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Autore: FinnAndTera    16/06/2013    5 recensioni
1) La fotografia di Riza Hawkeye.
2) La fotografia di Maes Hughes.
3) La fotografia di Edward Elric.
4) La fotografia di Jean Havoc.
5) La foto-promemoria di Jean Havoc.
6) La fotografia di Haymans Breda.
7) La fotografia di Vato Falman.
8) La fotografia di Kain Fury.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Otto fotografie per Roy Mustang.

[La fotografia di Riza Hawkeye].
Scattata di nascosto durante una calda sera d’estate, quella foto racchiudeva il suo sogno e il suo scopo; ritraeva un ragazzo di circa sedici anni seduto accanto ad un albero, intento a godersi qualche momento di riposo. I capelli – che presi da quella prospettiva sembravano ancora più scuri – erano mossi dal tipico vento che si alza al tramonto e i suoi occhi erano rivolti verso il futuro. Nonostante la stanchezza visibile, un leggero sorriso gli deformava il bel viso.
Era una fotografia clandestina quella di Riza, una di quelle che nascondi sotto al cuscino per sentirla più vicina, una di quelle che ti ricorda perché provi ancora speranza quando sei costretta ad impugnare la morte fra le mani.


[La fotografia di Maes Hughes].
Scattata in un giorno qualsiasi in accademia, perché con Maes ogni momento meritava di essere catturato; due ragazzi – ben presto uomini, forse prima del tempo – ridevano e si prendevano scherzosamente a botte, intrappolati nelle loro divise da cadetti. Maes aveva deciso di esporre sul comò all’ingresso la foto del loro primo passo verso l’alto, quella in cui Roy era stato eletto Tenente Colonnello e lui Maggiore, ma sul comodino accanto al letto, oltre alle varie foto di famiglia, aveva preferito mettere l’altra che, in fondo, li rappresentava meglio.
Dopo la sua scomparsa, Gracia ripose la foto sulla sua tomba, sperando che almeno uno di quei due esuberanti cadetti potesse ritrovare il vero se stesso guardandolo in quel piccolo pezzo di carta.


[La fotografia di Edward Elric].
Scattata nel giorno in cui Ed entrò a far parte dell’esercito, con l’orologio da Alchimista di Stato in bella mostra e un sorriso a trentadue denti; accanto al neo-soldato vi erano coloro che avevano assistito al suo esame, fra cui l’insopportabile Colonnello Mustang che, con la schiena dritta e il petto in fuori in una perfetta postura da militare, andava in netto contrasto con le gambe divaricate e le due dita alzate in segno di vittoria dell’Alchimista d’Acciaio. Eppure, proprio ai lati della bocca, due minuscole fossette tradivano la sua espressione seria e composta. Era fierezza – mista anche ad un po’ di superbia, alla fin fine era stato lui ad incoraggiare Edward ad intraprendere l’impresa - quella che traspariva dal suo viso, una fierezza che Edward aveva captato, ma che lui non avrebbe mai ammesso davanti al diretto interessato.


[La fotografia di Jean Havoc].
Scattata durante un mercoledì di lavoro, giorno dedicato interamente alle pratiche d’ufficio; il Tenente Colonnello Roy Mustang, Alchimista di Fuoco ed “eroe” di guerra veniva sconfitto da una pila di fogli sulla propria scrivania e passava il suo tempo a cercare di convincere la sua sottoposta a sbrigare quell’inutile lavoro per lui. Le mani dietro la testa ed il sorrisino colpevole e dolce purtroppo non servivano a un bel niente contro l’impassibilità del Tenente Hawkeye che, anzi, con ammirevole nonchalance, stava per rifilare un altro mucchio di fogli da firmare allo scansafatiche seduto in poltrona. Havoc adorava il mercoledì: pur usando tutte le armi infallibili che possedeva – leggasi come fascino e carisma – il Colonnello aveva fallito più volte nelle sue intenzioni.
Quella era la prova inconfutabile del fatto che Roy Mustang non ci sapeva fare proprio con tutte le donne.


[La foto-promemoria di Jean Havoc].
Scattata durante una delle visite del Colonnello in ospedale dal paziente che divideva la stanza con Jean; entrambi seduti, le facce un po’ scosse ed impreparate, consce del fatto che quello non era esattamente un momento felice da catturare. Havoc aveva la sua sigaretta giornaliera fra le labbra e la tristezza mascherata dalla finta accettazione negli occhi, mentre Roy, con una fiammella accesa fra le mani, sentiva l’amaro in bocca. Una volta finito il tempo per le visite, Roy si alzò dalla sedia chiedendo all’altro paziente di fargli avere quella foto: se non poteva servire a rincuorare i soggetti, quella foto fungeva da brutale promemoria. “Fallo per lui”, ci scrisse poi dietro, riponendola nella tasca interna della giacca.


