Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Sally Seton    30/12/2007    1 recensioni
Pubblicare questa storia un pò mi commuove. Mi emoziono perchè l'ho scritta nel lontano 2005, quando avevo ancora la bene amata età di 16 anni (persi). Ora è anche giusto che voi non notiate differenza tra i miei attuali scritti e questo, ma io spero di aver modificato anche solo di poco il mio stile (morti a parte). Prendete questa storia così come è e non cercate di psicoanalizzarmi per cercare di capire chi sono nella realtà i personaggi. Questo è il mio primo racconto, punto. Il resto non conta. Devo comunque specificare che ho citato in questo testo il famoso scrittore, drammaturgo, e chi più ne ha più ne metta, Luigi Pirandello perchè lui ha ispirato alcuni tratti della mia vita e di questo racconto che si basa fondamentalmente su una storia d'amore interrotta bruscamente da una delle cose più brutte che possano accadere nella vita... Virginiabr.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Chiara si guardava continuamente in giro per cercare di memorizzare ogni particolare di quella vacanza, come se sapesse già che sarebbe stata la più bella e strana della sua vita.

Arrivò con un volo diretto all’aeroporto di Catania alle 10.30 circa. Lì trovarono un taxi che li accompagnò direttamente a Fondachello dove il padre aveva affittato un appartamento con vista sul mare.

Era tutto diverso rispetto a Verona.

Le strade, le persone, perfino il cielo e l’aria che respirava le sembravano cariche di quella irrequietezza estiva che caratterizza la stagione e la rende la più apprezzata.

Arrivò in paese e notò subito come fosse diverso dal suo; tutte le case erano vicine le une alle altre e sembrava quasi comunicassero fra loro per la loro buffa disposizione.

Passato un incrocio notò una donna affacciata ad un balcone che urlava e gesticolava ripetutamente come per sottolineare ogni parola con un gesto. Per un attimo sorrise ma il suo sguardo fu catturato da una specie di motorino a tre ruote, che apprese dopo chiamarsi in gergo “a lapa”, pieno di frutta e verdura; guardò ancora avanti e ne vide un'altra, stavolta piena di pesce: davanti a sé si apriva un mondo nuovo da conoscere, strano ed intrigante.

La gente non correva, sembrava godersi gli attimi come se fossero gli ultimi della loro vita, dandogli importanza; ma la cosa che la stupì di più erano i sorrisi della gente; non conosceva nessuno eppure questi non si tiravano indietro dal regalarle sorrisi e gesti gentili.

Era questa l’ospitalità di cui parlava il deplian?

No, era qualcosa di più bello: era ciò che si chiama semplicità; un valore che non si acquisisce ma che è innato nell’uomo.

Riusciva già a scorgere la spiaggia ed era felice di ciò perché significava che stava per arrivare a destinazione e in realtà non era mai stata così curiosa e lei stessa se ne stupiva.

Arrivarono in quella che da quel momento sarebbe stata per tre mesi la loro dimora; era un appartamento color rosa chiaro che si affacciava sul mare con una terrazza molto grande al terzo ed ultimo piano di un palazzo facente parte di un residence chiamato “le conchiglie”: pensò subito Chiara.

Chiara e suo fratello Edo sprizzavano gioia da tutti i pori e sembravano impazienti d’entrare a far parte di quel mondo così sconosciuto ed intrigante.

Non vi era ascensore in quel palazzo e chiara se ne accorse grazie alle urla di suo padre che era sempre più spazientito dal viaggio e dal caldo: un’umidità soffocante che toglieva il respiro ma che in Chiara ed Edo aveva l’effetto contrario; tutto ciò che faceva parte di quella magnifica isola li caricava e anche una pigrona come Chiara arrivò a pensare che in fondo fare tutte quelle scale avrebbe migliorato la sua linea. In realtà non vi era niente da migliorare in quell’esile corpicino, ma, come tutte le quattordicenni della sua generazione, aveva le fissazioni sul cibo, sulle calorie e sulla linea.

