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Autore: IllyElric    16/06/2013    4 recensioni
Lei lo amava.
Lui aveva imparato a farlo.
Lei era gelosa.
Lui era bastardo.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Si ritrovava lì anche quel giorno, seduta dietro una scrivania ad osservare le persone di tutte le età che entravano, prendevano qualche libro e andavano via, c’era anche chi si sedeva comodamente intorno all’enorme tavolo che si trovava al centro della sala e studiava, o leggeva, o faceva altre attività didattiche. Erano ormai sei mesi che lavorava in quella biblioteca, doveva pagarsi gli studi universitari, doveva pagare l’affitto dell’appartamento, doveva pagare l’assicurazione dell’auto, ne aveva di spese.
In quel momento anche lei si trovava a leggere un libro, in fondo che altro poteva fare lì se non controllare che i libri fossero sistemati in ordine e che le persone non facessero baccano? Quel giorno però la biblioteca era più silenziosa del solito, forse per via del mal tempo e dei nuvoloni grigi nessuno usciva di casa e preferiva starsene all’asciutto sul divano. Sospirò a quell’idilliaco pensiero, anche lei in quel momento avrebbe voluto essere a casa sua, ma doveva lavorare fino alle 19:30 dal momento che l’altra collega, Ino Yamanaka aveva annunciato la sua assenza per quel giorno, quindi niente cambio di turno.
Per timore di rimanere con il sedere incollato alla sedia decise di alzarsi e stiracchiarsi un po’ per poi cominciare a passeggiare per la sala e per i vari scaffali pieni zeppi di libri, guardò l’orologio che portava al polso e notò con immenso dispiacere che erano ancora le 18:00. Avanzò verso l’enorme finestra in fondo alla sala e osservò il cielo, o almeno, quello che ne restava, ormai era diventata un’enorme distesa grigiastra e di lì a poco si sarebbe scatenato un acquazzone, ad un tratto un tuono la fece sobbalzare e tornare al suo posto, che giornataccia orribile per fare anche turni extra.
Armeggiò con la borsa che era appoggiata in malo modo a terra e cominciò a frugarvi dentro in cerca di qualcosa da sgranocchiare, con sommo piacere trovò una barretta ai cereali e al cioccolato, proprio l’ultima della scorta che si era comprata al discount sotto casa sua, doveva assolutamente fare il rifornimento, erano deliziose.
Aprì la bustina facendo fuori uscire la barretta e diede un piccolo morso, era davvero buona, gliele aveva consigliate la sua coinquilina che era una maniaca della linea e del benessere fisico, “Grazie Ten!” si ritrovò a pensare sorridendo come un’ebete di fronte al dolcetto che ormai era già arrivato a metà. Alzò la testa e vide dalla finestra che aveva cominciato a piovere abbastanza forte.
Perfetto.
Come sarebbe tornata a casa ora? Non era molto distante da lì, proprio per questo non prendeva mai la macchina, però non poteva certo tornarci sotto quel diluvio universale! Peggio di così la giornata non poteva andare. Mangiò l’ultimo boccone e gettò la carta nel cestino accanto a lei.
Si stava annoiando da morire, e pensare che si era anche fatta un programmino coi fiocchi per quella sera, visto che TenTen non era in casa perché si allenava fino a tardi a karate aveva la casa libera, e questo voleva dire solo una cosa: televisione tutta sua! Popcorn a volontà!
Peccato che tutto era andato a farsi benedire.
Ad un certo punto sentì la campanella appesa sopra la porta d’ingresso suonare, segno che qualcuno era entrato, chi poteva mai essere?
Aspettò che il “qualcuno” entrasse e passasse davanti la scrivania.
-Buonase…-
Non poteva credere ai suoi occhi. La dolce persecuzione che non le dava pace la notte nei suoi sogni, la persona che la faceva sempre arrossire semplicemente con uno sguardo, l’infatuazione a prima vista, il suo colpo di fulmine ora era lì, davanti ai suoi occhi, con indosso solo una t-shirt umidiccia e attaccata al corpo scolpito e asciutto.
-Sakura!-
Il suo tono era tra il sorpreso e il divertito, non si aspettava certo di trovarla lì.
