La lista dei
buoni propositi per il nuovo anno
Neville era seduto davanti
alla finestra del suo dormitorio, osservando quelle poche stelle che riusciva a
scorgere a causa delle nuvole con aria sognante, immaginando chissà quale momento romantico.
Poteva definirsi un vero e proprio sognatore, perché ormai sognare era la sua
ancora di salvezza, si aggrappava alla sua fantasia quando la realtà era crudele
e ingiusta con lui, ed ormai lo era stata così tante volte che ci era abituato. Nella sua immaginazione
poteva vedere i suoi genitori parlargli, camminare con lui in un parco, poteva
vedere sua nonna fiera di lui, poteva vedere una “O” in Pozioni, poteva vedere lei che gli correva incontro dopo una
partita di Quiddich, in cui lui aveva condotto la Casa alla vittoria,
congratularsi e dirgli di essere unico.
Erano solo
sogni, si, ma erano quasi più belli di diciassette anni vissuti come un ragazzo
imbranato, che solo negli ultimi anni aveva trovato la forza di combattere ed
opporsi al sistema.
Eppure, anche se
poteva dirsi soddisfatto di sé stesso, nella sua vita mancava qualcosa, quella
fondamentale a rendere qualsiasi essere umano, anche il più superficiale o il
più ricco, davvero felice. Mancava l’amore. Mancava lei.
La lei che aveva
amato dal primo anno, la lei che era disprezzata da tutti all’inizio, e che poi
aveva saputo farsi valere, la lei che ora purtroppo era innamorata di un altro.
Sospirò,
immaginandola davanti a sé, bellissima nella sua semplicità, sorridergli con
sincerità.
Vederla così gli
bastava, solo che ultimamente non poteva nemmeno più vedere l’ombra di un
sorriso, perché lei era infelice, triste… Sembrava avesse smesso di vivere da
quando Harry e Ron erano partiti alla ricerca degli Horcrux, impedendole di
andare con loro. Ma soprattutto, lo era perché aveva paura per la loro sorte,
e, conoscendola, sapeva che per lei era davvero impossibile starsene con le
mani in mano.
I suoi pensieri
furono interrotti dal picchiettare del suo orologio, che segnava le undici e
mezza. Infatti, ogni anno, a quell’ora del 31 Dicembre , pensava all’anno
appena trascorso e scriveva su un foglio di carta i suoi propositi per l’anno
nuovo, che, durante l’anno successivo, cancellava mano a mano che li compiva.
Attraversò il
dormitorio, aprì il secondo cassetto e prese la lista e la lesse, notando con
soddisfazione che solo due punti non erano stati portati a termine.
1.
Curare
la Mimbulus Mimbletonia
2.
Cercare
di non andare in Infermeria più di tre volte
3.
Prendere
“O” in incantesimi
4.
Allevare
una Hypnosis Heldafast
5.
Andare
in Cornovaglia con Luna alla ricerca dei Nargilli
6.
Svegliarsi
presto anche durante le vacanze
7.
Aiutare
la nonna a curare il giardino
8.
Dichiararsi
ad Hermione
Fu
con un particolare nodo alla gola che lesse l’ultimo punto intatto,
ricordandosi che era rimasto intatto nelle liste degli ultimi sei anni.
Si
sentiva deluso, non era per niente fiero di se stesso… Insomma, non si era mica
proposto di sconfiggere Voldemort! Possibile che non riusciva a rivelare i suoi
sentimenti ad una ragazza, per di più sapendo che non gli avrebbe riso in
faccia e messo in imbarazzo davanti a tutta la scuola?
Ci
aveva provato al quarto anno, invitandola al Ballo del Ceppo. si era proposto
di dirglielo durante il Ballo, magari sotto il vischio, invece non aveva potuto
avverare questo desiderio, a causa di quel Krum del cavolo! Di certo non aveva
potuto biasimare Ron quando aveva visto la testa del suo pupazzetto staccata
dal resto del corpo.
Da
allora si era arreso, cercando di fingere di essere interessato ad altre, ma
non aveva funzionato, il suo pensiero era rimasto fisso su Hermione.
