LA MATTINA Eccomi, vicino al suo armadietto, pronto a imbucare là dentro la lettera che ho scritto per giorni e giorni, trovando le parole giuste con molta difficoltà. La rileggo per un'ultima volta, per sicurezza: "Cara Violetta, so che appena leggerai il mio nome sulla busta, molto probabilmente butterai questa lettera, ma per favore, leggila. Io faccio così con te perché ti amo, so che non sembra, ma è così. So che sembro uno di quei ragazzi che vogliono solo una cosa dalle ragazze, ma non è così. Io so essere dolce e gentile. So che probabilmente, anzi, sicuramente, ora starai ridendo per quello che ho scritto. Penserai: 'Lui? Dolce e gentile? Ma per favore!', ma dammi ascolto per una volta. Quando ti ho vista a quella festa sono rimasto incantato dalla tua bellezza, dalla tua allegria e dalla tua vivacità, e non ho potuto fare a meno di innamorarmi di te. Tu avrai subito pensato che sono solo arrogante e antipatico, ma tu mi hai cambiato. All'inizio ero così con tutti, ma tu non sai ancora la mia storia. Io ero un ragazzo come tutti gli altri, ma una brutta esperienza ha cambiato la mia vita. All'età di 13 anni ebbi un incidente in cui, per un periodo, ebbi un problema al cervello, per cui venni preso in giro da tutti. Fortunatamente, dopo una delicata operazione, tornai in forma, ma i miei "amici", se così potevano considerarsi, continuavano a prendermi in giro, e io, per farmi accettare di nuovo, cominciai ad essere come mi vedi ora. Ma tu mi hai fatto capire che così non si va avanti. Ti prego, Violetta, perdonami per quello che ti ho fatto. La notte ti sogno, penso a te appena mi sveglio e quando vado a dormire, e non appena ti vedo, comincio a sentire le farfalle nello stomaco. È una sensazione strana, non l'ho mai sentita con nessun'altra ragazza, ma tu sei diversa. Tu sei speciale. Tu sei... L'amore della mia vita. Ecco, l'ho detto. Non lo avrei mai creduto, ma è così che è andata. Quindi, ti chiedo di darmi una possibilità. So quello che ti ho fatto con Ludmilla, ma è stato tutto un abbaglio. Credevo che così saresti stata mia, ma avevo solo peggiorato la situazione. Violetta, io ti amo, e non lo posso evitare. Con affetto, DIEGO." Metto la lettera nel suo armadietto e me ne vado. Non voglio vedere come reagirà. Ho paura. IL POMERIGGIO Sono seduto qui, su una panchina. Non riesco a non pensare alla reazione di Violetta a quella lettera, sono troppo agitato. Sento dei passi che si avvicinano sempre di più, ho lo sguardo basso, non ho la voglia nè il coraggio di vedere chi sia. Si sta sedendo accanto a me. Mi solleva il capo con delle dita morbide e sottili, fino a farlo arrivare davanti ai suoi occhi color cioccolato. Li ha lucidi, come i miei, dopotutto. Mi abbraccia e mi sussurra un "Anche io ti amo", e io non posso fare altro che baciarla dolcemente. Ecco, ce l'ho fatta. Ora ho capito quello che provo per lei. È sicuro: lei è L'AMORE DELLA MIA VITA.