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Autore: LiliLiu    30/12/2007    9 recensioni
Fic drammatica ma dalla struttura un po' particolare...
È incredibile il modo in cui, quando vorresti solo che passasse più in fretta – o forse solo che non esistesse, o forse solo che fosse finito – il tempo sembri restare lì, fermo, come per darti fastidio, apposta, come per farti pensare ancora di più a quello che non vorresti aver tempo di pensare. Gli avvenimenti hanno travolto Misty ed ha talmente tante cose in testa da non sapere a quale dare ascolto, ma tanto tutte fanno male...
Oook, si è capito che non sono capace con le introduzioni mi sa! ^^ Leggete lasciando perdere che è meglio! ^^
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Time - The very last day




È incredibile il modo in cui, quando vorresti solo che passasse più in fretta – o forse solo che non esistesse, o forse solo che fosse finito – il tempo sembri restare lì, fermo, come per darti fastidio, apposta, come per farti pensare ancora di più a quello che non vorresti aver tempo di pensare. E invece lui, maledetto, rallenta, mentre addosso a te il mondo crolla, lentamente, come granelli di sabbia in una minuscola clessidra. E la sabbia ti sommerge, piano, così hai più tempo per soffrire; e tutto intorno a te è fermo, ma dentro non c’è nulla al suo posto, tutto è in subbuglio ci sono troppe cose vuoi piangere o dimenticare vuoi morire vuoi che il tempo sia finito. Magari, sì, magari non ci fosse più tempo per te. Niente vita inutile, basta, vai via non c’è tempo. E invece no. Lui rallenta. E tu non puoi fare altro che rimanerci intrappolato dentro, in una gabbia invisibile e indistruttibile.

*


«…A che pensi, Misty?»

«Niente di che»
«Però hai una faccia assurda!»
«Cosa intendi, Ash Ketchum?»
«No, cioè, dico nel senso hai una faccia pensosa» si corregge precipitosamente il ragazzo.
«Ah, ecco» Misty corruga le labbra come se stesse soppesando un pensiero, e dopo un po’ aggiunge «Immagino non ti capiti mai»
«Cosa?»
Misty lo guarda storto, ma non riesce a nascondere che l’idiozia dell’amico un po’ la diverte. «Di pensare, Ash» spiega con tono stanco.
«Di sicuro penso più di quanto lo faccia tu!» risponde lui. Potrebbe essere l’inizio di un altro litigio, ma ad Ash non va: è già abbastanza affaticato per la camminata appena conclusa. «…A che pensavi?»
Misty ha un momento di esitazione.
«Te lo chiedi mai…quando tutto sarà finito»
Ash resta un attimo a fissarla, aspettandosi che termini la frase. Ma lei ha abbassato gli occhi e a quanto pare non ha altro da dire.
«Cosa quando tutto sarà finito?»
«Appunto Ash…cosa quando tutto sarà finito?»

*


Quando dicevi finito non intendevi questo.

Volevi dire quando saremo grandi.
Non sei grande ora?
Sì, ma nel senso di quando smetteremo di viaggiare, intendevi.
…Perché, viaggi, ora?
Oh, al diavolo. A chi cazzo interessa, adesso. Forse non lo sapevi neanche tu cosa intendevi, ma di sicuro non questo.
Non l’avevi mai nemmeno pensato.

*


«Sbrigati, Ash! Non c’è tempo per guardare i pokemon, ora»

«Io è per quello che viaggio!»
«Oh, lo so, lo so. Ma se non ti sbrighi perdiamo la nave!»
«Va bene, va bene…»
Ash raggiunge i suoi amici e si avviano verso la nave.

*


Non c’è tempo?

