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Autore: Giovi_giovs    17/06/2013    0 recensioni
Non ho mai avuto problemi a definirmi, un diverso.
Un deviato.
Si, lo so.
Vi starete chiedendo.. Perché?
Bhe, questo non l'ho mai detto a nessuno.
E poi se ve lo dicessi adesso..che gusto ci sarebbe?
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Non ho mai avuto problemi a definirmi, un diverso.
Un deviato.
 
Si, lo so.
Vi starete chiedendo, perché?
Bhe, questo non l'ho mai detto a nessuno.
E anche volendo..sarebbe difficile da spiegare. Molto difficile.
E poi se ve lo dicessi..che gusto ci sarebbe?
Non sono un tipo così facile, lo vedrete.
 
 
                                **************************************************************
 
 
Chiuse la zip del suo zaino, appoggiandolo sulla spalla destra.
Aprii la porta della sua cameretta, e scese le scale velocemente, lanciando un'occhiata in salotto, che gradino dopo gradino, si faceva sempre più visibile.
- Io..vado a scuola-
Alzò la mano, mimando il tipo saluto militare statunitense.
Poi ricominciò a camminare, ignorando le voci alle sue spalle, ed uscendo in pochi secondi dall'abitazione.
Socchiuse gli occhi, alzando la testa verso la fonte dei suoi problemi: il Sole.
Sospiro' rumorosamente, accelerando il passo fino a raggiungere la sua auto.
 
 
 
Si accese una sigaretta, chiudendo la portiera alle sue spalle, e portando nuovamente lo zaino in spalla.
Continuo' a camminare, nascondendosi dietro degli occhiali da sole, e rispondendo ad ogni saluto a lui rivolto, senza nessuna particolare enfasi.
Per fortuna, la campanella non ci mise molto a suonare, e così comincio' a godersi, come ogni mattina, il pensiero di ore e ore passate in silenzio senza nessuna interferenza.
Oltrepasso' la soglia della classe per primo, ignorando la figura seduta alla cattedra, e avvicinandosi ai banchi vicino alla finestra.
 
-Buongiorno.-
Puntualizzò lei, leggermente stupita dall'assoluta mancanza di rispetto del ragazzo.
-Quando si entra in una stanza è cortesia salutare chi vi si trova dentro...-
Un tono appena menefreghista, parole dette per dovere, per compiere quel che era il suo ruolo di docente, non solo di letteratura, ma anche di vita. E il rispetto era la base per un buon rapporto tra studente e insegnante, una base dalla quale non si poteva transigere. 
Lui si fermò di fianco all'ultimo banco della fila vicino alle finestre, e senza appoggiare o muovere niente, restò semplicemente fermo, occupato a guardare fuori. Accennò un sorriso, quello sarebbe stato un ottimo posto. Il migliore,  a suo parere. Sarebbe riuscito ad osservare gli altri, ed anche l'ingresso..e la finestra era semplicemente accanto a lui. Cosa poteva volere di più?
Improvvisamente si volto', quasi stupito ed innervosito dal fatto che un alunno fosse gia' entrato. 
Di solito, sono così bravi a temporeggiare, penso'.
 
Oh no, non c'era nessuno, stava parlando proprio con lui.
 
Scrollo' le spalle, sospirando rumorosamente, prima di togliersi gli occhiali.
- Umh..buongiorno-
Disse, con tono piatto, rivolgendole una lunga occhiata, annoiata.
Si lasciò scivolare sulla sedia, appoggiando lo zaino davanti, sul banco. 
Poi volto' la testa verso la finestra, di nuovo, alla ricerca di chissa' che cosa.
Roteo' una spalla, sentendo una strana sensazione.
Una di quelle che conosceva bene, una di quelle che cercava di evitare da una vita. Sentirsi osservati.
 