Pensieroso,
prese un foglio di pergamena, la piuma e la boccetta d’inchiostro, ed inizò a
scrivere la nuova lista.
1.
Dichiararsi
ad Hermione
2.
Andare
in Cornovaglia con Luna alla ricerca dei Nargilli
3.
Aiutare
Harry in un’eventuale battaglia contro Voldemort
4.
Ricomporre l’ES
5.
Comprare
dei maglioni nuovi
6.
Non
ascoltare più di nascosto Le Sorelle Stravagarie
7.
Incontrare
un giocatore di Quidditch famoso
8.
Rispondere
a Piton per le rime
La rilesse più
volte, e si disse che aveva fatto bene a mettere la questione di Hermione per
prima, dato che per lui era di vitale importanza. Ma aveva paura. Paura che lei
non sarebbe stata più la stessa conoscendo i suoi sentimenti. Anche perché era
sicuro di essere rifiutato.
Il suo sguardo
si posò su una foto incorniciata davanti a lui, che rappresentava se stesso,
Dean, Seamus, Ron ed Harry. Fissò Ron, ed iniziò a parlare da solo con lui,
come se lo potesse ascoltare.
“Sei proprio un
deficiente! Insomma, avevi quell’opportunità con hermione l’anno scorso! Invece
hai preferito startene incollato a Lavanda… Ed ora sei lì fuori, a rischiare la
pelle, senza aver prima saputo che lei ti ama…”
Scosse il capo
contrariato, e si allontanò dalla scrivania, per aprire il suo cassetto segreto
ed estrarre una foto, che ritraeva Hermione l’anno prima, con i capelli un po’
scompigliati e con in braccio Grattastinchi, che sorrideva e lo salutava
affettuosamente.
Hermione, Hermione…
Accarezzò la
foto con il pollice, poi la depose delicatamente e guardò l’orologio. Mancavano
cinque minuti a mezzanotte.
Tutti i ragazzi
rimasti ad Hogwarts, relativamente pochissimi, erano in Sala Grande a
festeggiare l’attesa mezzanotte, ma a lui non voleva raggiungerli, ci sarebbe
stata lei con il suo sorriso spento, e gli avrebbe fatto male il cuore vederla
così, oltre al fatto che avrebbe tanto voluto poterla stringerla a sé solo per
un istante, facendola sentire protetta.
Ma sapeva che
non sarebbe servito, perché le braccia in cui lei avrebbe voluto rifugiarsi
erano altre, più muscolose e sode grazie agli instancabili allenamenti di
Quidditch.
Poi sentì una
serie di fuochi d’artificio esplodere in cielo, che illuminarono la stanza con
riflessi rossi ed oro.
“Buon anno,
Neville. Buon 1998” disse tra sé e sé, cercando di impedire alle lacrime che minacciavano
di sgorgare dai suoi occhi di uscire. Doveva essere forte, non era il caso di
piagnucolare. Ormai era un uomo.
Chissà se l’anno prossimo di questo
periodo sarò ancora qui a festeggiare. Vorrei solo che almeno lei si salvasse…
Oh, Voldemort! Tu non hai mai amato, altrimenti non causeresti tutto ciò… Mi
hai già tolto i miei genitori, perché ora rischi di farmi perdere anche le mie
speranze e colei che amo?
Sentiva delle
urla felici provenire dalla Sala Grande, e decise di scendere in Sala Comune,
dove probabilmente avrebbe trascorso tutta la notte davanti al fuoco.
Chiuse la porta
con delicatezza e scese giù.
Quando vide
davanti a sé i dolci lineamenti di Hermione il suo cuore accellerò il battito,
minacciando di scoppiare.
Era seduta
davanti al camino, sul freddo pavimento della sala, con una vestaglia rosa
indosso ed i capelli legati in una crocchia alla meno peggio, con delle ciocche
crespe che le incorniciavano il viso, ma per lui era sempre bellissima, lo era
sempre stata, anche quando era bassina e aveva i denti un po’ sporgenti. L’aveva apprezzata da sempre, quando tutti erano
così stolti da fermarsi all’apparenza.
