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Autore: itsRori    15/06/2013    3 recensioni
||storia scritta da itsRori e Ollysangel ||
-Ridammela!-ringhiò a denti stretti Tom aspettando una risposta da Jade.
-Neanche per idea.-ringhia pure lei.
La guerra è cominciata.
Vidi la schiena di Rachel aderire al muro ed un Tom abbastanza incazzato che la brucia con lo sguardo.
Avevo paura,non sapevo cosa fare.
La vedevo respirare a fatica e la cosa,dati i suoi attacchi di asma,mi stava spaventando terribilmente.
Lo stava guardando negli occhi,era la prima volta,da quando la conosco,che la vedo spaventata.
Si avvicinò ancora pericolosamente a lei incenerendola con lo sguardo.
-Ti fa male.-gli disse con le lacrime agli occhi.
Aveva paura. Il terrore era impresso nei suoi occhi neri come la pece.
-Non sono affari tuoi.-sputò acido stringendo sempre di più i pugni.
Si mordeva le labbra per non piangere,non voleva cedere. La conoscevo. Non si sarebbe mai mostrata debole,non di fronte a noi.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jay McGuiness , Nathan Sykes , Tom Parker
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Nathan

 

Gloucester
Era un sabato sera freddo e triste,così io ed i miei amici decidemmo di passare la serata a bere birra come se non ci fosse un domani.
Io avevo bevuto solo una bottiglia,ma sentivo già la sbronza addosso. Jay ne aveva bevute giusto tre,mentre le rimanenti sei bottiglie,Tom.
Non doveva ridursi così per una ragazza,anche se lei era la mia migliore amica da circa sedici anni e la sua ex fidanzata.
-Hey ragazzi,sono arrivata.-ecco che arriva la vera anima delle mie feste.
Era lei,la mia migliore amica. Era Rachel.
-Finalmente sei arrivata.-le andai in contro abbracciandola.
Ero felice che fosse arrivata,lei riusciva sempre a risollevare il morale di una serata spenta,triste. A qualsiasi ora del giorno tu la chiamassi,lei arrivava infondendo felicità.
-Sono arrivata subito perché mi trovavo nei paraggi.-mi sorrise sedendosi sulle mie gambe.
Era una vera teppista,a sedici anni,alle quattro di notte girava per i quartieri,anche quelli più pericolosi,di Gloucester.
Non ha paura di niente dopo aver visto i suoi genitori morire sotto i suoi occhi alla tenera età di dieci anni. Era una ragazza autonoma per essere solo al secondo anno del liceo.
Gli occhi di Tom si fecero lucidi non appena la sua voce si fece più vicina a noi.
Era innamorato,innamorato perso di lei. Era geloso di chiunque la toccava,lei era sua, ma lei pensava di non appartenergli più.
-Ciao Noah.-salutò il riccio di fronte a lei che tornava dalla cucina con una vaschetta di gelato al cioccolato pronto per essere mangiato.
-Ciao dolcezza.-la salutò lui con un bacio sulla guancia facendo digrignare i denti a Tom.
La vidi accennare un sorriso alla figura traballante di Tom. Provavo quasi pietà per lui in quel momento,era ridotto peggio di un vecchio straccio.
-Hey Parker,-lo salutò la rossa seduta sulle mie gambe accarezzandogli dolcemente la schiena-ti rovini il fegato a bere così tanto.-il suo tono era dolce,quasi ovattato.
Aveva visto le bottiglie di fronte a lui,aveva esagerato.
-Ormai la mia vita è già rovinata senza di te.-disse in un sussurro il ragazzo dai capelli neri alla mia sinistra facendole abbassare lo sguardo.
Lo sguardo di Rachel continuava a rimanere fermo sulle sue vans nere quando,sentendo il rumore del passo trascinato di Tom che si dirigeva verso la cucina,balzò in piedi soffiandogli la bottiglia ad appena un soffio dalle mani.
