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Autore: lishiawho    15/06/2013    5 recensioni
Nonostante i casi che ho già risolto e risolverò non capirò mai la logica che spinge un uomo ad uccidere, posso capire che sia un emozione ma non riesco a comprendere il gesto, va oltre la mia comprensione.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: La logica che spinge ad uccidere
Autore: Type Writer
Fandom: Detective Conan
Characters: Conan Edogawa / Shinichi Kudo, Ayumi Yoshida, Genta Kojima, Mitsuhiko Tsuburaya, Ran Mouri, Ai Haibara / Sherry
Paring: RanxShinichi
Genere: Introspettivo - What if?
Raiting: Verde
Disclaimer: Detective Conan © 1994Gōshō Aoyama. All Rights Reserved.


<< Nonostante i casi che ho già risolto e risolverò non capirò mai la logica che spinge un uomo ad uccidere, posso capire che sia un emozione ma non riesco a comprendere il gesto, va oltre la mia comprensione. >>



Le sue stesse parole gli rimombombavano ora nella testa, trovando soluzione.
 Prima anche il solo pensare di uccidere una persona o provare talmente tanto odio da spingerlo a fare una cosa del genere non gli sarebbe passato neanche per l'anticamera del cevello, nemmeno contro quei bastardi dell'organizzazione che gli avevano rovinato la vita.
Tuttavia, le cose cambiano.
 Quel giorno non fu diverso dagli altri, si erano alzati normalmente e anche la giornata era filata liscia a scuola.
 Il pomeriggio avevano deciso, con i ragazzi, di andare a prendere del gelato al centro commerciale. Quasi controvoglia Ai li aveva seguiti. Erano giorni continui che non usciva di casa, sempre rintanata nello studio a lavorare. A Conan non dava fastidio, più lavorava più aveva probabilità di tornare ad essere normale, tuttavia un po' di svago le faceva bene, per quanto si poteva considerare svago fare da babysitter a dei bambini delle elementari in un centro commerciale.
 Passarono a posare le borse all'ufficio di Kogoro, che era quello più vicino e si avviarono. Al centro commericiale, Ayumi aveva costretto Ai a seguirla in un negozio di abbigliamento, l'avevano seguite e fu molto divertente per Genta e Mitsuhiko - e con enorme imbarazzo per Ayumi - scoprirla a guardare con desiderio un reggiseno.
 "Le bambine crescono..." Gli aveva sussurrato Ai all'orecchio prima di aggiungere un risolino. Usciti dai negozi passarono in quelli più vistosi, che catturarono l'attenzione dei bambini. Negozi di video game, una pasticcerie... a quanto pare erano intenzionati a girarsi tutto il centro commerciale.
Dopo un oretta, optarono per i piani superiori e corsero verso le scale mobili, mentre salivano, tuttavia, Ai indicò a Shinichi un personaggio alquanto strano. Non tanto per l'atteggiamento, più che altro per come era vestito. Aveva un cappello blu scuro, una sciarpa bordoux che gli copriva il volto e un lungo soprabito che gli arrivava sino alle ginocchia, un po' strano per gli inizio di Giugno. Lo fissò finché la rampa non arrivò al loro piano, lui stava scendendo di conseguenza si separarono. Passarono venti minuti buoni senza che l'uomo misterioso riapparve, il loro giro stava continuando normalmente quando, senza che nessuno lo sospettasse minimamente, una gelateria esplose. Ci fu il panico, persone che urlavano, si accalcavano per scendere le scale, i bambini che piangevano... Shinichi fu il primo a catapultarsi subito verso le scale, quelle mobili erano saltate, e solo dopo alcuni minuti fu raggiunto dagli altri del gruppo. Quando arrivarono all'ultimo piano capirono subito cosa fosse successo. C'erano talmente tanti corpi a terra, che ad una prima occhiata era difficile dire quanti fossero, alcuni bambini piangevano, altre persone erano talmente scioccate da non riuscire neanche a focalizzare l'accaduto. Si mosse verso le persone a terra e cominciò a controllare se ce ne fosse almeno qualcuna viva. Con sollievo si accorse che una madre e il suo bambino respiravano ancora, erano tuttavia feriti.
