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Autore: Jessica Fletcher    14/06/2013    2 recensioni
Qualcuno è in cerca di vendetta e il suo obbiettivo sono Ryan, Natalia e la loro figliola adottiva Olivia.
Questo porterà a separazioni dolorose e a momenti pieni di angoscia e problemi.....
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Ryan Wolfe, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ryan e Natalia'
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wolfe in trappola

Wolfe in trappola


La minaccia

Dal giorno in cui l'aveva presa in braccio per la prima volta, mesi addietro, il rapporto fra Ryan e Olivia era cambiato radicalmente. Adesso la piccola adorava letteralmente il suo "papi", come lo chiamava e lo cercava sempre più spesso. Questo mandava Ryan al settimo cielo, aveva sempre desiderato essere padre e avere dei bambini a cui badare e con i quali giocare e, ora che c'era riuscito, sentiva che la propria vita era veramente perfetta.
Certo la piccola era ancora traumatizzata e, nonostante andasse regolarmente dallo psicologo, il ricordo delle violenze subite fino solo a pochi mesi prima si rifaceva prepotentemente vivo, ma adesso aveva due genitori adottivi disposti a prendersi cura di lei. La notte, quando si svegliava urlando per gli incubi, i due facevano a turno per andarla a consolare, ma mentre Natalia rimaneva  nella cameretta, si inginocchiava davanti al lettino e la accarezzava e coccolava fino a quando non aveva ripreso sonno, Ryan la prendeva in braccio e, tante volte, se la portava nel lettone matrimoniale. Finiva così che Olivia passava il resto della notte aggrappata a lui, e questo a Ryan non dispiaceva affatto: sentire così fortemente la fiducia che quella bambina riponeva in lui non aveva quasi prezzo.
"Finirai col viziarla, questa creatura" gli diceva Natalia, ammonendolo;
"Lo so, ma mi piace viziarla un po'. I suoi primi anni di vita sono stati un incubo, ora non voglio altro che renderla felice" era la riposta e la giovane donna non riusciva più a ribattere; come si poteva ribattere ad una risposta del genere?

L'avevano iscritta alla "preschool" che la piccola frequentava senza battere ciglio anche se non erano del tutto sicuri se veramente le piacesse e facevano a turno ad andarla prendere, una volta finite le lezioni, anche perché avevano entrambi ripreso a lavorare a tempo pieno.

Tutto sembrava andare per il meglio quando quel pomeriggio.....erano quasi le quattro, Ryan aveva appena finito il turno e stava per andare a prendere Olivia a scuola, quando l'impiegata alla reception gli consegnò una lettera a lui indirizzata. Il giovane agente l'aprì con una certa curiosità ma, nel leggerla impallidì subito e il suo viso si fece sempre più preoccupato, proprio in il televisore nella sala trasmise questa notizia:

"Ivan Sarnoff, accusato di associazione a delinquere, è stato rilasciato oggi dal carcere a causa di un
vizio procedurale emerso durante il processo in appello. Il suo avvocato è
riuscito a fare cadere i principali capi di imputazione e il signor
Sarnoff  da oggi è un uomo libero"

"NO!" esclamò Ryan quasi urlando mentre lasciava cadere a terra la lettera che teneva in mano, la raccolse Horatio che era il più vicino a lui in quel momento e incominciò a leggerla. Sulla missiva c'era scritto, con caratteri ritagliati dai giornali:

"Ci rivedremo presto, signor Wolfe,
vedo che hai messo su una bella famigliola. Sarà mio grande
piacere intrattenermi con la tua bella moglie e con la vostra bambina.
I.S."

"Signor Wolfe, dobbiamo parlare" disse Horatio in un tono che non ammetteva repliche.

Li aveva radunati tutti nel suo ufficio, tutti escluso Frank che era stato mandato a prendere Olivia a scuola ("Ma se non vede me o Natalia si spaventerà" aveva protestato Ryan, "Meglio spaventata che in pericolo" aveva ribadito Horatio);
"Loro ......sanno tutto?" Ryan aveva esordito con una domanda;
"Sì, signor Wolfe. Sanno tutto, era mio dovere avvertirli. Ne hai parlato con tua moglie?";
"Affermativo. Tempo fa mi aveva chiesto il perché della cicatrice che ho sul petto e le ho risposto" Ryan preferiva non dilungarsi, non amava molto rievocare quell'episodio della sua vita. Anni addietro era stato rapito dagli uomini di Sarnoff i quali gli avevano fatto passare qualche ora assai spiacevole, per dirla con un eufemismo. E ora Sarnoff era di nuovo in campo e minacciava non solo  lui ma anche la sua famiglia e questo Ryan non poteva permetterlo.

