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Autore: Shizue Asahi    17/06/2013    4 recensioni
"Le capitava spesso, però, quando vedeva un topolino particolarmente panciuto, di sorridere e di provare un istintivo e immotivato buon umore. Era come se rincontrasse un vecchio amico.
Sedeva sulla veranda di casa, i capelli tirati in una crocchia spenta e grigia, le mani grinzose posate sul grembo. Sorrise appena, scorgendo il parco divertimenti abbandonato visitato con i genitori, anni prima, quando avevano appena traslocato.
Si chiese perché non vi avesse mai fatto ritorno e non seppe darsi una risposta. Troppi pensieri, immaginò."
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Sprout 

 

Era arrivata un’altra primavera e il cielo era terso e di un azzurro abbagliante. Qualche nuvola pigra si lasciava sospingere dal vento e Chihiro osservava assorta il pesco che, anni addietro, aveva piantato col padre. Era meraviglioso, in fiore ed emanava un profumo familiare e rassicurante.
Chihiro amava i fiori di pesco, le ricordavano il viaggio in macchina fatto per arrivare in quella casa, il trasloco. I fiori di pesco le ricordavano la Città Incantata, la più fervida delle invenzioni della sua mente di bambina. Era un ricordo sfocato, persosi negli anni. Di tanto in tanto cercava di rievocare i volti delle creature che aveva creato, di rivivere una delle avventure vissute con quegli strani esseri, ma le risultava quasi impossibile. Erano passati troppi anni, era cresciuta, la magia dell’infanzia si era spenta.
Le capitava spesso, però, quando vedeva un topolino particolarmente panciuto, di sorridere e di provare un istintivo e immotivato buon umore. Era come se rincontrasse un vecchio amico.
Sedeva sulla veranda di casa, i capelli tirati in una crocchia spenta e grigia, le mani grinzose posate sul grembo. Sorrise appena, scorgendo il parco divertimenti abbandonato visitato con i genitori, anni prima, quando avevano appena traslocato.
Si chiese perché non vi avesse mai fatto ritorno e non seppe darsi una risposta. Troppi pensieri, immaginò.
L’aria primaverile le solleticava le rughe del viso, mentre aspettava. Chihiro aspettava, era una cosa che faceva fin da bambina. Si sedeva in veranda o sull’erba del giardino e guardava le nuvole passarle sulla testa, cercando di scorgere qualche figura familiare nel cielo. Oppure guardava il parco divertimenti abbandonato. Qualche volta, di sera, giurerebbe di averlo visto illuminarsi.
Da bambina sapeva esattamente cosa, o meglio chi, stesse aspettando, poi era cresciuta. Chihiro era ansiosa, alle volte sentiva il bisogno incontrollabile di camminare per il giardino, di controllare ogni cespuglio e ogni albero, per assicurarsi che nessuno la stesse guardando. Forse anche per distrarsi dall’attesa.
Un giorno, quando si trovava in giardino, sotto il pesco, le sembrò di scorgere un bambino, vicino alla porta di casa. Lo vide incerto decidere se bussare o meno e si sorprese nel riconoscerlo.
Non era cambiato per niente, si disse, e, del resto, cosa ci si può aspettare dello spirito protettore di un fiume?
Haku sospirò, mentre i ricordi ritornavano vividi e prepotenti nella mente di Chihiro. Era come se apparissero dal nulla, ma fossero stati sempre lì, sotto al suo naso.
Quando, finalmente, il bambino le si avvicinò, lei inclinò la testa e sorrise. Haku la osservò perplesso, mentre lei ritornava bambina sotto i suoi occhi. I capelli le ritornavano castani e fibrosi, stretti nel codino di Zeniba, la pelle del viso riconquistava la propria elasticità e le guance le si tingevano di un rosa tenue e delizioso. Le gambe le diventarono di nuovo magre come stecchini e i calzoncini rosa, quelli che amava indossare da bambina, erano di nuovo lì, stretti in vita da uno spago.
-Non mi sono girata.- gli disse, rievocando la loro ultima conversazione.
Un petalo di ciliegio si posò tra i capelli di Haku e questo allungò una mano verso la bambina, annuendo.
-Sei stata brava, Chihiro.- le disse, sorridendo.
La bambina lo imitò, allungando anche lei una mano verso di lui. Voleva toccarlo, non aveva mai desiderato qualcosa tanto ardentemente.
E poi scomparve. Haku scomparve, rimase solo il petalo che gli si era posato sul capo.
Chihiro lo osservò atterrare tra l’erba e lo stomaco le si svuotò.
I capelli erano di nuovo grigi e la pelle grinzosa. Non era successo niente, non importava che in cielo ci fosse la sagoma di un drago che si dimenava tra due nuvole.
Chihiro sorrise, raccogliendo il petalo. Lo tenne per un po’ sul palmo della mano, osservandolo. Poi tornò in casa e seppe di non dover più aspettare. Anche se non era successo assolutamente niente.
 
 
 

 << Ci rincontreremo un giorno? >>
<< Certamente. >>
<< Promesso? >>
<< Promesso. >>
 

***

La storia è stata scritta per un’iniziativa di questo forum - > http://pseudopolisyard.blogfree.net/?t=4585630#lastpost
Il prompt scelto è “Apparire”. 

   
 
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