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Autore: itsabluelove    14/06/2013    9 recensioni
Credo che se ci fosse stata almeno una favola centrata sull'amore tra un principe ed un principe il mondo, di sicuro sarebbe meno omofobo.
I CONTENUTI DI QUESTA STORIA SONO TOTALMENTE FIABESCHI, PER CUI NON ESISTE ALCUN FIUME CAPACE DI TRASFORMARE LE PERSONE IN... oh, se volete saperlo, la storia è qui per essere letta!
Genere: Comico, Fluff, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera gente.
Non so da dove tutto questo sia uscito fuori, la mia fantasia è così illimitata!
So solo che vorrei davvero una fiaba che tratti di un amore tra uomo e uomo, sarebbe così educativo...
Non intendo annoiarvi, già sapete che io non mi ritengo brava a scrivere, ma mi piace da morire farlo.
Accetto critiche, pomodori, insalata, non zucchine, quelle sono dure D:
Love you all, Consu







C'era una volta, in un regno incantato nella lontana Sassilandia, un bambino di nome Harry, che alla morte del proprio padre, sarebbe diventato re. Harry aveva dei dolci boccoli neri come la pece, dei grandi occhi verdi come lo smeraldo e la pelle bianca come il latte appena munto. Pur essendo pressoché un neonato, in città tutti conoscevano il suo nome e tutti, da lui, si aspettavano grandi cose.
All'età di sedici anni, Harry era un giovanotto rispettato da tutti, desiderio di tutte le fanciulle a palazzo e di quelle in campagna. Amava cavalcare il suo purosangue Nick, a cui si divertiva tingere la criniera di rosa; amava sfidarsi a duello con il giovane Niall, figlio del medico di corte; amava anche stendersi al sole, con una coroncina di margherite sui capelli ed un vecchio libro di Jane Austen aperto sulle ginocchia. Ma più di tutto, Harry amava la libertà.

Un bel giorno, in un periodo d'allerta per il regno, dove si vociferava di una bestia feroce che divorava i raccolti dei poveri contadini e distruggeva gli attrezzi dei poveri artigiani, Harry, stanco delle quattro mura della sua stanza, decise di scappare per una notte dal castello. Scese nelle cucine, recuperò due pagnotte e dell'acqua, assicurandosi di non essere visto da nessuno. Una volta tornato in camera, si disfò dei suoi vestiti sfarzosi da principe, indossando i pantaloni e la casacca che era solito usare sotto l'armatura da scherma. Diede un'ultima scrollata ai suoi ricci, addobbati con l'immancabile coroncina di fiori, issò il lenzuolo bianco alla finestra e si calò, con attenzione, verso il prato sempreverde che circondava il castello. Il cielo era ormai colorato a notte, così da permettere al giovane reale di scappare in tutta tranquillità. Si girò verso la fortezza, sospirando dispiaciuto per non poter portare con sé il suo fidato equino, che era tenuto sotto controllo dalle guardie imperiali.

“Torno presto, Grimmy” sussurrò al vento, appellando il suo cavallo con quel nomignolo apparentemente inadeguato.

S'incamminò furtivo verso l'uscita del castello, fingendosi un povero contadino che tornava a casa dalla propria famiglia. Una volta all'esterno, respirò a pieni polmoni, sentendosi finalmente libero.

Nessuno lo riconosceva, la vita notturna della città era movimentata, schiamazzi di persone arrivavano dai pub sporchi, donne formose si offrivano a uomini ubriachi, cani randagi cercavano la propria cena tra i cassoni dell'immondizia. Ma la meta di Harry era la fitta boscaglia, che portava alla riva del fiume Sassoso, dall'acqua rosa e glitterata, che lo avrebbe trasformato, per una notte, in un unicorno verde. Arrivato al margine del bosco, con il cuore che batteva forte per la paura, il giovane principe prese un respiro profondo, armandosi di coraggio ed inoltrandosi in mezzo agli alberi. Ogni scricchiolio di ramo, ogni battito d'ala di un gufo e ogni folata di vento, lo facevano tremare dalla paura, e spesso si ritrovava a saltare dietro ai cespugli per nascondersi. Ma quando dei passi pesanti si fecero sempre più vicini, credette fermamente di morire, spaventato a morte dalla creatura che si presentava davanti ai suoi occhi. Il lupo aveva grandi artigli sulle zampe, grandi zanne sulla bocca, del sangue che gli colava dal muso peloso. Era alto due volte Harry, grosso tre, con il manto scuro e sporco di terra. Ma nonostante il suo aspetto animale, il lupo parlò.

