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Autore: _justjuls_    17/06/2013    5 recensioni
Questo racconto narra dell'impresa fallita di Luke sotto il punto di vista di Talia, che parte con lui per cogliere un pomo dell'immortalità.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Castellan
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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IL FALLIMENTO DI LUKE

Tutto iniziò una settimana prima, quando inspiegabilmente Luke mi chiese di accompagnarlo a vedere da sua madre. Raggiungemmo la vecchia casa di Luke, che somigliava vagamente ad un’abitazione da film dell’orrore. Ci appoggiammo al davanzale marcio della finestra e guardammo attraverso i vetri rovinati dal tempo. All’interno May Castellan, circondata da un’aura verdastra, era seduta su una sedia a dondolo di legno, e fissava costantemente la porta serrata con i suoi intensi occhi verdi. I capelli biondi le ricadevano su uno scialle azzurro sbiadito fatto a maglia, che indossava nonostante fuori ci fossero trenta gradi. Quando distrattamente inciampai in un rametto secco e la donna si alzò urlando il nome di suo figlio. 

Luke mi fissò con i suoi intensi occhi azzurri e mimò con le labbra due sole parole Talia,Andiamo.
Non me lo feci ripetere due volte, alzai i tacchi e mi incamminai seguendo Luke. Nessuno dei due disse una parola, non trovavo le parole adatte a quella situazione, ed avevo paura di ferirlo in qualche modo. Fischiò e due pegasi vennero a prenderci per riportarci al Campo; quando arrivammo, Chirone ci stava aspettando con il volto teso. Luke non si fermò neanche a salutare e filò dritto in cabina, con le lacrime agli occhi. Allora centauro si rivolse a me — Allora… E’ andata come temevo, vero? — Annuii. Lui mi diede una pacca sulla spalla ed io tornai nella mia cabina deserta. 
Passarono vari giorni,e Luke non aveva ancora proferito parola con nessuno. Chirone e il Signor D. convocarono me e il mio amico nella Sala Grande, per una riunione speciale. Il messaggero degli dèi voleva tirare su il morale a suo figlio, e per farlo ci affidò un’impresa: Dovevamo cogliere un pomo dell’immortalità, una mela dorata, dono di nozze di Zeus e Era. Queste crescevano nel giardino delle Esperidi sul Monte Otri, corrispondente al Tamalpais a San Francisco.
—Accetto l’impresa. — Rispose Luke alla proposta con voce ferma e determinata. Non l’avevo mai visto così deciso in vita mia, dunque lo seguii senza esprimere la mia opinione. La mattina seguente partimmo all’alba lasciandoci alle spalle il Campo: San Francisco era la nostra nuova destinazione, una delle città più pericolose per i semidei, soprattutto se del nostro calibro. 
Raggiungerla fu stranamente facile, ci bastò prendere il taxi delle sorelle grigie. In auto le tre sorelle non facevano altro che litigarsi l’occhio e il dente, così passammo tutto il viaggio rischiando la morte da incidente stradale; ma fu piuttosto divertente. I loro discorsi erano bizzarri, ed io e Luke ridemmo per tutto il viaggio. La tensione che si stava accumulando dentro di noi, in un misto di insicurezza , determinazione ed ansia. 
Le sorelle ci condussero dritti ai piedi del Monte Tamalpais, senza danni più gravi di una forte nausea e un’emicrania da far invidia ad un ubriacone. 
Era quasi il tramonto e noi scalammo il monte fino ad immergerci in una fitta nebbia che quando si dileguò, lasciò spazio all’entrata del giardino delle Esperidi. Un imponente arco ricoperto di bellissimi rampicanti, si stanziava difronte a noi, e quando lo superammo e ci trovammo difronte ad una vista mozzafiato. L’enorme cortile era a forma ovale, su tutta la circonferenza si trovavano fiori e alberi dai colori stupefacenti; l’entrata si trovava era in una delle parti più strette dell’ovale, ed esattamente dalla parte opposta c’era l’albero dalle mele d’oro, e tra di esse si trovava solo un enorme prato fiorito. Rimasi a bocca aperta per lo stupore, era il posto più spettacolare che avessi mai visto. Ci nascondemmo tra le piante, da e scorgemmo cinque donne bellissime dalla pelle ambrata e dai capelli nero pece risalire il monte fino alla vetta. —Le Esperidi— Sussurrai.
Luke mi fissò con uno sguardo determinato e forte. —Presto sarà il tramonto, —Riprese fiato. — a quel punto le Esperidi dovranno fare il loro lavoro quindi saranno già in cima, e ci daranno campo libero.— Quando finì la frase notai che nella sua voce c’era più tensione di quanto pensassi. Feci un grande sospiro e annuii.
Uscimmo allo scoperto e ci dirigemmo verso l’albero sacro. Luke era più avanti di me, quando tutt’a un tratto un enorme drago l’attaccò. Luke si buttò a terra e rotolò su un fianco ma gli artigli del drago gli avevano già ferito una gamba e lacerato volto. Si alzò a fatica e barcollò venendomi incontro. Corsi in suo soccorso con l’egida alzata, nella speranza che in qualche modo il drago avrebbe arretrato, ma non fu così. Restò imbombolato per qualche secondo, che sfruttai per aiutare Luke a rimettersi i piedi. Misi il suo braccio sulle mie spalle, e a fatica lo trascinai verso l’uscita del giardino, ignorando il fitto dolore alla caviglia. Non riuscivo a pensare che alla sua salvezza. Luke perdeva un sacco di sangue e sapevo che da un momento all’altro sarebbe svenuto. Mi buttai a terra e lo tenni tra le mie braccia piangendo; gli diedi un po’ di ambrosia e fasciai le sue ferite con le bende che mi ero portata dal campo. Fischiai ripetutamente, finché due pegasi non ci vennero incontro. Caricai Luke sul dorso di uno ed io salii sull’altro sperando che tutto finisse presto. 
Quando i pegasi atterrarono, una folla si riunì intorno a noi, scesi e svenni.

Mi svegliai nell’infermeria e immediatamente corsi verso la branda dove giaceva Luke. Stetti con lui e dopo svariate ore, aprì lentamente gli occhi e mi prese la mano. — Talia…— Disse con un filo di voce tremante. — Va tutto bene, riposa ora. — I suoi occhi stanchi mi guardarono per un secondo e le palpebre che a fatica restavano aperte si chiusero, ma non lasciò mai la mia mano.
Gli accarezzai delicatamente i capelli biondi e il viso lacerato. Mi stesi accanto a lui, sulla sua branda, e non lo lasciai nemmeno per un’istante.


*SPAZIO AUTRICE*
Vi piace questa mia versione dell'impresa? Spero di si !

Con Affetto, 
Giulia Gavazzeni, Alias Julie Mellark ;)

  
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