-Ridammela.-disse Tom appoggiandosi al tavolo per non cadere dato il suo precario equilibro. Rachel scosse la testa,sarebbe cominciata una guerra,me lo sentivo.
-Sennò cosa mi fai?-rispose in tono acido la rossa,provocandolo.
Aveva appena commesso lo sbaglio più grande della sua vita;mai mettersi contro Tom quando si parla di alchool.
Tom strinse i pugni facendo diventare le sue nocche bianche,non stava ragionando lucidamente come faceva di solito.
-Non voglio saperlo ora,ma sono pericoloso.-le sue parole erano dette con cattiveria.
Speravo che si arrendesse e gli restituisse la bottiglia così da calmarlo.
“Never back down”-le parole che ogni giorno mi ripeteva quando dovevo affrontare una prova importante mi rimbombavano nella mente.
Volevo che si arrendesse,che lo lasciasse rovinarsi il fegato. Non potevo permettere che lei stesse male per colpa sua.
-Correrò il rischio.-oh Rachel,in che guaio ti stai cacciando?
Nella sua voce non c'era paura,lo stava provocando. Avevo seriamente paura per lei.
Le vene sul collo di Tom divennero più visibili,la paura cresceva in me.
Rachel rimaneva indifferente,si stava solo divertendo.
-Dammela.-disse Tom provando a calmarsi. La rabbia era ardente nelle sue iridi scure e profonde.
Aveva l'inferno negli occhi.
-No.-controbattè decisa.
Guardò Tom negli occhi,stava continuando a sfidarlo.
Se i loro sguardi fossero stati in grado di uccidere,non so chi dei due,sarebbe uscito vivo dal conflitto.
La bottiglia passò nelle mani di Tom facendo digrignare i denti alla quindicenne che si trovava davanti a lui,pronta a riconquistare la bottiglia.
-Finiscila!-esclamò lei furiosamente,riuscendo a toglierle la bottiglia dalle mani.
-Ridammela!-ringhiò a denti stretti Tom aspettando una risposta da Jade.
-Neanche per idea.-ringhia pure lei.
La guerra è cominciata.
Vidi la schiena di Rachel aderire al muro ed un Tom abbastanza incazzato che la brucia con lo sguardo.
Avevo paura,non sapevo cosa fare.
La vedevo respirare a fatica e la cosa,dati i suoi attacchi di asma,mi stava spaventando terribilmente.
Lo stava guardando negli occhi,era la prima volta,da quando la conosco,che la vedo spaventata.
Si avvicinò ancora pericolosamente a lei incenerendola con lo sguardo.
-Ti fa male.-gli disse con le lacrime agli occhi.
Aveva paura. Il terrore era impresso nei suoi occhi neri come la pece.
-Non sono affari tuoi.-sputò acido stringendo sempre di più i pugni.
Si mordeva le labbra per non piangere,non voleva cedere. La conoscevo. Non si sarebbe mai mostrata debole,non di fronte a noi.
-Sei uno dei miei migliori amici,non voglio che tu finisca in coma.-disse con tono dolce cercando di reprimere le lacrime che sarebbero uscite di lì a poco.
Tom le prese i polsi,stringendoli talmente forte da farla gemere di dolore.
-Ridammela.-ringhiò acido mentre alcune lacrime bagnavano le guance di Rachel.
-T-tieni.-mormorò fra le lacrime,scappando.
Ero scioccato,così come Jay...e Tom.
Era la prima volta che la vedevo piangere.
Tom continuava a guardarsi le mani,era sconvolto.
Decisi di seguirla. Uscii di casa con la furia di un uragano per trovarla.
Era lì,seduta sulla panchina fuori da casa mia,stava piangendo.
Senza dire niente,mi avvicinai a lei sentendo il rumore dei suoi singhiozzi e la consistenza delle sue lacrime che penetravano nella sottile stoffa della mia t-shirt dei Bastille.