-Cosa ci fai qui?-
Sakura ridestandosi dai suoi pensieri e scuotendo la testa come se si fosse appena ripresa da uno stato di trance rispose.
-Io qui ci lavoro.-
Il ragazzo si avvicinò alla scrivania e si passò una mano tra i capelli umidi e scompigliati. Era bello da mozzare il fiato, era di quella bellezza divina, eterea, che lascia tutti a bocca aperta.
Vederlo le metteva in subbuglio lo stomaco e faceva fare capolino al suo cuoricino, non credeva di poter provare quei sentimenti per lui, convinta di averli seppelliti (ignorati) ormai da tempo. Ma si sa, spesso e volentieri l’amore è bastardo.
Sasuke Uchiha era il suo compagno di corso, entrambi frequentavano la stessa facoltà universitaria, psicologia.
-Sul serio lavori in questa topaia?-
Bello ma arrogante, vanitoso, presuntuoso, il solito stronzo di turno che ruba i cuori delle fanciulle. Giravano voci all’università di una presunta relazione tra lui e una docente, Karin Uzumaki, una vera e propria vipera a detta dei poveri bocciati ai suoi appelli, anche lei era molto bella e anche tentatrice con quei suoi lunghi capelli rossastri e quegli occhiali che portava sempre sulla punta del naso, le forme generose e gli abiti striminziti che le mettevano in risalto.
-Sì Sasuke, ci lavoro sul serio.-
Sbuffò e si allontanò da lei dirigendosi verso uno degli scaffali che si trovavano nella stanza.
-Cosa stai facendo?-
-Beh, è una biblioteca questa no? Sono venuto a prendere un libro.-
Si diede mentalmente dell’idiota in quel momento, era ovvio che fosse venuto a prendere dei libri, per cos’altro sennò?!
Sospirò sonoramente catturando la curiosa attenzione di Sasuke e tornò a leggere il suo libro. Si sentiva però osservata, alzò lo sguardo e notò che in effetti era così, il ragazzo era seduto a terra con le spalle appoggiate all’enorme scaffale in legno e con il braccio appoggiato al ginocchio la stava osservando di sottecchi con la scusa di essere immerso nella lettura. Quando i loro sguardi si incrociarono ghignò maliziosamente e tornò al suo volume cartaceo mentre Sakura, con cuore che scalpitava, distolse subito lo sguardo per il troppo imbarazzo.
Passarono circa venti minuti abbondanti senza rivolgersi la parola ma regalandosi sempre più frequentemente sguardi da una parte timidi e dall’altra languidi e provocatori.
-Cosa leggi?-
Sasuke volle rompere quel silenzio diventato troppo fastidioso; vide la ragazza alzare per l’ennesima volta lo sguardo dal suo libro e rivolgerlo a lui.
-Un libro fantasy.-
I suoi occhi erano carichi di una dolcezza a lui totalmente ignota e sconosciuta, eppure spesso si soffermava e la osservava, rapito dai quei suoi modi semplici di fare, la vita di quella ragazza lo incuriosiva, lo attraeva, aveva sempre voglia di starle accanto e percepire la sua presenza, provava uno stato di benessere accanto a lei.
Ed era bella, indubbiamente bella, aveva un viso delicato e degli occhioni verde smeraldo che incantavano chiunque li osservasse, le sue labbra erano carnose ed estremamente invitanti, la sua pelle era rosea, sembrava una bambola di porcellana.
Tante erano state le ragazze che avevano catturato la sua attenzione, ma i suoi occhi inquadravano solo i punti peccaminosi di una donna, con Sakura era diverso.
Lei era diversa.
Non era come le puttanelle che solitamente si portava a letto e scaricava il giorno dopo, si vedeva lontano un miglio che era una ragazza seria e pura, delicata come un fiore di ciliegio.
Si alzò di scatto e posò il suo libro cercandone qualcun altro di interessante.
Anche Sakura si alzò e lo seguì, forse aveva bisogno di una mano, avrebbe potuto aiutarlo nella sua ricerca.
-Cosa ti serve?-
-Una lettura travolgente.-
Il tono con cui lo disse la fece rabbrividire, era così sensuale, così virile, così dannatamente sexy.
