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Autore: Mynuet    30/12/2007    2 recensioni
Draco non può riparare ciò che è sbagliato, ma può esserci per Ginny.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Seppe che qualcosa non andava quando non la vide a cena, ma smise di preoccuparsene in quanto non aveva nessuna logica ragione per farlo. In seguito lei non venne nella sua camera, e anche questo probabilmente era solo un caso, così si disse di non comportarsi da idiota e di stare semplicemente zitto; l’avrebbe vista a colazione, dopotutto. Se non fosse per il fatto che lei non si fece vedere nemmeno a colazione, e suo fratello sembrava essere così depresso che a mala pena toccava il suo cibo mentre Potter e Granger praticamente strisciavano sul suo grembo per cercare di farlo sentire meglio.

Non ci mise molto a scoprire che uno dei maggiori fratelli Weasley era stato ferito, forse ucciso. Le fonti erano in disaccordo su quale delle due opzioni, ma lui sapeva che Ginny amava ognuno di quei buoni a nulla e, quindi, anche se la notizia fosse esagerata, lei ne avrebbe sofferto in ogni caso. Lanciando un ringhio e un’occhiataccia al maledetto trio che avrebbe dovuto consolare Ginny invece di dimenticarsi di lei totalmente assorbiti dai proprio affari, Draco tornò nella sua stanza. Scrisse un veloce appunto a Piton, informandolo di sentirsi improvvisamente male, poi con un incantesimo produsse un’immagine di lui che dormiva. Prendendo la sua scopa e il mantello dell’invisibilità, ricevuto quando sua madre aveva deciso che Potter non avrebbe dovuto avere più di quello che aveva il suo bambino, lasciò la stanza e si diresse velocemente verso la più vicina uscita.

Non fu difficile raggiungere la torre dei Grifondoro, in quanto alcune volte l’aveva riaccompagnata a “casa” volando, e sapeva quindi la strada. La principale difficoltà fu il fatto che la finestra era chiusa e c’era sufficiente vento a dargli problemi a togliere una mano dalla scopa il tempo necessario ad usare la bacchetta. Infine decise semplicemente di dare dei colpetti alla finestra, lasciando spuntare un poco dei suoi capelli biondi dal cappuccio del mantello.

“Draco?” chiese, spalancando la finestra e sporgendosi leggermente, come se avvicinandosi sarebbe riuscita a vedere attraverso il mantello dell’invisibilità. Lui approfittò della sua momentanea confusione per volare un po’ più in alto, sfiorando le sue labbra e sentendo il sale che le sue lacrime avevano lasciato dietro. Lei sospirò e disse il suo nome di nuovo prima di arretrare, permettendogli di entrare nella stanza attraverso la finestra aperta.

Ora che era lì, tuttavia, non sapeva cosa dire. “Ginny, io…”

“E’ Bill,” disse lei, cercando di mantenere la calma nonostante le lacrime che avevano ricominciato a scendere sul suo volto. “Si trovava in missione, cercando di rimuovere un qualche tipo di maledizione, e ora è…è scomparso.”

La mente di Draco correva mentre cercava di pensare a qualcosa, a qualunque cosa che potesse aiutare. Spezzare maledizioni era un compito pericoloso il più delle volte, per non parlare del fatto che ne venivano quotidianamente sviluppate di nuove dai maghi oscuri con l’intento di distruggere i nemici, incuranti di ferire eventuali innocenti nel processo. Solamente i migliori arrivavano alla vecchiaia , e non erano insoliti gli spezza-maledizioni che semplicemente sparivano, senza essere mai più visti o senza averne più notizie. “Forse…Forse posso…”

“Oh, Draco,” disse lei, appoggiando la fronte contro il suo petto, “Non c’è niente da fare, e tu lo sai. Dobbiamo solo…aspettare e vedere.” Ginny indietreggiò, cercando di formare sul suo volto un sorriso rassicurante. “Tu non dovresti saltare le lezioni per questo, comunque. Non avevi un importante compito di Aritmanzia?”

“Al diavolo Aritmanzia!” disse Draco, accigliato. “Tu sei importante, e sì, dovrei saltare le lezioni per questo.”

Lei si morse il labbro e cercò di allontanarsi, ma lui portò le sue braccia intorno a lei, tirandola vicino a sé. Guardando indietro per controllare i suoi passi, si sedette sul letto più vicino, facendola sedere sul suo grembo, mentre lui portava la testa di lei nell’incavo del suo collo, e nascose le sue labbra nei suoi capelli. Sussurrando, disse “Non vedi? Se tu stai male, io sto male. E’ solo per interesse personale che io ho bisogno di stare con te, anche se non posso fare niente per farti sentire meglio.”

A questa affermazione le uscì un lacrimoso risolino, il suo respiro solleticava il suo collo prima che lei alzò la sua testa per guardarlo.
“Stupido Serpeverde.”

“Sempre,” disse lui, lasciando un bacio sulla punta del suo naso. “Ora fai la brava e dimmi cosa posso fare per te, così che possa sentirmi un po’ meno inutile.”

Le sue labbra si piegarono e lei ricominciò a piangere, le sue braccia strette attorno alla vita di Draco mentre le sue lacrime bagnavano la stoffa della sua maglietta. “Stringimi, per favore,” riuscì a dire, e le braccia di lui si strinsero intorno a lei mentre sussurrava, “Non hai nemmeno bisogno di chiederlo.”   



 
  
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