Ciao a tutti!!
Eccomi tornata con una nuova storia…Ihih…Non posso
farne a meno…
Questa storia mi è venuta in mente guardando le puntate di “Black
Lagoon e Elfen Lied”
Spero vi piaccia!!
Aspetto critiche commenti…Tutto quello che
volete…
Vi lascio alla lettura del primo capitolo!!
Baci Baci
Nicole
Il
sole scaldava il villaggio sperduto in mezzo al deserto.
Come
ogni Domenica nelle vie principali si teneva il mercato ricco di bancarelle di ogni tipo, gli abitanti del villaggio riempivano le vie
urlando e ridendo.
Due
bambine uguali camminavano lentamente, al loro passaggio le persone si giravano
facendo commenti e smorfie piene di disgusto, solo perché quelle piccole
creature erano…Diverse.
Dimostravano
undici anni, pelle lattea, erano identiche, eccetto i capelli, una aveva i capelli color blu notte che arrivavano alle guance, la
seconda capelli lunghi color argento.
Entrambe
avevano al posto delle orecchie umane, delle orecchie
da gatto sopra la nuca nere e pelose.
Grandi
occhi color nero pece, grandi e profondi, indossava
una maglietta lunga e nera che le copriva fin poco sopra le ginocchia.
La
bambina dai capelli argentei aveva anche lei occhi neri come la pece, indossava
la maglietta uguale alla sorella.
Strinse
la mano della gemella –Lyeen ho tanta fame!!-
La
bambina dai capelli blu la guardò –AmyLeen tranquilla, adesso
prendiamo qualcosa da mangiare- la rassicurò con un sorriso.
-Ma
non abbiamo soldi…E poi loro dicono che siamo dei Mostri- brontolò l’altra –Come
facciamo?-
-Non
ci rimane altra scelta……AmyLeen vai a nasconderti là…Io arrivo subito- con il
dito le indicò un vicolo poco più in avanti del
mercato, la bambina annuì e corse via entrando nel buio e umido vicolo.
Lyeen
si guardava intorno, la gente aveva smesso di guardarla, si avvicinò cautamente
a una bancarella di viveri, senza farsi vedere
s’infilò sotto la bancarella, strinse contro il petto le ginocchia sospirando.
Doveva
farcela, la sua sorellina aveva fame, e lei essendo la maggiore di dieci minuti
doveva proteggerla.
Fece un altro profondo respiro, da sotto maglia tirò fuori un fodero
contenente un coltello lo tirò fuori cominciando a tracciare un cerchio nel
legno sopra di lei.
Appena
ebbe finito tirò via il pezzo di legno e due mele caddere sopra le sue
ginocchia, un lieve sorriso le dipinse il volto, ma scomparve subito dopo che
la tenda della bancarella si alzò, un uomo si accucciò –EHI TU!!- l’afferrò per un braccio trascinandola fuori, Lyeen non
accennava a mollare le due mele –Ah ma sei tu…MOSTRO!!!-
-Lasciami!!- ringhiò lei.
L’uomo
le strattonò il braccio, la bambina si dimenò –LASCIAMI!!!-
affondò i canini appuntiti nel braccio del mercante che urlò lasciandola
andare, la ragazzina cadde a terra.
Si
rialzò velocemente e corse via entrando nel vicolo, trovò la sua gemella seduta
con la schiena appoggiata al muro –Lyn!!- sorrise, lei
si avvicinò porgendole la mela rossa –Tieni-
AmyLeen
prese la mela iniziando a masticarla imitata dalla sorella, le due bambine
erano così prese a mangiare che non si accorsero dei due uomini all’entrata del
vicolo.
Lyeen
si voltò e un colpo secco la fece cadere a terra.
-Lyeen!!!- urlò la gemella, il mercante che poco prima Lyeen aveva
morsicato tirò fuori un coltello, si scagliò contro la bambina dai capelli blu
notte che sgranò gli occhi per poi chiuderli.
Sentì qualcosa di liquido schizzarle in faccia, lentamente
aprì
gli occhi, davanti a lei dei capelli argentei sporchi di sangue.
La
mela che Amy teneva in mano cadde a terra rotolandole davanti a lei.
Il
mercante e l’altro uomo indietreggiarono di qualche passo e la bambina dai
capelli argentati cadde rumorosamente a terra.
Gli
occhi neri sgranati e……Privi
di vita.
Lyeen
gattono fino al corpo inerte della gemellino –Amy…- la scosse lievemente
–AMYLEEN!!!RISPONDI!!!-
Niente…
Solo
silenzio…
Non
avrebbe MAI più sentito la dolce voce della sua gemellina.
Calde
lacrime cominciarono a bagnarle le guance, la frangia scruta le copriva gli
occhi, si alzò lentamente alzando anche il capo, ora la frangia copriva solo un
occhio, ma entrambi erano impregnati d’odio.
I
due uomini si scagliarono contro di lei che allargò di più gli occhi, i due vennero sollevati da una forza invisibile –Vi…IO VI ODIO!!!-
urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, i due uomini guardarono la bambina
con gli occhi pieni di terrore, fu l’ultima cosa che videro perché lei tese le
braccia con le mani aperte –Vi odio- chiuse le mani a pugno e il corpo dei due uomini esplose, le
varie parti del corpo del corpo si sparsero per tutto il vicolo, del sangue le
schizzò macchiandola, ma lei non ci fece caso, scavalcò il corpo della sorella
uscendo dal vicolo.