Salì sulla scala di legno che si spostava da uno scaffale all’altro e cominciò la sua ricerca, Sasuke dal canto suo le osservò il fondoschiena tondo e sodo coperto da quei jeans sottili che avrebbe voluto toglierle senza troppe cerimonie.
-Forse ho trovato ciò che fa al caso tuo.-
Sasuke sorrise per l’infantile stoltezza della ragazza che non aveva colto il senso della sua richiesta, pazienza, l’avrebbe capito ben presto. Mentre Sakura scendeva si teneva alla scala con una sola mano dal momento che l’altra era impegnata a tenere il libro, inciampò però sui suoi stessi passì. Chiuse istintivamente gli occhi per la paura dell’impatto che di lì a poco sarebbe avvenuto, ma non fu così. Si sentì sollevata da due forti braccia che l’avevano afferrata al volo, e in quel momento il suo salvatore la osservava divertito con un sopracciglio alzato.
I loro visi erano vicinissimi tanto che Sakura poté percepire il respiro caldo di Sasuke sulle sue labbra, i loro nasi si sfioravano e i loro sguardi ormai si erano incatenati a vicenda.
Sakura per il troppo imbarazzo distolse lo sguardo e si voltò, Sasuke allora la fece scendere.
Ma non finiva lì.
-Ecco, credo che questo libro possa interessarti, io l’ho letto, è travolgente come hai detto tu ma anche misterioso, è un giallo di…-
Sasuke si avvicinò pericolosamente a lei tanto da farla indietreggiare e bloccarla con le spalle ormai schiacciate contro lo scaffale.
-Non ti hanno mai detto che parli decisamente troppo?-
Il suo cuore martellava all’impazzata, era certa che anche lui potesse sentirlo, tra poco sarebbe uscito dal petto e sarebbe esploso.
-S-Sasuke…-
Ad un soffio dalle sue labbra pronunciò il suo nome, ciò non fece che eccitare ancora di più il ragazzo che già fremeva dalla voglia di poter saggiare quelle labbra così invitanti e tentatrici.
La baciò, non riuscendo a resistere. Quelle labbra così morbide, così calde, così dolci, le morse e sorrise nel sentire un gemito provenire dalla rosa.
Un tonfo indicò che Sakura si era fatta sfuggire dalle mani il libro che cadde rovinosamente a terra aprendosi, ma poco importava in quel momento, ormai erano incuranti di qualsiasi cosa li circondasse, anche la pioggia continuava a scendere dal cielo impetuosa e i tuoni continuavano a squarciare il cielo, ma qualcos’altro di più ardente in quel momento stava squarciando le loro anime.
Fu un bacio lungo e passionale, le loro lingue danzavano a ritmo dei loro respiri accelerati, Sakura appoggiò le sue mani al petto del moro coperto da quella maglietta ancora un po’ umida, mentre Sasuke le accarezzava sensualmente i fianchi da sotto il top bianco che indossava. Si staccarono per riprendere fiato.
-Maledizione... Sakura.-
-C-cosa c’è?-
Fissò di nuovo i suoi occhi luminosi, ossidiana e smeraldo che si fondevano.
E mentre i loro occhi si parlavano, si scrutavano a fondo scavando nell'anima le loro mani già facevano l'amore, le loro bocche si cercavano affamate, avide e vogliose di assaggiare il sapore dell'altro, di leccarlo e succhiarlo, di saziarsi di quel sentimento che non sarebbe mai bastato, le loro anime si bramavano, agognavano quell'antica danza che le avrebbe unite per l'eternità…
-Non riesco… a starti lontano…-
Sembrava un piccolo demonio assetato di sangue, la sua voce era roca e pungente, graffiante.
La baciò di nuovo con traporto, ma fu più travolgente del precedente, con la lingua cominciò a percorrere il contorno di quelle labbra rosee, poi scese verso il collo alternando ogni tanto qualche piccolo morso che faceva sobbalzare di piacere la ragazza, arrivò alla spalla e con delicatezza inaudita le abbasso la predella bianca e sottile del top così da poter assaporare ogni centimetro della sua pelle morbida e candida.
