“Are you all right, Tony?”
 

No.. non sto affatto bene. Non dovevo portare questa maledetta macchina fotografica ad Abby. Ha risvegliato ricordi dolorosi. Ricordi che volevo restassero sepolti. Ma sento che devo condivederli con qualcuno.. che devo condividerli con lei.
 

“Can I show you something?”

 
“Yes.. Is this your mother?”

 
“Yes”

 
“Wow, she was beautiful”

 
“Oh.. I guess she was”

 
“How come you never talk about her?”

 
“I don't?”
 

Lo sapevo benissimo invece di non aver quasi mai parlato di lei.. se escludiamo la storia delle scimmie d’acqua. A parte quella storiella non l’avevo mai nominata.
 

“No.. No, you don't”
 

“Well, I guess she was the first woman to break my heart.. And I don't like to talk about things like that..”
 

Ho usato volutamente queste parole. Quasi soffermandomi apposta a guardarla prima di pronunciarle. Perché se mia madre era stata la prima a spezzarmi il cuore.. la donna che mi stava davanti era stata l’ultima. Quella che l’aveva fatto a pezzi più di una volta. Quella che ci era saltata sopra. Quella che mi aveva lasciato a brandelli. Quella per cui me lo sarei fatto spezzare altre cento volte. Era ovvio che non mi piacesse parlarne.
 

“You don't like to talk about it because you don't want to, maybe it causes you too much pain.. So she was the one who took you to the movies?”
 

Fa male si.. dannatamente male. Perchè lei non c’è più. Non ha visto il mio diploma, il mio ingresso in accademia, i miei successi professionali. Non ha visto l’uomo che sono diventato.. ne sarebbe stata orgogliosa? O mi avrebbe insultato in ogni modo perché non avevo ancora avuto il coraggio di dirti quello che provo?
 
 
“Yeah.. We would go to these dollar matinees. We'd make these weekend trips to the city and there was this this theater that she loved over on 42nd Street. It was pretty run down, but she loved movies. I think she loved the escape. This is the last movie we ever saw together, right before she..”
 
 
Prima che se ne andasse.. quando ero ancora troppo piccolo per capire cosa volesse dire “per sempre”. Quando avevo bisogno di lei.. e lei non sarebbe più tornata.
 
 
“That which is essential is invisible to the eye..”
 

Può darsi.. eppure io il mio essenziale lo vedo chiaramente. Mi sta guardando negli occhi in questo momento. E io vorrei solo affondare in quella marea che è il suo sguardo per tutta la vita.
 
 
“Ziva David, did you just quote a movie?”
 

“No.. I quoted a book that was made into a movie”
 

Perchè mi guardi così.. perchè riesci a leggermi l’anima e nel mentre non riesci a capire quanto amore provo per te? Prima o poi te lo dirò .. lo devo a me, a te.. e lo devo a lei. La renderò orgogliosa dell’uomo che speravo lei sognasse che diventassi. Pensandoci bene però.. potrei farlo adesso.


“Ziva..”


“Mmm?”


Non mi do il tempo di ragionare. Adesso o mai più. Mi sporgo verso di lei ancora seduti al tavolino della sala relax e le lascio un leggero bacio sulle labbra. È il massimo che mi concedo per non farla scappare via. Mi guarda a metà tra il sorpreso e l’estasiato.. e stavolta è lei a baciare me. un bacio lento, desiderato.. innamorato.


C’era bisogno dell’intervento di mia madre per far crollare tutti i muri di paura che ci eravamo costruiti? Possibile.. anche perché lei è stata tacita spettatrice di quello che è accaduto.. La sua foto è ancora sul tavolo. E quando la prendo per metterla via e tornare a casa con la mia persona.. mi sembra che sorrida un pò di più.
 
 
 
 
Angolo autrice:

Perché io mi faccio del male da sola riguardando le puntate???