"Allora, signori" intervenne Horatio "cosa facciamo?  Qualcuno ha delle proposte?"
"Beh, io ho sempre quella casa a Puerto Rico. Wolfe, Natalia e la piccola potrebbero rifugiarsi lì" propose Eric;
"E stare sempre nascosti, e magari continuare a fuggire per tutta la vita, avendo sempre paura di venire scoperti? No, non se ne parla" Ryan aveva le idee chiare "Quella non sarebbe più vita, sarebbe un inferno, un'angoscia perenne. E poi io non mi nascondo, io non scappo; non gliela do' vinta. I russi è me che vogliono, sono io che, secondo loro, li ho traditi. E me avranno!";
"Cosa intendi dire, Ryan? " Natalia era molto preoccupata;
"Che tu e la piccola ve ne andate dirette a Puerto Rico, e rimarrete lì per qualche tempo, per poco tempo, spero. Io....beh: io farò da esca. Se veramente quei bastardi vogliono vendicarsi, mi verranno a cercare e mi troveranno....puoi starne  sicura"
"E troveranno tutta la squadra, vero Horatio?" era stato Walter a parlare;
"Certamente signori. Troveranno tutta la squadra! Non permetteremo a Sarnoff di ritornare a fare i suoi sporchi affari a Miami, non gli permetteremo di prenderci ancora per il naso o, peggio" e qui li guardò tutti ad uno ad uno: molti di loro avevano avuto a che fare con la mafia russa e tutti ne avevano subito conseguenze più o meno serie e dolorose;
"Ma Ryan, così ti metti in pericolo!" Natalia era sempre più preoccupata "non ti lascio solo in questo momento. Resto con te!";
"No, tu devi pensare ad Olivia, e......ascolta Natalia, se succedesse qualcosa ad entrambi, allora la nostra bambina si ritroverebbe sola. Non voglio che soffra ancora quello che ha dovuto patire in passato. Se io......se io non ce la dovessi fare, lei almeno avrebbe te. Avrebbe la sua mamma a prendersi cura di lei, ad amarla, coccolarla, volerle bene, farla crescere in modo appropriato.  Non finirebbe in un istituto, o in una casa famiglia o in qualche altro posto del genere dove chissà come la tratterebbero, ci pensi?.... no....non è giusto, lei non ce la farebbe, non adesso che sa cosa vuole dire essere amata. Vai via con lei, portala lontano da qui, lontano da ogni pericolo; dalle tutto l'amore che puoi. Spero che la cosa si risolva in breve tempo, che io riesca a vincerla, questa battaglia. Poi potrete ritornare e saremo di nuovo insieme, ritorneremo ad esser una famiglia e resteremo insieme fino che Dio vorrà. D'accordo? Fallo per me Natalia, non credo che potrei sopportare di sapervi in pericolo. Ok?".
La giovane donna annuì col capo, una lacrima che le scivolava sul viso. La asciugò in fretta, non voleva che lui la vedesse piangere "posso portare con me mia sorella Anjia? " chiese poi, "mi darebbe una mano con la piccola e mi sentirei meno sola,  e poi Olivia la adora";
"Certo che puoi, Natalia" rispose Eric, "Tutto quello che vuoi";

"Grazie Eric" era Ryan a parlare "grazie, amico, per quello che fai per noi";
"Di niente. Ryan, ricordi quella sera quando ho detto che siamo come una famiglia? Beh, nelle famiglie ci si aiuta, da sempre: da che mondo è mondo. Voglio un sacco di bene a Natalia, lo sai, e sono molto affezionato alla vostra bambina. Quanto a te, a volte litighiamo, è vero. Ma ti considero quasi un fratello" e, così dicendo, gli pose affettuosamente una mano sulla spalla.

Natalia e Oliva partirono per Puerto Rico quella sera stessa, aspettare avrebbe potuto diventare pericoloso, estremamente pericoloso. Era meglio per loro prendere il primo aereo disponibile.
Ryan le accompagnò all'aeroporto, dapprima baciò Olivia, prendendola in braccio;
"Ciao, patatina mia. Mi raccomando fai la brava, non fare arrabbiare la mamma e la zia, non ti allontanare da loro qualsiasi cosa accada e....pensami qualche volta, OK? Promettimi che tutte le sera penserai al tuo papi e che...." la voce di Ryan si spezzò per un attimo "che dirai una preghiera anche per lui";
"Papi, ma io dico sempre una preghiera per te, per te e per mamma Nat. Tutte le sere....ma perché non vieni in vacanza con noi?";
"Perché ho tanto da fare al lavoro. Ho una cosa molto complicata da fare, tanto tanto difficile non posso venire... ....ora, ora dammi un bacino, piccola mia" .
La bimba gli circondò il collo con le piccole braccia e gli diede un sonoro bacione sulla guancia; "Ti voglio tanto bene, papi" gli disse poi;
"Te ne voglio tanto anch'io, patatina. Sei la mia bimba, la mia bimba speciale. Non dimenticarlo"  rimase a tenerla fra le braccia ancora per un po', poi lasciò che Anjia la portasse a prendere un gelato e rimase solo con Natalia.