“Come mai stai girando tutto solo per la foresta, honey?” gli chiese, avvicinandosi ancheggiando.

“I-io, non sono solo” balbettò Harry, sperando di impaurire la bestia.

“No? E dove sono le tue guardie, mio giovane principe?” sbatté le ciglia finte, quel lupo cattivo.

“Stanno arrivando, s-sono al fiume” mentì, convincente.

“Strano, io arrivo proprio dalle rive del fiume Sassoso. Hai visto i miei denti? Brillano di glitter dorati.” commentò il lupo, mostrandogli le sue feroci zanne, con un sorriso soddisfatto.

Harry urlò spaventato, arretrando di qualche passo ed andandosi a scontrare contro un albero.

“Non ti voglio fare del male, principe. Volevo solo offrirti questa bella mela rosa, simbolo del regno di Sassilandia e simbolo del mio rispetto verso il re e la regina.” e così dicendo, porse verso il giovane una mela rosa.

Nonostante le numerose raccomandazioni, Harry ragionò. Un lupo con il mascara e un atteggiamento omosessuale, poteva essere mica cattivo? Accettò, dicendo “Oh, grazie.” ingenuamente e morsicando la mela.

Ciò che vide poi fu un arcobaleno, tanti unicorni che lo invitavano ad unirsi con lui ed infine il buio.



Intanto, immerso con un costume lilla e blu, nuotava spensierato un giovane garzone di nome Louis, trasformatosi, grazie ai poteri dell’acqua colorata del fiume, in un unicorno. Con degli occhi celesti come il cielo e la criniera castana come la noce, Louis era il parrucchiere della città, conosciuto e apprezzato da tutti. Quella notte, stanco del troppo lavoro e delle troppe chiacchiere delle comari casalinghe, si era recato al fiume Sassoso, per rilassarsi in tutta tranquillità.

'Questo fiume è davvero favoloso' pensò, trotterellando gayosamente sino alla riva e stendendosi su di un telo turchese.

“Credo che tornerò a casa, sono davvero troppo stanco, le mie unghie si stanno per spezzare!” ragionò ad alta voce.

Le zampe gli si trasformarono in gambe e braccia, il viso assunse i suoi tratti caratteristici ed il suo sedere tornò come scolpito sulla pietra.
Decise allora di incamminarsi verso la via del ritorno. Ma proprio nel fitto del bosco, incontrò il lupo, che era intento a rubare una coroncina di fiori dai capelli di un giovane ragazzo.

“O mio dio!” strillò Louis, portandosi le mani in volto e tremando dalla paura “non mi mangiare brutto lupo cattivo!”

“Stai tranquillo” disse quello facendo ondeggiare una mano “se non hai dei fiori con te, non ti farò del male.”

“Ti prego, ti prego” lo supplicò “vai via, ho troppa paura e dal terrore sarò costretto a mangiarmi le unghie e quale sacrificio! Solo stamattina ho concluso la mia manicure!”

E dopo queste preghiere, il lupo, sculettando e sbuffando, se ne andò.
Louis rimase solo nella foresta, stava per tornare a casa ma si ricordò del corpo disteso sull'erba. 'E' davvero bellissimo' pensò, avvicinandosi.

“Ehi, bel ragazzo, svegliati” lo scosse dalle spalle.

Quello non reagì e allora Louis, per poterlo riconoscere, gli scostò i capelli dalla fronte.

“Oh mio dio!!” urlò, sconvolto “ma costui è il giovane, bellissimo, affascinante, grandioso, perfetto principe Harry! Per quante notti ho sognato le sue labbra sulle mie! Per quanti pomeriggi ho immaginato le sue mani sulla mia pelle! Ed eccolo qui, inerme, così che io possa toccarlo come mai ho osato pensare” e così dicendo gli accarezzò le guance e la fronte.