Perdiamo la nave?
«Sbrigati, Ash! Non c’è tempo per guardare i pokemon, ora»
Non c’è tempo…
Lacrime.
Un’ora sola, in fondo.
Maledetto, il tempo.
Ancora lacrime, che bruciano come fuoco negli occhi.
Basta…
Implori a te stessa.
Ti prego ti prego ti prego…
BASTA! I ricordi la stavano tormentando e il tempo non scorreva, voleva che finisse tutto.
Era così da chissà quanto. Sola, invischiata nel rimorso, con il tempo che diventava sempre più pesante su di lei e dentro di lei.
Non è giusto non è giusto non è giusto.
Ripetilo ancora, ma lo sai che è inutile.
Sì, ma non è giusto.
Non è giusto non è giusto… Non è giusto!
Tu non potevi sapere.

*

«Ash, per favore! È importante quel festival per me»
«Bè?»
Misty cercò di trattenersi dai mille impulsi che aveva, primo quello di urlare e (piangere) fare all’amico una sfuriata. Lui non se ne accorge, che quando dice così ti urta, si disse. Non se ne accorge non se ne accorge… Eppure, pur sapendo quanto Ash in fondo le volesse bene (me ne vuoi, vero?) il fatto che  non si rendesse conto di essere così rude e disinteressato, pur essendolo, non le pareva affatto un’ attenuante, anzi. In ogni caso, cercò di trattenersi. Non voleva fare una scenata, perché sapeva che poi alla fine sarebbe scoppiata a piangere come una bambina. «Bè…è importante, davvero. Ci terrei. Ti basta?» fu la cosa più calma che le venne in mente.
«Mi basta nel senso che perciò niente giro per-»
«NO!»
«Ma io lo volevo fare… Potevamo prendere la nave alle sette, no?»
«Noo! No, no, lo sai che la nave delle sette ci mette il triplo; fa il giro dell’arcipelag-»
«Appunto! Io voglio prendere quella delle sette appunto perché fa il giro! Si vede di più, più pokemon Misty, è per questo che siamo qui, no?»
Ash si aspettava di averla zittita, così; ma non in quel modo, non come se… «Pokemon, pokemon…» avesse gli occhi lucidi.  «Non ci pensi mai a qualcos’altro?»
Se l’era presa, accidenti.
«Tipo?»
Forse non avrebbe dovuto dirlo, pensò Ash.
Non era così idiota da non immaginare che una domanda del genere l’avrebbe fatta imbestialire, ma non così esperto di quelle intricate menti che erano le donne per trovare qualcosa di più giusto da dire.
Misty lo guardò per un istante e poi alzò gli occhi al cielo, ma con una smorfia diversa dal solito, mordendosi il labbro e con la fronte che si corrugava pericolosamente.
«E io che pensavo di contare qualcosa per te, ormai, non te...non te ne frega niente, Ash non capisci mai n-»
L’aveva soltanto abbracciata. Non sapeva perché. Ma forse, se era esplosa così solo perché lui voleva vedere i pokemon, alla fine era anche un po’ colpa sua, si era detto Ash.
«Guarda che mi frega» aveva detto, con la voce terribilmente arrochita, da chissà cosa poi.
Misty aveva tirato su col naso, improvvisamente imbarazzata dalla situazione – Ash che la abbracciava dicendole che le importava di lei? – e chiedendosi se quella scena non fosse stata esagerata, ma dopotutto non l’aveva fatto apposta.
«Ok» disse poi, e si chiese se era davvero lei quella che si stava divincolando dall’abbraccio dell’amico, quando l’aveva desiderato così a lungo.
«Ehm…allora prendiamo la nave dell’ora prima. Ok?»
«Ok» rispose lei, cercando di mantenere un tono dignitoso.
Ash le rivolse uno strano sorriso che poteva stare per un figurati come per una richiesta silenziosa di perdono.

