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Autore: _sweetman    16/06/2013    11 recensioni
Tornavo a casa quando la trovai. Un pianto sommesso aveva distratto i miei pensieri attirandomi in un vicolo proprio al fianco della mia abitazione.
Il suo pianto.
L'avrei riconosciuto tra mille.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Memories.

(capitolo 1)

 



Triiiiiiiiiin.
La mia sveglia a forma di mucca suonò. 'porca mucca!' esclamai. Le coperte mi tenevano al caldo e non avevo la minima intenzione di alzarmi da lì sotto per prendere freddo per vestirmi solo per andare in una lurida, noiosa e schifosissima scuola.                                                                                               
'Amily scend!i' gridò mia madre.                                                                                                                        
'oh, fanculo' buttai le coperte di lato e mi alzai con riluttanza e mi preparai per uscire. Faceva un freddo cane così misi un maglione, un jeans e i miei adorati ugg. Mi truccai giusto il necessario e scesi senza fare colazione.                                                                                                                                             
'mamma io esco!' non ricevetti risposta e con uno sbuffo sbattei la porta.
Sembrava che mia madre fosse sempre nel mondo dei sogni in quel periodo. Papà era fuori per lavoro e eravamo solo noi in casa. Mi dava della sfaticata, mi bestemmiava contro e diceva che vivevo nel mio mondo solo perché mi chiudevo in camera ad ascoltare la musica, la mia unica via di fuga da quella realtà fin troppo crudele.                                                                    
Non la reggevo più. Mi faceva stare male, mi faceva sentire una figlia inutile che anche se prendeva ottimi voti a scuola lei non mi diceva mai nemmeno un 'brava figliola mia', era così straziante. Avevo deciso che non le avrei dato peso, fin quando sarebbe stato possibile.                                                                                                                           
Presi le mie adorabili cuffiette dalla borsa, le collegai all'i-pod e partì la musica, solo quella era capace di farmi calmare. Come al solito ero in ritardo e il tempo non era a mio favore. Infilai il cappello di lana e mi avviai verso scuola.                                                                                                                                               
Frequentavo il quinto anno quindi questo sarebbe stato l'ultimo, finalmente. Ero contenta.                                 
Quello sarebbe stato l'ultimo anno di agonia in quella scuola, non dover passare ore e ore seduta su una sedia in un'aula di una materia che manco mi interessava minimamente era una cosa che stavo aspettando da due anni. Ero stanca di dover giustificare tutti i ritardi che facevo, non ero una ragazza, come dire, puntuale.                                                                           
Entrai diretta verso l'aula di chimica e speravo che la prof non mi avrebbe urlato contro per il ritardo.                                                                                                                              
'é questa l'ora di arrivare signorina?!'                                                                                                             
'mi scusi prof ma....'                                                                                                                                      
'oh, piantala signorina Emmerson, arrivi sempre tardi e conosco tutte le tue scuse a memoria, siediti e ascolta la lezione!'                                                                                                                                                   
Mi sedetti al mio posto, poggiai la cartella e la testa sul banco intenzionata a dormire un'altra volta. Poco dopo mi arrivò una pallina tra i capelli, la presi e la apersi:
''come sei bella stamattina con il trucco sbavato cucciola''.                                                                                                                                                    
Risi sotto i baffi riconoscendo la scrittura della mia migliore amica. ''Grazie stronza'' risposi scherzosa.                 
''Di nulla puttana'' risi ancora una volta leggendo l'ultimo foglietto che mi arrivò.                                                       
La giornata a scuola stava passando in fretta, per fortuna, già non ne potevo più. Appena la prof ci lasciò uscire dall'aula di matematica Jemie mi saltò a dosso.                                                                                    
'ciccia oggi vengo da te!!!'                                                                                                                                                    
'ooh certo! Che bello autoinvitarsi da sole!' ridemmo insieme dirette agli armadietti.                                             
'Ci vediamo all'uscita' disse Jamie schioccandomi un bacio in testa una volta presi i libri che le servivano per l'ultima lezione. 'ok' risposi.                                                                                             
Jamie era la mia migliore amica da qualche anno. Quando rimasi sola lei arrivò. Mi salvò la vita. Veniva dal Canada e si trasferì in Inghilterra quando ero al terzo anno. Era sempre solare e sorridente. Aveva lunghi capelli neri che le arrivavano a metà schiena e due occhioni marroni. Era una ragazza bellissima, magra ma formosa. Quello che colpiva di più però era il carattere, molto distaccata dalle persone che non conosceva ma molto dolce quando voleva. Tutto il contrario di me. Ma avevamo un sacco di cose in comune.                         
 
