Fanfic su artisti musicali > Crashdïet
Ricorda la storia  |      
Autore: QuinnRose    17/06/2013    3 recensioni
[Peter/Martin]
La casa era in perfetto disordine, ma non ci badò: oramai aveva fatto l'abitudine alle stranezze del bassista. Tuttavia, quando arrivò nel salotto rimase esterrefatto. La scena che gli si presentò davanti agli occhi lo lasciò senza parole -non che ce ne fossero, in realtà. Peter...
Genere: Comico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Do ya think I'm sexy?


    Martin arrivò a casa di Peter in leggero anticipo. Aveva promesso all'amico che sarebbe passato a prenderlo per andare insieme alle prove.
Già all'ingresso del vialetto era possibile udire della musica fuoriuscire da casa London. Chissà cosa sta combinando quel pazzo, pensò sorridendo.
Suonò il campanello ma, come era prevedibile pensare, nessuno rispose. Provò a chiamarlo, ma il ragazzo non sentiva. Fortunatamente era estate e Peter usava tenere le finestre spalancate, così si arrampicò su una di esse ed entrò.

    La casa era in perfetto disordine, ma non ci badò: oramai aveva fatto l'abitudine alle stranezze del bassista. Tuttavia, quando arrivò nel salotto rimase esterrefatto. La scena che gli si presentò davanti agli occhi lo lasciò senza parole -non che ce ne fossero, in realtà. Peter, vestito di tutto punto da casalinga disperata -pantaloni della tuta rosa shocking, calzini a quadri bianchi e neri, felpina azzurra con tanto di stelline nere e una bandana annodata sul capo- si dimenava per la stanza con l'aspirapolvere tra le mani cantando a squarciagola le parole di Rod Steward, stonanando peggio delle vecchiette alla messa
delle sei di sera del sabato.
"If you want my body and you think I'm sexy
come on sugar let me know
If you really need me just reach out and touch me
come on honey tell me so
tell me so baby!"
Martin si accomodò sul sofà, piegato in due dalle risate.
Non appena Peter si accorse della sua inaspettata presenza non solo non si fermò, ma addirittura prese a sculettare ancor di più ridendo come un matto a sua volta.
Fu il chitarrista ad interrompere la musica, guadagnandosi un'occhiataccia dall'amico, il quale protestò: -Mi stavo divertendo!-
-Muovi quel culetto da checca e andiamo alle prove, idiota- disse il moro, ancora ridendo.
Così Peter, rassegnato, si chiuse in camera per prepararsi. Martin sapeva ci avrebbe impiegato ore, perciò si sistemò comodamente sul divano ed accese la tv, guardando distrattamente un'insulsa soap-opera.


She sits alone waiting for suggestion
he's so nervous avoiding all the questions
His lips are dry, her heart is gently pounding
Don't you just know exactly what they're thinking?

    -Martin!- strillò Peter.
Il chitarrista scosse la testa esasperato. -Che c'è?-
-C'è di lì la mia maglia per caso?- domandò il bassista, facendo capolino dalla sua stanza, proprio mentre il moro si chinava a raccogliere la maglietta abbandonata in un angolo del salotto.

    Gli occhi del chitarrista si persero. Vederlo a torso nudo alimentò in lui una scintilla che da tempo cercava di reprimere. Lo osservò a lungo con occhi infiammati di desiderio. Lui era pazzo per le donne, e su questo
non aveva dubbi, ma Peter... Peter aveva qualcosa di speciale, lo mandava letteralmente fuori di testa. Non c'era mai stato nulla tra di loro, se non qualche fugace sguardo velocemente ritratto. Tuttavia, potevano entrambi percepire la stessa elettricità attraversare i loro corpi ogni qualvolta i loro occhi accidentalmente si incrociassero.
Il bassista carpì quell'occhiata. Sorrise timidamente, arrossendo un poco. Aveva finalmente la prova che il suo desiderio non era a senso unico. Allora forse non era stato così vano continuare a sperare...
-Ecco... Ecco la maglietta Peter- balbettò Martin, porgendo l'indumento all'amico.
I loro polpastrelli si sfiorarono. I loro corpi si scambiarono un inequivocabile messaggio di bramosia.
Martin tornò frettolosamente a sedere sul divano, torturandosi nervosamente le mani. Aspettava che fosse Peter a fare il primo passo, a sussurrargli
con gli occhi un consiglio. Ardeva dalla voglia, ma non avrebbe saputo cosa fare, come comportarsi. Era abituato a possedere una donna, ma un uomo... Peter per di più, un amico che gli era accanto da anni. Ed ora si ritrovava a desiderarlo.
Peter rimase in piedi, con la sua maglia a penzoloni tra le mani e gli occhi persi nel vuoto. In realtà, persi sul sofà in quelli del chitarrista. Era nervoso.
Martin schiuse le labbra nell'intento di parlare, ma, no, lui non voleva domande. Voleva il silenzio, voleva poter udire il richiamo amoroso che il cuore dell'altro gli inviava. Gli si avvicinò, abbandonando ancora una volta la maglia sul pavimento. Si curvò per raggiungere il suo viso e poggiò delicatamente il dito indice sulle sue labbra bollenti.
Erano secche. La sua gola era secca. La sua mente prosciugata da ogni pensiero se non uno: ti voglio