Tutti
la guardavano, ma lei non li degnò nemmeno di uno sguardo, camminava
lentamente.
Ad
ogni suo passo le persone venivano spezzate, una forza
invisibile faceva a pezzi ogni singola persona di quel villaggio, pure chi era
riparato in casa non le sfuggiva, non risparmiava né bambini e tantomeno gli
uomini e gli anziani.
Quel
pomeriggio ne villaggio cadde l’assoluto in silenzio,
il vento caldo sollevava la sabbia, gli abitanti del villaggio giacevano uno ad
uno per terra, i corpo erano sparsi per tutte le vie, le case macchiate di
sangue come lo era la sabbia delle vie.
Lyeen
era inginocchiata n mezzo a una delle vie principali,
tra le mani il coltello che aveva usato per prendere quelle due mele rosse.
Aveva
lo sguardo basso, sporco e inespressivo.
Il
rumore dei passe ruppe lievemente il silenzio, la
bambina si voltò lentamente, trovandosi davanti una donna dai lunghi capelli
rossi che tendeva la mano.
-Tranquilla……Lyeen,
sono qui per aiutarti- la voce era dolce e calorosa.
La
piccola bambina abbassò le orecchiette nere e dopo qualche secondo di esitazione afferrò la mano della donna che le fece un
materno sorriso.
“Una
cattiva azione non ci tormenta appena compiuta, ma a distanza di molto tempo, quando
la si ricorda…
Perché il ricordo non si spegnerà mai…”
La
pioggia cadeva impetuosa, la luna coperta da delle nubi nere
non lasciava filtrare nemmeno un singolo raggio.
Una
ragazza aveva il vaco appoggiato al freddo vetro della
finestra, era seduta a ¾ sul ripiano.
Con
la mano sinistra giocava distrattamente con un pistola.
Ancora…Aveva
sognato di nuovo quell’ evento, eppure erano passati
sette anni, il dolore sarebbe dovuto essere superato, invece ogni giorno che
passava si faceva sempre più forte.
Sospirò,
guardò l’arma che teneva in mano con un lieve sorriso, triste e malinconico.
In
sette anni la sua vita era totalmente cambiata, ora faceva parte di
un’organizzazione che eseguiva “commissioni” per la mafia Americana.
Erano
definiti dei pirati immortali, già…Immortali.
Non
c’era persona al mondo che non li conoscesse…Che non
conoscesse la loro organizzazione…
La banda formata da quattro persone, le più pericolose…Le più
spietate.
Lei
faceva parte di quell’organizzazione dall’età di undici
anni, ora ne aveva diciotto ed era una ragazza che sapeva il fatto suo, era
temuta e rispettata.
Le
avevano persino dato un soprannome…”La rosa felina”
Si,
era bella e pungente come una Rosa ed era furba come un gatto, ma non solo per
quello, ma anche per via delle orecchie da gatto nere che aveva sulla capo.
Non
era come tutti i comuni mortali, lei era speciale…Lei era diversa.
-Che
fai sveglia?- una voce roca, ancora addormentata
spaccò il silenzio, Lyeen alzò il capo continuando a giocare con la pistola
–Non riuscivo a dormire-
Colui che aveva disturbato i suoi pensieri accese una
piccola lampada che era sul comò di legno in parte al divano, la tenue luce lo
illuminava completamente, era un uomo alto e muscoloso, pelle leggermente
scura, i capelli color cenere tutti spettinati, occhi color cioccolato fini e
profondi, indossava solo dei pantaloncini neri, si lasciò andare sul divano
accendendosi una sigaretta –Incubi?- domandò emanando una lieve e amare
nuvoletta.
La
ragazza si avvicinò, venne illuminata anche lei dalla
tenue luce, indossava una camicia da uomo nera che le arrivava a malapena a
metà coscia, le lunghe gambe da gazzella lasciate ben in vista.
Aveva
lunghi capelli blu notte tutti sfilati, le arrivavano fino al fondo schiena, le
orecchie da gatto si mossero, si sedette su un’altra poltrona scrutando con i
grandi occhi neri l’uomo davanti a lei –Ricordi-
L’uomo
la scrutò –Cioè?-
Lyeen
prese una sigaretta dal pacchetto accendendosela -Roky il dolore non se ne va-
-E
mai se ne andrà piccola, soprattutto con il nostro
modo di vivere-
-Ah
grazie, ora si che sto molto meglio- soffiò
sarcastica.
-Di
niente Lyn- ghignò spegnendo la cicca nel posacenere –Ho ricevuto ordini da
Jessica, domani ci vediamo-
-Che dobbiamo fare?-
-Un
mercantile, si porta dietro un bel bottino e in più dei documenti riguardanti
un certo Carmine-
La
mora alzò un sopracciglio –Chi è?-
-Un
mafioso credo…E a giudicare dal nome deve essere
Italiano…Ma lo sai meno si sa più si vive…Comunque Jessica vuole che lo
recuperiamo senza errori-
-Quella
donna è troppo viziata per conto mio- ciccò nel
posacenere.
-Trovami
una donna che non lo è-
-Io-
disse con una smorfia divertita-
-Non
ti sei mai sentita quando vuoi una nuova arma?-
-Hn…-
si alzò –Buona notte Roky- e la ragazza silenziosamente se ne
andò venendo inghiottita dall’oscurità del corridoio.
“Certi
momenti sono buoni per morire…
Dipende solo da cosa ci si lascia alle spalle…
Se
vale lottare per vivere o se guardandosi indietro
Non
si vede neanche più da dove si è partiti”