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Autore: Botan    17/09/2004    3 recensioni
La mia prima fanfic! Perdonatemi se trovate degli errori ma essendo proprio la prima devo un pò "ambientarmi"!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ormai sono passati 10 anni da quel giorno

-Seven-

Dieci anni dopo

Ormai sono passati 10 anni da quel giorno.

La liberazione di Digiworld…

Il ritorno al mondo reale…

Ma nonostante il tempo, il ricordo di quella esperienza unica non è mai appassito, è rimasto vivo nei cuori dei sei guerrieri della speranza, quei sei ragazzi che pur sapendo di non riuscire nella loro missione non hanno mai perso la fiducia e la voglia di riportare quel mondo popolato da creature fantastiche al loro antico splendore.

Si sono battuti con tutte le loro forze, e alla fine hanno ottenuto quello per cui lottavano da tanto tempo…la pace a Digiworld.

Pian piano sono ritornati alla vita di sempre, scuola, famiglia, vacanze, ma nonostante questo la loro grande amicizia è rimasta intatta senza appassire un solo istante, piccole liti hanno minacciato questo forte legame, si trattava di minacce innocue, bastava un forte abbraccio e un delizioso sorriso per rimettere tutto in ordine. Da quando l’avventura a Digiworld finì, da quel preciso giorno fin da adesso, quel laccio che li teneva uniti non si è mai spezzato, al contrario, li ha stretti ancora di più.

Come ogni anno, puntualmente festeggiavano il giorno di quella vittoria tanto desiderata, per un momento staccavano la spina ai quotidiani doveri abituali e ricordavano con tanta gioia e parecchia nostalgia quel magico momento in cui tutto ritornò alla normalità. Ma da ben tre anni non ebbero modo di farlo, un po’ per gli impegni lavorativi (oramai erano adulti ed ognuno di essi aveva obblighi molto importanti da svolgere) e un po’ perché a causa dello studio o delle attività non vivevano più nella stessa città. Finalmente però, proprio a distanza di dieci anni, nessuno di loro potè mancare a quell’evento così importante, si diedero tutti appuntamento alla stazione di Shibuya per poi recarsi a far baldoria.

Quella grande struttura era rimasta sempre la stessa, tutto si ricordava esattamente come dieci anni fa , niente era cambiato.

I prima ad arrivare furono Koji e Koichi che aspettavano fermi a poca distanza dagli ascensori.

Il tempo era davvero trascorso, e lo si notava proprio da loro.

La somiglianza era impressionante, stessa altezza, corporatura, anche i vestiti erano quasi uguali, l’unica cosa che li distingueva erano le diverse lunghezze di capelli. Koji li portava lunghi come al solito, mentre Koichi aveva una lunghezza notevolmente maggiore paragonata a quella di sempre, ma non abbastanza da raggiungere quella di suo fratello.

Stavano parlando quando qualcosa li fece sobbalzare.

- KOJI KOICHI!!- esclamò una persona che in tutta fretta si diresse da loro.

I due si girarono di scatto e videro un ragazzo alto quasi quanto loro con l’espressione vispa e attenta….. Si trattava del piccolo Tommy ormai cresciuto.

Corse immediatamente da loro abbracciandoli forte.

- Tommy sei davvero tu?!- disse Koichi incredulo- Mi sa proprio di si! - confermò Koji con un leggero sorrisetto guardando il suo giovane amico.

- Ciao ragazzi! Da quanto tempo che non vi vedo- pronunciò Tommy con una punta di malinconia che gli accarezzava il cuore- Temevo che una volta arrivato qui non sarei riuscito a riconoscere nessuno…Ma vedendovi da lontano non ho avuto dubbi, siete praticamente identici! A parte Koichi che ha i capelli più lunghi, Koji non è cambiato per niente! Stesso modo di portare i capelli, stessa lunghezza e…stessa bandana!- scoppiando a ridere Tommy e Koichi guardavano il povero Koji arrossire mentre si girava da un lato per non farsi scorgere.

- Certo che sei cresciuto tantissimo dall’ultima volta che ci siamo visti! Ormai sei un uomo! esclamò Koichi poggiando la mano sulla testa del suo giovane amico.

- D-dici?- balbettò lui arrossendo leggermente- Beh, da quando sono partito per l’Inghilterra sono passati tre anni, in quel periodo ho pensato molto a tutti voi e…- poi si fermò di scatto e iniziò a guardarsi attorno- Ma, ora che ci penso, dove sono gli altri?!

- In ritardo come al solito…- rispose Koji con aria seccata. Poi riprese.

- Takuya mi ha comunicato per telefono dicendomi che sarebbe arrivato con Zoe dieci minuti di rimando…peccato però che dalla sua chiamata sia passata un’ora…- sbottò Koji con una cadenza di voce tremendamente bassa che non lasciava presagire nulla di buono.

Koichi conosceva alla perfezione quel tono, da quattro anni viveva con lui, insieme avevano aperto un grande negozio di musica situato proprio a Shibuya , quartiere famoso per gli oltre sessanta negozi di dischi, e col tempo aveva imparato alla perfezione il carattere di suo fratello, quindi prese in mano la situazione con fare molto allegro e cercherò di calmarlo.

- Su dai sono sicuro che avranno avuto un contrattempo, sai come sono fatti Takuya e Zoe, forse si saranno fermati a litigare su quale strada prendere eh eh !- ridacchiò forzatamente tanto per sdrammatizzare quel momento. Anche Tommy scoppiò a ridere, non solo per la battuta fatta da Koichi, ma, anche perché non vedeva l’ora di riabbracciare dopo tanto tempo i suoi cari amici.

- E JP?- chiese il giovane rendendosi conto anche della sua assenza.

A quella domanda invece rispose Koichi sospirando.

- Beh, lui ormai lo conosciamo…eh eh…

Proprio mentre parlavano dei suoi difetti all’improvviso qualcuno alle loro spalle li stritolò così forte da toglierli il fiato.

- JP!!- esclamarono loro in coro con voce soffocata e senza voltarsi a guardare.

- Mi stavate aspettando?! Allora mi volete davvero bene! - disse lui stritolandoli sempre più forte.

- Si si ti vogliamo bene ma adesso lasciaci! Soffoco!- asserì Tommy con voce strozzata mentre cercava di liberarsi da quella forte presa.

A quel punto intervenne Koji cercando di ricomporsi gli abiti e sistemandosi la bandana che per via del forte colpo si era un pò smossa.

- Sei sempre il solito…si può sapere perché ci hai messo così tanto?

- Su via Koji!- replicò lui dandogli una forte pacca sulla schiena- per cinque minuti di ritardo non mi pare il caso di incavolarsi così tanto ti pare?!

- Ehm…JP…veramente non sono cinque minuti…-lo corresse Koichi con tono pacifico.

- Ah no? Allora sono dieci…- chiese nuovamente.

Questa volta non fù lo stesso Koichi a rispondere, perché non ebbe modo di farlo dato che Koji gli rubò la parola.

- E’ un ora che ti aspettiamo!

- EEEH? Ma è impossibile! Ti sbagli, sono solo cinque minuti! Fatti i conti!

- Ehm…JP…sono da poco le cinque…noi ci troviamo qui dalle quattro, l’orario dell’appuntamento…-gli precisò Koichi sempre pazientemente.

- Dalle quattro? Ma non era alle cinque che dovevamo vederci?

- NO! Era alle quattro!- gli urlò Koji spazientito, l’esatto contrario di suo fratello che intanto cercò di calmarlo.

- Su dai avrà capito male!

- Capito male? Ma se gli ho anche scritto l’ora precisa su un foglio!

-Aaah ecco cos’era quella cifra! Eh eh non riuscivo a ricordarmi se fosse il numero della mia nuova cassetta delle lettere oppure la quantità di uova che ci vogliono per preparare la crema! Eh Eh Eh!!

JP aveva praticamente confuso gli orari, e il bello era che lui continuava a ridere nonostante i suoi amici lo fissassero a bocca aperta.

- E Secondo te servono sedici uova per farla?!- sbraitò Koji fuori di sé.

- Si può essere! Dipende dalle porzioni!- dichiarò Tommy all’amico- Io ho aiutato mia mamma tante volte a prepararla! Vedessi com’era buona!

- Mi daresti la ricetta?- gli domandò Koichi alquanto interessato- Ho provato tante volte a farla ma non sono mai riuscito a prepararla come si deve…

- Ma certo! E’ facilissimo! Aspetta prendo carta e penna dallo zaino e te la scrivo adesso!

In un baleno aprì lo zaino afferrando tutto l’occorrente.

Intanto Koji rimase a guardare allibito Tommy che sedutosi a terra scriveva spiegando il procedimento della crema a suo fratello che ascoltava molto attentamente, mentre JP finito di ridere si aggregò anche lui alle lezioni culinarie del suo amico.

- Ahhh…pazzesco…!- Il povero Koji portandosi una mano sulla fronte sospirò ormai rassegnato all’evidenza. Rivolse il suo sguardo a Koichi accovacciatosi intanto a terra, a quanto pare nemmeno su di lui poteva fare più affidamento pensò scuotendo il capo. Così ben quindici minuti passarono ascoltando silenziosamente le chiacchiere di quei tre.