*

Il primo abbraccio. Quasi sorrideva a pensarci. Ma non c’era neanche bisogno che si maledicesse dicendosi che non poteva sorridere, non più, perché non sarebbe stato giusto, perché lei non meritava più di sorridere come non meritava più sorrisi. Non ce n’era bisogno perché neanche ricordava più come si facesse, a sorridere. E così, mentre pensava a quel momento in fondo dolce, le lacrime più amare rigavano il suo viso.  Chiuse gli occhi, lasciando che quelle calde gocce di rassegnazione le scendessero lungo le guance, e desiderò di annegarci. Nelle lacrime? oh, doveva essere diventata davvero cretina, si disse. Ma che le importava? Niente. Non le importava più niente di niente.
Aveva mille cose in testa e facevano male, male una più dell’altra. Mille stridule, roche, forti, sussurrate e agghiaccianti voci che si accavallavano e cercavano di prevalere l’una sull’altra incuranti del fatto che la sua testa stesse sanguinando.  Era confusa, ma allo stesso tempo lucida, fin troppo. Perché sapeva cos’era successo, anche se avrebbe voluto dimenticarlo. E intanto mille voci. E alla fine non prevaleva nessuna. O tutte.
O forse una, su tutte. L’unica che davvero non voleva ascoltare.

*

«Misty non piangere! Non è successo niente, ok?»
Ma anche lui lo sa che se ne sono accorti tutti. C’è qualcosa che non va.
«N..non lo sai davvero, Brock» la sua voce suona come quella di una bambina.
Il ragazzo deglutisce. «No, ma è l’unica cosa che posso dire»
«Davvero, vedrai» Ash e il suo dannato ottimismo! «Non sarebbe neanche la prima volta, ricordi?» le lancia quasi un sorriso, e in quel momento Misty vorrebbe ucciderlo: perché diavolo deve fare sempre così l’eroe? «Andrà tutto bene»
Ma lei sente la preoccupazione della gente.
E delle voci confuse, è il capitano, dice qualcosa di stupido e inutile.
Oppure no.
La gente inizia a correre. Qualcuno le sbatte addosso, scivola, poi si rialza. Dove sono i suoi amici? Le persone urlano. Vede il turbinio dei colori dei vestiti della gente, ma nulla è nitido. Qualcuno la afferra per il polso, è Brock. «Non ti allontanare, Mis.. » ma qualcuno passa di corsa tra loro e la sua voce si perde nel brusio della gente.
E le immagini si confondono davanti ai suoi occhi. Un’altra botta. Non vede quasi niente, deve smettere di piangere, cammina, o forse corre, in mezzo alla gente impazzita, cosa succederà come andrà a finire dove sono i suoi amici? Quanto tempo è passato?
«Misty!» Brock la riprende.
E intanto le donne piangono dove siamo? oddio non ce la faremo ehi Brock aspetta un attimo…
«Dov’è Ash?»
(C’è qualcosa di allucinante nel pronunciare quella frase, ma non si deve preoccupare no perchè ora lo trova e si salveranno e andrà tutto bene vero?)
La fronte di Brock si corruga, fa paura; Misty constata con orrore che non l’ha mai visto così preoccupato. E lei lo è almeno dieci volte più di lui, lo sa.
«Brock io lo devo…» grida grida grida e agitazione e ancora più lacrime dov’è? Prima le donne e i bambini «io non vado» prima le donne e i bambini «Misty vai!» «No…» «Vai!» Brock la spinge via, verso la scialuppa, verso la vita ma vita o morte che le frega dov’è lui? «Misty vai» e lei avrebbe ricordato per sempre di aver fissato Brock per un lungo istante per essere sicura che avrebbe ricordato per sempre il suo viso anche se… «No Brock io resto»
«Vai» e Misty chiude gli occhi per un attimo e va e non sa perché ma forse si è rassegnata perché è stanca e non sa bene cosa succederà o forse non succederà niente ma forse ora è tutto finito e forse si salverà o forse non ha bene realizzato nulla di tutto quello che è successo ma dov’è lui dov’è?


*

Basta.
Non vuole più ricordare niente di tutto questo. E qualcuno può biasimarla?