Alzò gli occhi cerulei, e vi trovo' quelli della donna.
Sorrise, in modo del tutto impersonale, come gli era ormai naturale fare in pubblico.
- Posso aiutarla?-
Disse, inumidendosi inconsciamente il labbro inferiore.
La donna si sollevò lentamente da quella sedia, raggiungendo il lato opposto della cattedra, poggiandovisi con i fianchi.
Continuò a scrutare il ragazzo, intento a ricercare qualcosa di molto più interessante al di fuori del vetro, per qualche manciata di secondo, prima che lui avvertisse i suoi occhi studiarlo, in religioso silenzio.
Sollevò un sopracciglio, forse un po' stizzita dalla reazione del ragazzo, che l'aveva colta sul fatto.
In realtà si domandava che cosa stesse cercando là fuori.
E soprattutto perché non fosse degna neanche di una benché minima attenzione.
 
- Grayson, non impari mai...Siediti lì infondo pure quest'anno e i tuoi voti riusciranno a essere persino peggiori di quelli dell'anno scorso.-
Rispose con tono fermo e stizzito.
Il suo atteggiamento da non curante le dava fastidio.
Eppure non sembrava un ragazzo sciocco, forse un tantino esaltato, ma non sciocco. 
Non riusciva a capire perché questi giovani volessero tutti buttare via la loro vita, senza sfruttare a pieno il loro potenziale.
Prese un libro dalla sua borsa e gli fece cenno con la mano di avvicinarsi.
-Potresti gentilmente chiedere in segreteria se è possibile fare delle copie del primo capitolo?-
 
Comincio' a guardarla dritto negli occhi, senza sbattere le palpebre, quasi in modo sfrontato.
Finse di ascoltare, ma in realta' nessuna di quella parole aveva davvero attraversato l'ingresso della sua mente. 
Come del resto, in generale. L'unica sua fonte di sapere, erano i libri e la rete.
Se solo lei, e gli altri avessero avuto anche solo una vaga idea di tutto quello che lui sapeva, sarebbero rimasti sorpresi, e non avrebbero pensato a lui come il solito ragazzino viziato, strano, apatico e scansafatiche.
 
"Ma infondo è quello che voglio"
 
Sorrise.
Si, era la verita'.
Tutte quelle cose, erano di gran lunga migliori della verità, tanto valeva fargliele credere, anzi, assecondare quelle opzioni in tutti i modi possibili.
 
I ragazzi entrarono in classe, numerosi. Raggruppati come pecore.
A quel punto, decide si alzarsi, lentamente ed ancora un po' riluttante si avvicino' alla cattedra, con fare canzonatorio, prendendo il libro e lanciando prima uno sguardo ai suoi compagni.
 
- Volentieri. Potrebbe volerci un po', la avviso-
Finse un sorriso, divertito.
Saltare le lezioni, non era forse uno sport per 'fighi'?
Sentii delle risatine alle sue spalle, che lo resero consapevole del suo "buon lavoro".
 
-Lascia il libro in segreteria, chiedi gentilmente al signor Thomas se poi può portarci le copie.-
Replicò prontamente, cogliendo al volo dove il ragazzo volesse andare a parare. 
A coronare la sua felicità epica quella mattina, mancava soltanto un'ammonizione da parte del consiglio di classe e della direzione per essersi lasciata scappare uno studente da sotto il naso.
La ciliegina sulla torta.
No, non si sarebbe fatta rovinare la mattinata da un ragazzino. Lei era l'adulta, era lei ad avere il controllo, si disse.
-Ti rivoglio qui in meno di dieci minuti. Chiaro?-
Lo guardò in modo severo e fermo. Non vi erano obbiezioni a quell'ordine, nè condizionali.
-E non esiste nessun sennò. Se non ti vedo qui entro 10 minuti ti farò trascorrere l'anno più brutto della tua vita. -
 
 
L'anno piu' brutto della sua vita.
 
- E' un invito? Mi piacciono le sfide.-
Sorrise, forse in modo fin troppo strano.
 
 
E fu così che io, James Christopher Grayson e Sarah Amanda Martin, ci incontrammo per davvero. La nostra prima volta.
 Le nostre vite si sfiorarono, ignare di cosa sarebbe successo..
**********************
Il mio angolino;
Mi farebbe piacere, leggere una recensione, una vostra opinione. Significherebbe molto per me. Grazie!
  
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