Poi stufatosi, si voltò a dare uno sguardo al grande orologio situato nella stazione, e dopodichè rivolse lo sguardo al fratello.

- Koichi pensi che sia successo qualcosa?

Capendo subito a cosa Koji stesse riferendosi, si girò anche lui verso l’orologio.

- A questo punto credo di sì…- disse lui alzandosi di scatto.

- Ragazzi che c’è?- domandò Tommy guardando i due preoccupato.

Poi JP guardandosi attorno notò l’assenza di due persone molto importanti.

- Ma…sbaglio o non sono l’unico a essere in ritardo?

- Già, infatti mancano Takuya e Zoe- gli confermò Koichi con aria preoccupata. Era da molto che li aspettavano, e quel ritardo iniziò a creare un po’ di agitazione tra i quattro ragazzi.

Afferrando il telefono Koji decise di chiamarli ma al momento di comporre il numero si accorse che una bambina di circa due anni con un cagnolino di peluche che teneva in braccio le si aggrappò ad una gamba e con una tenera vocina gli sussurrò:

- Zio Koji!

A quelle parole tutti rimasero leggermente confusi, non avevano mai visto quella bimba prima d’ora ma per certi versi le sue fattezze ricordavano molto qualcuno…

- Koichi mi sono perso qualcosa in questi tre anni che sono stato via eh?!- chiese Tommy con aria furbetta mentre sghignazzava guardandolo dritto negli occhi.

- M-ma che che dici To-Tommy!- il viso di Koichi si infiammò di colpo, quella bambina non era certo sua figlia, ma lui preso da un forte incaglio cominciò a balbettare senza aggiungere altro. Intanto la piccolina sorrideva dolcemente tanto da far rincretinire anche JP che stava a guardarla con immensa tenerezza!

- Non conosciamo questa bambina, anche se…devo ammettere che…ha peculiarità che mi richiamano alla mente delle persone… -Koji sforzava di ricordare, dei capelli raccolti in due codini di un castano a lui familiare, occhi verde smeraldo che gli suscitavano tanta serenità, e poi quel sorriso…aveva già visto quel sorriso…già ma dove? Poi di scatto si ricordò…

- Questa bambina è… – non fece in tempo a pronunciare il resto perchè venne interrotto dal coro di due persona che lui conosceva fin troppo bene.

- Nostra figlia?- risposero con tono allegro una giovane coppia.

I quattro ragazzi si girarono di scatto trovandosi di fronte gli ultimi due componenti della squadra.

- TAKUYA! ZOE!- esclamò Tommy con un’espressione sbalordita- Mi siete mancati tantissimo!- e corse subito ad abbracciarli.

- Ma allora voi…questa bambina è…- Koji dallo stupore non riuscì a continuare, JP e Koichi rimasero sbigottiti per quanto appena detto da quei due.

- Non ci posso credere è impossibile! Ma davvero questa bimba è- anche JP questa volta venne interrotto da Zoe che con aria spensierata disse:

- Vi presento Miharu!- Poi, Takuya, subito dopo con un raggiante sorriso aggiunse- La nostra bambina!

Il silenzio calò improvvisamente.

- Ah ragazzi sentite, so che sia passata un’ora dall’appuntamento ma ecco ehm abbiamo avuto dei contrattempi e così abbiamo fatto tardi eh eh!- Takuya come se nulla fosse continuò a parlare cercando di giustificare quel grande ritardo.

- Già, vi prego di scusarci, ma c’è stato un piccolo problema prima di scendere da casa, non riuscivamo a trovare il cagnolino di pezza di nostra figlia, lo abbiamo cercato ovunque e alla fine stava in macchina…!- fece Zoe con un leggero imbarazzo.

- Senza contare poi tutte le persone del mio quartiere che ci sono arrivate addosso non appena hanno visto la piccola! Siamo stati li mezz’ora a rispondere alle loro domande…che fatica…- dichiarò Takuya effettivamente sfiancato.

Ma gli altri come statue rimasero immobili senza dire una parola.

Koichi e Koji si guardarono dritti in faccia, mentre lo sguardo di JP e Tommy passava rapidamente da Zoe e Takuya alla piccola. Le similitudini erano davvero parecchie, la bimba aveva ereditato da Takuya lo stesso colore di capelli mentre gli splendidi occhi erano quelli di Zoe. Non c’è dubbio, avevano di fronte proprio la loro figlia!

Takuya rivolse il suo sguardo a Zoe, i due sentivano un forte imbarazzo, ma dopotutto si aspettavano una simile reazione. Si erano sposati circa tre anni fa, e i primi ad essere invitati furono i loro compagni che di certo non potevano mancare al matrimonio di due carissimi amici! Però, subito dopo si trasferirono in Italia dato che i genitori di Zoe le avevano aperto una pizzeria di cui gestisce. In questi tre anni non c’è mai stata occasione di ritornare nella loro patria, gli impegni di entrambi lo impedivano, non per questo però, nessuno ostacolava loro di sentirsi telefonicamente almeno una volta a settimana.

Tuttavia, a quanto pare Takuya e Zoe si erano dimenticati di avvisarli su un certo particolare…o meglio, più che dimenticati avevano pensato bene di fare una “piccola” sorpresa al caro quartetto una volta che si sarebbero rivisti.

Vedendo che nessuno dei suoi amici aveva intento di parlare, Takuya pensò di prendere l’ iniziativa ma prima cercò appoggio nello sguardo rassicurante di Zoe che capì subito annuendo con il capo.

L’imbarazzo era tanto, non sapeva come inaugurare il dialogo perché la paura di una reazione negativa da parte dei quattro gli sfiorava la mente, diede un colpetto di tosse per scaricare la tensione accumulatasi in quel momento e si fece coraggio. Prese un bel respiro ma nel momento di aprire bocca la piccola Miharu aggrappandosi alla giacchetta di Koji esclamò:

- Bagno zio Koji! Bagno!

Inutile dire che a quelle parole una grande risata scoppiò spezzando quel silenzio davvero pesante e inadeguato.

- Co-cosa?! Ma io…-Koji iniziò ad arrossire mentre gli altri lo guardavano divertiti, di sicuro non era abituato a trattare con i bambini, figuriamoci con le bimbe!

- Koji comportati da bravo zio e accompagna la piccola al bagno!- disse JP sbellicandosi dalle risate.

- Imbecille! Piantala!- borbottò lui in tremendo imbarazzo mentre fissava negli occhi la bimba che continuava a tirargli la giacchetta. Si voltò guardando in faccia il fratello, sperava che almeno lui lo aiutasse in qualche modo ad uscire da quella difficile situazione, ma a quanto pare lui era del tutto d’accordo con JP!

- Su Koji non fare quella faccia- disse Koichi poggiandogli una mano sulla spalla- In futuro potrebbe tornarti utile!- aggiunse strizzandogli l’occhio.

- Maledetto traditore!-mugugnò Koji diventando sempre più rosso.

- Dai tranquillo, ci penso io, non preoccuparti!- intervenì Zoe che prese con se la piccola.

- T-ti ringrazio…-replicò Koji grattandosi una guancia e con lo sguardo rivolto da un’altra parte.

Non appena Zoe si fu allontanata, JP e Tommy piombarono con incredibile velocità sul povero Takuya che restò immobilizzato mentre i due lo tartassavano di domande.

- Avanti Takuya parla!! Gli ordinava Tommy con fare terrificante mentre JP lo solleticava senza sosta. Rideva talmente tanto che gli mancava il fiato.

- Eh Eh!! Basta basta vi prego!! Non resisto più! Eh Eh !! Tregua! Tregua!- continuava a ripetere il poverino ormai sfinito, così JP e Tommy impietositisi lo lasciarono andare.

- Oooooh!- Takuya emanò un lungo respiro per riprendersi e dopo continuò- Siete peggio delle signore che abitano nella mia zona! Però…nonostante tutto mi sono davvero divertito!- poi con un sorriso aggiunse- A proposito ragazzi…è bello rivedervi, mi siete mancati!- concluse stavolta abbracciandoli forte.

- Anche tu ci sei mancato Takuya! – risposero tutti… tranne Koji che per l’ imbarazzato di prima non riuscì a parlare.

Subito dopo arrivarono Zoe e la piccola mano nella mano.

- Emergenza superata!- disse con enfasi - Adesso è tutto apposto!

- Ma… che c’è ragazzi? Perché mi guardate così?- chiese Zoe osservando lo strano sguardo assunto da Tommy e JP che la fissavano con aria decisamente perplessa.

Takuya capì subito le intenzioni dei suoi amici, stavano per riservarle lo stesso interrogatorio che poco prima avevano attuato con lui. Quindi la afferrò per un braccio e la spinse a sé.

- Ehi!- esclamò lei colta di sorpresa- Takuya ma che fai?!

- Eh Eh tranquilla è tutto apposto!- disse lui con un finto sorrisetto. Poi, avvicinandosi di più le sussurrò in un orecchio:

- Ehm…senti…credo che dovremmo spiegare…si insomma…-ed arrossì leggermente in volto.

Zoe lo seguì immediatamente, anche il suo viso aveva assunto il suo stesso colore.

