Non sono viva. Non sono morta. Non sono
un fantasma, né uno spirito, né un fenomeno paranormale.
Sono una proiezione. Uno spettro frammentato di
vari colori, imitazione di una vita.
Io non esisto, ma sono nata e vivo delle vite di
molte altre persone.
La nostra vita è composta di sentimenti,
sensazioni, emozioni e ricordi. I sentimenti e le emozioni sono inafferrabili,
vanno e vengono come la traccia della pioggia sulla pelle. Le sensazioni sono
percezioni della realtà che ci circonda, perciò esistono finché questa esiste.
I ricordi sono le incisioni su nastro dei nostri
avvenimenti. Quando qualcosa accade il nostro Io lo registra dentro di sé e lo
lascia lì, impresso a fuoco come le cicatrici sulle mie braccia.
Ma a volte capita che il nastro si strappi, si
graffi o si bruci; a volte lo tagliamo per eliminare ciò che consideriamo
inutile o brutto, oppure accumuliamo i nastri in un disordine tale da non
saperli riordinare. E allora non abbiamo più la certezza.
La certezza che la nostra vita sia vera. Che sia
stata vissuta da noi, e come crediamo noi. C'è il terrore d'esserci inventati
un avvenimento che ha sconvolto la nostra vita, di aver distrutto una relazione
per qualcosa di mai avvenuto, ci sentiamo indifesi spaventati incompresi
perplessi confusi. Paralisi mentale. Oh, se potessi contare tutte le volte che
mi è successo.
È per questo che esistono persone come me.
Persone che scavano nella pelle per non dimenticare. Che accumulano cicatrici
su cicatrici nella speranza di avere il controllo. Di sentirsi vivi.
Fino a quando non c'è più spazio. Non c'è più
pelle pulita per poter segnare la propria vita, e allora l'unica e ultima
estrema cosa che può darti prova della tua esistenza è
Sapete, è proprio vero che alla fine vedi
scorrerti tutta la vita davanti.
Questo è il mio dono. Questo è il mio ricordo.
Questa è la mia storia, confusa e disordinata come un puzzle disfatto, con i
ricordi dispersi e rovinati.
Il mio nome è..