Okay, lo ammetto.
Non mi sono mai piaciuti i film d’azione…ma questo ho
scelto di vederlo solo perché me l’ha chiesto lui.
Niente di impegnativo, né tanto meno di compromettente.
E’ un po’ che ci conosciamo, e se ci fosse stato qualcosa
tra di noi…beh, credo che non saremmo diventati così amici. Ce lo ripetiamo
spesso, che siamo amici.
C’è stima assoluta, rispetto reciproco, sintonia e
l’affetto che basta per farci stare stravaccati sul divano di casa sua.
E’ sera, e i suoi probabilmente torneranno tra un po’.
Ha le gambe allungate sul tavolino cinese di sua madre
(sarebbe capace di ucciderlo se lo vedesse in questo momento) con le converse
rosse che contrastano con il colore scuro del legno.
Con un braccio mi tiene per la vita, mentre io ho la testa
poggiata sulla sua spalla.
Molti ci dicono che siamo carini insieme, ma noi
continuiamo a dire che siamo solo amici…belle parole, belle parole davvero.
Domanda: possono coesistere amicizia e attrazione?
Beh, al momento avrei giusto qualche dubbio a riguardo.
Mi sfiora la tempia con un bacio leggero, e scende piano
lungo la guancia.
Socchiudo gli occhi, tanto non riesce a vedermi.
Contatti del genere non sono una novità per noi: baci
innocenti che finiscono là, niente di più…anche se quelle labbra che ora stanno
indugiando mi mettono all’erta.
Lo lascio fare, incapace di sottrarmi al suo tocco,
soprattutto curiosa di scoprire dove ha intenzione di arrivare.
Non riesco a prestare attenzione alle immagini del film
che si alternano veloci sullo schermo, e le battute frenetiche dei personaggi
sono solo rumore fastidioso in confronto a quello del mio cuore che sta
accelerando.
Cerco i suoi occhi chiari, e lo guardo lasciarmi un bacio
lento agli angoli della bocca.
Cos’è? Vuoi
provocarmi?
Non si baciano così
gli amici, te l’ha mai detto nessuno?
Con una mano fermo il suo viso così vicino al mio, per poi
fargli scorrere le dita tra i capelli castani…adoro i suoi riflessi biondi alla
luce del sole.
Lui mi scruta, non abbassa lo sguardo dal mio, non l’ha
mai fatto prima.
E’ forte, deciso, sa cosa vuole.
E io…? Cosa voglio
io?
Nonostante la sensazione di calore nel basso ventre, beh
lasciarmi andare è l’ultima cosa che voglio: perché rovinare quello che c’è tra
di noi solo per una questione d’istinto?
Mi schiarisco la voce, riportata alla realtà dalla mia
parte razionale, e cerco di allontanarmi da lui pur facendo violenza alla
voglia che ho di toccarlo. Il tempo di mettere insieme qualcosa di sensato da
dire e raggiungo con un pretesto la porta di casa. Sto per aprirla e mi preparo
già a tirare un sospiro di sollievo per la situazione appena scampata, quando
la sua voce alle mie spalle mi inchioda sulla soglia:
-Aspetta.-
Stringo forte la maniglia e mi volto nella sua direzione.
E’ un attimo, e cattura le mie labbra in un bacio
improvviso e urgente…
-Dovevo farlo…- mi dice accennando un sorriso.
Si allontana un po’, evidentemente in cerca di una mia
qualche reazione, ma lo trattengo per il lembo della felpa grigia e lo
riavvicino non appena avverto il vuoto che sta lasciando il suo corpo.
-Fallo ancora.-
Lo sto invitando a non smettere…
-Fallo tu…-
Un brivido di piacere corre lungo la schiena per quella
semplice richiesta sussurrata al mio orecchio.
Lo attraggo ancora verso di me, e lo bacio facendogli
lentamente dischiudere le labbra…sa di buono.
Una sua mano sale a toccarmi il collo, l’altra si tende
sulla porta.
Non ho vie di scampo, né ho voglia di cercarne.
Mi sta facendo impazzire, e penso che la cosa sia
reciproca, dal momento che sta annullando la piccola distanza rimasta tra di
noi premendo sensualmente il suo corpo contro il mio.
Peccato
che la maniglia della porta conficcata nella schiena non così piacevole…
Intreccio
le mie mani con le sue e lo sospingo sul divano, sedendomi sopra di lui.