- Aaah…si si…ho capito!…Ehm…lo credo anch’io!- disse lei con un filo di voce mentre arrossiva sempre di più- Lo fai tu vero Takuya caro?- aggiunse sfoderando un dolce sorriso.

- Hey aspetta un attimo! Io non so affatto da dove iniziare, fallo tu, dopodichè ti raggiungo io- propose Takuya.

- Bugiardo! Ma se prima stavi per raccontargli tutto, quindi adesso non venirmi a dire che non sai da dove partire perché non ti credo! E poi è buona educazione finire quello che si comincia! – asserì Zoe.

-Prima era prima, e comunque sono sicuro che non sarei riuscito a concludere nulla! Tu sei più capace!- ribattè ancora Takuya.

- E’ totalmente falso! Io sono quasi nella tua stessa situazione!- rispose nuovamente Zoe con tono più alto- Quindi ti lascio campo libero!

- Insisto, prego prima le signore! E poi, cara Zoe, è buona educazione cedere la precedenza alle persone “anziane” eh eh eh!- alle parole di Takuya immediatamente tutto tacque. Il volto di Zoe aveva assunto un’espressione diversa…e Takuya ne conosceva bene il significato.

Poi scoppiò il caos.

- ANZIANA?!?- urlò Zoe con un risolino isterico che le contrassegnava il volto- ANZIANA IO?!?- continuò imperterrita lei.

Takuya rendendosi conto dell’enorme errore cercò di porre rimedio. Sapeva fin troppo bene che quando Zoe perdeva le staffe non esisteva luogo sicuro dove trovare riparo!

- NO NO NO!!! Scusami non volevo dire questo! Mi sono espresso in modo sbagliato sai come sono fatto io eh eh…apro la bocca senza prima riflettere alle conseguenze…- dichiarò sfregandosi il capo con una mano mentre cercava di giustificarsi con qualche risata.

- Oh beh- rispose lei chiudendo gli occhi con aria di superiorità - fortuna che almeno riconosci i tuoi difetti!- concluse dandogli le spalle. Il tono di voce era calato notevolmente, poco alla volta la sua ira stava sfumando.

- L’ho scampata bella stavolta!- pensò mentalmente Takuya tirando un lungo sospiro e facendo molta attenzione a non farsi sentire da Zoe che gli continuava a dare la schiena.

Poi si avvicinò a lei facendo molta attenzione (avendo paura di una sua improvvisa reazione), e le posò una mano sulla spalla.

- Su Zoe, non ha nessuna rilevanza l’età, non mi importa affatto se sei più vecchia di me!- dichiarò Takuya senza rendersi conto di quello che aveva involontariamente detto. Infatti a quelle parole Koji Koichi Tommy e JP guardarono sbigottiti il loro amico. Con strani gesti Koji cercava di fargli notare il suo errore, ma Takuya non capiva affatto il perché di quel suo strano comportamento.

- Hey Koji che hai? Stai poco bene?- gli disse notando le sue stranezze.

Koji non ebbe il coraggio di parlare, ma il suo sguardo si spostò su Zoe sperando che Takuya riuscisse a capire e quindi scusarsi con lei.

Ma così non fù. I suoi amici continuavano ad osservarlo, il terrore era talmente forte da impedir loro di fiatare.

- Ragazzi ma che c’è? Che avete da fissarmi in quel modo? Non sono mica un alieno!- chiese divertito e al tempo stesso ignaro di quanto stesse accadendo.- Ho detto forse qualcosa di sbaglia...-SDENG!

Takuya non ebbe modo di concludere la frase che Zoe giratasi di scatto gli tirò un sonoro ceffone in pieno viso!

- AHI!! Che male! Ma Zoe si può sapere che ti è preso?? Perché mi hai colpito?!- gridò lui toccandosi la guancia destra che all’improvviso era diventata rosso fuoco.

- Sono alcuni giorni che ti comporti in modo strano! Si può sapere cos’hai?!

- Cos’ho?! N-niente!- ribattè Zoe agitata.

- Niente?! Allora perché mi hai picchiato?! Cosa ho fatto di male?!- chiese lui adirato.

- Cosa hai fatto?!- ribattè lei mentre avanzava minacciosamente verso di esso.

I ragazzi guardarono tutta la scena senza parlare, sapevano che adesso il loro amico doveva fare i conti con un problema ben più grande di lui!

- Non credete che dovremmo fare qualcosa?- chiese Tommy preoccupato.

- Tra moglie e marito non mettere il dito!- replicò JP sghignazzando, ma gli altri erano troppo impegnati ad osservare i due per ascoltare le sue cavolate.

- Sentite ragazzi…- disse Koichi rivolgendosi a Takuya e Zoe- Non mi sembra il caso di litigare, ci spiegherete poi con calma tanto non

- Zitto tu!!- ribatterono loro all’istante mettendo a tacere lo sventurato amico.

- Credo sia meglio non intervenire, lasciamo che si risolvano tutto da soli- sussurrò Koji avvicinandosi all’orecchio del fratello. Koichi annuì con il capo. Effettivamente aveva proprio ragione, quando quei due litigavano la cosa più saggia era non intromettersi altrimenti rischiavano di prenderle anche loro!

Dopodichè i due ripreso a litigare senza preoccuparsi dell’enorme folla di gente che si era fermata a fissarli.

- Allora sentiamo si può sapere cosa avrei fatto di tanto grave? Aspetto ancora una tua spiegazione!

- Non ci arrivi da solo? Ah già dimenticavo che sei troppo stupido per ragionare con la tua testa!

- EEEH??? Cosa hai detto??- disse Takuya gridando.

- Hai capito perfettamente! Ma se vuoi sono pronta a ripetertelo, sei troppo stupido per riflettere con quella tua testa vuota!– replicò lei.

- E tu invece non conosci minimamente il significato della parola “dolcezza”! Sei acida antipatica odiosa e insopportabile!!- Ormai Takuya aveva perso del tutto il controllo.

Prepariamoci al peggio…- pronunciò Koji rivolto agli altri tre.

- COOOSA?!?- gridò furiosamente Zoe. Urlò così forte che la sua voce echeggiò nell’enorme struttura di Shibuya.

- Prova a ripeterlo se hai il coraggio!- aggiunse aizzandosi contro Takuya.

- Per me non ci sono problemi, tanto non ho paura di te! Te lo dico, sei acida e non sai essere per nulla dolce! Sei l’antitesi di nostra figlia, fortuna che lei non è come te!

- Ah ma davvero? Se la pensi così allora io rispondo dicendoti che si tratta di fortuna pura se la mia Miharu è così intelligente! Se penso che poteva ereditare la tua stupidità brrr… mi vengono i brividi…!

- lo credo bene che sia così intelligente, dato che adora stare con il suo papà! Di sicuro preferisce stare con me anziché sopportare le tue urla continue! – affermò Takuya incrociando le braccia.

- Prego?!- fece Zoe stupita dalle sue parole- Ma se lo sai benissimo che lei adora stare con me! Aspetta di vedere quando crescerà, a quel punto si renderà conto che razza di uomo è suo padre!!- concluse strillando.

- Con ciò cosa vorresti insinuare? Mi stai rimproverando di essere un cattivo genitore?!

- Oooh…vedo che ogni tanto quel tuo cervello lo fai funzionare eh?!

- Io non sono affatto un cattivo padre! Puoi accusarmi di tutto ma tranne questo!- reagì subito Takuya avanzando verso Zoe. Era convinto di quanto appena detto e non si tirò indietro.

- Bugiardo ecco cosa sei!- la voce di Zoe all’improvviso diventò più malinconica, socchiudendo gli occhi incominciò a parlare- Ultimamente stai poco in casa, e quando rientri la sera sei distrutto! Ti addormenti anche quando parlo! Io… non… non posso vederti così!- improvvisamente la sua vista si annebbiò, colpa di quelle lacrime che lei cercava di trattenere, a fatica ci riuscì, e dopo raccolto un po’ di quel coraggio che le serviva per aprirsi completamente continuò- Senti Takuya…io…ti vedo strano…non sei più quello di una volta…litighiamo quasi sempre ultimamente…se ti do così tanto fastidio dimmelo! Se non sopporti la mia presenza dimmelo! E…se vuoi che io ti lasci in pace…allora…lo farò.

Ormai l’argomento della lite era del tutto mutato in qualcosa di ben più serio, e questo lo capirono entrambi.

Takuya rimase atterrito da quanto appena detto da Zoe. La guardava con occhi pieni di rimorso. Fin da bambino aveva sempre avuto la passione per il calcio, era il capitano di squadra della sua scuola che aveva portato alla vittoria molte volte. Una volta cresciuto fece di questa sua passione un lavoro vero è proprio, però si sa, la professione del calciatore oltre ad essere piuttosto dura, per certi periodi tiene lontani da casa, e lui ultimamente non aveva molto tempo libero da dedicare alla sua famiglia. Zoe aveva ragione, pensò.

