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Autore: Leia Ashtray Myrsky    15/06/2013    0 recensioni
È per questo che esistono persone come me. Persone che scavano nella pelle per non dimenticare. Che accumulano cicatrici su cicatrici nella speranza di avere il controllo. Di sentirsi vivi.
Fino a quando non c'è più spazio. Non c'è più pelle pulita per poter segnare la propria vita, e allora l'unica e ultima estrema cosa che può darti prova della tua esistenza è
Sapete, è proprio vero che alla fine vedi scorrerti tutta la vita davanti.

[WARNING: Il testo tratta temi forti come autolesionismo, tossicodipendenza ed alcolismo. Se i suddetti temi feriscono la vostra sensibilità, astenetevi dalla lettura. Greetings.]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
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Non sono viva. Non sono morta. Non sono un fantasma, né uno spirito, né un fenomeno paranormale.
Sono una proiezione. Uno spettro frammentato di vari colori, imitazione di una vita.
Io non esisto, ma sono nata e vivo delle vite di molte altre persone.

La nostra vita è composta di sentimenti, sensazioni, emozioni e ricordi. I sentimenti e le emozioni sono inafferrabili, vanno e vengono come la traccia della pioggia sulla pelle. Le sensazioni sono percezioni della realtà che ci circonda, perciò esistono finché questa esiste.
I ricordi sono le incisioni su nastro dei nostri avvenimenti. Quando qualcosa accade il nostro Io lo registra dentro di sé e lo lascia lì, impresso a fuoco come le cicatrici sulle mie braccia.
Ma a volte capita che il nastro si strappi, si graffi o si bruci; a volte lo tagliamo per eliminare ciò che consideriamo inutile o brutto, oppure accumuliamo i nastri in un disordine tale da non saperli riordinare. E allora non abbiamo più la certezza.

La certezza che la nostra vita sia vera. Che sia stata vissuta da noi, e come crediamo noi. C'è il terrore d'esserci inventati un avvenimento che ha sconvolto la nostra vita, di aver distrutto una relazione per qualcosa di mai avvenuto, ci sentiamo indifesi spaventati incompresi perplessi confusi. Paralisi mentale. Oh, se potessi contare tutte le volte che mi è successo.

È per questo che esistono persone come me. Persone che scavano nella pelle per non dimenticare. Che accumulano cicatrici su cicatrici nella speranza di avere il controllo. Di sentirsi vivi.
Fino a quando non c'è più spazio. Non c'è più pelle pulita per poter segnare la propria vita, e allora l'unica e ultima estrema cosa che può darti prova della tua esistenza è

Sapete, è proprio vero che alla fine vedi scorrerti tutta la vita davanti.

Questo è il mio dono. Questo è il mio ricordo. Questa è la mia storia, confusa e disordinata come un puzzle disfatto, con i ricordi dispersi e rovinati.

Il mio nome è..

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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