A Sakura sembrava di essere in paradiso, un piacere mai provato le stava invadendo tutto il corpo, credeva che di lì a poco sarebbe caduta a terra, le gambe tremanti non avrebbero retto ancora per molto.
Lo bramava, lo desiderava, voleva tutto di lui, si sentiva avida, aveva fame di lui.
Mille brividi percorsero il corpo della ragazza che cominciava anche a tremare per il troppo piacere, uno strano e delizioso calore le invase proprio il basso ventre; Sasuke nel frattempo aveva abbassato anche l’altra predella del top e le stava baciando l’altra spalla, ma ancora non si sentiva appagato, era ancora all’antipasto.
Dietro la schiena si Sakura c’erano dei laccetti annodati in un fiocco che le tenevano chiuso il top, Sasuke con una mano tirò un laccio e l’indumento si allargò, ne approfittò e glielo sfilò di dosso ammirandola per qualche secondo.
Era alta e snella, non aveva un seno esageratamente prosperoso, ma quello che stava vedendo in quel momento gli piaceva decisamente: indossava un reggiseno bianco con un merletto a contornarlo, era un po’ trasparente e lasciava ben poco all’immaginazione del moro.
Voleva toccarla, voleva stringerla e farla sua, non sapeva il perché di tutta questa bramosia nei suoi confronti, ma se non avesse adempito ai suoi impulsi all’istante sarebbe impazzito, ne era certo.
I suoi occhi erano semichiusi e lucidi, le sue labbra gonfie e umide e le gote leggermente arrossate, il petto si alzava e abbassava velocemente. Per non farla sentire in imbarazzo si tolse la maglietta, e Sakura non esitò ad accarezzargli il petto, a graffiarlo e a sorridere anche lei maliziosamente per provocarlo, poi gli sussurrò sensualmente nell’orecchio.
-Prendimi… Sasuke.-
Si allontanò, e con fare sensuale cominciò a camminare ancheggiando, voleva giocare, di tanto in tanto si girava per assicurarsi che la stesse seguendo.
Accelerò cominciando a vagare tra una libreria e l’altra, nemmeno lei sapeva cosa diavolo stesse facendo, era troppo presa da quel “gioco” che avevano avviato, ad un tratto perse di vista Sasuke. Rallentò e cominciò a cercarlo lei, i ruoli si erano invertiti, poi però quando sentì una risata si voltò sperando di trovarlo, ma non fu così. Il gioco si stava facendo via via più interessante. Ma la distrazione le fu fatale. Dopo essersi sciolto la benda che aveva al polso Sasuke, con estrema delicatezza si avvicinò alle spalle della ragazza e le bendò gli occhi, e lei si lasciò fare, poi la condusse al tavolo che si trovava al centro della sala e la fece accomodare.
-Ho vinto.-
Un sussurro rauco, caldo, eccitante. Poi catturò di nuovo le sue labbra e con le mani cominciò ad armeggiare con i gancetti del reggiseno mentre Sakura senza nemmeno rendersene conto divaricava sempre di più le gambe, voleva assolutamente di più. La sua era una richiesta muta che però Sasuke sentì benissimo, e non se lo fece ripetere due volte che dopo aver finito di sganciare il reggiseno che gettò rovinosamente a terra cominciò ad armeggiare anche con i jeans della ragazza.
Nel frattempo la baciava e saggiava quelle labbra tumide e invitanti, erano morbide e deliziose.
Riuscì a sfilarle i jeans e fece lo stesso anche con i suoi rimanendo solo in boxer. Le si avvicinò di nuovo e le scostò la stoffa ormai umidiccia con un dito, carezzando quelle grandi labbra e sentì i gemiti soffocati della rosa. Era così dannatamente eccitante giocare con Sakura, era bella, seducente, una bellezza molto semplice che però ai suoi occhi non era sfuggita; la penetrò con un dito sentendola urlare, la pioggia continuava a scendere incessantemente e i due ragazzi non se ne curavano minimamente, non si curavano nemmeno del fatto che sarebbe potuto entrare qualcuno, in fondo era sempre un luogo pubblico quello.
E prima che potesse raggiungere l’apice del piacere si scostò da lei liberandola anche da quell’ultimo indumento, di nuovo imitò il gesto sul suo intimo, poi la fece stendere sulla scrivania e la sovrastò col suo fisico atletico e le sue spalle larghe e possenti.