Non era un cattivo padre, passava interi pomeriggi a giocare con Miharu, il suo piccolo gioiello, come la chiamava lui con tanta tenerezza, e uscivano spesso tutti e tre, senza contare che ad ogni sua partita c’erano lei e Zoe pronte ad esultare per ogni suo goal. Anche se andava male gli bastava voltarsi a guardare lì sugli spalti i raggianti sorrisi delle sue due principesse e trovava la forza per continuare. Ma nonostante questo, sapeva che passare solo qualche giorno con loro non ricolmava il vuoto dei lunghi periodi di assenza che trascorreva lontano da casa. Si, Zoe aveva proprio ragione, continuava a ripetersi mentalmente. Senza esitare si avvicinò a lei, doveva tranquillizzarla, doveva spiegarle che per lui era la persona più importante. Ma, quando si trovarono faccia a faccia , quel maledetto orgoglio gli impedì di esprimersi.

E Zoe interpretò quel suo mutismo in maniera totalmente diversa.

- Lo sapevo!- dichiarò convinta. Si voltò di scatto dandogli nuovamente le spalle mentre si accorse che le lacrime le segnavano il viso, quelle stesse lacrime che poco tempo prima era riuscita a trattenere e che adesso non aveva più la forza per farlo.

- N-no Zoe! Senti io…ecco…- Takuya cercò di parlare ma la voce non usciva. Allungò un braccio per posarlo sulla sua spalla ma non ebbe il coraggio e lo ritirò subito. Quindi strinse i pugni e abbassò la testa fissando il suolo sotto i suoi piedi.

I loro amici erano rimasti lì, si trovavano nel bel mezzo di una lite che difficilmente si sarebbe risolta con un semplice “scusa”.

A quel punto intervenne Koji :

- Sentite è meglio lasciarli soli, hanno bisogno di chiarirsi e di sicuro non possono farlo se noi continuiamo a fissarli.

- Koji ha ragione, se continuiamo a restare qui non gli siamo per niente d’aiuto, quindi spostiamoci là.- ribadì Koichi indicando un posto vicino alle scale che portavano di sopra, sulla ferrovia.

Portarono con se anche la piccola Miharu che attratta da un fazzolettino colorato che aveva tirato fuori all’occorrenza JP dalla sua tasca, non si accorse di allontanarsi dai suoi genitori. Koji, successivamente con la mano fece cenno a Takuya per indicargli il luogo dove li avrebbero aspettati.

Dopodichè, ancora Koji guardandolo dritto negli occhi fece un sorriso che lo confortò notevolmente. Era il suo modo per dare a Takuya tutto l’appoggio che in quel momento meritava.

Lui comprese subito e “rispose” a sua volta sorridendolo.

- Grazie Koji!- pensò mentalmente mentre osservava i suoi amici spostarsi.

Ma adesso arrivava la parte più difficile. Parlare con Zoe. La sua Zoe…

Stava voltata ancora di spalle per nascondere le lacrime che le bagnavano il viso.

- E’ anche bella così- pensava Takuya, che ammirava i suoi lunghi capelli biondi accarezzarle l’intera schiena e poi discendere giù. Portava un delizioso abito di un rosa pastello, si trattava di un suo regalo fattole una settimana fà per il suo Compleanno. Quel giorno era la prima volta che lo indossava, ma lui fù così distratto da accorgersene solo ora mentre l’ammirava in silenzio.

- Non posso starmene qui come uno stupido senza reagire, devo parlarle! Ora! – disse Takuya scuotendosi dentro di sé. Questa volta con fare deciso si avvicinò a Zoe e posandole una mano sulla spalla le parlò con voce calma e rassicurante.

- Zoe ascoltami, tu per me sei…sei importante anzi importantissima!

A quelle parole seguì un lungo silenzio che venne presto interrotto da lei, o meglio, dal suo pianto che ormai non riusciva più a nascondere.

- …N-non ti credo!- dichiarò con un po’ di voce che faceva fatica ad uscirle, diede un colpetto di tosse per schiarirsela e poi ripetè urlando- Non ti credo!- e si girò di scatto verso di lui.

- Ma Zoe…- Takuya notò subito quei grossi lacrimoni attraversare le sue guance che avevano assunto un colorito pallido, non voleva vederla piangere, non poteva permettere che le accadesse una cosa simile.

Quindi, in maniera decisa ma al tempo stesso molto dolce le poggiò una mano sul viso. Le lacrime continuavano a percorrerle il volto infrangendosi sulla mano di Takuya.

Zoe provò in quel momento un’immensa sensazione di serenità, il caldo tepore della sua mano le dava sicurezza, ma nonostante questo la malinconia non l’abbandonava.

- Basta piangere…- disse dolcemente Takuya - Non voglio vederti così perché fai soffrire anche me.

Tra i due ci fu un attimo di silenzio. Si guardarono intensamente , tanto da specchiarsi uno negli occhi dell’altra, quella folla di persone che transitava nella stazione all’improvviso per loro era come dissolta, sembravano isolati da ogni contatto esterno, sintonizzati entrambi sulla stessa frequenza.

Takuya accostò lentamente il suo viso a quello di Zoe, stava per baciarla ma…quel momento magico venne di colpo spezzato.

Un gruppetto formato da sei ragazze riconobbe all’istante Takuya, visto il suo talento era diventato un calciatore famoso e molto ricercato soprattutto dalle ragazzine che lo consideravano un idolo.

- EEEH?!?!?! TAKUYA KANBARA??? TAKUYA KANBARA!!!- Urlò una di loro puntando il dito verso di lui.

- DOVE DOVE ??! WAAAAAH!!! NON CI POSSO CREDE!!! SI E’ VERO! E’ LUI!! Il bellissimo numero venti della nazionale giapponese!- strillò un’altra.

- Presto ragazze all’attacco!! Non possiamo farci scappare una simile occasione!

Nemmeno due secondi e se le vide letteralmente saltare addosso separandolo dalla povera Zoe che venne scaraventata a terra dalla furia di quelle sei.

Takuya cercò in tutti i modi di raggiungere Zoe per soccorrerla ma le ragazze gli impedirono di farlo, erano aggrappate così forte da non farlo muovere!

- Lo sai che sei molto più bello visto da vicino?!- enunciò una di loro avvinghiatasi al suo braccio.

- La mia camera è tappezzata di fotografie in cui ti ritraggono in tutto il tuo splendore!- fece l’altra.

- Io ti sogno ogni notte! Sei un raggio di sole in una giornata piovosa!

Takuya le guardava quasi esterrefatto, era terrorizzato da loro, tanto da non farlo reagire.

, in passato aveva già avuto qualche problema con delle fan molto scatenate, ma non era mai successo di vedersele saltare addosso con tanta invadenza!

- Me lo fai un autografo?- chiese una di loro tirando fuori da una grande borsa una penna e un foglietto di carta.

- Anche a me anche a me!- urlarono altre quattro.

- Io invece…posso…baciarti?!- disse avvicinandosi la sesta ragazza.

- EEH???- Takuya impallidì all’istante. Rimase sconcertato da quella richiesta, mai e poi mai avrebbe accettato di baciare una ragazza che non fosse la sua Zoe!

- Su dai non farti pregare!- continuò lei mentre lo tirava per un braccio.

La ragazza si apprestò a cingergli le braccia attorno al collo e chiudendo gli occhi avvicinò il capo . Non poteva restare immobile pensò lui con goccioline di sudore che gli attraversavano la fronte, doveva reagire.

Scattò di corsa all’indietro sgusciando via da quella presa che lo teneva incatenato a quella piovra umana!

Libero da quella pazza scatenata, si affrettò a raggiungere Zoe per portarla via da lì, ma, improvvisamente si sentì di spalle agguantare la maglia.

- Hey aspetta! Mi devi ancora qualcosa!

Sobbalzando Takuya si voltò subito, ma la ragazza le si buttò contro e alzandosi sulle punte riuscì a baciarlo sul collo data la sua piccola statura.

Takuya rimase allibito. Malgrado tutto lo sforzo fatto per liberarsi, quella ragazza anche se in parte era riuscita ad ottenere quello che voleva …

E Zoe? Quale sarebbe stata la sua reazione? Takuya si voltò immediatamente nella sua direzione.

Lei stava lì, ancora a terra, intontita aveva assistito all’intera scena rimanendo sconvolta. Sentiva la rabbia e la delusione crescere dentro di se, fissò prima quella ragazza, poi il suo sguardo si fermò su un solo ed unico punto. Takuya. Ripensò all’attimo prima in cui lui le loro labbra stavano per unirsi in un dolce bacio…e adesso…lui si ritrovava stretto ad una persona totalmente estranea.

Il cuore le iniziò a battere forte, lui cercò di avvicinarsi ma lei si alzò

di scatto indietreggiando.

- ……Io…- Takuya cercò di parlare, avanzava verso di lei a piccoli passi, ma Zoe continuava a retrocedere prima piano e poi di colpo sempre più forte.

- Ti prego Zoe devi ascoltarmi!- disse con aria decisa.

- A che servirebbe? Non sprecare fiato…tanto è inutile…- rispose lei con voce flebile. Si accorse che le lacrime iniziavano a salirle e chiuse gli occhi con la speranza di arrestarle.

- No!- insistette Takuya- Devo spiegarti come- non concluse nemmeno la frase che lei lo interruppe all’istante.

