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Autore: Lily394    17/06/2013    1 recensioni
Questo è un ricordo che Rose racconta a qualcuno dopo che lei e il Decimo Dottore si dicono addio, spero vi piaccia, è totalmente inventato.
Genere: | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eravamo appena tornati dalle Olimpiadi del 2012, quando ci trovavamo nel Tardis per intraprendere un nuovo viaggio. Ricordo che avevo una brutta sensazione quando ci siamo messi in viaggio, avevo paura di perderlo per sempre, non sapevo spiegarmela e non riuscivo a mandarla via. Il Dottore era tranquillo e osservava i colori cambiare all'interno del grosso tubo nel mezzo della navicella spaziale. Non ricordo cosa mi spinse a farlo, se la mia brutta sensazione o la felicità di essere usciti vivi da un'altra missione pericolosa: lo baciai senza nessun motivo, con la furia di dieci uomini mi spinsi tra le sue braccia e misi le mie labbra sulle sue. All'inizio avevo paura che mi spingesse via, che in tutto questo tempo fossi stata solo io a provare sentimenti, invece le sue mani cominciarono a stringermi sui fianchi, e le sue braccia mi strinsero più forte che mai. Ricambiò il bacio con un'enfasi che non mi sarei mai aspettata. Restammo così, stretti l'uno all'altra con le labbra incollate per quelli che mi sembrarono cinque minuti, poi lui allentò la presa, mi guardò e disse "Rose Tyler... la mia Rose" poi sorrise e ricominciò a baciarmi. Ricordo che sentivo il mio sangue ribollire nelle vene mentre le sue mani mi accarezzavano la schiena e io cominciavo a sbottonargli la camicia; dopo qualche momento di esitazione anche lui cominciò a scavare nei miei vestiti e con movimenti goffi a toglierli, poi si fermò: andò a prendere due coperte che avevo portato io da casa e ci appoggiò due cuscini, poi ritornò da me e mi fece cenno di sedermi, poi tornò a maneggiare con i pulsanti del Tardis e ogni tanto sentivo che diceva tra sè "Rose Tyler tu mi stai facendo letteralmente impazzire" e poi faceva la sua solita risata. Dopo un po' la navicella si fermò e lui andò ad aprire la porta e quello che mi trovai davanti fu probabilmente la cosa più bella che avessi mai visto "Siamo nel sistema solare, lì puoi vedere tutti i pianeti e se guardi più in là riuscirai a vedere anche la via lattea" mi spiegò lui, poi continuò "Pensavo che sarebbe servito a creare l'atmosfera" "E' bellissimo" dissi io, poi si mise a sedere vicino a me. Senza troppe parole ricominciammo da dove avevamo finito, lui non sembrava essere molto esperto per cui la maggior parte delle volte lo guidavo io, ma quando ci prese mano cominciai a sentire dentro di me un turbine di emozioni, paragonabile a tutte le cose che avevamo visto nei nostri viaggi: mi stringeva le mani sopra la testa, mi baciava dovunque riuscisse ad arrivare; io ero sua. L'unica persona che cui avevo fatto l'amore era Micky e tutte le volte fatte con lui non potevano competere con un'unica volta fatta con Il Dottore. Quando finimmo eravamo entrambi esausti, appoggiai la testa sul suo petto e mi immersi a guardare le stelle mentre lui disegnava cerchi sulla mia schiena, poi ricordo che all'improvviso partì una canzone, il Tardis la fece partire, era Unchained Melody, la colonna sonora del film Ghost. Dio quanto amavo quella canzone, e ricordo anche che lui cantò per qualche secondo... si... cantò la parte dove la canzone dice "Il tempo trascorre così lentamente, il tempo può fare tanto. Sei ancora mia?" non era molto intonato, ma quel gesto mi fece venire i brividi. Passammo la notte così, a guardare le stelle e di tanto in tanto a scambiarci un bacio, poi tornammo a Londra... e poi non lo rividi più.
  
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