Cominciò a sfiorare di nuovo la sua intimità, ma non con le dite, vedeva come si mordeva le labbra, vogliosa, desiderosa di avere di più, insoddisfatta di quel contatto troppo superficiale.
-Sii mia, Sakura.-
Non era una richiesta, era un ordine, e lei non poté certo tirarsi indietro anzi, fu ben lieta ci accontentarlo, di accontentarsi, perché era quello che voleva anche lei.
Che aveva sempre voluto.
-Fammi tua… Sasuke.-
Sorrise maliziosamente e la penetrò con un colpo secco, cominciò a muoversi dentro di lei dolcemente, poi chiuse gli occhi per assaporare di più, per godere di più di quell’atto che in quel momento li univa col corpo e con l’anima.
I gemiti di Sakura si facevano sempre più acuti e quelli di Sasuke sempre più profondi; cominciò a stuzzicarle i capezzoli che divennero subito turgidi, e vide l’espressione di Sakura contorcersi in una smorfia che celava solo piacere, immenso piacere.
-Sasuke…-
Le spinte si fecero sempre più accentuate e più ritmiche, Sasuke chinò il capo fino a mordere un seno della ragazza, a lambirlo e succhiarlo avidamente.
Le carte che si trovavano sul tavolo ormai erano tutte sparse a terra, quel tavolo era diventato il loro letto, l’oggetto di sfogo della loro sfrenata passione che ancora non sembrava volersi spegnere.
L’orgasmo arrivò annebbiando le menti di entrambi, Sakura emise un gemito agghiacciante totalmente soddisfatta, dalle labbra di Sasuke, che si liberò in lei, provenne un suono più roco e profondo, quasi come il ringhiare di un cane, appagato anche lui dopo quella prestazione, dopo quel sano sesso di cui sentiva l’astinenza.
Sakura lo guardò negli occhi, e come svegliatasi da un sogno bello ma irraggiungibile se ne pentì subito, e distolse lo sguardo.
Si era divertito, aveva avuto il suo passatempo, ora sarebbero tornati semplici compagni di corso che a malapena si salutavano.
Però le era piaciuto, eccome. Era stato tutto molto eccitante ed intrigante…
Lei lo ammirava…
Lei forse lo amava
Ma lei non voleva credere nell’amore…
Ci aveva creduto troppe volte… ed era sempre finita male.
Che amarezza.
-Ora puoi anche spostarti.-
Lo disse in maniera fredda, e Sasuke non capì il senso di quel tono.
-Che ti prende ora?-
Lui sapeva leggere nell’animo delle persone…
Lui voleva che lei fosse il suo libro preferito…
Lei forse gli piaceva…
-Ti sei divertito no?! Hai avuto quello che volevi…-
Sasuke capì al volo cosa intendeva la rosa, glielo dicevano tutte le ragazze e lui puntualmente rideva e si accendeva una sigaretta vedendole rivestirsi e scappare via mandandolo a quel paese.
Si scostò da lei e cominciò a rivestirsi indossando i boxer e i pantaloni, lei fece le stesso.
Dopo la passione… la tensione, la rabbia.
-Credi sia stato un gioco per me, vero Sakura?-
Sorrise in maniera strafottente, senza nemmeno guardarla negli occhi.
-Sì, lo penso.-
Non si scoraggiò e rispose a tono, non voleva fargli capire che stava soffrendo, che ci teneva davvero, che per lei nonostante tutto era stato amore e non sesso.
Sasuke si avvicinò a lei che cercava di abbottonarsi i jeans, le alzò il mento con due dita costringendola a guardarlo negli occhi.
Perché gli occhi sono lo specchio dell’anima…
-Per te lo è stato? Un gioco?-
A quella domanda Sakura sgranò gli occhi incredula, cosa doveva rispondere? Davanti quelle pozze nere e indagatorie non poteva certo mentire, sarebbe stata una sciocca, perché i suoi occhi non sapevano mentire.
Sasuke ghignò notando come avesse messo in difficoltà la ragazza con una semplice domanda, aveva totalmente capovolto la situazione, aveva il coltello dalla parte del manico.