Dopo aver portato a casa tutti i bagagli Edo si distese su un divanetto azzurro nel salone, Maria, la mamma di Chiara, si mise a disfare le valigie mentre Lucio, suo marito, rassettava casa; e Chiara? Lei salì in terrazza e ammirò il paesaggio in tutto il suo splendore: la spiaggia era piena di bagnanti: sembrava che si divertissero a giocare a pallavolo, a correre, a nuotare, a prendere il sole.

La sua attenzione fu richiamata verso casa dalle urla di sua madre che voleva un aiuto per disfare le valigie: ormai era tardi, si avvicinava l’ora di pranzo.

La casa era pulita, ma non molto ordinata.

Arrivò sera e nonostante la stanchezza del viaggio e del fare e disfare i bagagli Chiara si sentiva carica, sentiva di poter fare ancora molto, ma non diede retta al suo istinto e si mise a letto: domani l’avrebbe aspettata una giornata di sole, mare e tanto divertimento.

Si svegliò con il sole che invadeva la sua stanza e con la vista di un mare cristallino che si perdeva all’orizzonte e sembrava quasi cullarla..una leggera brezza mattutina le sfiorò i ricci biondi e la avvolse dolcemente.

Si mise il costume e scese a mare con tutta la famiglia. Un ombrellone, due sedie sdraio, qualche telo mare e la palla di “winnie pooh” a cui Chiara era tanto affezionata erano le uniche cose che portarono con sé. Tutti e quattro avevano una carnagione chiara e sembravano tanto strani in confronto alla gente locale molto scura ed abbronzata nonostante fosse ancora l’inizio di giugno.

Tra un bagno e una partitella a pallone trascorse la sua prima giornata a mare, non senza complicazioni. La spiaggia di Fondachello era rappresentata da tanti sassi di diverse dimensioni e colori che le davano un po’ fastidio nonostante le scarpe adatte.

Rientrarono a casa molto presto perché avevano l’abitudine di pranzare a mezzogiorno. Dopo una doccia rinfrescante si misero a tavola e guardarono la televisione in silenzio come d’abitudine fin quando sentirono bussare alla porta. Maria, guardando dallo spioncino, notò un uomo alto e robusto. Con un urlo piuttosto sinistro richiamò l’attenzione di Chiara pronunciando il nome della figlia, una ragazza esile dai lisci capelli neri e con dei bellissimi occhi verdi da cerbiatta che catturavano immediatamente lo sguardo di Edo.

La ragazza si chiamava Valentina ed aveva un fratello molto carino di nome Claudio che piacque fin dal primo momento a Chiara. I quattro ragazzi fecero subito amicizia, sembravano molto affiatati. La mattina si alzavano presto e andavano al bar a mangiare la granita, poi scendevano in spiaggia e passavano il pomeriggio a divertirsi in giro per il paese; anche i genitori di Chiara sembravano contenti che i figli avessero trovato degli amici con cui si trovavano così bene.

Ogni sera avevano l’abitudine di scendere tutti e quattro in spiaggia per trascorrere un po’ di tempo insieme con passatempi sempre differenti.

Una sera decisero di fare un falò per cenare in spiaggia. La luna era piena, l’atmosfera rovente, le onde si scontravano contro il bagnasciuga creando un dolce suono che riempiva anche i cuori più tristi rendendoli felici d’esser tutt’uno con la natura.

Spirava una leggera brezza che pian piano che le ore passavano si faceva sempre più pungente.

I quattro ragazzi decisero d’andare a prendere legna da ardere in un boschetto antistante un residence poco lontano dalla spiaggia. Gli intoppi non mancarono.