*

La scialuppa viene calata sul mare e Misty sente il vento freddo dell'oceano farsi sempre più forte finché l’imbarcazione non tocca il mare in subbuglio. Quel blu profondo la inquieta. Sa che non le piacerà più l’acqua, mai più. Si stringe le braccia nude e abbassa la testa, e sente le lacrime che quasi le si gelano sul viso. Dov’è? Dove sei, Ash? Scuote la testa cercando di scacciare quella domanda, sentendosi la peggior donna del mondo – come, scacciare quel pensiero? Lo vuoi scacciare? – ma sapendo che ormai, ora che è salita, non può più fare nulla. Brock lo troverà e si salveranno, oppure i suoi pokemon, sì, potrebbero aiutarlo…si salveranno… Ma qualche brivido di troppo anche per quel gelo sembra volerla contraddire. Ora, però, non può fare più niente. Ed è la sensazione più brutta del mondo. La barca comincia a muoversi in mezzo a quel mare crudele. Il suo pianto aumenta di intensità e lei inizia a mormorare a se stessa parole di conforto, per autoconvincersi che tutto andrà bene. (di solito questo lo faceva lui) Pensa che la prenderanno tutti per matta, ma guardando davanti a lei vede circa venti donne, e ragazzini, nella sua stessa condizione. Non sono l’unica, quindi. Stranamente, il fatto non la conforta per niente.
Dopo circa un’ora di navigazione, si addormenta.

Le persone intorno a Misty si muovono ancora in modo nevrotico, ma ora più sereno. Si cercano, ogni tanto si trovano, ed allora sono davvero felici. In ogni caso, è palpabile quel senso di stupore di chi si è salvato da qualcosa di tremendo e solo nel momento in cui è salvo si accorge di quanto è stato in pericolo, e quindi di quanto sia fortunato ad esserne fuori, ma visto che ormai è salvo si chiede se davvero sarebbe potuta andare altrimenti, se possa andare diversamente. Oh, sì. Può. E Misty ne vede la conferma in alcuni occhi preoccupati intorno a lei, e sa che se avesse uno specchio vedrebbe di avere la stessa espressione. Dov’è? Dove sono? Si guarda intorno pur sapendo che in mezzo a quel marasma potrebbe non trovarli mai, soprattutto ora che è anche notte. Mentre li cerca chiamando i loro nomi, e sentendo l’ansia che cresce di minuto in minuto, qualcosa la colpisce alla gamba. Come una palla, o…
«Pikachu!» lo prende in braccio e lo stringe sentendo un enorme groppo in gola. Il piccolo pokemon si lascia stringere e trema leggermente, e non solo per il freddo. «Pikachu…dove… Dove sono Ash e Brock?»
Il topino giallo scuote la testa con un piccolo verso triste.
Misty sente il labbro tremarle pericolosamente. Non vuole piangere; quando sono arrivati a terra aveva pensato che in fondo se prima le donne e i bambini ora sarebbero arrivati gli uomini, tutti gli uomini. E che forse aveva sbagliato a preoccuparsi così tanto. Si stava ricredendo di nuovo. «V..va bene, tanto ora arrivano, sai?» sussurra a Pikachu abbassando la testa sul pokemon. In realtà, però, vorrebbe tanto che quelle parole qualcuno le stesse sussurrando a lei.    

«Misty! MISTY!»
La ragazza si gira quasi a rallentatore, perché mentre si volta sa già un secondo prima che arrivino quali pensieri la assaliranno. Ma nonostante senta già che qualcosa non va, non può fare a meno di correre da Brock ed abbracciarlo. Con Pikachu sulla spalla, che si tiene poggiato ai suoi capelli. Nel constatarlo, avrebbe voglia di urlare.
«Brock…» si slancia sull’amico e si lascia stringere, ma le lacrime che piange non sono soltanto di gioia per l’averlo ritrovato. «Brock…» dice dopo un po’, senza allontanare il viso dalla maglietta di lui. «…lui…è all’ospedale, si è fatto…molto male perciò non è qui vero?»
Brock si irrigidisce. Neanche a lui basta la gioia di aver ritrovato lei. Non è comunque sufficiente.
«Misty…»
Misty non avrebbe mai saputo dove trovò il coraggio di alzare gli occhi, in quel momento. Ma vedendo il volto di Brock, sa già che non finirà mai di pentirsene.