Tom

Ero un idiota. Un completo idiota.
Era scappata,in lacrime. Non l'avevo mai vista così spaventata da quando la conosco.
Ero un mostro. Ero riuscito a portare alla luce le sue lacrime. Mi facevo schifo da solo.
-Che ti prende!?-strillò Jay riportandomi alla realtà.
Non stavo ragionando,ho agito d'impulso. Non volevo farle del male. Non mi sarebbe mai passato nemmeno nell'anticamera del cervello farle del male.
-N-non lo so.-gli occhi mi si fecero gonfi. Strinsi i pugni sferrandone uno contro il muro,non avrei dovuto reagire come ho fatto con Rachel.
-La ragazza che ami la tratti così!?-aveva ragione. Non dovevo trattarla così. Avevo la mente offuscata dall'alchool,ma questa non era una scusa che potesse giustificare il mio comportamento.
Abbassai lo sguardo. Quello di Jay mi stava incenerendo.
Se fosse stato in grado di uccidermi,non sarei sopravvissuto.
-Posa quella cazzo di birra sul tavolo e vai a sistemare tutto!-il suo tono era severo,duro. Come dargli torto.
Mi presi la testa fra le mani.
Il cervello pulsava all'interno della mia scatola cranica e faceva male.
Non ho mai avuto così tanti pensieri in vita mia.
-Peggiorerei la situazione.-lo farei,ma ho paura.
Non l'ho vista piangere nei due anni che siamo stati insieme,non l'ho vista piangere per il funerale dei suoi genitori.
Ripensandoci bene,da quando la conosco io,lei non ha mai pianto.
L'ho fatta piangere io. Volevo eliminare quell'orribile momento dalla mia testa.
Jay continuava a fissarmi con rabbia mista a odio e paura,pensava che avrei fatto di peggio di quello che ho fatto.
-Che idiota che sono.-strinsi la testa fra le mani.
-Sai che novità.-aggiunse Jay aprendosi una bottiglia di birra.
Uscii. Dovevo parlarle.
Era lì,seduta sulla panchina, avvinghiata a Nath.
Stava piangendo,ancora.
I suoi singhiozzi riecheggiavano nelle tenebre chiudendo il mio cuore in una morsa di acciaio.