He's acting shy looking for an answer
Come on let's spend the night together
Now hold on a minute before we go much further
Give me a dime so I can call my mother
They catch a cab to his high rise apartment
At last he can tell exactly what his heart meant

    Evitò di incrociare lo sguardo di Peter, che invece gli premeva addosso. I suoi occhi vagavano altrove, cercando una risposta. Doveva o non doveva? Poteva o non poteva?
-Come on let's spend the night together- bisbigliò sensualmente Peter a pochi millimetri dalle sue labbra. A Martin venne istintivo avvicinarsi, scontrando inevitabilmente la bocca accattivante del biondo. Peter rimase spiazzato, ma si riprese in fretta. Erroneamente interpretò quel bacio 
di Martin come un consenso, il quale, percependo la bocca dell'altro di nuovo sulla sua, questa volta in un contatto più profondo e passionale, si abbandonò completamente, accantonando qualsiasi dubbio. Lo voleva, per quale sciocca ragione non avrebbe dovuto goderselo?
Peter fece alzare Martin in piedi ed i due, senza dar segno di volersi staccarsi l'uno dall'altra, si avviarono verso la camera da letto.
Inaspettatamente il moro si bloccò, premendo i palmi sul petto dell'altro nel vano intento di scostarlo leggermente da sé.
-Aspetta Peter- azzardò, venendo interrotto da un bacio dell'altro -dobbiamo avvisare- un altro bacio -gli altri- un altro bacio -che non andiamo alle prove...-
Il biondo alzò gli occhi al cielo, incredulo: quel ragazzo pensava troppo, sempre. Martin abbozzò un sorrisetto a mo' di scuse. Sapeva era l'ultima cosa da fare in quel momento, ma la prospettiva di un Simon urlante ed adirato lo infastidiva alquanto.

-Mi dai il telefono, please?-
Peter, imbronciato, gli indicò un punto del salotto dove giaceva un telefono impolverato. Martin seguì con lo sguardo la direzione dell'indice smaltato dell'amico e compose il numero. Dopo uno svariato numero di tuu-tuu a vuoto, lasciò cadere impazientemente la cornetta e quasi corse da Peter, il quale lo attendeva appoggiato allo stipite della porta della stanza da letto con le braccia incrociate sul petto. Martin, cogliendolo alla sprovvista, gli catturò il volto tra le mani e lo baciò con foga inaudita. Naturalmente il bassista non si ritrasse. Anzi, senza districare la sua lingua da quella dell'altro, lo spinse sul letto, salendo a carponi su di lui e privandolo della canotta strappata.


His heart is beating like a drum
'cos at last he's got this girl at home
Relax baby now we're alone

    Trovarlo sotto di lui, con gli occhi socchiusi in attesa di qualcosa che sarebbe arrivato molto più in fretta di quanto si spettasse ed i denti candidi che mordicchiavano le labbra eccitate, lo uccideva.
Provava gusto nell'incarnare il ruolo del dominatore, nel penetrare integralmente la mente e il corpo del suo amante, adorava atteggiarsi da duro sotto le lenzuola. Ciononostante, avvertiva il cuore battergli come un tamburo sotto la pelle bollente: scoppiava d'emozione e di gioia, poiché dopo tante agonie finalmente aveva quel ragazzo a casa sua, sul suo letto, sotto di lui. Ed era suo.
"Relax baby, now we're alone" pensò.