*

«Cosa quando tutto sarà finito?»
«Appunto Ash…cosa quando tutto sarà finito?»
Lui era stato un po’ in silenzio, e lei ricordava di averlo visto prima cogliere il significato di quella domanda, poi rendersi conto di quanto fosse strano quel pensiero, ed infine cercare una risposta sensata. E ricordava ancora che la risposta che lui le aveva dato le era sembrata effettivamente sensata, in quel momento.
«Che ti importa? Noi non finiamo, no?»
Lei aveva sorriso (ingenua, INGENUA!), dandosi mentalmente della stupida per l’essersi posta quello sciocco dilemma.
«Già, in effetti è vero»
No. No!
Eppure lei ci aveva creduto.

«Ash, per favore! È importante quel festival per me»
È importante per me, capito?
«Bè?»
«Bè…è importante, davvero. Ci terrei. Ti basta?» era la cosa più calma che le fosse venuta in mente. Però ricordava nitidamente di essersi odiata per quel tremolio nella sua voce.

«E io che pensavo di contare qualcosa per te, ormai, non te...non te ne frega niente, Ash non capisci mai n-» Ricordava il suo sorriso imbarazzato ma dolce, e ricordava di aver pensato che non l’aveva mai visto così bello.

«Brock…lui…è all’ospedale, si è fatto…molto male perciò non è qui vero?» E ricordava quanto era ridicola mentre diceva quella frase, lo sapeva già mentre la stava dicendo che erano solo un mucchio di cazzate.
«Misty…»
Brock l’aveva stretta più forte, forse. Probabilmente. Ma lei di quel momento non ricordava nulla. Nulla se non quelle parole. «Lui…» e le lacrime sul volto sfigurato dal dolore di Brock. «Non è sulla terraferma»

E poi?
Non ricordava. O meglio, non le interessava. O forse il rumore del dolore aveva coperto tutto. Sapeva solo che da quel momento la sabbia nella clessidra aveva rallentato. Del resto, non ricordava niente.
Se non che ogni singolo istante faceva più male del precedente, nel sapere che lui non c’era più. E quello oltre che ricordarlo lo viveva.

Non voleva più ricordare nulla.
Ma era difficile, tremendamente difficile.

«Ehm…allora prendiamo la nave dell’ora prima. Ok?»
«Ok»
No no no NO!

Mille voci. E alla fine non prevaleva nessuna. O tutte.
O forse una, su tutte. L’unica che davvero non voleva ascoltare.

«Potevamo prendere la nave alle sette, no?»
«No!...»

Quella voce che la tormentava di continuo, nonostante lei si ripetesse che doveva vivere; non come se non fosse successo nulla, ma almeno come se la vita andasse avanti. Ma quella voce era lì per dirle che non era così. Che non era giusto che per lei andasse avanti.

Quella maledetta voce.

Perché tu ti sei salvata?

Era colpa sua.
Era colpa sua, eppure lei era viva. E lui…lui…
Era sfuggito via così, prima che lei se ne fosse resa conto, non l'aveva neanche salutato solo si erano persi era andato via era sparito maledetta gente maledetta lei se avessero preso l'altra nave poi...
Basta, basta per favore...
E qual'era l'ultima cosa che le aveva detto? Andrà tutto bene. No. No... Nulla sarebbe andato bene.

E saperlo faceva troppo male.
Non voleva più ricordare nulla.
Ma era impossibile.
Quanto ancora avrebbe dovuto vivere così?
E quanto aveva vissuto con quel dolore lancinante nel petto?
Quanto tempo era passato?
«Ehi, Misty…» la voce di Brock la fece sussultare. Lui si sedette sul divano, accanto a lei.
Misty non disse niente, e lo guardò solo con la coda dell’occhio mentre lui cercava affannosamente qualcosa da dire. L’amico si voltò verso la porta della stanza. «Lui…credo voglia stare con te» disse, mentre Pikachu saliva sul divano per poi accoccolarsi in grembo a Misty.
Una lacrima scese sul viso di Brock. «Ce…ce la possiamo fare» disse, anche se dal tono non ci credeva tanto neanche lui.
Abbracciando il corpicino caldo di Pikachu, Misty si ritrovò ad annuire. Ce la doveva fare. La vita doveva andare avanti. Questo lui avrebbe detto.
(Però non è giusto, perché tu sì e lui no perchè la nave perché...)
Doveva. (tu puoi andare avanti e lui no)
Doveva? (è colpa tua)
Doveva per forza?
Pikachu le si arrampicò sulla spalla e le asciugò una lacrima con la zampa; la ragazza però notò che anche lui aveva tracce di lacrime sul muso. Anche Brock, accanto a loro, si era preso la testa fra le mani e probabilmente piangeva.
Andare avanti… No, non voleva. Forse non lo meritava. (è colpa tua certo non lo meriti!)
Ma lo avrebbe fatto comunque. Almeno per loro. Almeno ci avrebbe provato, anche se in quel momento le sfuggiva come.

