A tutti gli amici del mondo.
A Elisa e Mario.
…e sono i miei migliori amici
Guardai Ron e lui guardò Hermione.
Per l’ultima volta.
Davanti a noi c’erano i Mangiamorte, dietro il
baratro che avevano creato, distruggendo buona parte del paesaggio intorno ad
Hogwarts.
Hermione non avrebbe passato gli esami, questa
volta, eppure era il suo scopo, la sua meta. Ciò a cui aveva dedicato la sua
giovinezza. Ed io e Ron non saremmo mai diventati Auror, come desideravamo da
tempo. Eravamo arrivati vicini ai nostri sogni, sfiorandoli. Mancavano pochi
passi per realizzarli. E tutto era andato perduto.
Ci tenevamo per mano, Ron, Hermione ed io.
Insieme fino alla fine avrebbe detto qualcuno. E insieme fine alla fine
volevamo stare. Perché nel turbine di sentimenti confusi che straziavano i
nostri cuori, uno emergeva, nitido. Come una luce nella nebbia. Come un faro in
mezzo alla tempesta.
La nostra amicizia.
Un Mangiamorte fece un passo verso di noi, un
ghigno dipinto sul giovane volto. Quanti anni poteva avere? Forse era un nostro
compagno, uno dei tanti che avevano incrociato la nostra esistenza, lasciandoci
un po’ di loro e prendendosi un po’ di noi. Come sempre accade. Forse, quel
pensiero mi balenò nella testa, quello era Draco Malfoy, che giocava con la
nostra vita, come io avevo giocato con il boccino davanti a lui, fino a poco
tempo prima. Forse voleva solo farmi paura. Oppure voleva uccidermi. Ma non
avrebbe ucciso loro. Non Ron ed Hermione. Non i miei migliori amici. Non
sarebbe stato leale. Ma quando mai lo era stato?
Sentivo il loro cuore battere, insistentemente
contro il petto, ed il loro respiro, che si mescolava al mio. Sentivo le loro
mani imperlate di sudore freddo, percepivo la loro paura. Sapevo con certezza
che gli occhi color nocciola di Hermione era spalancati e non perdevano un
movimento dei nostri nemici, mentre i suoi capelli volavano al vento
stuzzicandomi il collo. Ogni volta in cui ci siamo trovati nei guai lei era lì,
con la sua razionalità e la sua intelligenza. Con una soluzione pronta. Non
quella volta.
Faceva freddo.
Vedevo davanti a me, il volto di Ron, com’era
quando lo incontrai, sul treno. Non era cambiato. Stessi capelli rossi, stesse
lentiggini sparpagliate sulle guance e sul naso, stessi occhi profondi, nei
quali si poteva vedere il mare. Quante volte ci ha fatto ridere, quante volte
abbiamo letto in lui come in un libro aperto. Ogni volta che ci sentivamo
tristi e guardavamo Ron il sorriso tornava sulle nostre labbra, ed era tutto
come prima.
Forse, mi dissi, stavo davvero per morire,
perché in un momento, tutti gli istanti che avevamo condiviso mi passarono
davanti agli occhi. Quegli istanti che mi avevano trasformato da gracile
ragazzino perennemente spettinato ed infelice, in un ragazzo che sapeva
prendere la vita, come veniva, purché avesse loro due al suo fianco. I suoi
migliori amici.
Vidi una figura ammantata staccarsi dalla
massa. Era alta ed imponente. Il viso bianco, gli occhi rossi, un sorriso
simile ad una smorfia. Parlò, ma non lo udimmo. Levò la bacchetta e noi
tremammo. Il suo sorriso si fece più marcato. Il Mangiamorte si inchinò davanti
a lui e il cappuccio gli scivolo via. Fu l’ultima cosa concreta che vidi.
Due occhi di ghiaccio e un lampo di luce
verde.
Feci per stringere più forte le mani di Ron e
di Hermione, ma serrai solo l’aria. Accadde tutto in un attimo. Prima eravamo
tutti e tre insieme, ora loro due non c’erano più. I loro corpi giacevano per
terra. Si tenevano ancora per mano. E sorridevano. Sorrisi anche io, tra le
lacrime.
Non vi racconterò della mia battaglia, non
avrebbe senso. E poi non ho tempo. I miei amici mi aspettano. La neve sta
cominciando a scendere e noi dobbiamo andare. Ci prenderemo per mano, ancora un
volta e ci addormenteremo insieme. Siamo un po’ stanchi. Questa è solo la
nostra storia. Ce ne saranno tante al mondo come la nostra. Ovunque. Questa è
la nostra storia ed è comunque un po’ speciale. E non perché mi chiamo Harry
Potter. Ma perché loro si chiamano Ron ed Hermione.
E sono i miei migliori amici.
Un abbraccio,
Sally90