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Autore: Berenike_Talia    14/06/2013    1 recensioni
Questa è una flashfic scritta di getto poco dopo aver finito di leggere il Silmarillion, che però è rimasta per mesi abbandonata nel mio computer, come troppe altre storie che ho scritto.
Immagino cosa sia successo dopo l'attacco di Feanor ai Teleri per impossessarsi delle loro barche, quali siano state le rezioni di un popolo pacifico come gli Eldar e anche cosa possano aver provato gli Ainur, così affezionati agli elfi.
Spero che vi piaccia e buona (breve) lettura
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La marcia degli Eldar.

Gli Eldar marciavano in silenzio; non un suono producevano i loro passi poiché quella era una marcia malinconica e triste, come il cuore pesante che li accompagnava. Portavano lanterne e ceri per ciascuno degli elfi caduti durante la battaglia, per illuminare loro la strada verso le aule di Mandos, Noldor o Teleri che fossero. Nelle prime file erano trasportati in teche di vetro i pochi corpi rimasti intatti.
Gli Eldar marciavano con i volti rigati dalle lacrime, pensando ai loro fratelli perduti nel massacro compiuto da Feanor e dai suoi seguaci. Nessun canto e nessun pianto muovevano l’aria di Valinor in quelle ore, si sentiva solo il rumore delle piccole gemme che cadevano sui visi eterni degli Elfi. Le loro labbra non si schiudevano, erano chiuse come i loro cuori. Ognuno era solo con sé stesso, né uno sguardo, né una carezza si scambiarono mentre il corteo funebre, da Alqualondë, si dirigeva verso la città dei Valar.
I Valar aspettavano i Primogeniti con il cuore lacerato, straziato. Al contrario degli Eldar, non rimasero in silenzio: piansero e si lamentarono a gran voce per la perdita, anche se il pianto di Varda, Yvanna e Nienna non bastò a colmare il silenzio creatosi a Valmar, dove tutti i Valar e i Maiar si chiedevano quanta morte dovesse ancora subire il loro amato mondo.
Al di là di Ea, anche Eru Iluvatar, l’Uno, piangeva rattristato per la corruzione dei suoi figli, i quali ad Alqualonde distrussero invece di creare e uccisero invece di curare, come in realtà era la loro natura; ma l’amore che Egli nutriva per gli Eldar non diminuì.
Gli Eldar marciavano lungo le strade silenziose del Reame Beato con una speranza nel cuore: che l’odio, demoniaco come solo il Signore del Buio poteva essere, non toccasse più le sponde della loro casa, lasciando vivere in pace chi in pace era nato.
 
   
 
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