Disclaimer: I personaggi appartengono a J.K. Rowling, e a coloro che ne hanno acquistato i diritti.
Beta: Cialy e IoSonoSara
Note: - In questa fic ho voluto un po’ liberarmi di quell’aura da bravo ragazzo che Bill sembra avere cucita addosso e che si porta dietro da troppo tempo, ma comunque lasciandogli quell’attitudine a fare sempre la cosa giusta e il proprio dovere.
- Ambientata nel lasso di tempo in cui Bill inizia a frequentare Fleur ma non ha ancora rinunciato al suo posto in Egitto per aiutare l’Ordine della Fenice.
- Il titolo è frutto del genio di E.E. Cummings.
- Questa fic è stata scritta per il prompt 023. Amanti della BDT.



Lovers Alone Wear Sunlight


L’aria nella stanza è pesante, stantia. Odora di sesso.
Dalle veneziane chiuse filtrano leggere strisce di sole pomeridiano che illuminano la polvere che vola nell’aria, rendendoli simili a piccoli grani preziosi.
Nella luce dorata del tardo pomeriggio, tutto in quella squallida camera di un motel qualsiasi sembra assopito.
Bill – il corpo nudo intrecciato a quello di un uomo dalla pelle bruna di cui non sa il nome, un uomo conosciuto in uno dei malfamati bar del Cairo che usa frequentare quando passa in città, lasciandosi rimorchiare con facilità, solo per il gusto di venire amato, di lasciarsi completamente andare sotto il tocco dell’altro – assapora quegli istanti come se ne andasse della sua vita, perché sa che quella è l’ultima volta. Se l’è ripromesso quando ha varcato la soglia di quell’albergo a ore, il pensiero di Fleur e del suo sorriso radioso fisso in testa, maledicendo la sua debolezza nell’aver ceduto ancora una volta, per essersi lasciato portare lì, come privo di volontà, ma comunque conscio di tutte le volte che aveva glissato davanti alla richiesta della ragazza di cercarsi un posto di scrivania, che gli avrebbe permesso di rimanerle accanto.
Così, Bill si riempie di quell’istante, respirando a grandi boccate il profumo speziato della pelle di lui e imprimendo per sempre nella memoria ogni cosa, dalla sensazione dei suoi capelli corti tra le dita al raspare della barba di due giorni sulla sua pelle scura, e tutti quegli altri piccoli, quasi insignificanti dettagli che ama tanto nel corpo degli uomini e nella casualità di quegli incontri.
E pensa, pensa a quanto gli mancherà l’assoluta immobilità di quei pomeriggi pigri, passati ad amare uno sconosciuto tra lenzuola di cotone ruvido, in una stanza affittata per un paio d’ore.
Pensa anche alla semplice bellezza che sta nell’essere amante e nient’altro che questo.



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