E’
assurdo come non riesca a smettere di baciarlo…addirittura è ancora meglio di
quanto avessi immaginato.
Le
sue mani scivolano sui bottoncini della mia maglietta, e rallenta il ritmo
della sua bocca sulla mia…ma gli squilli di un cellulare cominciano a risuonare
nel salotto, insistenti.
E’
il mio.
-Non
rispondere…- mi mormora lui sul collo che ora ha cominciato a stuzzicarmi con
la lingua.
-No…-
Stringo
istintivamente le gambe intorno ai suoi fianchi, mordendomi forte il labbro
inferiore.
Quella
suoneria irritante però non accenna a smetterla, e mi costringe a scostarmi da
lui.
Potrebbe
essere qualcosa di importante.
-Scusami…-
Lui
annuisce, anche se non riesce a nascondere un certo (e giustificabile)
fastidio.
Scendo
dal divano e raggiungo il più in fretta possibile la borsa che ho lasciato sul
mobile all’ingresso.
Do
un’occhiata veloce al numero che mi sta cercando con così tanta insistenza:
-Mamma.-
Controllo
la mia voce, probabilmente alterata dall’eccitazione.
-Layla,
dove sei?-
-Sono
a casa di Ralph, stiamo guardando un film…-
Chiamatela
bugia, ma è pur sempre una mezza verità…il film lo stavamo guardando per
davvero, almeno fino a qualche momento fa.
Incontro
il suo sguardo, lo vedo sollevare ironicamente un sopracciglio.
-Com’è
che ci hai messo tanto a rispondere?-
Ma è un terzo grado o cosa?
-Ehm…il
volume era abbastanza alto e…- mi schiarisco la voce, guadagnando qualche
secondo in più per inventarmi una scusa plausibile -…avevo lasciato la borsa in
cucina, ho sentito il cellulare appena in tempo.-
-Ho
capito, comunque dovresti andare a prendere Matt in piscina. Non riesco a
rintracciare tuo padre e a meno che non riporti a casa l’auto, questa volta
tocca a te.-
-Va
bene, va bene…-
Sbuffo
scocciata.
Accidenti
a mio fratello e alla sua mania per il nuoto.
-Niente
storie, signorina. Dai, fai in fretta che il corso finisce tra meno di venti
minuti, e non correre per strada, mi raccomando.-
-Mi
spieghi come faccio a non correre se devo fare in fretta?- puntualizzo con la
mia solita vena sarcastica.
-Molto
spiritosa, tesoro. Ci vediamo tra un po’.-
Il
tempo di un ciao veloce e chiudo la conversazione: mia madre sa essere molto
inopportuna quando vuole. Oltre ad avere un tempismo a dir poco perfetto,
chiaramente.
Torno
a guardare Ralph, che nel frattempo ha lasciato il suo posto sul divano e ha messo
via il dvd.
Momento
di silenzio.
-Beh…devo
andare.- dico sulle spine, guardandomi bene dall’accennare a quello che stava
succedendo poco prima.
Ma
tu guarda che situazione.
-Certo,
vieni…ti accompagno alla porta.-
Ralph
si passa una mano tra i capelli, scompigliandoseli un po’: è un gesto che di
solito fa o quando è annoiato, o tremendamente in imbarazzo.
Bisogna
dire che imbarazzarlo non è affatto una cosa semplice: stiamo parlando di un
tipo che ha sempre la risposta pronta, di uno che non si lascia zittire
praticamente da nessuno.
Questa
volta però, mi sa che ci sono riuscita…
Prendo
il cappotto e la borsa e lo seguo all’ingresso, chiedendomi se mai sono stata
così a corto di cose da dire con lui.
E adesso? Come ci salutiamo…?
-Ti
chiamo io, okay?-
Cretinata
colossale.
Quando
un ragazzo ti dice una cosa del genere…beh, le probabilità che ti cercherà sono
meno di zero.
Poco
ma sicuro.
Scoraggiata
da questa convinzione, riesco a malapena a salutarlo e raggiungo l’auto
pensando a quanto siano precipitate le cose nel giro di qualche minuto.
Lui
è già rientrato in casa.
Faccio
un respiro lungo e profondo, dandomi più volte della stupida impulsiva, e
accompagnando ogni insulto ad un colpetto sul volante.
Qualcosa
però mi dice che non finisce qui…