- Non c’è bisogno che mi spieghi, ho capito già tutto! Che stupida che sono stata…avrei dovuto intuirlo che non provavi più nulla per me!- Zoe piangeva disperatamente, con mani tremanti si tolse la fede nuziale scagliandola a terra con rabbia- Da questo momento in poi il nostro legame finisce qui Takuya Kanbara!

Concluse urlandogli contro. Poi fuggì via da lui il più lontano possibile lasciando dietro di sé una lunga scia fatta di lacrime.

- ZOE NO!! ASPETTA!!- le urlò Takuya vedendola scappare. Poi il suo sguardo ricadde su quell’anello tanto importante che adesso si trovava sul grande pavimento della stazione. Si chinò a terra, poggiò una mano al suolo e con l’altra lo raccolse.

- Cosa ho fatto… COSA HO FATTO!!- gridò guardando l’anello che teneva sul palmo della mano.

- Non può finire così non deve finire così!- lo strinse forte e alzandosi di scatto corse dietro Zoe.

Intanto le ragazze ridevano fragorosamente senza accorgersi di quanto accaduto, poi videro Takuya allontanarsi di colpo e con le loro voci decisamente stridule cercarono di fermarlo.

- EHI NON ANDAREEE!! TORNA QUIII!!- strillò una di loro cercando di attirare la sua attenzione.

- MI DEVI ANCORA UN AUTOGRAFO!! – protestò un’altra sventolando un foglietto di carta.

Ma Takuya non si girò nemmeno a guardarle, era così preso da non sentire neppure il chiasso di quelle sei , in quel momento esisteva solo Zoe, solo ed esclusivamente lei.

- ZOE! ZOE! Ti prego fermati!! FERMATI!!- gridava correndo. Le persone di là si fermarono a guardarlo, ma a lui non importava nulla, l’unica cosa che riusciva a pensare in quel momento era la sua Zoe, l’unico nome impresso nella mente era il suo, e lo urlava con tutto il fiato che potesse avere in corpo.

Lei lo sentì. Sentiva il suo nome enunciato da quella persona che aveva portato scompiglio nella sua vita e in quella della piccola Miharu. Era confusa, ma continuava a correre senza fermarsi, senza voltarsi indietro a guardare, voleva dimenticare tutto al più presto, cercava di cancellare dalla mente il suo volto ma per quanto si sforzasse non ci riuscì.

Perché Takuya non parlò? Come mai non aprì bocca? Forse voleva davvero un bacio da quella ragazza? Nella testa di Zoe mille interrogativi le martellavano senza tregua, mille domande alle quali non sapeva o non voleva dare risposta.

- Perché ?! Perché!?- disse scuotendo forte il capo.

Takuya era quasi riuscito a raggiungerla quando all’improvviso una grande valigia gli sbarrò la strada, non aveva il tempo di aggirarla, cambiando direzione la distanza che li divideva avrebbe finito con l’allungarsi ancora di più, rendendo vana quella folle corsa.

Facendo forza su una gamba si lanciò in avanti e con l’altra poggiò il piede sull’enorme bagaglio atterrando ritto dall’altra parte.

- Ehi tu! Razza di scapestrato! Che maniere sono queste!- brontolò il proprietario della valigia.

- Mi scusi la prego! Ma è una questione di vita o di morte! – disse Takuya continuando a correre.

- La generazione di oggi va sempre di corsa!- parlottò l’anziano signore scuotendo il capo con lo sguardo all’insù.- L’epoca è cambiata!- concluse emanando un lungo sospiro rassegnatorio.

Poco distante c’era Koji con le spalle poggiate al muro, Koichi JP e Tommy stavano seduti sulla lunga scalinata insieme alla giovane Miharu. Ad un tratto videro Zoe passargli davanti di scatto, con faccia confusa seguirono con lo sguardo la loro amica correre disperatamente , qualche secondo dopo passò Takuya che la inseguiva senza fermarsi proprio d’innanzi a nulla (nemmeno una grossa valigia!). Capirono all’istante che la faccenda era alquanto seria, anche se molto preoccupati nessuno di loro cercò di inseguirli, non gli sembrava giusto intromettersi fra i problemi dei loro cari amici.

Zoe aveva rallentato notevolmente la corsa, non aveva più fiato ma nonostante questo continuava a piangere esaurendo anche quel po’d’aria rimastale in corpo.

All’improvviso qualcuno l’afferrò per un braccio, si voltò di scatto credendo che fosse Takuya ma si trovò faccia a faccia con una persona del tutto estranea.

- Venite l’ho trovata! Fate presto!- gridava lo sconosciuto facendo un cenno con la mano.

In fretta arrivarono altre tre persone con microfoni penne e fogli , dietro di essi correvano altri cinque muniti di telecamere registratori e macchine fotografiche. Si trattava di giornalisti con le loro intere troupe!

- C-che volete da me?- disse Zoe quasi impaurita cercando di nascondere le lacrime.

- Ci sa dire perchè suo marito ha preferito non esserci alla partita giocatasi poco fa?- chiese uno di loro puntandole un grosso microfono in volto.

- Da quando gioca in nazionale questa è la prima a cui non partecipa!- affermò l’altro indirizzandole a sua volta un altro di quei cosi.

- Vogliamo sapere il perché di questa sua assenza, c’è lo dice per favore?

- Ma…veramente io…- Zoe non sapeva che dire in quel momento, era praticamente all’oscuro di tutto, non ricordava che Takuya avesse una partita proprio oggi, lui non le aveva riferito nulla e di questo ne era convintissima.

- La prego ci dica il perchè!- insistette un reporter infilandole un mini registratore davanti alla bocca.

- Dove si trova in questo momento? E’ qui con lei?- disse esaminando la zona circostante.

Notando gli occhi lucidi di Zoe, due di loro iniziarono a scattarle delle foto.

- Guardi qui guardi qui!- la pregò un fotoreporter scattando a catena una serie di click.

Zoe cercò di indietreggiare ma non ci riuscì, i continui flash le accecavano la vista impedendole di vedere.

- Perché piange? Come mai le è successo qualcosa?- iniziarono a domandarle.

- Ha litigato con suo marito? Per questo non era presente alla stadio?- asserì una giornalista.

- Ci dice qual’è la causa del litigio?

Le richieste iniziavano a farsi sempre più petulanti, una dopo l’altra venivano formulate a raffica con un ritmo assurdo.

- BASTA BASTA!! – urlò Zoe tappandosi forte le orecchie, quelle domande le tartassavano la testa facendola impazzire- Lasciatemi in pace! Lasciatemi andare vi prego!

Poi…all’improvviso si sentì afferrare in una forte ma rassicurante stretta…si girò e dietro di lei vide il volto di una persona che conosceva fin troppo bene…Takuya.

Non appena lo videro, la massa di giornalisti iniziò ad assalire anche lui che cercava di proteggere Zoe cingendole la testa tra le sue braccia per ripararla da quei fastidiosi lampi emessi dalle macchine fotografiche.

In quell’istante Zoe non capì cosa stesse accadendo, il suo capo era premuto sul suo petto, talmente forte da udire il cuore battere all’impazzata, aveva corso tanto per raggiungerla pensava ascoltando quel ritmo frenetico. Lo odiava, provava un forte rancore a causa di quanto accaduto poco prima, per un attimo pensò anche di staccarsi da quella presa che la teneva così legata a lui, ma non ebbe la forza per farlo, fra le sue braccia si sentiva protetta, si sentiva amata.

- …Peccato che lui non mi ami…- disse convinta con un suono di voce quasi impercettibile e con lo sguardo malinconico.

Quei reporter diventavano sempre più invadenti , Takuya era un giocatore molto famoso e per loro si trattava di uno scoop unico poterlo intervistare.

- Kanbara la prego ci dica cosa succede tra lei e sua moglie, si tratta di una crisi? Avete intenzione di separarvi? Come farete con la piccola?- in due secondi uno di quei giornalisti formulò un casino di domande. Aveva azzardato anche l’ipotesi di una possibile separazione tra i due!

- Come mai ha deciso di non giocare la partita di oggi?

- Perché si trova qui con sua moglie? Vi stavate recando da qualche parte?

- Accidenti ma sono peggio di JP questi qua?!- esclamò Takuya con aria stupefatta.

Dall’altra parte JP…

-ETCHUM!!!

- JP che hai il raffreddore?- domandò Tommy all’amico.

- No…però quando mi sento chiamato in causa starnutisco…chissà chi mi starà pensando…- concluse lui poggiandosi una mano sul mento.

Koji lo guardò con aria indifferente, poi la sua attenzione venne subito catturata da una serie di luci improvvise, osservò attentamente e notò da lontano una grande folla di persone urtarsi gli uni con gli altri mentre agitavano come dei forsennati telecamere e microfoni . Capì subito che fossero giornalisti, e non ci mise molto a intuire chi fossero i poveri malcapitati immersi in quella gabbia umana.

- Koichi Tommy! Presto venite con me!- gli ordinò Koji apprestandosi a correre.

I due si guardarono dritti in faccia, non capivano il perché di quello scatto improvviso ma doveva trattarsi di una cosa alquanto grave per smuovere un tipo taciturno come Koji. Quindi senza esitazione si alzarono in fretta raggiungendolo.