 "C'è qualche dottore?! Camiate un ambulaza presto, questi due sono solo feriti!" Se fosse stato il suo urlo a riportare il tempo a scorrere normalmente non si seppe, comunque dopo aver chiamato l'ambulanza e avvertito polizia e vigili del fuoco, alcune persone si offrirono di aiutarlo. Il fatto che un bambino avesse preso in mano la situazione probabilmente li sorprese all'inizio, ma in una situazione del genere tutti davano una mano. Furono soccorsi i feriti e fatto allontanare la folla di curiosi dal luogo, poco dopo le sirene annunciarono l'arrivo delle forze dell'ordine. L'ispettore Megure era in testa, seguito dagli altri detective, dai vigili del fuoco e da una squadra cinofila. Era ovvio ormai che fosse stata piazzata una bomba all'ultimo piano del centro, anche se i motivi erano ancora assolutamente incerti.
 "Salve ispettore" Disse il piccolo. Lui ricambiò il saluto con un cenno della testa, ma nient'altro. Era teso, probabilmente per via di un evento del genere.  Capì allora, che in quella situazione nessuno avrebbe ascoltato Conan, il piccolo bambino che giocava a fare il detective e, nel preciso istante in cui questa verità gli si parò davanti agli occhi, Ai lo strattonò da una parte.
"L'hai capito anche tu no? In questo caso non puoi fare nulla. Ci sono troppe persone, troppi sospettati e non ci sono né Kogoro, né Ran, né Heiji, né nessuno che può darti una mano." Disse calma, come suo solito.
"Allora dimmi come faccio a..." Sapevo già la risposta, e gli si parò davanti come poco prima. "Vale solo per dodici ore." Aveva detto, prima di posargliela sul palmo della mano. Sorrise, in una smorfia "Sei stata tu a far chiudere tutte le uscite appena sentito l'esplosione, vero?" Il silenzio di Sherry non potè che affermare positivamente l'esclamazione di Shinichi.
Si spostò in un luogo meno affollato, nei camerini di un negozio d'abbigliamento. Doveva fare in fretta, presto avrebbero cominciato a ispezionare con la squadra cinofila. Prima di mandare giù quella piccola pillola si concesse qualche secondo per osservala. Ogni volta che l'aveva davanti a lui una piccola speranza cominciava ad invaderlo, per poi tradirlo alla fine dell'effetto. Tuttavia anche quella volta la possibilità di tornare normale per sempre, e non solo per la durata di un giorno, cominciava a crescere dentro di lui. Dodici ore aveva detto, era sicuro che questa volta avrebbe avuto il tempo per fare una bella sorpresa a Ran.
Dopo averla ingoiata ed essersi ri-trasformato nel suo vero io, si trovò a prendere in prestito dei vestiti da quel negozio, li avrebbe restituiti quando l'effetto dell'antidoto per la APTX4869 sarebbe finito e lui fosse tornato ad essere il piccolo Conan.
Raggiunse la folla, beandosi di quel punto di vista che gli era mancato, per poi farsi largo tra le persone e raggiungere il punto contrassegnato dai poliziotti. Quando finalmente l'ispettore l'adocchio in mezzo alla folla, fu grato a non so chi che fosse con loro.
Gli fece un piccolo riassunto e Shinichi non lo interruppe, voleva i più sminuzziosi dettagli dell'accaduto.
"Mi hanno detto che dopo l'esplosione un bambino si è avvicinato ai corpi per controllare che ci fossero superstiti, per poi chiamare un ambulaza ed avvertire noi. Dalla descrizione sembrerebbe Conan, ma non lo trovo da nessuna parte!" Disse, stressato.
 "Si calmi, ispettore, ho incrociato io Conan e mi ha raccontato tutto. Tuttavia, lei è un po' troppo preoccupato per i miei gusti, non dico che un fatto del genere sia supericiale, ma secondo me lei è a conoscenza di qualcos'altro. Qualcos'altro approposito del colpevole o del movente, magari. Sappiamo tutti che non può essere stato un incidente." Esclamò il ragazzo. L'ispettore sospirò prima di rivelare a Shinichi il motivo per cui era così teso.
"Ai civili è stato raccontato che si tratta di una fuga di gas tuttavia, come sai, non è niente del genere. Probabilmente si tratta di un attacco terroristico vero e proprio. Non è il primo "incidente" del genere." Rivelò l'ispettore. Shinichi non fu sorpreso. " Ci sono sospettati?"
"No, ma sappiamo che sono stranieri." Aggiunse poi. Dopo questa piccola conversazione carica di informazioni alcuni colleghi vollero parlare con Megure, di conseguenza Shinichi cominciò a guardarsi in giro, non sapeva da dove cominciare in quella situazione. Adocchiò Ai che lo fissava da lontano e si avvicinò a lei per parlare, questo gli provocò le occhiate distorte dei ragazzi in sua compagnia.
