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Autore: Loribi    30/12/2007    4 recensioni
Questa storia è nata nell'aula-studio dell'università...non so perchè ma è un posto che mi ispira tantissimo:P Ralph e Layla sono amici. O almeno, è quello che credevano di essere prima che fosse galeotta una sera passata a casa di lui...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Okay, lo ammetto

Okay, lo ammetto.

Non mi sono mai piaciuti i film d’azione…ma questo ho scelto di vederlo solo perché me l’ha chiesto lui.

Niente di impegnativo, né tanto meno di compromettente.

E’ un po’ che ci conosciamo, e se ci fosse stato qualcosa tra di noi…beh, credo che non saremmo diventati così amici. Ce lo ripetiamo spesso, che siamo amici.

C’è stima assoluta, rispetto reciproco, sintonia e l’affetto che basta per farci stare stravaccati sul divano di casa sua.

E’ sera, e i suoi probabilmente torneranno tra un po’.

Ha le gambe allungate sul tavolino cinese di sua madre (sarebbe capace di ucciderlo se lo vedesse in questo momento) con le converse rosse che contrastano con il colore scuro del legno.

Con un braccio mi tiene per la vita, mentre io ho la testa poggiata sulla sua spalla.

Molti ci dicono che siamo carini insieme, ma noi continuiamo a dire che siamo solo amici…belle parole, belle parole davvero.

Domanda: possono coesistere amicizia e attrazione?

Beh, al momento avrei giusto qualche dubbio a riguardo.

Mi sfiora la tempia con un bacio leggero, e scende piano lungo la guancia.

Socchiudo gli occhi, tanto non riesce a vedermi.

Contatti del genere non sono una novità per noi: baci innocenti che finiscono là, niente di più…anche se quelle labbra che ora stanno indugiando mi mettono all’erta.

Lo lascio fare, incapace di sottrarmi al suo tocco, soprattutto curiosa di scoprire dove ha intenzione di arrivare.

Non riesco a prestare attenzione alle immagini del film che si alternano veloci sullo schermo, e le battute frenetiche dei personaggi sono solo rumore fastidioso in confronto a quello del mio cuore che sta accelerando.

Cerco i suoi occhi chiari, e lo guardo lasciarmi un bacio lento agli angoli della bocca.

Cos’è? Vuoi provocarmi?

Non si baciano così gli amici, te l’ha mai detto nessuno?

Con una mano fermo il suo viso così vicino al mio, per poi fargli scorrere le dita tra i capelli castani…adoro i suoi riflessi biondi alla luce del sole.

Lui mi scruta, non abbassa lo sguardo dal mio, non l’ha mai fatto prima.

E’ forte, deciso, sa cosa vuole.

E io…? Cosa voglio io?

Nonostante la sensazione di calore nel basso ventre, beh lasciarmi andare è l’ultima cosa che voglio: perché rovinare quello che c’è tra di noi solo per una questione d’istinto?

Mi schiarisco la voce, riportata alla realtà dalla mia parte razionale, e cerco di allontanarmi da lui pur facendo violenza alla voglia che ho di toccarlo. Il tempo di mettere insieme qualcosa di sensato da dire e raggiungo con un pretesto la porta di casa. Sto per aprirla e mi preparo già a tirare un sospiro di sollievo per la situazione appena scampata, quando la sua voce alle mie spalle mi inchioda sulla soglia:

-Aspetta.-

Stringo forte la maniglia e mi volto nella sua direzione.

E’ un attimo, e cattura le mie labbra in un bacio improvviso e urgente…

-Dovevo farlo…- mi dice accennando un sorriso.

Si allontana un po’, evidentemente in cerca di una mia qualche reazione, ma lo trattengo per il lembo della felpa grigia e lo riavvicino non appena avverto il vuoto che sta lasciando il suo corpo.

-Fallo ancora.-

Lo sto invitando a non smettere…

-Fallo tu…-

Un brivido di piacere corre lungo la schiena per quella semplice richiesta sussurrata al mio orecchio.

Lo attraggo ancora verso di me, e lo bacio facendogli lentamente dischiudere le labbra…sa di buono.

Una sua mano sale a toccarmi il collo, l’altra si tende sulla porta.

Non ho vie di scampo, né ho voglia di cercarne.

Mi sta facendo impazzire, e penso che la cosa sia reciproca, dal momento che sta annullando la piccola distanza rimasta tra di noi premendo sensualmente il suo corpo contro il mio.