Non sapeva cosa
fare, era ancora in tempo per fuggire…
“Oh, Neville,
sei tu!” disse la voce della ragazza, facendolo sobbalzare. Era una voce
triste, si sentiva.
“Hermione, ciao”
la salutò, dicendo mentalmente al suo cuore di fermarsi. Le si avvicinò
lentamente, e si sedette al suo fianco.
“Nemmeno tu sei
sceso in Sala Grande?” chiese Hermione, fissandolo.
Neville scosse
il capo, per poi aggiungere un piccolo: “Non me la sentivo”.
“Neanche io, non
credo di avere qualcosa da festeggiare. Quest’anno sarà duro, perché illudersi
con brindisi e auguri?” disse Hermione, più a sé stessa che all’amico.
Neville annuì.
“Ti capisco, insomma, con Harry e Ron lontani….” Borbottò imbarazzato.
A quelle parole,
Hermione abbassò lo sguardo, e una lacrima le bagnò una guancia. Se l’asciugò
frettolosamente. “Scusa, non volevo…”
Vedendola in
quello stato, Neville scosse il capo, e si preoccupò.
“No,ma che!
Anzi, scusami tu, devo aver detto qualcosa di sbagliato…” si affrettò a dire,
avvicinandosi ancora di più.
Hermione scrollò
le spalle, mentre le lacrime continuavano ad affiorare sul suo viso, ormai
arrossato.
“No… Cioè… Mi
sono appena ricordata che oggi fa un mese che non si fanno sentire, non
rispondono alle mie lettere….”
Detto ciò iniziò
a singhiozzare ripetutamente, mentre si copriva il volto con le mani.
“S-scusami, lo so, sono una frana, p-piango sempr-r-e…”
Il ragazzo non
ce la fece a vederla così, così non resistette alla tentazione a la strinse a
se, accarezzandole i capelli. Hermione ricambiò l’abbraccio, sentendosi
protetta dopo mesi e mesi di solitudine.
“Tranquilla,
Herm, ci sono io! Lo so, nn è una bella consolazione, però…” disse, cercando di
farla sorridere, e ci riuscì, perché sentì una risata soffocata contro il suo
petto.
Pochi secondi
dopo, Hermione alzò il capo, cercando di sorridere ancora, nonostante gli occhi
rossi e la voce tremante.
“Ti c-chiedo
ancora di scusarmi. Io piango, quando poi anche tu avrai chissà quali pensieri
per l-la testa, ora…” mormorò, asciugandosi il viso.
Neville non potè
fare a meno di sorriderle. “Ora sono felicissimo, perché la persona che amo è
qui con me” disse, per poi pentirsene due secondi dopo.
Aveva detto in
due secondi il frutto dell’amore di sei anni.
Hermione parve
non comprendere, perché chiese: “Cosa?”
Il ragazzo non
sapeva cosa fare. Mentire o meno? Si disse di non farlo, ma poi il suo pensiero
ricadde sulla lista che giaceva di sopra…
Si fece forza.
Cosa aveva da perdere, ormai?
“Hermione, mi
riferivo a te. Io ti amo, da quando ti conosco… E mi piacerebbe passare
quest’anno, o solo un mese, o tutta la vita…. Con te”.
Hermione rimase
immobile, sgranando gli occhi e coprendosi una mano sulla bocca, non sapendo
cosa dire.
Aveva sempre
desiderato un dichiarazione del genere… ma non da lui….
Non sapendo cosa
fare, Neville non resistette all’impulso di baciarla, così avvicinò le labbra a
quelle della ragazza, fino a sfiorarle delicatamente.
Ma fu solo un
secondo; dopo aver compreso cosa stava facendo, si ritirò timidamente e non
guardandola negli occhi, come un bambino alla prima cotta.
Non aveva mai
baciato una ragazza,mai.
Dal canto suo,
Hermione era rimasta come qualche minuto prima, e parve risvegliarsi solo
quando Neville disse: “Scusami, non dovevo”.
Ma qualcosa in
lei scattò, all’improvviso sentì un impeto d’affetto verso quel ragazzo,
confuse tutto l’amore per Ron, indirizzandolo verso Neville, e senza una parola attorcigliò le braccia
intorno al suo collo e lo baciò, prima timidamente, poi con più passione,
travolgendolo in un bacio passionale.
