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Autore: Macross    02/01/2008    4 recensioni
Serata come tante altre, allo Yellow Flag. Purtroppo stavolta nel locale c'è qualcuno a cui i metodi di Reby non vanno molto a genio... Crossover Black Lagoon/Ghost Rider.
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Mentre scappi pensi a come è potuto succedere.
Ripercorri gli eventi, nella tua mente, quello strumento lucido e malato che usi raramente per i tuoi scopi, visto che vai ad istinto.
Corri giù per i vicoli della città a rotta di collo, saltando, volteggiando, rotolando sulle casse, sui topi, sugli scarafaggi (umani e non). Hai la sensazione profonda di aver sbagliato qualcosa, di aver fatto un errore di valutazione.
Ma come potevi saperlo? Nessuno poteva saperlo, ti giustifichi.
Solita serata allo Yellow Flag. Solite bevute: no, la birra no, è da bambini. I veri uomini, ma soprattutto le vere donne, bevono il Rhum.
Poi, ad un tratto, come se fosse stato defecato da un grosso piccione, compare questo piccolo escremento.
Un cencioso bambino di sette anni, lercio, sudicio fino al midollo.
Ti sei fatta la doccia, e non vuoi che rompa le scatole, no? Vero, infatti lo allontani a male parole. Gli tiri addirittura una schiaffo e lo mandi a gambe all'aria.
Per un attimo senti un paio di occhi sulla tua schiena, ti volti di volata con le mani sulle pistole e non vedi nessuno.
Se tu fossi stata più attenta, avresti notato un uomo più vicino ai trenta che ai venti, con i capelli arruffati e lo sguardo chino sul tavolo, vestito di pelle nera.
Uno dei soliti americani sbruffoni che finiscono segati in due (letteralmente) nelle fogne o in altre maniere "incresciose".
Esci, hai bevuto troppo e vuoi schiarirti l'idee. Ti scoccia ammettere che il tuo socio Rock regge meglio l'alcool di te: la semplice idea ti fa diventare estremamente violenta.
Ti girano, oh, se ti girano! Quando sei in questo stato mentale sei estremamente pericolosa e violenta. Giri a destra, poi a sinistra e trovi lo squallido bambino rannicchiato che piange.
Lo prendi a calci, senti le vertebre che si rompono sotto i tuoi piedi. Sorridi, prima piano, poi sguaiatamente: non sei insolita ad un comportamento del genere, visto che ti piace uccidere. Bambini, donne, uomini: guai a chi ti pone davanti.
Adesso il piccolo cencioso non piange più: peggio per lui, chi non è forte deve morire e chi è forte deve uccidere.
La notte a Roanapur si fa ancora più buia, il caldo ancora più pressante. Ti rintani in un angolo, le due fide pistole spianate. Un battito, due battiti, niente.
Un rumore di passi, la comparsa di un'ombra, il fuoco repentino. Ti avvicini ma ti accorgi di aver seccato un ignaro passante. Imprechi sottovoce e noti la tua ombra rischiarata da una luce di torcia. Senza nemmeno pensare ti giri e fai fuoco. Un centro, due centri, molti centri. Torso, addome, cranio. Sei bravissima, come al solito non sbagli un colpo. Qualsiasi essere vivente sarebbe moto, ma lui no.
Perchè vedi, Reby cara, lui non vive.
Lui è uno spirito.
Intravedi la sua moto lontano, due cerchi di fiamme in terra con un vago odore di zolfo bruciato. I bossoli rimbalzano in terra, inutili: sembrano tanti rintocchi di campane funerarie.
Nonostante la paura; perchè sì, hai paura, non negarlo, il moto delle fiamme sul suo teschio ti affascina e ti rapisce. All'inizio pensavi che fosse uno scherzo, un dannato ologramma o peggio. Dopo, quando gli hai sparato e non gli hai fatto nulla, ti è preso un dubbio atroce. Ma adesso è tardi per i dubbi.
Di colpo, scatti come un ghepardo, saltando su un cassone li vicino: una catena ti afferra la gamba e cadi fragorosamente al suolo.
Sembra proprio che ti abbia preso.
Provi a tirargli un pugno, ma lui l'afferra senza sforzo e ti torce il braccio. Urli dal dolore quando la spalla esce dalla sua posizione normale, e urli nuovamente quando senti il polso che prende fuoco.
Egli parla: - Colpevole.
La voce, una voce che non dimenticherai mai più. Sepolcrale, ma il termine non definisce bene l'abisso di disperazione che comunica. Eppure tu hai provato la disperazione, il dolore, la rassegnazione; tuttavia lui sembra l'incarnazione di queste qualità.
- Guardami.
E' irresistibile quando ti fa voltare e ti impone di fissare quelle orbite vuote tra le fiamme.
- Prova il dolore di tutte le anime innocenti che hai ucciso. Prova il mio Sguardo di Penitenza.
Quella notte, tutti sentirono l'urlo di angoscia e di dolore. La città, marcia e caotica, si fermò e un brivido corse lungo la schiena di tutti quelli che avevano la coscienza sporca, o non l'avevano affatto.
Ritrovarono Reby rannicchiata da una parte, lo sguardo vacuo, che borbottava incessantemente "...no...no...pietà...".
Per le strade, un giovane motociclista sfrecciava sotto il ponte che collegava la città al porto. Il cappio, appeso ad una trave, sventolò ancora una volta, prima di prendere fuoco dal nulla.
Lo spirito della Vendetta colpirà ancora.
   
 
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