Seppe che qualcosa non andava quando non la vide a cena, ma smise di
preoccuparsene in quanto non aveva nessuna logica ragione per farlo. In
seguito lei non venne nella sua camera, e anche questo probabilmente
era solo un caso, così si disse di non comportarsi da idiota
e di stare semplicemente zitto; l’avrebbe vista a colazione,
dopotutto. Se non fosse per il fatto che lei non si fece vedere nemmeno
a colazione, e suo fratello sembrava essere così depresso
che a mala pena toccava il suo cibo mentre Potter e Granger
praticamente strisciavano sul suo grembo per cercare di farlo sentire
meglio.
Non ci mise molto a scoprire che uno dei maggiori fratelli Weasley era
stato ferito, forse ucciso. Le fonti erano in disaccordo su quale delle
due opzioni, ma lui sapeva che Ginny amava ognuno di quei buoni a nulla
e, quindi, anche se la notizia fosse esagerata, lei ne avrebbe sofferto
in ogni caso. Lanciando un ringhio e un’occhiataccia al
maledetto trio che avrebbe dovuto consolare Ginny invece di
dimenticarsi di lei totalmente assorbiti dai proprio affari, Draco
tornò nella sua stanza. Scrisse un veloce appunto a Piton,
informandolo di sentirsi improvvisamente male, poi con un incantesimo
produsse un’immagine di lui che dormiva. Prendendo la sua
scopa e il mantello dell’invisibilità, ricevuto
quando sua madre aveva deciso che Potter non avrebbe dovuto avere
più di quello che aveva il suo bambino, lasciò la
stanza e si diresse velocemente verso la più vicina uscita.
Non fu difficile raggiungere la torre dei Grifondoro, in quanto alcune
volte l’aveva riaccompagnata a “casa”
volando, e sapeva quindi la strada. La principale difficoltà
fu il fatto che la finestra era chiusa e c’era sufficiente
vento a dargli problemi a togliere una mano dalla scopa il tempo
necessario ad usare la bacchetta. Infine decise semplicemente di dare
dei colpetti alla finestra, lasciando spuntare un poco dei suoi capelli
biondi dal cappuccio del mantello.
“Draco?” chiese, spalancando la finestra e
sporgendosi leggermente, come se avvicinandosi sarebbe riuscita a
vedere attraverso il mantello dell’invisibilità.
Lui approfittò della sua momentanea confusione per volare un
po’ più in alto, sfiorando le sue labbra e
sentendo il sale che le sue lacrime avevano lasciato dietro. Lei
sospirò e disse il suo nome di nuovo prima di arretrare,
permettendogli di entrare nella stanza attraverso la finestra aperta.
Ora che era lì, tuttavia, non sapeva cosa dire.
“Ginny, io…”
“E’ Bill,” disse lei, cercando di
mantenere la calma nonostante le lacrime che avevano ricominciato a
scendere sul suo volto. “Si trovava in missione, cercando di
rimuovere un qualche tipo di maledizione, e ora
è…è scomparso.”
La mente di Draco correva mentre cercava di pensare a qualcosa, a
qualunque cosa che potesse aiutare. Spezzare maledizioni era un compito
pericoloso il più delle volte, per non parlare del fatto che
ne venivano quotidianamente sviluppate di nuove dai maghi oscuri con
l’intento di distruggere i nemici, incuranti di ferire
eventuali innocenti nel processo. Solamente i migliori arrivavano alla
vecchiaia , e non erano insoliti gli spezza-maledizioni che
semplicemente sparivano, senza essere mai più visti o senza
averne più notizie. “Forse…Forse
posso…”
“Oh, Draco,” disse lei, appoggiando la fronte
contro il suo petto, “Non c’è niente da
fare, e tu lo sai. Dobbiamo solo…aspettare e
vedere.” Ginny indietreggiò, cercando di formare
sul suo volto un sorriso rassicurante. “Tu non dovresti
saltare le lezioni per questo, comunque. Non avevi un importante
compito di Aritmanzia?”
“Al diavolo Aritmanzia!” disse Draco, accigliato.
“Tu sei importante, e sì, dovrei saltare le
lezioni per questo.”
Lei si morse il labbro e cercò di allontanarsi, ma lui
portò le sue braccia intorno a lei, tirandola vicino a
sé. Guardando indietro per controllare i suoi passi, si
sedette sul letto più vicino, facendola sedere sul suo
grembo, mentre lui portava la testa di lei nell’incavo del
suo collo, e nascose le sue labbra nei suoi capelli. Sussurrando, disse
“Non vedi? Se tu stai male, io sto male. E’ solo
per interesse personale che io ho bisogno di stare con te, anche se non
posso fare niente per farti sentire meglio.”
A questa affermazione le uscì un lacrimoso risolino, il suo
respiro solleticava il suo collo prima che lei alzò la sua
testa per guardarlo.
“Stupido Serpeverde.”
“Sempre,” disse lui, lasciando un bacio sulla punta
del suo naso. “Ora fai la brava e dimmi cosa posso fare per
te, così che possa sentirmi un po’ meno
inutile.”
Le sue labbra si piegarono e lei ricominciò a piangere, le
sue braccia strette attorno alla vita di Draco mentre le sue lacrime
bagnavano la stoffa della sua maglietta. “Stringimi, per
favore,” riuscì a dire, e le braccia di lui si
strinsero intorno a lei mentre sussurrava, “Non hai nemmeno
bisogno di chiederlo.”