- JP occupati tu della bambina!- gli raccomandò Koji ormai già lontano da lui.

- Ma ragazzi…! Perché devo restare sempre all’oscuro di tutto…!- mormorò JP imbronciato, poi guardando la piccola aggiunse: Non preoccuparti sei in buone mani con zio JP!

Intanto quei fotografi non mollavano per un istante la giovane coppia, cercavano in tutti i modi di inquadrare nei loro enormi obbiettivi la povera Zoe che si sentiva sempre più oppressa da quei continui lampi, e quelle domande tanto persistenti le toglievano persino l’aria.

Senza rendersene conto iniziò a tremare, Takuya se ne accorse all’istante.

Poi avvicinò la bocca vicino al suo orecchio e con voce dolce le sussurrò:

- Tranquilla Zoe adesso togliamo subito il disturbo!

Con un rapido movimento la prese in braccio, guardandosi attorno notò uno stretto varco d’uscita e con scatto veloce si diresse in quella piccola apertura creata involontariamente da i giornalisti stessi riuscendo così a liberarsi dall’enorme massa di microfoni e telecamere che li attorniavano.

Vedendo i due evadere da quella prigione, i reporter cercarono nuovamente di tornare all’assalto.

In quel preciso istante arrivarono anche Koji e gli altri che vedendo le difficoltà dei loro amici corsero subito ad aiutarli.

- Takuya presto va via porta Zoe lontano da qui! Pensiamo noi a questi chiacchieroni!- assicurò Koji mentre con Tommy e Koichi si schierarono davanti a loro per difenderli.

- Gia dovranno prima sbaragliarci se vogliono raggiungervi! Ma non credo che ci riusciranno tanto facilmente eh eh!- disse Tommy con aria divertita.

- Grazie ragazzi vi devo un favore!- esclamò Takuya sorreggendo fra le sue braccia Zoe.

- Tu pensa a scappare che poi ti mando il conto!- gli rispose Koji scherzando, poi si voltò verso la grande folla di inviati con aria seria – E ora pensiamo a loro!- concluse con un perfido sorrisetto.

- Sei un grande amico…Koji!- affermò Takuya che approfittando di quel momento fuggì via.

Tommy si diresse verso due cameraman e con un rapido movimento gli avvolse il cavo delle loro telecamere intorno alle gambe facendoli cascare fragorosamente.

- Ragazzi mirate alle loro apparecchiature, dobbiamo cancellare tutto quello che hanno filmato!- enunciò Koji che trovandosi un fotoreporter di fronte gli prese la macchina fotografica estraendone il rullino situato all’ interno.

- No accidenti a te che hai combinato?!- disse il povero malcapitato con grossi lucciconi agli occhi.

- Ehm… mi scusi buon uomo, le dispiacerebbe gentilmente consegnarmi il suo nastro di registrazione?- domandò Koichi pacificamente.

- Non ci penso nemmeno!- rispose subito l’altro con tono acido.

- Ok come vuole lei…… Ah…dimenticavo…questo lo tengo io intesi?!- esclamò stringendo il nastro tra le mani.

- Hey ma…ma come…- lo sguardo del collaboratore passò rapidamente dalla mano di Koichi alla sua telecamera. Si era lasciato praticamente imbrogliare da uno più giovane di lui pensò infuriato.

- Ma come hai fatto?- chiese Tommy anche lui sbigottito.

- Beh…sai- rispose lui guardando Koji- Ho avuto un ottimo maestro!

Riferendosi a lui, Koji sorrise, mentre Tommy storse il muso alzando le sopracciglia, non aveva capito granchè…

Mentre i giornalisti tentavano in tutti i modi di sbaragliare i tre ragazzi, nella mischia due di loro riuscirono a svignarsela approfittando del trambusto.

Nel frattempo Takuya, riuscito ad allontanarsi, si fermò a riprendere fiato.

- Uff…finalmente…qui siamo al sicuro! Zoe come va stai bene?- chiese preoccupato.

- Potresti anche mettermi giù adesso…- rispose lei con tono alquanto seccato.

- Ah si…hai ragione perdonami…- e la poggiò a terra.

- …Ti ringrazio…-asserì lei con voce fredda. Poi si girò dandogli le spalle.

- S-senti…Zoe…scusami la colpa è solo mia, quei giornalisti cercavano me, non avrei dovuto…lasciarti andare in quel modo…ma sei scappata così in fretta…e io…- Takuya abbassò di colpo lo sguardo, per la paura di una reazione negativa di Zoe non finì la frase.

- Non fa nulla…non importa…- rispose lei voltando il capo verso l’uscita- Beh, è inutile che resti qui, non voglio metterti a disagio…Miharu la terrò io non preoccuparti…ti saluto…

All'istante Takuya alzò lo sguardo, Zoe stava andandosene ancora una volta…però con andatura più lenta…

Non poteva lasciarla andare, questa volta doveva reagire, e lo fece.

- Zoe! Aspetta!- strinse i denti e immediatamente la fermò tenendola per un braccio.

Lei sussultò. Ma non si voltò a guardare.

Takuya si decise a parlare, doveva risolvere al più presto quella situazione.

- Zoe ti prego devi ascoltarmi questa volta, non puoi continuare a fuggire da me! So di aver sbagliato, sono uno stupido e non ho vergogna a dirlo, ma ti posso assicurare che da parte mia non c’era nessuna intenzione di…di baciare quella ragazza! Lo hai visto anche tu come mi si sono attaccate, per quanto mi agitassi non sono riuscito a smuoverle, non avevo davvero nessun motivo di volere quel bacio è la verità. Ero bloccato non sono riuscito a evitarlo è stato un dannato, dannatissimo attimo, non dovevo distrarmi, sono un’idiota…un perfetto idiota…non volevo farti soffrire, credimi!

- Ma l’hai fatto!- di scatto Zoe si girò verso Takuya guardandolo intensamente negli occhi.

- Ma Zoe…ti prego cerca di capire!- rispose cercando di calmarla.

- Capire? Si hai ragione, anzi guarda ho un’idea migliore, facciamo finta di dimenticare! Di dimenticare tutto e ritornare alla vita di prima come se nulla fosse accaduto! Tanto per te, me o un’altra non fa differenza!- portandosi le mani al viso scoppiò a piangere, le lacrime scivolavano via attraversandole il volto, dopodichè oltrepassando il mento si fermavano sul suo vestito.

- NO! Non piangere!- a quel punto Takuya esplose, non riuscì a trattenersi e così buttò fuori tutto quello che aveva da dire.

- Non voglio vederti soffrire! Le tue lacrime mi fanno male lo capisci questo?! Sono uno stupido e lo ripeto, ma io non volevo baciare quella ragazza! Non volevo! Non volevo!- Takuya scosse fortemente il capo, avvicinandosi a Zoe raccolse tutto il fiato che aveva e di colpo lo tirò fuori

- Io…IO AMO SOLO TE ZOE!! A me delle altre non mi importa nulla, tu sei l’unica che amo, sei l’unica a cui tengo veramente, sei la mia vita non riesco a vivere sapendo che tu non ci sei! Io voglio baciare…- poggiandole le mani sul viso inclinò piano la testa verso di lei- …- poi con voce bassa finì la frase sussurrandole appena- …solo te...!- le sue labbra in un attimo si unirono a quelle di Zoe che rimase un pò intontita, gocce di pianto le bagnavano il viso e Takuya continuando a baciarla le asciugò con la mano.

Lei si staccò di colpo, con gli occhi lucidi guardò Takuya, i loro visi erano a un centimetro di distanza, notò che da un occhio una piccola gocciolina gli stava pian piano calando, a quel punto con la mano stavolta gli raccolse quella piccola lacrima delicatamente, poi sorridendogli portò la bocca vicino alla sua, ma di poco, sfiorandola appena con le labbra, aveva quasi timore di lasciarsi andare, Takuya lo capì e con decisione fu lui a sigillare quel bacio. Stringendola forte rimasero attaccati per qualche minuto, nessuno dei due voleva dividesi dalle labbra dell’altro, sentivano che il loro legame stava crescendo ancora di più, poi Takuya con delicatezza allontanò di poco la sua bocca e proseguì il discorso.

- Zoe…so che in questo periodo non sono stato nè il marito nè il padre per eccellenza, ho dedicato tutto il tempo ad allenarmi trascurando la cosa più preziosa che avessi…di questo me ne pento...ma ti assicuro che da oggi in poi non ti lascerò più sola, né te e né la nostra bambina! Perché la mia famiglia siete voi, perché la mia vita siete voi, e soprattutto perché per me ci siete solo e soltanto voi.

- Oh Takuya!- Zoe piangeva, ma questa volta le sue erano lacrime di gioia, un pianto liberatorio che durò quasi un minuto.

- Dai Zoe calmati è tutto apposto adesso!- le disse Takuya carezzandole dolcemente il capo.

Un momento davvero unico pensavano entrambi, ma ancora una volta fù interrotto…

Quei giornalisti che prima erano riusciti a scappare, dopo tanto girovagare avevano localizzato le loro prede…

In un attimo si diressero da loro avventandosi sulle povere vittime.

I due sobbalzarono all’istante, un momento di privacy in quella giornata era proprio impossibile averlo!