Neville non ci
credeva, e ci impiegò un po’ a rispondere al bacio; non è facile saper gestire
una situazione che sognavi da tanto.
Alla fine,
Hermione si staccò, e fu colta dalla precedente timidezza del ragazzo, anche
perché aveva compreso il suo fatale errore. Sapeva di non provare nulla per
Neville, lo sapeva. Si era lasciata trasportare dalla sua mancanza d’affetto, e
per un secondo Neville era diventato Ron, tutto qui.
Come
spiegarglielo?
Iniziò con un
“Neville, senti, io…”
Ma Neville aveva
già compreso, sarebbe stato troppo bello se
quel bacio fosse stato davvero sincero.
In cuor suo era
già troppo aver ricevuto quel gesto d’amore, e capì che gli bastava, che
sarebbe stato bello ricordarlo… Seppur con una fitta al cuore.
“Hermione,
tranquilla. So che non provi niente per me. Non ci sono problemi… Ma dovevo
ditelo” .
Lo disse con
riluttanza, ma con convinzione, sapeva che sarebbe andata a finire così. Anzi,
non avrebbe mai sperato di baciarla.
“Comunque sappi
che io ci sono sempre, finchè questa guerra lo permetterà. Sarò qui… E so che
Ron tornerà. Me lo sento. Ma ti prego, dichiarati a lui, così sarai felice.
Vederti così per me è una gran sofferenza. Di certo non sarà bello vederti
stretta a lui, ma almeno so che sarà la cosa giusta”.
Hermione ascoltò
senza aggiungere niente, sentendosi in colpa per quel gesto avventato. Ma per
una volta aveva seguito il suo cuore. Solo con la persona sbagliata. Eppure… Da
dove era uscito quel bacio? Qualche sentimento doveva pur esserci….
Non sapendo cosa
aggiungere, il ragazzo si alzò.
“Buon Anno,
Hermione” disse prima di iniziare a salire le scale che conducevano al
dormitorio.
“Buon anno anche
a te, Neville” rispose lei, con un filo di voce.
Quando i passi
del ragazzo si spensero, ritornò a guardare la foto che stava scrutando con
nostalgia prima della venuta di Nenie. C’erano lei e Ron abbracciati… Poi, un
secondo dopo, lo vide: sullo sfondo c’era Neville, che rincorreva Oscar.
Forse era
proprio destino… E da quel momento si sentì meno in colpa.
Su, nel
dormitorio, Neville prese la lista e cancellò il primo obiettivo, fiero di
stesso.
Ripensò alle
parole che aveva detto ad Hermione…
Ma ti prego, dichiarati a lui, così
sarai felice. Vederti così per me è una gran sofferenza. Di certo non sarà
bello vederti stretta a lui, ma almeno so che sarà la cosa giusta.
E capì che erano
sincere, quando, quattro mesi dopo, affacciato alla finestra, vide Hermione
correre per il parco, verso un Ron appena tornato dalla Grande Battaglia,
mentre il sole di maggio le illuminava i capelli, pur non essendo nulla in
confronto alla luminosità del suo sorriso. Lo baciò, radiosa, e vide Harry sorridere,
imbarazzato ma felice, essere raggiunto qualche istante dopo da Ginny.
Vedere Ron ed
Hermione insieme gli causò la solita gelosia, eppure sapeva che, chissà, forse
un giorno sarebbe arrivata anche la sua occasione…
Sii felice, Hermione. Io ci sarò
sempre.
****
Fine****
Ciao! Eccomi
qui, con una nuova one-shot…
Cosa ve ne
sembra?
È nata dal fatto
che mi sono sempre chiesta quali fossero i sentimenti di Neville verso
Hermione, e così ne ho approfittato per Capodanno, il giorno in cui non
facciamo altro che dirci nuovi propositi e pensare al futuro.
Spero mi farete
sapere cosa ne pensate, in caso contrario grazie lo stesso per aver letto.
Buon anno!!!
La vostra
mily92.