Poi si guardò intorno con fare circospetto, verificò che nessuno fosse lì e si chinò sulle labbra rosse del principe svenuto, credendosi lui stesso un principe che risveglia la sua principessa.

Quello, al contatto con la bocca di Louis, si svegliò dal sonno profondo, aprendo piano i verdi occhi e stiracchiandosi le membra.

“Dove sono?” chiese confuso.

“Principe Harry, mi dispiace così tanto” Louis si allontanò, spaventato dalla reazione che Harry avrebbe sicuramente avuto nel vedere che era solo uno stupido garzone.

“No!” lo prese per un braccio, bloccandolo “non andartene! Il tuo bacio mi ha risvegliato, io ti sarò riconoscente per il resto della mia vita.” e detto questo, congiunse nuovamente le loro labbra.

“Svelami il tuo nome, ragazza” disse poi il principe, sorridendo ammaliato.

“Ragazza?” chiese confuso Louis, sbattendo le palpebre sorpreso “io sono un ragazzo!” sbuffò poi, posandosi una mano sul cuore, infastidito.

“Un-un ragazzo?” Harry arretrò di qualche passo, confuso quanto Louis “ma il tuo viso è così femminile, la tua voce è quasi dolcemente stridula… Sicuro di non essere una principessa?”

“I-Io…” tentò di spiegare Louis, ma Harry lo zittì con un dito sulle labbra.

“Sei molto bello, come ti chiami?”

“Louis, ma…”

“Louise, vuoi essere la mia Louise?” chiese speranzoso il principe, con occhi lucidi.

“Principe Harry…” incominciò Louis, in imbarazzo “io sono un povero garzone, non un princi… scusi, una principessa” abbassò lo sguardo, parlando a bassa voce “non sono degno né di essere donna, né tantomeno di passare la mia vita al suo fianco.”

“Lou, io ti ordino di stare con me.” decretò allora Harry, avvicinandosi a lui.

“Ma…” tentò il più povero, soppesando la sua volontà. Voleva davvero rinunciare all’essere un uomo per sposarsi con il giovane, bellissimo, affascinante, grandioso, perfetto principe Harry?

“Niente ma. Andiamo, ti porto a corte, così che le mie serve ti rendano bella come mai sei stata.”

“Principe Harry, aspetti!” gli afferrò un braccio costringendolo a voltarsi. “Se vuole prendermi per il resto della sua vita con me, dovrà farlo per quello che io realmente sono: un ragazzo, a cui piacciono i maschi certo, ma pur sempre uomo.”

Harry lo guardò profondamente e Louis sentì che presto l’avrebbe perso. Stava per darsi mentalmente dello stupido quando quello disse: “Ok, vorrà dire che io farò la principessa. Andiamo Louis, abbiamo un matrimonio da programmare."

E così dicendo, i due ragazzi, presi per mano, tornarono a castello.


La corte in quei giorni era immersa nel matrimonio più stravagante e fiorito del secolo. Principe Harry, o meglio principessa Harry (così come lui voleva essere chiamato) nel giorno delle nozze, indossava uno sfarzoso abito bianco, con ricami floreali e la sua immancabile coroncina di margherite tra i ricci scuri. Invece Louis, lo sposo più fortunato del mondo, era tanto nervoso dentro ai suoi pantaloni e alla sua giacca scura, da sudargli le mani. Si sentiva inadeguato, inferiore, troppo povero. Ma quando, una volta davanti al Re e alla Regina, vide il suo futuro marito con le gote rosse e le fossette ai lati di un sorriso splendente, seppe che la vita, a volte, ti dona dei regali immensi, che tu sia povero o ricco non importa, ciò che conta è la tua libertà di amare con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, chiunque tu voglia, che sia un principe o un pirata. Perché quando un amore è vero, non ha pregiudizi e non ha limiti. Non fa distinzioni, è cieco, guidato solo dal destino.
E Louis, che pensava essere vittima di un destino crudele, ha scoperto ciò che veramente il fato aveva in serbo per lui: una famiglia e tanto, tanto amore.
Fu così che, una volta scambiate le promesse per un amore eterno, i due, marito e marito, vissero per sempre felici e contenti.
  
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