- Kanbara la prego ci dica cosa succede tra lei e sua moglie!?

- Volete lasciarci in pace per un attimo?- fece lui con tono seccato.

- Volete separarvi? E con la bambina come pensate di fare? Verrà affidata alla madre?

Le solite domande erano incominciate…ma questa volta però, Takuya invece che fuggire, ebbe un’idea di sicuro più tranquilla…

- Senti Zoe, ho l’impressione che non basterà un semplice “lasciateci in pace” per fermarli una volta per tutte… che ne dici se gli diamo una prova per fargli capire che si sbagliano davvero di grosso su quanto appena detto?! Dopotutto i giornalisti fanno una vita davvero stressante…sempre a correre!

- Si hai pienamente ragione eh eh! Così forse si calmeranno per un po’, non gli fa mica bene agitarsi in quel modo!- disse Zoe puntando il dito verso di loro. Entrambi scoppiarono a ridere, era piuttosto divertente guardare quei poverini dimenarsi con tanta continuità!

- Ok ci stò! – affermò decisa- Cosa dobbiamo fare?- chiese poi rivolgendosi a Takuya.

- Non preoccuparti ci penso io lascia fare a me!- disse battendosi la mano sul petto.

- Mah…d’accordo…- rispose lei con aria dubbiosa.

I giornalisti non li mollarono un secondo, erano in due ma formulavano domande per mille!

- Cosa avete intenzione di fare?

- C’è una separazione in vista?

- Qual’è la causa? Rispondete per favore!

- Calma calma! Non abbiamo nulla da dire, ma giudicatelo voi…- Takuya prese la mano di Zoe e le infilò la fede che lei stessa aveva scagliato a terra, subito dopo la baciò sotto gli occhi increduli dei giornalisti (e anche quelli di Zoe) che non persero tempo a scattare foto.

- Vi basta questa come prova?!- chiese dopo Takuya.

Poi voltatosi a guardare la sua amata, le sorrise stringendole forte la mano.

- Ti amo Zoe…e non mi stancherò mai di ripeterlo!- sussurrò guardandola negli occhi. Quello sguardo triste e malinconico ormai non c’era più, al suo posto tanta serenità le illuminava il viso che aveva ripreso un colorito molto più intenso. Si gettò tra le braccia di Takuya che la strinse forte a se baciandole il capo teneramente. Tutto era concluso, finalmente.

Entrambi decisero di rilasciare una mini intervista proposta in quel momento dai giornalisti. Poi, in seguito, si incamminarono per raggiungere gli altri.

Gli dovevano davvero molte scuse.

Koji e Koichi stavano parlando, mentre le buffe smorfie di JP facevano ridere la piccola Miharu insieme a Tommy che si dimenava sdraiato sulla scalinata.

Ma quei giornalisti?

Di loro nemmeno l’ombra…a parte un casino totale in quell’area della stazione! Piccoli frammenti di nastri sparsi qua e là, foglietti che svolazzavano…i segni evidenti di una rissa!

Takuya e Zoe vedendo i loro amici si apprestarono di corsa a raggiungerli.

La prima ad accorgersi di loro fù Miharu, che gli corse immediatamente incontro aggrappandosi alle loro gambe.

- Ecco qui il mio gioiello!- Takuya la prese subito in braccio stringendola amorevolmente.

- Ragazzi scommetto che vi ha creato problemi vero?- chiese Zoe preoccupata.

- Ma no affatto, è stata un angelo! Si è comportata benissimo!- disse JP sorridendo.

- E’ proprio una bimba calma! Siete fortunati ragazzi!- asserì Tommy a sua volta.

- E bravo Takuya…eh eh!- sghignazzò Koji furbettamente.

- AAAH ma che dici Koji?!- rispose lui prontamente.

- Grazie a te il gruppo si è allargato! Adesso siamo in sette e poi chissà…non è detto che ci rimarremo per molto…ma questo dipende solo da voi eh eh !- concluse divertito.

E da lì delle grandi sghignazzate iniziarono da parte di quel simpatico quartetto…mentre Zoe e Takuya arrossirono all’istante cercando di evitare l’uno lo sguardo dell’altra.

- Seven!- esclamò di colpo Tommy a tutti gli altri- Mi piace come numero! Però pensandoci bene…anche otto non è male!

- Io preferisco nove!- asserì JP.

- Ragazzi a questo punto facciamo dieci come l’anniversario di oggi e non ne parliamo più! - propose Koichi agli amici che annuirono con il capo- Sempre se Takuya e Zoe sono d’accordo naturalmente!- Poi scoppiarono tutti e quattro a ridere.

Era evidente che li stavano prendendo in giro pensavano intanto loro due che li guardavano stizziti e imbarazzati allo stesso modo.

Poi Zoe ricordandosi della ricorrenza di oggi, si rivolse agli altri per scusarsi.

- Sentite ragazzi…mi dispiace per tutto quello che sia successo…la giornata di oggi doveva essere qualcosa di speciale e invece non lo è stato…

- Vi abbiamo rovinato tutto…non sappiamo come scusarci…-aggiunse Takuya assai dispiaciuto.

- Ma state scherzando? Per noi la cosa più importante è che finalmente il sorriso è ritornato a splendere sui vostri volti, poi il resto viene dopo!- dichiarò Tommy guardando con gioia i suoi amici di nuovo insieme. Gli altri annuirono subito con il capo, contenti di osservare quel ritratto di famigliola così unita.

- E Poi io mi sono divertito un sacco! Vedessi quei giornalisti come scappavano!!

Koji e Koichi sogghignavano ripensando a quei poveri sventurati che avevano messo in fuga!

JP li guardava con aria perplessa e un po’ immusonita, era rimasto praticamente all’oscuro di quanto successo.

- Ma si può sapere cosa avete combinato?! Avanti ragazzi ditelo pure a me!

- Si JP… prima o poi te lo diremo!- fece Tommy dandogli una pacca sulla spalla.

- Uffa accidenti! Perché sono sempre l’ultimo a sapere le cose?!

Mentre i ragazzi prendevano in giro l’imbronciato JP, a Zoe tornò alla mente un particolare dettole da uno dei giornalisti.

- Senti Takuya…per caso oggi avevi una partita?- le domandò.

- Aaah?!?!?! Ma…ma………NO! NO!- Takuya impallidì di colpo, come faceva Zoe a sapere della partita? Possibile che era al corrente di tutto?- Maledetti giornalisti…senza dubbio saranno stati loro!- pensava lui tremendamente arrabbiato.

- Siiicuuroo?!- fece lei fissandolo dritto in faccia. Quando Takuya iniziava a incagliare senza guardarla negli occhi il significato era soltanto uno...

- Stai mentendo! Avanti dimmi la verità coraggio!

- Uff…Zoe certo che a te non si può nascondere proprio nulla!- mormorò lui un po’ seccato.

- Beh si hai ragione, ma ormai ti conosco…è inutile mentire con me! Avanti raccontami tutto!

- Ma no Zoe non mi sembra il caso lascia stare non è importante! Cambiando discorso invece che ne diresti se domani noi tre andassimo a Yoshino? In questo periodo dell’anno i ciliegi in fiori sono particolarmente vigorosi, è uno spettacolo stupendo che devi assolutamente vedere!- Takuya cercò di cambiare argomento sperando che Zoe si sarebbe subito entusiasmata a quei fiori che tanto le piacevano e infatti aveva ragione.

- Ehh?! Davvero?! Non stai scherzando?! Non mi prendi in giro Takuya?!- i suoi occhi si illuminarono all’istante. Si recavano ad osservare quella maestosa fioritura almeno due volte all’anno, ma da quando si erano sposati e trasferiti in Italia non ebbero modo di tornarci.

- Ma certo dico sul serio! E’ molto che non visitiamo quel posto, e visto che adesso siamo qui ti ci porterò ad ogni costo! Non possiamo perderci un simile spettacolo e poi questo è il primo anno a cui potrà assisterlo anche la nostra bambina!

- Oh grazie Takuya grazie! Hai sentito Miharu? Papà domani ci porta a vedere quei magnifici fiori che piacciono tanto anche a te!- la piccola battè forte le manine mentre le sue gote si coloravano di un rosa intenso, abbracciò forte il suo papà e con tenerezza gli diede un soffice bacino sulla guancia.

- Sono salvo per un pelo…fiù- Takuya tirò un sospiro di sollievo, sembrava che Zoe si fosse del tutto dimenticata della partita…già…sembrava…

- Ok allora è deciso! Domani mattina andremo a Nara per poi recarci a Yoshino!- Takuya ormai convinto che Zoe avesse scordato tutto si sentiva molto euforico e più tranquillo, l’agitazione di prima era solo un triste ricordo pensava ridendo.

- Non vedo l’ora! Ma…prima dimmi perché non hai accettato di partecipare alla partita di oggi!? Io stò aspettando…-dichiarò Zoe alzando le sopracciglia e incrociando le braccia.

- Acc…! Con te non ho speranze…haaa…- sul suo volto era calato un velo di rassegnazione, non aveva davvero speranze con lei!