 If you want my body and you think I'm sexy
come on sugar let me know
If you really need me just reach out and touch me
come on honey tell me so
tell me so baby

    Peter ripetè il ritornello della canzone che continuava a suonargli nella testa, quasi fosse stata scritta apposta per quell'avvenimento.
-If you want my body and you think I'm sexy come on sugar let me know- sussurrò maliziosamente, chinandosi a sfiorare sensualmente con la lingua il petto del chitarrista, oramai sua vittima. Quest'ultimo iniziò a sospirare, alimentando l'eccitazione del biondo, già fuori di senno per la voglia.
-If you really need me just reach out and touch me- continuò, scendendo sempre più in basso con quella dannata lingua serpentina. Il chitarrista, quasi ad obbedire alla parole sussurrate, tese una mano ad accarezzare le braccia nude di Peter. Quei tatuaggi... Erano sempre stati per lui oggetti di desiderio: li trovava incredibilmente sexy, chissà perché.
Giunse infine alla tanto agognata lampo dei pantaloni, che abbassò con i denti, senza distogliere il suo sguardo felino da quello annebbiato dall'eccitazione del povero chitarrista. Sogghignò maliziosamente nello sgorgere finalmente ciò che quei boxer attillati celavano. Lo accolse tra le sue labbra e lo fece suo per tutta la notte, senza mai stancarsi di amarlo.


They wake up ad dawn 'cos all the birds are singing
Two total strangers but that ain't what they're thinking
Outside it's cold, misty and it's raining
They got each other, neither one's complaining
He says I'm sorry 'I'm out of coffee and milk'
'Never mind sugar we can watch the early movie'

    Si svegliarono all'alba. Gli uccellini cinguettavano, conferendo a quella strana mattinata un ulteriore pizzico di romanticismo e gioia.
Dal modo in cui si guardavano, si sfioravano, si desideravano bramosamente, non riuscendo a fare a meno l'uno dell'altro, parevano due perfetti estranei incontratisi per la prima volta. E un po' forse lo erano. Quella notte, quella prima di tante altre che sarebbero seguite, si erano amati.
Fuori era nebbioso e freddo;
la pioggia ticchettava insistentemente sui vetri delle finestre; ma a loro non importava: finalmente si avevano, e nessuno dei due pensava ad altro.
Quando finalmente si alzarono, più vicini all'ora di pranzo che a quella di colazione, Peter realizzò tristemente che non aveva né caffé, né latte, né biscotti da offrire all'amante, solo tanto amore.
-Non crucciarti amore, possiamo guardare un film- sorrise teneramente Martin, baciandolo sulle labbra.
Così si acciambellarono sul divano, l'uno accoccolato sul petto dell'altro, a guardare film ebeti tra una carezza e l'altra.





_____________________________________________________________________________
NdA:
Ok, c'era una volta mia mamma che stirava allegramente (allegramente mica tanto, ma poco importa) e, come di consueto, guardava RadioCapitalTv. Destini fu che su RadioCapitalTv stessero trasmettendo proprio Do Ya Think I'm Sexy di Rod Stewart. Io, prima di quel momento, non la conoscevo, ma solo leggendo il titolo la mia testolina bacata ha immaginato Peter versione casalinga. Poi però ho cercato il testo ed ho realizzato che è una canzone carina e coccolosa (?), così ecco a voi questo ibrido tra una roba demenziale, una diabetica e una slash a luci rosse (perdonatemi, ma ormai ci ho preso la mano e quando scrivo di questi due la scenetta hard ci scappa sempre). Spero sia di vostro gradimento u.u
Last but not least, vi supplico di lasciare uno straccio di recensione. Non abbandonatemi a me stessa, s'il vous plaît ç.ç
Vi vojjjjiobbbbbeeeene <3
Un bacio :3
Quinn
P.S.: Odio NVU. Avevo già pubblicato la storia qualche ora fa, ma metteva un layout orrendo. Anche a voi fa vedere la pagina larghissima e per leggere dovete continuare a spostarvi di lato con lo scroll in basso? ç.ç






  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Crashdïet / Vai alla pagina dell'autore: QuinnRose