Rachel

Erano anni che non sentivo acuti singhiozzi uscire dalle mie labbra.
Erano anni che le mie lacrime non si mescolavano sulla mia pelle lattea in contrasto con i miei capelli rossi come l'inferno.
La maglia dei Bastille di Nath era impregnata dalle mie lacrime. Mi dispiaceva sia per lui,che è stato tutto il tempo ad abbracciarmi,che per la sua maglia,che ormai faceva acqua da tutte le parti. Nel vero senso della parola.
Alzai lo sguardo per scrutate il viso di Nath. Era così bello.
La luce lunare gli addolciva i tratti dello zigomo destro ed illuminava i suoi occhi verde prato rendendoli verde smeraldo.
"Rachel no! Non Nath!"-continuavo a ripetermi tentando di non appropriarmi della labbra perfette del mio migliore amico.
Lo vidi. Si stava avvicinando.
Cominciai a tremare come una foglia mentre a passi lenti si avvicinava a noi.
-Tranquilla,-disse Nath ad un soffio dalle mie labbra mentre mi accarezzava una guancia-ci sono io con te.-mi ero immersa nei suoi occhi,non trovavo più la via d'uscita.
Le sue labbra erano vicino alle mie,quasi ne potevo percepire la consistenza.
Si alzò dalla panchina per andargli in contro.
-Vattene.-disse con una punta di cattiveria nella voce.
Guardavo la scena. Nath aveva digrignato i denti,mentre Tom stava lottando con tutto se stesso per non permettere alle lacrime di prevalere su di lui.
-Devo dirle una cosa.-disse con voce tremaente mentre muoveva un piede in mia direzione.
Stavo tremando,più di prima.
-Dillo a me,le riferirò.-prese le mie difese Nath impedendogli di passare.
Stringeva i pugni,mentre il ragazzo davanti a lui abbassavva lo sguardo fino alle sue Supra.
-Voglio parlare con lei.-il suo tono era fermo,deciso.
Quando voleva fare una cosa,la faceva.
-Non puoi.-Nath stava cominciando a spazientirsi.
La vena sul collo gli pulsava come mai prima d'ora,avevo paura,ancora.
-Perché?-Tom sembrava esasperato.
Non mi guardava,si considerava un mostro.
Faceva bene a considerarsi tale.
-Ha paura di te!-le parole dette da Nath uscirono dalla sua bocca con acidità e perfidia-Sta tremando come una foglia.-aggiunse subito dopo,guardandomi.
Mi guardò anche Tom,rattristato dai miei occhi pieni di lacrime.
-Nath,vai dentro...-sussurrai alzandomi dalla panchina.
-Ma...-lo interruppi -Per favore.-il mio tono sembrava volesse pregarlo.
A passo lento tornò in casa,rimanendo sulla soglia della porta.
-Ho detto dentro,Sykes.-riuscivo a comandarlo.
Ero fiera di avere del potere su qualcuno.
Guardai Tom,i polsi mi facevano sempre più male stando vicina a lui.
-Rachel...-gli scese una lacrima,quanto mi sentivo in colpa per questo.
-Scusami...-disse ancora rialzando lo sguardo verso di me.
-I-io...non volevo.-gli scese un'altra lacrima.
Non risposi. Mi limitai ad osservare i suoi occhi color cioccolato diventare rossi,come il fuoco,o meglio,come i miei capelli.
-Non ragionavo.-tentò di giustificarsi.
-Quando ragioni tu!?-sbottai acida riportando il suo sguardo verso il basso.
-Ti avevo detto che ero pericoloso.-si giustificò ancora.
Come diceva il proverbio? “uomo avvisato,mezzo salvato?” Ecco,mi aveva avvisato,ma volevo rischiare.
-Non mi interessa,lo stavo facendo per il tuo bene e per poco non mi ammazzi.-le parole mi uscivano bollenti,incandescenti dalla bocca,volevo ferirlo.
-Ora non esagerare,non sarei mai arrivato a tanto.
-Insomma,quando sei ubriaco non so mai cosa aspettarmi.
Mi guardò tristemente,sapeva che avevo ragione.
-Non eri mai arrivato a mettermi le mani addosso.-gli occhi presero a pungermi violentemente.
-Si invece.-idiota,volevo eliminare quell'episodio!
-Mi fa piacere che tu abbia rimosso quell'episodio,ma è successo.-era fuori dai miei ricordi,prima che tu lo riportassi indietro.
-Quello chiaffo un po' lo meritavo.-continuo a guardarmi i polsi. Sono viola e gonfi.
-Scusa...-le sue labbra continuavano a ripetere quella parola.
-Scusa,-lo canzonai-facile dirlo.-gemetti di dolore non apen,involontariamente,mi toccai il polso.
-Davvero,non volevo farti male.
-Perdono tutti,posso perdonare anche te.-volevo perdonarlo,infondo,lo amavo ancora.
Accennò un sorriso. -Grazie.-sussurrò cercando l'approvazione per abbracciarmi.
-Non ringraziarmi,se fossi stata un'altra persona non l'avrei fatto.-mi gettai fra le sue braccia.
Il suo profumo non era cambiato. Malboro Light e vaniglia erano il suo profumo abituale.
-Torniamo dentro?-mi diede la mano. La strinsi.
Mi guardò. Lo guardai. Ci guardammo,sorridendo. Come se tutto non fosse successo.
Il nostro sguardo diventava acceso,voglioso.
Ci sorridemmo prima di fa unire le nostre labbra in un bacio dolce ma allo stesso tempo passionale.

  
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