[La fotografia di Haymans Breda].
Scattata durante il torneo di scacchi cittadino, vinto poi da uno strano forestiero in gonnella; quella fra il Colonnello e il Tenente Breda era stata una partita avvincente, durata circa tre ore e mezza con mosse intelligenti da parte di entrambi. Haymans era molto concentrato, con una mano che reggeva il mento e l’altra impegnata a picchiettare sul tavolino, mentre Mustang lo guardava di sottecchi con le braccia incrociate al petto e un sorriso enigmatico. A primo impatto quell’espressione sul viso sembrava mostrare tutta l’arroganza del Colonnello, convinto di avere la vittoria in pugno. In realtà, e questo Breda lo capì col tempo, quel sorriso non dimostrava altro che la consapevolezza da parte di Roy Mustang di avere dei sottoposti davvero molto in gamba.


[La fotografia di Vato Falman].
Scattata in stazione, quando il treno aveva appena cominciato a muoversi da Central City verso North City; il Maresciallo Falman, seduto al proprio posto di fronte a un vivace bambino che scattava foto a destra e a manca, aveva poggiato la testa al finestrino e un ciuffo di capelli grigi gli era caduto sul viso nascondendo il suo sconforto. Il bambino scattò quella foto e gliela porse felice, mentre un altro soggetto aveva già catturato la sua attenzione. Vato la guardò attentamente e si accorse subito di quell’inconfondibile figura in ombra che si intravedeva dal finestrino alla banchina, sentendosi tutto ad un tratto incoraggiato. Effetto ottico o meno, dalla foto il treno sembrava che stesse per rientrare in stazione e non il contrario.
Falman sarebbe tornato, di questo poteva esserne sicuro.


[La fotografia di Kain Fury].
Aveva intenzione di scattarla con la sua nuova macchina fotografica, immortalando quel momento tanto atteso proprio nel giorno in cui tutti, uniti da qualcosa chiamata amicizia, si riunivano ad Ishval per mostrare al mondo la sua rinascita; si erano messi già tutti in posa, Ed e Winry mano nella mano, Aphons e Mei accanto a Scar e Miles, Havoc e Falman in piedi abbracciati e tanta, tanta altra gente felice e sorridente. Il Sergente Fury non si era mai sentito tanto sollevato in vita sua e, appena prima di scattare, i ricordi si affollarono nella sua mente. Tolse il flash senza pensarci un attimo di più, facendo cenno a Riza di rassicurare il Colonnello e di fargli togliere la mano davanti agli occhi.
Ecco, ora sì che era tutto perfetto.
“Tre, due, uno!”
Clic.


Note d'autrice:

Fanfic partecipante al Prompt day indetto da ferao e MedusaNoir col prompt "fotografia".
Piccoli appunti perfettamente inutili da fare:

  • Non esiste nessun mercoledì dedicato alle pratiche d'ufficio, però in ogni ambiente di lavoro che si rispetti c'è un giorno dedicato alle pratiche d'ufficio. Così l'ho inventato io, perché anche i nostri personaggi preferiti devono annoiarsi almeno un giorno alla settimana. Così imparano a riempirci di feelings.
  • Ho scelto Fury per scattare l'ultima foto felice perché Kain mi sa tanto di cosino tenero e puccio, quindi mi sembrava perfetto per il ruolo <3 *abbraccia*
  • Due foto per Havoc perché sì. Avevo bisogno di sfogare la mia frustrazione sia per quelle due pippe di Roy e Riza, sia per il fattaccio del mio povero biondino. Sigh.
  • Breda e Falman - soprattutto Falman - sono stati due parti gemellari (sì, ho quattro figli ora <3) e spero vivamente che le foto non risultino tanto, tanto stupide.
  • Ovviamente non ho la minima idea di quali macchine fotografiche usino gli adorabili tizi in questione. Oltre alla macchinozza con la quale Trisha e Van scattano la foto di famiglia, non sappiamo nulla. Dunque ho immaginato che le macchine fotografiche in uso siano tipo le Polaroid istantanee, quelle fighe insomma. O magari qualcuno che ha un automail fotografico.
Bene, credo di aver finito. Ringrazio tutti per aver perso tempo a leggere le mie seghe mentali. Un bacione grande da qui fino al Polo Nord!

Finn_the_raccoon


   
 
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