-Allora? Non rispondi? Vorrà dire che risponderò prima io…-
Si avvicinò nuovamente al suo viso e catturò di nuovo quelle labbra che riaccesero il lui quel fuoco che poco prima sembrava aver assopito.
L’avrebbe rifatto con lei all’istante, subito, senza pensarci su.
Sakura non seppe resistere, e dopo vari tentativi dischiuse le labbra rispondendo al bacio con altrettanta passione.
Lui l’aveva stregata.
Si staccò e la guardò nuovamente negli occhi.
-Per me non è stata una perdita di tempo… Sakura.-
Il modo in cui pronunciava il suo nome era sensuale ed eccitante, le metteva la pelle d’oca.
Non sapeva cosa rispondere… non sapeva se credergli e fidarsi di lui.
-Che mi dici allora della professoressa Karin? Dicono che… vi “frequentate”.-
Sottolineò bene la parola “frequentate” scandendo bene le lettere sperando capisse.
-Non dirmi che sei una di quelle pettegole senza cervello che credono a queste sciocchezze…-
-Le voci girano e mi sono giunte all’orecchio.-
Era forse gelosa? La cosa lo allettava solamente, preso da un nuovo desiderio di possederla le baciò il collo lambendolo, il respiro di Sakura si era fatto più pesante, tremava e aveva aumentato il ritmo.
-Sei gelosa di me… Sakura Haruno?-
Il suo respiro caldo le solleticava l’orecchio provocandole altri mille brividi, maledizione, aveva ancora voglia di lui.
-S-Sasuke…-
-E se ti dicessi che… a sbattersi Karin ci pensa già l’Hozuki?-
-Perché dovrei crederti...-
Sasuke le accarezzò la schiena con due dita e la sentì tremare, fremere.
-Perché altrimenti non avrei di nuovo voglia di fare l’amore con te.-
 
Ormai le 19:30 erano passate da un pezzo, chiuse la biblioteca con le chiavi e corse come una pazza sotto la poggia fino ad arrivare al suo appartamento. Trovò sul tavolo un bigliettino di TenTen: “Neji mi ha finalmente chiesto di uscire, credo farò tardi stasera… o forse ci vedremo direttamente domani!”, sorrise nel leggere quelle poche parole dell’amica, Neji era il suo istruttore di karate e aveva una cotta per lui da anni.
Sasuke l’abbracciò da dietro stringendola a sé.
-Cos’hai da ridere? Io non ce la faccio più… e poi quegli abiti bagnati che hai addosso…-
Sakura si girò e lo guardò con occhi colmi di desiderio, poi con aria superiore si mise le mani ai fianchi.
-“Non ti hanno mai detto che parli decisamente troppo?”-
Sasuke ghignò e la prese per le natiche baciandola e la condusse sul primo letto o divano che trovò.
Fecero l’amore quasi tutta la sera, mai soddisfatti e appagati abbastanza, sempre più affamati del corpo dell’altro.
Prima di addormentarsi Sakura accarezzò i capelli corvini di Sasuke, erano morbidi e profumati, poi gli venne in mente che ancora non gli aveva dato una risposta…
-No, Sasuke.-
Il moro che si trovava accoccolato al petto candido della rosa aprì un occhio e mugugnò qualcosa di incomprensibile.
-Non è stato un gioco per me, mai lo sarebbe stato… perché io ti…-
Non le diede il tempo di finire la frase.
-Da oggi sarai la mia ragazza.-
Sakura sorrise e gli baciò la fronte, poi si addormentarono entrambi, con la pioggia che aveva permesso loro di relazionare definitivamente.
 
Lei lo amava.
Lui aveva imparato a farlo.
Lei era gelosa.
Lui era bastardo.

Sakura si era addormentata profondamente, Sasuke invece si era svegliato poco dopo e non riusciva a staccarle gli occhi di dosso.
Mai aveva provato simili sensazioni, mai una ragazza l’aveva attratto così tanto.
Non era la tipica ragazza tutta tacchi alti e minigonna, lei era semplice, era diversa da tutte le altre. Forse per questo il suo mondo gli appariva così lontano dal suo e lo incuriosiva.
-Ti amo.-
  
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