"Hanno detto che tra poco ci faranno uscire. Devono solo ascoltare le ultime deposizioni dei testimoni. Cosa facciamo? Di sicuro a te faranno rimanere, inoltre, ci sono enormi probabilità che il colpevole sia ancora all'interno dell'edificio, quando ci faranno uscire allora addio cattura." Disse Sherry
"Già, il punto è che non abbiamo proprio indizi. Sanno solo che potrebbe essere straniero. L'unica persona sospetta è quel tipo vestito come se fosse Natale. Sicuramente era per nascondere l'aggeggio che ha fatto esplodere, ma ora se lo sarà anche tolto. Anzi, presumo si sia proprio cambiato. Siamo ad un punto morto!"
 Quello che successe poi fu così veloce che neanche loro se ne resero bene conto. Ayumi era andata in bagno, trascinandosi Mitsuhiko e Genta dietro perché aveva paura. Aveva cacciato un urlo dopo essersi accorta di una persona all'interno di una delle cabine.
In quel preciso istante, però, l'ispettore aveva dato l'ordine di riaprire le porte.
 Fu una corsa contro il tempo, Shinichi corse subito ad inseguire l'uomo. Era alto, con corpuratura robusta e capelli biondo cenere. Per tutto il tempo gli vide solo la schiena ed era sicuro di aver visto un piccolo tatuaggio sul collo.
 Arrivati al pian terreno le serrande erano già a buon punto e si intravedeva la luce dell'esterno. Appena furono quasi completamente alzate, una coppia di ragazze entrò nell'edificio... a Shinichi gli mancò il respiro, seguito da una morsa al petto. Cosa ci faceva lì Ran? Aveva sentito della fuga di gas ed era venuta cercare Conan? Probabile. Quando per un singolo istante i loro occhi si incontrarono, gli parve di vedere la solitudine di Ran e le lacrime cominciare ad uscire, ma la frase "Fermate quel tipo!" che arrivò alle sue spalle bloccò tutto. Ran capì cosa stava succedendo e si gettò davanti al colpevole, cercando di dare uno stop alla sua fuga. Quello che si fermò, tuttavia, non fu la corsa verso la libertà dell'uomo, ma il cuore di Shinichi al suono di uno sparo e alla vista di Ran che si afflosciava a terra, la maglietta sporca del suo sangue. La successione degli avvenimenti dopo quell'istante non lo riguardava, la percezione del mondo si era fermata al suo urlo e a quello di Sonoko che si contrapponevano, il resto era come se non ci fosse. Come se lui e Ran fossero rinchiusi all'interno di una bolla, fuori dal tempo.
Lei sorrideva. Questo era l'assurdo. Era felice, perché era finalmente riuscita a rivedere il suo Shinichi.
La colpa, il rimorso e il dolore di non essergli stato accanto come Shinichi, gli piombarono addosso come mattoni. Era colpa sua, tutta colpa sua.
"Hey Ran! Guardami, sono tornato, sono qui. Non mi lasciare d'accordo?" La sua voce, gli sembrava di sentir parlare qualcun altro, non lui.
 "Shinichi, ti rendi conto di quanto mi hai fatto aspettare? Se fossi stata un altra, probabilmente ti avrei già dimenticato."
 Lei sorrise a questo, mentre Shinichi sentiva che i polpastrelli non riuscivano più a reggere il bordo della sua giacca.
"Avresti dovuto farlo sai!" Gli disse lui.
"Forse, però non avrei potuto dirti finalmente quanto ti volevo bene, Shinichi..."
"E io non avrei potuto risponderti quanto anch'io ti volevo bene, Ran" Concluse lui.
La felicità che aveva raggiunto in quei pochi e singoli istanti in compagnia di Shinchi, fu il momento esatto in cui il suo cuore smise di battere, il sangue di pulsare, i polmoni di respirare.
Da quel giorno, di Conan Edogawa o Shinichi Kudo non si sentì più parlare. Entrambi sparirono nel nulla e pian piano le persone cominciarono a dimenticarli.

Si trovava fuori ad un enorme edificio, probabilmente un azienda. Il semaforo da rosso diventò verde e la miriade di Taxi gialli cominciarono a sfrecciare nelle enormi e chiassose strade.
Fu quando il mozzicone della sigaretta che stava fumando toccò terra e il ragazzo si voltò di spalle, che successe.
Un esplosione era avvenuta nell'ultimo piano di quel palazzo che all'apparenza sembrava una comune multimilionaria.


<< Quello che spinge le persone a commettere gesti che neanche si sognerebbero, non sono nient'altro che i nostri stessi sentimenti. Aumentati ad un livello tale da distrugge qualunque cosa.>>

 
  
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