Claudio conosceva bene quel boschetto quindi decise di farsi avanti per raccogliere legna da ardere, ma Edo non voleva essere da meno soprattutto davanti gli occhi di Valentina quindi decise di avventurarsi anche lui. Non fu esattamente una buona idea. Uscì dal boschetto con poca legna e in compenso con tante escoriazioni alle braccia che gli bruciavano non poco ma volle fare il duro quindi non si lamentò fin quando non arrivò a casa dove pianse come un bambino. Oh povero Edo.

I quattro ragazzi prepararono un fuoco piuttosto basso che tendeva a spegnersi alquanto facilmente; tra una folata di vento e l’altra riuscirono a mangiare il cibo che avevano portato da casa; nonostante la fatica si divertirono molto: ridevano in continuazione, anche per le cose più futili; risero anche quando Edo cercava buffamente di mangiare un wurstel che finì miseramente sulla sabbia sotto le risa squillanti degli altri tre ragazzi e sotto la faccia delusa di Edo.

Dopo il falò decisero di cantare un po’ con Claudio che li accompagnava con la chitarra di suo padre: il loro repertorio non era dei più vasti e di quelle poche canzoni che cantavano ricordavano molte volte solo il ritornello. Nonostante tutto Chiara era a dir poco affascinata dalla figura di Claudio, non solo fisicamente ma anche mentalmente.

In lui riusciva a vedere quello che gli altri non vedevano, era come se riuscisse a leggere la sua anima e a decriptare anche i messaggi più incomprensibili agli altri. Ogni parola di quel ragazzo le apriva un mondo nuovo e inaspettato. I suoi discorsi la intrigavano, la catturavano: quando era in sua compagnia si sentiva finalmente libera di poter dire e fare tutto ciò che voleva senza dover esser giudicata; non sentiva più il bisogno di dover mentire per poter apparire ciò che gli altri volessero; non aveva più la smania di dover essere bella, affascinante e divertente: con lui non doveva più preoccuparsi di fare una brutta figura. Era un senso di libertà mai provato che le dava tanta carica per continuare a essere se stessa e non doversi più nascondere dietro false personalità: sentiva finalmente la voglia di mettersi a nudo anche ridicolarizzandosi se la situazione lo richiedeva.

Sentiva di aver vissuto finora in un mondo che non le apparteneva, sentiva d’esser cambiata ed era stranamente contenta di tutto ciò. Chiara amava la filosofia di Pirandello perché trovava nelle sue novelle quell’ingrediente che tutti ricerchiamo giorno per giorno: la verità. Tutti noi combattiamo giorno per giorno l’ipocrisia e imponiamo il nostro volere sugli altri come se tracciasse i contorni della verità assoluta che alla fine tutti ricerchiamo. Tutti ci innalziamo a maestri di vita dall’alto della nostra cultura e crediamo di poter cambiare gli altri a nostro piacere e di poter modellare il loro pensiero in modo da renderlo il più simile possibile al nostro; abbiamo sete di potere e ci nascondiamo dietro delle maschere false per poter comandare e sovrastare gli altri: è tutto frutto della nostra debolezza. In realtà ci sentiamo inermi e impotenti di fronte la forza che non perdona, la forza superiore che dirige la nostra vita anche se non lo vogliamo ammettere e cerchiamo di prendere in mano le redini di un destino che in verità è indomabile da noi umani. Chiara sentiva tutto ciò, sentiva la sua impotenza di fronte al fato e indossava la sua maschera giorno per giorno ma con Claudio era tutto diverso: finalmente riusciva a liberare la sua mente e sentiva vagare la sua anima con una forza innaturale: aveva capito che la forza per combattere il destino non andava ricercata fuori ma solo nella sua anima perché solo con quella riusciva a percorrere itinerari sconosciuti con una forza superiore.