Peccato che la maniglia della porta conficcata nella schiena non così piacevole…

Intreccio le mie mani con le sue e lo sospingo sul divano, sedendomi sopra di lui.

E’ assurdo come non riesca a smettere di baciarlo…addirittura è ancora meglio di quanto avessi immaginato.

Le sue mani scivolano sui bottoncini della mia maglietta, e rallenta il ritmo della sua bocca sulla mia…ma gli squilli di un cellulare cominciano a risuonare nel salotto, insistenti.

E’ il mio.

-Non rispondere…- mi mormora lui sul collo che ora ha cominciato a stuzzicarmi con la lingua.

-No…-

Stringo istintivamente le gambe intorno ai suoi fianchi, mordendomi forte il labbro inferiore.

Quella suoneria irritante però non accenna a smetterla, e mi costringe a scostarmi da lui.

Potrebbe essere qualcosa di importante.

-Scusami…-

Lui annuisce, anche se non riesce a nascondere un certo (e giustificabile) fastidio.

Scendo dal divano e raggiungo il più in fretta possibile la borsa che ho lasciato sul mobile all’ingresso.

Do un’occhiata veloce al numero che mi sta cercando con così tanta insistenza:

-Mamma.-

Controllo la mia voce, probabilmente alterata dall’eccitazione.

-Layla, dove sei?-

-Sono a casa di Ralph, stiamo guardando un film…-

Chiamatela bugia, ma è pur sempre una mezza verità…il film lo stavamo guardando per davvero, almeno fino a qualche momento fa.

Incontro il suo sguardo, lo vedo sollevare ironicamente un sopracciglio.

-Com’è che ci hai messo tanto a rispondere?-

Ma è un terzo grado o cosa?

-Ehm…il volume era abbastanza alto e…- mi schiarisco la voce, guadagnando qualche secondo in più per inventarmi una scusa plausibile -…avevo lasciato la borsa in cucina, ho sentito il cellulare appena in tempo.-

-Ho capito, comunque dovresti andare a prendere Matt in piscina. Non riesco a rintracciare tuo padre e a meno che non riporti a casa l’auto, questa volta tocca a te.-

-Va bene, va bene…-

Sbuffo scocciata.

Accidenti a mio fratello e alla sua mania per il nuoto.

-Niente storie, signorina. Dai, fai in fretta che il corso finisce tra meno di venti minuti, e non correre per strada, mi raccomando.-

-Mi spieghi come faccio a non correre se devo fare in fretta?- puntualizzo con la mia solita vena sarcastica.

-Molto spiritosa, tesoro. Ci vediamo tra un po’.-

Il tempo di un ciao veloce e chiudo la conversazione: mia madre sa essere molto inopportuna quando vuole. Oltre ad avere un tempismo a dir poco perfetto, chiaramente.

Torno a guardare Ralph, che nel frattempo ha lasciato il suo posto sul divano e ha messo via il dvd.

Momento di silenzio.

-Beh…devo andare.- dico sulle spine, guardandomi bene dall’accennare a quello che stava succedendo poco prima.

Ma tu guarda che situazione.

-Certo, vieni…ti accompagno alla porta.-

Ralph si passa una mano tra i capelli, scompigliandoseli un po’: è un gesto che di solito fa o quando è annoiato, o tremendamente in imbarazzo.

Bisogna dire che imbarazzarlo non è affatto una cosa semplice: stiamo parlando di un tipo che ha sempre la risposta pronta, di uno che non si lascia zittire praticamente da nessuno.

Questa volta però, mi sa che ci sono riuscita…

Prendo il cappotto e la borsa e lo seguo all’ingresso, chiedendomi se mai sono stata così a corto di cose da dire con lui.

E adesso? Come ci salutiamo…?

-Ti chiamo io, okay?-

Cretinata colossale.

Quando un ragazzo ti dice una cosa del genere…beh, le probabilità che ti cercherà sono meno di zero.

Poco ma sicuro.

Scoraggiata da questa convinzione, riesco a malapena a salutarlo e raggiungo l’auto pensando a quanto siano precipitate le cose nel giro di qualche minuto.

Lui è già rientrato in casa.

Faccio un respiro lungo e profondo, dandomi più volte della stupida impulsiva, e accompagnando ogni insulto ad un colpetto sul volante.

Qualcosa però mi dice che non finisce qui…

 

 

  
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