"Beh, ok, ciao Nat. Cerca di farmi sapere quando siete arrivate ma non telefonare a me direttamente, chiama Calleigh o Eric, loro sapranno dirmi. Potrei avere il telefono sotto controllo e non vorrei che riuscissero a  rintracciarti. Abbi cura di Olivia, ci vediamo presto e........." oh, dannazione ma chi sto prendendo in giro? Cerco di fare il disinvolto ma  dentro sto morendo....
Ryan cercava di fare finta di niente, come se quella partenza fosse solo per una semplice vacanza, perché sapeva benissimo che, se avesse lasciato spazio ai suoi sentimenti, allora il distacco dalla donna che amava sarebbe stato estremamente doloroso. E non sapeva se ce l'avrebbe fatta a non commuoversi....non voleva che lei lo vedesse con le lacrime agli occhi; si sarebbe preoccupata e non avrebbe più voluto partire.
Questo Ryan non avrebbe potuto permetterlo, sapeva bene che cosa quelle persone erano in grado di fare, lo aveva sperimentato sulla sua pelle, non avrebbe potuto sopportare che accadesse qualche cosa di male a sua moglie o alla loro bambina. Ma non poteva nemmeno lasciare andare via Natalia senza abbracciarla ancora una volta, senza baciarla, tenerla stretta, sentirla come parte di se stesso. Così le appoggiò appena le mani sui fianchi e la attirò verso di se, ella gli buttò le braccia al collo, appoggiò la testa sulla sua spalla, rimase così, quasi immobile per qualche istante. Poi gli disse, quasi sottovoce con la bocca seminascosta contro al suo corpo:
"Ryan, promettimi che farai di tutto per uscirne vivo. Che non farai come al tuo solito di testa tua per poi pagarne amare conseguenze. Non fare l'eroe: il mondo non ha bisogno di eroi mentre la tua famiglia ha bisogno di te...... io ho bisogno di te! Cerca di rimanere .....ma no, che dico?.....ti obbligo a rimanere tutto intero. E adesso baciami, baciami un'ultima volta prima di......di chissà quando"
Si baciarono con forza, quasi disperatamente, con nel  cuore il segreto timore che quel bacio potesse essere l'ultimo; Ryan aveva un nodo alla gola che sembrava quasi strozzarlo mentre sentiva  sulle labbra il sapore salato delle lacrime che entrambi stavano condividendo in quel lunghissimo momento.

Si fermarono a riprendere fiato, l'altoparlante stava annunciando il volo per Puerto Rico e Anjia e Olivia stavano aspettando Natalia in fondo al corridoio, presso il cancelletto di ingresso. Ma loro due non riuscivano a staccarsi l'uno dall'altra, non ce la facevano proprio ....eppure non avevano altra scelta.

"Abbi cura di te, Natalia, di te e della nostra piccola. Vedrai che andrà tutto bene";
"Abbi cura di te, Ryan. A presto, amore mio";
"Ciao, Nat. Vai e non voltarti indietro, perché non so se, rivedendo i tuoi occhi, avrei ancora la forza di lasciarti partire".
Lei fece quasi il movimento di andarsene, poi si fermò per buttargli nuovamente le braccia al collo e la bocca contro la sua per un ultimo, appassionato bacio dal quale si distaccò quasi con violenza.  Si voltò, infine, e corse via con le lacrime agli occhi, senza più girarsi indietro.

Dalla terrazza dell'aeroporto, Ryan le vide salire sulla scaletta dell'aereo. Sembrava un qualsiasi cittadino che aveva accompagnato la propria figlia e la propria moglie alla partenza per una vacanza ma non era vero....la sua realtà era molto più difficile e pericolosa. Mandò un bacio, da lontano alle sue donne e si incamminò verso l'uscita. Una volta nel parcheggio sospirò, accorgendosi di avere gli occhi umidi; li asciugò con il palmo della mano.

La sfida che aveva davanti poteva rivelarsi mortale, lui ne aveva paura ma non poteva tirarsi indietro.
Okay, ci siamo.....adesso sta a me....che il cielo mi assista.


Salve a tutti/e .
Eccomi qui con una nuova Wolvista, la storia sarà di due capitoli. Stasera posto il primo  e per il secondo dovrete aspettare qualche giorno.
Sarà molto movimentato, soprattutto per Ryan (ne uscirà vivo?) e ho bisogno di un po' di tempo per scriverlo bene.
Inoltre vado in vacanza alcuni giorni, quindi non ve la prendete se non rispoderò alle recensioni (non che ce ne siano tante, comunque)

Saluto il mio kiwi

A presto
Ciao
Love
Jessie


Spero che vi piaccia....

  
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