Due braccia forti mi strinsero il bacino. Mentre sistemavo tutte le cartacce che si erano accumulate dentro il mio armadietto.
'ehi amoree, dove credi di andare?' mi irrigidii riconoscendo la voce di Ken. Era ormai un mese che mi pedinava. Sapevo quello che voleva. Ogni tanto si poneva l'obiettivo di portarsi a letto una ragazza della scuola. Quasi tutte cedevano subito, andavano a letto con lui e lo dimenticavano. Ken Di certo non era un brutto ragazzo ma non sarei mai andata a letto con un ragazzo così.
Aveva capelli biondi, occhi azzurri, giocava nella squadra di football della scuola e aveva tanti, molti muscoli. Era il ragazzo perfetto, si, ma solo di aspetto.                                               
'i-in classe' risposi. Sogghignò accorgendosi del mio corpo teso.                                                                     
'Rilassati piccola!...Non vuoi fare qualcosa di più interessante?'. Una mano scese nel mio interno coscia. Sussultai, la rabbia ribolliva mentre la sua mano pian piano arrivava alla mia parte intima, non mi trattenni e gli diedi una forte gomitata nello stomaco 'ahio', si mise le mani sullo sul punto che avevo colpito anche se sapevo bene di non avergli fatto granché, infatti si alzò dopo un pò con il suo sfacciato sorrisino sulle labbra. Sapevo che non avrei dovuto fargli del male. Scatenavi la rabbia di Ken? Lui ti faceva fuori, maschio o femmina che eri.                                                                                                                                    
'questa me la paghi ragazzina!', indietreggiai fino a sbattere la schiena con gli armadietti. Ken si avvicinò a me, prendendomi per il collo. Ero terrorizzata. Sgranai gli occhi quando mi alzò senza problemi da terra. Era molto più grosso di me e mi sovrastava visto la mia piccola statura. I miei occhi imploravano quelli di Ken di rimettermi a terra. L'aria mancava. Le mie gambe che fino a un attimo prima cercavano disperatamente di scalciare contro Ken si afflosciarono contro gli armadietti prive di forze. Stavo morendo. Lo percepivo.                  
Il mio corpo cercava inutilmente di lottare contro quello di Ken.                                                                                         
'ehi amico!, dai mettila giù'. l'unica persona a cui Ken dava retta era il suo migliore amico, o meglio ‘il suo nuovo migliore amico’. Era lì, fermo al suo fianco, i suoi occhi color nocciola fissi nei miei azzurri. Ken allentò di poco la presa sul mio collo permettendomi di respirare, ma ormai i miei occhi già si erano chiusi.                            
'se ti vedono ti sbattono dentro! Lasciala, non ne vale la pena!' Caddi a terra.                                                   
'prendila e portala fuori. Ma con te non ho finito ragazzina.' sentii Ken dire all'amico. Due braccia forti mi presero in braccio. Ormai non avevo le forze nemmeno di protestare e incosciente mi lasciai avvolgere da quell'abbraccio, forte, caldo, mi trovavo bene lì.                                                                                                                                                 
'hmm' mugugnai aprendo gli occhi, avevo la testa poggiata sul suo petto e mi stava portando nel giardino della scuola. Continuava a guardare sempre avanti, impassibile. Ci misi un pò a ricordare tutto quello che era successo. Mi portai istintivamente le mani al collo spalancando gli occhi quando, toccandolo, una fitta di dolore si espanse dal collo alla testa facendola pulsare. Tossii.                                                            
'ehm...rimettimi giù!'                                                                                                                                      
'ne sei sicura? non mi sembri del tutto a posto, sei ancora pallida'                                                           
'mettimi. giù....ora.' anche se era stato gentile e anche se la sensazione delle sue braccia intorno al mio corpo mi facevano sentire al sicuro, e al caldo, non volevo avere nulla a che fare con Ken e i suoi amici. Mi mise giù con cautela. Appena poggiai i piedi a terra la testa cominciò a girare. Un braccio mi sorresse prima che potessi cascare a terra.
'visto? Te l'avevo detto'.                                                                                                 
Sbuffai. Non avevo la forza di rispondere e mi sedetti su una panchina, volevo correre via, da lui e da tutti, ma non ne avevo le forze. L'esperienza che avevo vissuto poco fa mi aveva terrorizzata. Se ne stava andando voltando le spalle, sapevo che gli dovevo la vita.                                                                      
'Liam!...' si girò ed io continuai '...grazie.'                                                                                                        
'per cosa?' rispose.                                                                                                                                        
'per averlo fermato'.                                                                                                                                
 'non l'ho fatto per te.' Quelle parole mi spiazzarono. Erano piene di odio, come quelle che mi rivolse quel giorno.

 

Flashback:                                                                                                                                                         

 

'Così non risolverai niente' disse la ragazza tra le lacrime cercando di fermare il ragazzo che stava facendo a botte con il suo ragazzo. 'Tu sta zitta Amily.'                                                                                                             
'ti prego Liam, lascialo, così lo ucciderai!...Non devi prendertela con tutto e tutti! Non é colpa sua se tuo padre é morto, non é così che si risolvono i problemi!' Il ragazzo si fermò di colpo.                                          
'Volevo solo aiutarti. Dare una lezione a questo stupido bastardo per averti fatto del male'.
'Liam scusa non volevo dire questo' disse la ragazza piangendo.
'Sta lontana da me. E non ti azzardare a seguirmi. Ne tu, ne il tuo stupido ragazzo' disse il ragazzo indicando il corpo rimasto a terra.
Gli occhi color nocciola del ragazzo guardarono la ragazza carichi di odio fin quando il possessore di quegli occhi non si voltò e se ne andò lasciando la ragazza a terra tra le lacrime.





 

PESCHE E ALBICOCCHE!!! (?)

 

ok, ora ho attirato la tua ttenzione lol
Questo è il primo capitolo della storia. Spero vi sia piaciuto e se volete chiedermi qualcosa
che non vi è chiara o comunque esprimere un vostro pensiero lasciate una recensione.
Grazie a tutti quelli che la stanno leggendo e che dire più. se volete seguirmi su twitter 
sono @_liamsbrush.
Aggiornerò quanto prima. Buonanotte.
 

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