarà l'ultimo aggiornamento: un epilogo, breve, scritto soprattutto per tenere buono Felpato, che non ha avuto abbastanza spazio in questo zuccherosissimo capitolo 14. Che dire, vuol fare un'uscita di scena... col botto.

Preciso che la frase di Remus "È solo... ci completiamo alla perfezione suppongo." non mi soddisfa per niente. Mi era venuta in inglese, ma non potevo lasciarla così, quindi per coloro che conoscono la lingua, l'originale era:

-It's just... We perfectly fit, I suppose.-

Ora, il significato di "fit" è qualcosa come "stare bene insieme", "essere complementari", "calzare", più o meno (grazie per il consulto sclerotico, Nonna Minerva!). Traduzione migliore non ci è venuta, a me e a Nonna: volevo qualcosa che suonasse bene, ma che non fosse banale come "stare bene". Alla fine la scelta è ricaduta su "completare". Altre candidati molto papabili sono stati: "combaciamo alla perfezione" e "siamo un incastro perfetto", nonché la prima versione, alquanto brutta "siamo perfettamente adatti".

RISPOSTE

Cathleen:
Spero tanto che tu riesca a metterti in pari, per poterti rispondere almeno una volta in diretta, anziché in differita. Ma se così non fosse, ti ringrazio per la tua puntuale recensione, è molto gratificante per me! Grazie per i complimenti, e sono contenta che il mio complicatissimo Remus ti sconfinferi. ^_^

Summers84:
Avevo in testa il finale da moltissimo tempo, quindi non ho potuto accontentarti... Spero che questo lieto fine ti sia piaciuto lo stesso. Non ero pronta per scrivere un'AU, e forse non lo sono del tutto nemmeno ora, ma chi può dire cosa succederà nella prossima fiction? Perchè mi sa che scrivere queste storie è un po' un droga: difficile smettere, una volta incominciato.

pollon74:
Bravaaaaaa! Mi dai una gran soddisfazione: ci avevo messo tanto a trovare quei due nomi, sai?
Il sollievo è durato poco... ma poi ogni sofferenza è stata ricompensata (spero, almeno... ^_^'). Mi mancheranno i tuoi commenti! Buaaaaà!

Nene:
Perdonatissima! Ma... sono salva, o devo tornare in esilio?
Comunque hai ragione (avete ragione), Remus si è comportato male-male-male! Avrebbe potuto dirle la verità, ma non sarebbe stato da lui, credo. Non ce lo vedevo molto a dire: -Tonks, siccome ti amo e ho fatto un brutto sogno in cui morivi, potresti non andare a fare il tuo dovere, per cortesia?- XD!
Il nostro lupastro non è molto comunicativo, su certe cose, mi sa!

arya87:
E qui veniamo a te! L'altro motivo per cui ha fatto l'idiota, è esattamente quello che immagini tu: è troppo bello tormentarlo! Se solo imparasse dai propri errori... Grazie al cielo non lo fa, e noi possiamo fargli combinare un disastro dopo l'altro. Anche qui, però, devo ammettere che in gran parte è stato attivo il "Fattore Lady" (Bracknell, per la cronaca), avendo da poco finito di leggere la bellissima Disaster: see also Remus Lupin, Lovelife of.

Pioggia:
Mi sei mancata! Devi sapere che Babbo Natale e la Befana sono in sciopero, a causa delle preghiere di Cucciola, ma sono certa che tu sarai risparmiata dalla sua ira funesta. E... sai che non ci avevo pensato? HAI RAGIONE! Il punto era esattamente la storia dei veggenti! Mi sa che tu l'hai capito meglio di me. ^_^
E per gli anagrammi, ci hai preso anche tu! Un applauso!

SakiJune:
Al solito arrossisco. Ma l'incubo era proprio questo: un'allucinazione della mente malata di quell'uomo. Che poi, si sa, tende a complicare anche le cose più semplici. Vorrei prenderlo a calci io stessa, ma poi mi ricordo che, be', sono io a fargli fare quelle cose, e vado ad inghiottire un'altra dose di psicofarmaci, contro il disturbo bipolare.

CUCCIOLA_83:
Il commento in inglese è toccato anche a te... Quella donna perfida non conosce limiti! Dovremmo stringere un patto di alleanza per contrastarla, sempre che ciò non la incattivisca ancor di più. Grazie ancora per avermi dato modo di concludere questa storia!

Nonna Minerva:
You bloody maniac! How can I be compelled to search for a dictionary, just to able to understand a stupid comment?
I'm gonna get my revenge, one day...

FireAngel:
Direi che è una scusa ottima… ^_^ Ed ecco un’altra che li ha beccati! Che ti devo dire, si vede che Sirius è il classico tipo che legge solo se costretto, ma è abbastanza brillante da scrivere la parodia di un manuale d’amore! Con tutto il tempo libero che ha… Ti ringrazio per i complimenti!

Pucchyko_girl:
Mi sento molto in imbarazzo... addirittura Hemingway! E' decisamente troppo... Amo anch'io i capitoli di Natale, sai?

Mithril Black:
Grazie anche a te! Posso chiederti chi è il personaggio che ti piace, fra i tre? Perché qui abbiamo affezionati di Sirius e di Remus, o della coppia insieme, ma di Tonks non tantissimi.

Daydreamer:
Be’, che dire… vi siete messi d’impegno per farmi arrossire! Ti ringrazio per i commenti, e sappi che leggerne così da davvero la spinta giusta per continuare a scrivere. Un abbraccio!

Alla prossima... l'ultima -per davvero-, con i ringraziamenti, i saluti e soprattutto l'epilogo. Buon anno a tutti!

Rainsoul

  
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