I quattro ragazzi decisero di separarsi: Edo e Valentina fecero una passeggiata sul bagnasciuga mentre Claudio e Chiara rimasero davanti al fuoco. Le due situazioni erano così diverse: Edo ci provava spudoratamente con Valentina che sembrava intrigata dal suo modo di fare mentre Claudio e Chiara avrebbero parlato all’infinito catturati l’uno dall’altra, catturati dalla vera bellezza, quella che tutti ricercano e che loro avevano trovato perchè avevano permesso alle loro anime di comunicare. Parlarono delle loro rispettive vite ma soprattutto parlavano dei sentimenti che privavano nel fare o non fare qualcosa e non del fatto in sé. Percepivano le stesse emozioni, stavano diventando una cosa sola.

Le serate davanti al falò a parlare furono tante fin quando non arrivò una sera che rispetto alle altre fu diversa fin dall’inizio.

Quel pomeriggio Claudio era diverso; più dolce, le teneva teneramente la mano e la guardava fisso negli occhi dolcemente, quasi come se non la volesse lasciare.

La sera i quattro ragazzi si ritrovarono in spiaggia come d’abitudine per cenare di fronte al mare, stasera calmissimo.

Edo e Valentina decisero di andare a prendere un gelato per stare un po’ da soli, mentre Chiara e Claudio rimasero a parlare davanti al falò, come d’abitudine.

Parlarono a lungo; gli sguardi si incrociarono più volte, ma quando lei disse “Claudio, credo di amarti..” il ragazzo si alzò in piedi con uno scatto felino e cominciò a correre.

“Ho sbagliato, lo sapevo, non dovevo”; pensando ciò corse dietro il suo amore fin quando egli stremato si buttò per terra in lacrime.

“Claudio perdonami, non volevo offenderti, non volevo correre, però in te ho trovato il mio primo…”

“Non dire più niente, ti prego, stai zitta” interrompendola.

“Cosa ti ho fatto? Ti prego dimmelo, cercherò di…”

“Ti avevo detto di stare zitta!”: con queste parole Claudio scappò via e lasciò la ragazza piangente assorta nel dolore.

Quella notte Chiara non dormì; voleva capire perché quel comportamento; l’avrebbe voluto odiare, ma non riusciva.

La notte e la stanchezza sovrastarono i suoi pensieri permettendole di riposare qualche ora. Al suo risveglio una triste lettera la aspettava in cucina. Era lui che scriveva.

“Cara Chiara,

in te ho trovato una persona unica che mi ha fatto capire quanto la vita fosse importante..è per questo che combatterò; lo farò per te, per me, per noi. Ti sarò sempre grato per tutti i momenti belli, le litigate, le risate perché hai reso questo momento della mia vita più tollerante. Sai, quando ti restano pochi mesi di vita non penseresti mai di usare la parola tolleranza perché tutto ciò che vuoi fare è ribellarti verso la vita, il destino ed i medici che non ti danno la minima speranza di guarigione. […]

Mesi fa mi è stato diagnosticato un tumore maligno al cervello, un qualcosa di congenito a quanto pare: quello che ho capito è che il mio destino era segnato fin dalla nascita; questo non lo capisco; perché permettermi di vivere per poi togliermi la vita! Poi sei arrivata tu ed ho capito. Qualcuno lassù ha voluto che io ti conoscessi per poter godere della vita e della sua bellezza…Grazie per avermi regalato la gioia di vivere.

Tuo per sempre, Claudio.”

Le lacrime inondarono la pagina; una fitta al cuore mi strinse mentre gli abbracci di chi mi stava accanto accompagnavano quel momento. Era il mio primo amore, era un ragazzo; ancora oggi mi chiedo perché questa crudeltà, ma nessuno mi da risposta.

Amore mio ogni giorno ti dedico un pensiero perché tu sei tutto ciò che mi ricordo della mia adolescenza. In un mese sei riuscito ad entrare dentro di me come nessuno mai; ancora conservo quella lettera, il tuo profumo, il ricordo di te..è per questo che voglio dirti: “Grazie per avermi regalato la gioia di vivere!”

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Sally Seton