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Autore: lostindreams    15/06/2013    1 recensioni
Come puoi reagire quando ti ritrovi a pezzi? Dove la puoi trovare la forza di rimetterti in piedi se hai completamente perso la testa? Sono uscita pazza, pazza di te e la cosa ci ha ucciso entrambi.
Il ticchettio dell'orologio rimbomba nella mia testa sempre più velocemente e tu te ne sei andato seguendo il suo ritmo.
Genere: Romantico, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CLOCKS

Entrò in casa correndo con il respiro affannato, tastò il muro velocemente in cerca dell'interruttore ma, dopo svariati tentativi, rinunciò perfino ad accendere la luce del salotto.
"Lights go out and I can't be saved.
Tides that i tried to swim against."

Si sentiva tremendamente in colpa, aveva il fiato corto e le gambe intorpidite per la lunga corsa dal locale dove si era rifugiata fino al suo appartamento.
I suoi pensieri erano sconnessi, nella sua mente si susseguivano le immagini della serata.
Era la sua migliore amica e come tale avrebbe dovuto sostenerlo sempre ma lei era anche innamorata di lui.
"Have brought me down upon my knees
oh I beg, I beg and plead singing."

Si ritrovò in camera sua quasi inconsapevolmente, si lasciò cadere lungo la parete e portò la testa tra le gambe facendo dei respiri regolari.
Aveva la nausea a causa della troppa vodka ingerita, le tempie le pulsavano e gli occhi lucidi non le permettevano di distinguere bene gli oggetti attorno a sè.
Dopo aver saputo la notizia che l'aveva fatta crollare in pochi secondi aveva affogato tutta se stessa o ciò che rimaneva di lei nell'alcool.
Era un miracolo che avesse trovato un minimo di lucidità per tornare a casa sua ma le parole della mamma di lui non desistevano nel perseguitarla.
L'aveva abbandondato, l'unica persona in grado di farlo ragionare l'aveva lasciato in balìa di se stesso e delle sue azioni malsane.
Harry era riuscito nel suo tentativo di suicidio e lei era fuggita al suono di quelle parole pronunciate da Anne, non aveva retto.
Le lacrime cominciarono a scendere copiose sulle guance arrossate dal freddo di Novembre e le labbra ormai violacee cominciarono a tremare emettendo singhiozzi che cercava di far cessare.
Desiderava essere rimasta, il senso di colpa la stava divorando e il panico si presentò al tempo stesso lasciandola stordita e incapace di ragionare con il buon senso.
"Come out of things unsaid
shoot an apple off my head
and a trouble can't be named
a tiger's waiting to be tamed,
singing: You are..."

Avrebbe dovuto dirgli che lo amava, che ci sarebbe sempre stata ma lui ormai non c'era più, se ne era andato per sempre.
Aveva i brividi sulle braccia e alla schiena, si conficcò le unghie nel palmo e cominciò ad urlare con tutto il fiato che possedeva.
Vide il sangue e si sentì leggermente meno in colpa, una luce die pazzia le attraversò gli occhi per un attimo e la portò a scattare in bagno.
"Confusion never stops
closing walls and ticking clocks,
gonna come back and take you home
I could not stop that you now know."

Afferrò il vaso di cristallo che sua madre tanto adorava e scaraventandolo a terra lo ruppe in mille pezzi, ne raccolse uno e se lo passò sul polso pallido.
Gocce sempre più corpose di sangue scivolarono dal suo polso sinistro per finire nella vasca da bagno sul cui bordo era seduta.
Si sentiva meglio e peggio al contempo, voleva tornare indietro nel tempo e non permettere tuttò ciò, voleva Harry accanto a sè.
Prese a fissare il muro bianco e spoglio che aveva di fronte e le vennero in mente i capelli ricci tra le dita, gli occhi verdi lucidi perchè Kate l'aveva lasciato, le mani grandi unite alle sue minuscole, le labbra piene che mordeva quando era nervoso, le fossette in cui piaceva infilarci la lingua mentre lui rideva e la sua risata era fantastica.
Harry era di una bellezza disarmante non solo fisica: era divertente, dolce, un po' stronzo, fragile ma l'aveva capito troppo in fretta sembrava sempre così sicuro e indipendente.
Era stata una sciocca, l'aveva visto consumarsi poco a poco fino a svanire ed era rimasta immobile.
"Come out upon my seas
cursed miss opportunities
am I a part of the cure or 
am I a part of the disease?"

La sua vita era sempre stata un fallimento ma lui l'aveva aiutata ad andare avanti comunque, quando lui era nei paraggi ogni dubbio scompariva.
Lasciò la pelle ferita e si recò nuovamente nella sua stanza a passo cadenzato seguendo il ritmo della canzone "Clocks" dei Coldplay che spuntava tra le sue riflessioni.
Stavolta dovette accendere la luce, strappò un foglio da un vecchio quaderno di scuola e prese una penna dall'astuccio posto sulla scrivania.
Si buttò letteralmente sul letto non preoccupandosi di togliere le scarpe o di sporcarlo con il liquido rosso che ancora incorniciava i tagli.
Si passò una mano tra i capelli nervosamente e deglutì a vuoto per poi iniziare a scrivere un messaggio:
"Ai genitori del mio migliore amico 
volevo dire che me ne sono andata poichè
senza Harry che rappresenta la mia ancora,
la mia casa non posso andare avanti.
Mi dispiace di non essere stata forte abbastanza 
per tutti e due ma non lo sono mai stata neanche
per me stessa.
Siete diventati un po' la mia famiglia ormai.
Lo amo e lo voglio raggiungere, siate felici anche senza di noi.
Me ne prenderò cura, farò del mio meglio
promesso,
                                      Amber."

Avrebbe voluto scrivere altro ma il tempo scorreva e se non l'avesse fatta finita alla svelta avrebbe potuto avere ripensamenti e non se lo sarebbe mai perdonato.
Aveva bisogno del riccio più che mai e sperava che anche lui sentisse la sua mancanza.
Si asciugò le lacrime che le avevano colmato le guance ed erano scese anche sul collo, si diresse in cucina e prese dall'armadietto un barattolo di pillole.
Tornò in camera indossò il vestito verde che Harry le aveva regalato al suo compleanno, si tolse le scarpe e scalza si diresse sul balcone dove lei e il suo migliore amico passavano le serate a guardare Londra al tramonto, il luogo del loro primo bacio.
Piangeva ancora ma ormai la decisione era stata presa, ingerì il farmaco in quantità eccessiva.
Sussurrò un flebile "Ti amo", chiuse gli occhi pronta a ciò che l'aspettava e dopo non si sa quanto perse i sensi.

ANGOLO DELL'AUTRICE
Eccomi con questa one shot, so che le tematiche sono forti e mi scuso se ho deluso le vostre aspettative ma ho cercato di fare del mio meglio.
Sto passando un periodo non proprio felice e mi è venuta in mente questa storia, non mi aspetto recensioni.
L'ho scritta solo perchè sentivo il bisogno di buttar giù qualche riga e sfogarmi in questo modo.
Grazie a chi è arrivato a leggerla tutta, i miei complimenti.
Un bacio a tutti,
"Harryscheeks"


                                                                                                                                                                                                                                                

  
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