- Credevi che parlandomi dei ciliegi in fiore me ne sarei dimenticata vero?! Beh, hai fatto male i tuoi conti! Si Si!- annuì più volte con il capo- Io non dimentico nulla! No no no!- disse continuamente facendo oscillare l’indice della mano destra.

Takuya abbassò leggermente la testa, era evidente che si sentiva un po’ imbarazzato, ma fù Zoe a toglierlo da quell’impaccio accarezzandogli lentamente la schiena.

- Takuya io e te abbiamo sempre parlato liberamente, siamo sposati da tre anni e in questo lungo periodo ci siamo sempre detti tutto, oltre ad essere una coppia siamo soprattutto amici! E poi non penso che sia una cosa talmente imbarazzante da volerla nascondere ti pare?

- E va bene…se insisti…- Takuya si fermò un attimo per riprendere fiato e poi ripartì- L’ho fatto per te.

- Per me?! Ma…come scusa non capisco…-Zoe era rimasta un po’ perplessa dalle sue parole,ma continuò ad ascoltarlo

- Non volevo lasciarti ancora una volta sola…e poi questo giorno era troppo importante per tutti noi…tutto qui.

- Aspetta un attimo, vuoi dire che hai rinunciato ad una tua partita per non lasciarmi da sola oggi?- chiese lei sempre più sorpresa.

- Si, esatto. Troppe volte ti ho lasciato sola, troppe volte nei momenti più belli della nostra vita io non ero con te. Ma adesso è ora di cambiare! E da oggi ti prometto che quando ne avrò la possibilità starò sempre con voi senza trascurarvi un solo momento!

- Ma Takuya…- A quelle parole Zoe sentì una grande emozione, Takuya le voleva davvero bene pensava, per lui il suo lavoro era una vera e propria passione, e non avrebbe mai rifiutato di giocare una sola partita, si sentiva davvero speciale in quell’istante, però allo stesso tempo un grande senso di tristezza le invadeva l’anima.

- No Takuya !- esclamò lei- Così non va!- concluse con tono deciso.

Lui incredulo cercò di afferrare meglio il perché di quella frase.

- Ma come…non capisco, pensavo ti facesse piacere questa mia decisione…

- E infatti non puoi immaginare quanto ne sia felice, ma lo sono ancora di più vedendoti giocare! So che tieni tantissimo al tuo lavoro, soprattutto perché lo pratichi con passione e persistenza senza mai demordere, ed è giusto che continui a farlo. Quindi devi promettermi che da adesso in poi giocherai ad ogni partita chiaro?!- gli ordinò lei con fare esigente.

- Ma Zoe io…- era rimasto spiazzato da quelle parole, voleva parlare ma lei lo interruppe all'istante.

- Niente ma! Non voglio scuse! Promettimelo avanti coraggio forza su dai!- disse insistendo mentre avanzava sempre più verso di lui.

- Vabenevabenevabene! Cavoli sei peggio del mio allenatore!- affermò pensando alla severità del mister che aveva qualche similitudine con lei.

- Coosa?!- disse Zoe alzando la voce.

- Ah niente niente! Dicevo chissà il mio allenatore come sarà contento eh eh!

- Dico davvero Takuya me lo prometti?- all’improvviso il tono di voce di Zoe divenne più serio.

Rendendosi conto dell’importanza, Takuya capì.

- Si Zoe…te lo prometto!- assentì stringendola a sé insieme alla loro bambina.

- Che bel quadretto di famigliola felice!

- Gia Tommy hai perfettamente ragione!- fece Koichi guardando quel tenero abbraccio.

I quattro ragazzi guardavano soddisfatti i loro amici finalmente riuniti, quando Zoe si voltò verso di loro ricordandosi una cosa molto importante.

- A proposito Takuya! Da quando siamo arrivati non c’è stato modo di fare le dovute presentazioni…- fece lei guardando la piccola e allo stesso modo rivolgendo lo sguardo agli altri.

- Accidenti è vero! Ci sono capitate così tante cose che alla fine abbiamo trascurato la cosa più importante…dobbiamo rimediare!

Takuya prese per mano Zoe e istantaneamente si diressero dai loro compagni.

- Vieni qui Miharu- fece lei rivolgendosi alla piccolina- Adesso la mamma ti presenta i suoi compagni d’avventura! Dunque…questo è zio JP, poi viene zio Tommy , zio Koichi e…- stava per pronunciare anche l’ultimo nome quando la bimba la interruppe.

- Zio Koji!

- Si esatto tesoro!- disse Zoe carezzandole amorevolmente il capo- Beh a quanto pare il suo nome lo hai imparato a memoria!

- Koji secondo me la piccola ha un debole per te!- dichiarò Koichi mentre la bimba si era nuovamente aggrappata alla giacchetta del fratello.

- Zio Koji zio Koji!- continuava imperterrita Miharu mentre lui diventava rosso sotto l’occhio di tutti.

- Forse ti ha scambiato per la sua seconda mamma vero Koichi?!

- Si JP potrebbe essere eh eh!

- Piantatela voi due!- il suo viso continuava a farsi sempre più rosso, e gli altri vedendolo non potevano fare a meno di ridere vista la scenetta così carina alla quale assistevano.

Avanzando lentamente, Tommy si diresse verso Takuya e Zoe rivolgendosi a loro con aria furbetta.

- Bene ragazzi…adesso che tutto è ritornato alla normalità non credete che sia giunto il momento di darci qualche spiegazione in più riguardo la piccolina?!

Di scatto Koichi e JP smettendo di ridere si diressero anche loro verso la coppia.

- E’ vero, ci avete nascosto un po’ di cosette…a partire da quando vi siete trasferiti in Italia…pretendiamo che tutto ci venga raccontato alla perfezione! Avanti!- ordinò JP solleticando i poveri malcapitati. Subito si aggregarono Tommy e Koichi che li abbracciarono affettuosamente.

- No ancora eh eh! Eh eh basta JP ti prego!- gli supplicò Takuya, ma a quanto pare né JP né gli altri avevano intento di smettere.

- Ok va bene ragazzi eh eh! Vi diciamo tutto eh eh eh! Ma vi prego basta basta!- Zoe era sfinita non riusciva più a parlare, quei tre erano una furia!

Al suono di quelle parole li mollarono in un secondo.

- Ohhh…cavoli siete davvero cocciuti eh?!

- Come tè Takuya!

- Come me?! Ma che dici Zoe lo sai che non è vero!- fece lui un po’ imbarazzato. Poi continuò.

- Ahh…lasciamo stare…adesso vi spiego tutto io.

- No Takuya non preoccuparti ci penso io dai!- enunciò Zoe.

- Ma no dai è giusto che ne parli io, e poi avevi ragione tu dicendo che è buona educazione finire quello che si comincia, quindi parlo io!- espresse Takuya molto convinto.

- Ma dai prima era prima adesso è adesso! Lo hai detto tu stesso! Gli parlo io tranquillo!- continuò lei.

- E io ti dico che è molto meglio se parlo io!- insisté Takuya.

- Perché hai paura che non ne sia capace?!- chiese Zoe con il tono di voce un po’ irritato.

- Non ho detto questo, ma ti evito la fatica! Quindi ci penso io!

- Niente affatto! Me ne occupo io! E poi ti ripeto che per me non è una faticata! Insisto!- esclamò lei.

- Coraggio Zoe non fare la bambina!- disse Takuya leggermente spazientito.

- Io bambina? Se io sono una bambina allora tu che sei? Se non sbaglio ti comporti nel mio stesso modo! Senti facciamo così, parlo io che sono la più grande tra i due!

- EEH?! Capirai per tre mesi di differenza!

- E allora? Questo non toglie il fatto che io sia più grande di te!- fece Zoe guardandolo con superiorità.

- Acc…! Parlo io!- replicò lui.

- No io!

- IO!!- ribattè Takuya con voce alta.

- IO!!- controbattè Zoe strillando.

Orami era evidente che stavano litigando…

- Ci risiamo…ahhh- disse Koji sospirando, poi rivolse il suo sguardo alla giovane Miharu che le teneva ancora la giacchetta- Questo è un lato dei tuoi genitori a cui temo proprio che dovrai farci l’abitudine piccolina!

- Possibile che debbano sempre bisticciare?!- fece Tommy poggiandosi la mano su di un fianco.

- Non c’è niente da fare…loro sono fatti così, se non litigano non riescono ad andare d’amore e d’accordo!- proferì JP rassegnato mentre i due continuavano a controbattersi senza sosta.

Koichi a quel punto decise di intervenire cercando di farli calmare.

- Su ragazzi dai fate la pace non mi sembra il caso di litigare per

- Zitto tu!!

Lo fermarono loro all’istante!

- Lo dicevo io che tra moglie e marito

Ma questa volta anche JP venne interrotto dal coro degli altri tre che seccati lo misero a tacere con una semplice ma diretta espressione:

- Taci JP!!

Fine

Ecco qui! Questa è la mia prima fanfiction!

Ringrazio tutti quelli che hanno perso un po’ del loro tempo a leggerla e mi scuso tantissimo con tutte le persone a cui è risultata noiosa o banale…la prossima volta cercherò di fare molto ma molto meglio! (Sempre se ci sarà una prossima volta s’intende…)

Con affetto

Botan

   
 
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