Quando parlò, per la prima volta da chissà quanto, sentì la voce rotta e terribilmente bassa.
«Brock…quanto tempo è passato
Lui deglutì.
«Bè…si sta facendo giorno»













O.o
Ook, è allucinante. 
Non so neanche da dove mi sia uscita una cosa così lunga... Non ce l'avevo manco in mente, in realtà. Poi stavo sentendo Time dei Pink Floyd che io adoro e non so...mi ha ispirata... Ed in effetti se ce l'avete presente è una canzone un po' inquietante, infatti teoricamente nel finale si doveva capire che erano passati 10 anni e praticamente Misty aveva smesso di vivere e non se n'era accorta (ho anche provato a scrivere un suo sucidio ma mi sentivo ridicola -non è da me- e mi è anche ven da piangere -che è mooolto più da me!). Ma poi non ce l'ho fatta e mi è venuto in mente che erano in fondo tutti i ricordi di un giorno e perciò anche questo poteva essere lo stesso giorno solo che la sua percezione del tempo era stata alterata dal dolore...tipo. Sì, probabilmente qualcosa del genere. Il finale mi fa davvero schifo, ma proprio schifo schifo, non mi convince, a parte la domanta, ma insomma quella non era tanto difficile da scrivere! ^^ Poi bo, ho iniziato ed è andata così. Forse è un po' lunga per essere una shot infatti forse avrei dovuto metterla a capitoli ma a capitoli non avrebbe avuto senso... Ammesso che così ce l'abbia, insomma. E' evidentemente la prima schifezza tragica che scrivo, infatti rileggendola non viene un minimo dell'ansia o del dispiacere che avevo immaginato, boo sinceramente scrivendola confesso con imbarazzo °///° (sul serio moolto imbarazzo) che mi piaceva ma poi l'ho riletta e mi è calata e non mi convince per niente! Cmq la pubblico non so bene xke ma insomma vorrei sapere che ne pensate sinceramente così magari mi dò all'ippica o almeno abbandono il tragico! ^^ Ah, forse dovrei dire 2 paroline sulla nave...non so bene come mi sia venuta in mente la nave, ma era una della immagini più nitide che avevo... Sapete *si commuove* il primo episodio che ho visto dei pokemon è stato uno in cui loro si accorgono che la nave è affondata e ci stanno dentro...non so com'è successo perché non l'ho visto dall'inizio però mi piaceva riutilizzare l'idea della nave -anche se stavolta è andata un po' peggio!- <-- tutto questo per specificare che non mi piace il Titanic! ^^ E poi ci ho messo un po' a scriverla, perciò non ce la faccio a cancellarla! ^^
Quanto al titolo allora: inizialmente era Time, poi è venuto Memories e poi questa cosa doppia... Bah!
Poooi: Buon Natale, anche se un po' in ritardo (modem rotto, infatti non ho neanche letto le storie che leggerò ora) cmq sono un po' un grinch perciò non so se pubblicherò mai qualcosa di natalizio...
Direi che ora siamo più in tema di buon anno! Speriamo davvero in questo 2008! Auguriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!! E forse scriverò qualcosa di un po' più allegro per il nuovo anno, eh?! ^^
Un bacione, e come al solito scusate per lo sproloquio!
      Liu

  
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