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Autore: drewingsx    18/06/2013    2 recensioni
«Non innamorarti di me, Justin. L'amore ti ucciderà.» Letteralmente.
Genere: Dark, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Stuck in a prison of lies. 



Puntai la pistola alle tempie del ragazzino davanti a me. 
«Dov'è la droga?» sussurrai al suo orecchio. Non rispose. Quello stronzo voleva farmi indiavolare, e beh, ci stava riuscendo benissimo. «Allora?! Vuoi che prema il grilletto e ponga fine alla tua inutile esistenza?!» alzai il tono di voce e contemporaneamente strinsi la pistola più forte. 
«È in un cassetto in camera mia» sussurrò il marmocchio con la voce tremante e le lacrime agli occhi. Quasi quasi mi sentii in colpa per averlo fatto spaventare così tanto, ma dovevo farlo se volevo sopravvivere.
«Jason, tienilo fermo mentre vado in quella stanza». Con questo salii le scale ed aprii la porta di quella che presumevo fosse la camera del ragazzino. Rovistai fra tutti i cassetti e, dopo qualche minuto di ricerca, riuscii a trovare una bustina che conteneva quella sostanza bianca tanto desiderata. Scesi di nuovo giù e trovai Jason che mi aspettava. Gli porsi il sacchetto e ripresi la mia pistola puntandola sul torace del ragazzino. Un colpo e sarebbe morto. 
«Evelyn, cosa stai facendo?» mi chiese Jason confuso. Nel suo tono di voce c'era anche un po' di paura.
Mi girai ed abbassai la pistola. 
«Non ti sembra ovvio?» risposi in modo sarcastico. 
«Non puoi ucciderlo, il capo andrà su tutte le furie! Conosci le regole della gang». Mi guardò negli occhi cercando di farmi cambiare idea, ma non ce l'avrebbe fatta.
«Beh, non me ne importa nulla. E se il marmocchio spifferasse tutto alla polizia? Metterebbe a rischio tutta la gang. Vi sto solo facendo un favore, dovresti ringraziarmi».
«N-n-non dirò niente alla polizia, abbi pietà di me». Mi girai verso il ragazzo che  aveva parlato. La sua voce era rotta dal pianto, il suo viso era coperto di lacrime. Voleva farmi pena, voleva che mostrassi il mio cuore e che lo salvassi. Nessuno ci era mai riuscito e nemmeno lui lo aveva fatto. 
«Zitto». Il mio sguardo divenne cupo. Impugnai la pistola e gliela puntai al cuore. «Dì una preghiera per me, perché ne avrò bisogno» e con questo sparai un colpo secco. Sarebbe morto dissanguato in poco tempo. Il sangue mi disgustava, quindi mi voltai per non assistere alla scena. 
«Andiamocene prima che qualcuno si accorga di noi» dissi a Jason, che non esitò ad uscire dalla casa e a salire in auto, come feci anch'io. Infilò le chiavi nel nottolino e partimmo. 
 
Mi rilassai sul sedile ed accesi una sigaretta. Pensando all'azione che avevo compiuto poco fa, mi venne un brivido alla schiena, nonostante ci fossero ventitré gradi. 
Era solo un ragazzino di quindici anni che era rimasto orfano. Nella mia mente cominciarono a prevalere i sensi di colpa.
No, no Evelyn. Tu sei crudele, non provi pietà per nessuno. Hai fatto bene ad ucciderlo, avevi le tue buone ragioni. Cosa sarebbe successo se ci avesse messo nei guai? 
Una parte di me cercava di convincermi di aver fatto bene. Ma io ero davvero sicura che fosse così? Insomma, aveva promesso che non avrebbe detto niente.
Basta, Evelyn. Non hai tempo per i tuoi sensi di colpa. Lo sai. 
Anche il capo ti darà ragione. 
Era vero. Il 'capo' era spietato, freddo ed intelligente. In una situazione come questa avrebbe agito allo stesso modo. 
Eppure, perché mi sentivo così colpevole? 
 
«Siamo arrivati». La voce di Jason interruppe i miei pensieri. 
Scesi dall'auto e mi diressi verso la casa del 'capo', dove ci riunivamo per discutere dei nostri piani d'attacco. 
«Hey» dissi varcando la soglia di casa. 
«Hey Evelyn» risposero in coro David, Alex, Kevin e Michael, ovvero gli altri componenti principali della gang che stavano comodamente seduti in salotto.
Mi sedetti sul divano ed accesi una sigaretta, l'unica cosa avrebbe potuto farmi rilassare dopo aver commesso un omicidio. In quel momento vidi che Jason si stava dirigendo verso l'ufficio del 'capo'. Ero sicura che gli avrebbe spifferato tutto, quel bastardo. Avrei dovuto uccidere anche lui un giorno.
«Allora, avete preso la cocaina?» chiese Michael distraendomi dai miei pensieri. 
«Ovvio, mantengo sempre la mia parola, lo sai». Sorrisi. 
«L'hai ucciso, vero?» 
Sbarrai gli occhi: come faceva a saperlo? 
Era come se Michael mi avesse letto nel pensiero, perché subito dopo aggiunse:«Hai delle macchie di sangue qua e là, e non hai ferite». 
Diamine, il suo intuito era eccezionale. 
«Sì, gli ho sparato, ma se non l'avessi fatto quello stronzo ci avrebbe cacciati in grossi guai, quindi ho fatto la cosa giusta». Più che convincere Michael, cercai di convincere me stessa. Mi sentivo ancora tremendamente in colpa.
Michael annuì ed accese una canna, seguito poi anche da Kevin. 
Calò su di noi il silenzio finché Jason non irruppe nel salotto. 
«Il 'capo' vuole vederti» disse rivolgendosi a me. Sapevo già cosa voleva dirmi. Se Jason avesse tenuto la bocca chiusa avrei potuto risparmiarmi un altro casino, ma no, tutta la mia vita era un casino. Quel bastardo mi aveva fatto imbestialire. 
Mi alzai e mi diressi verso il suo ufficio. 
Aprii la porta ed entrai bruscamente.
 
«Cosa cazzo vuoi?» andai subito al sodo. Non ero il tipo di persona che si perdeva in chiacchiere. 
«Senti ragazzina, non rivolgerti a me così» disse alzandosi dalla sedia e piombando davanti a me, così vicino da poter sentire il suo respiro. 
«E come dovrei farlo, Josh?» sottolineai con la voce la parola 'Josh'. Odiava essere chiamato per nome. 
Prese dalle sue tasche un coltellino, e me lo puntò alla gola. «Stai attenta a quel che dici, non ho paura di usarlo».
«Non lo faresti» ammisi con un tono di sfida. Lo guardai negli occhi, quegli occhi azzurri, freddi ed impenetrabili.  
«Hai ragione, non lo farò perché mi servi per un piano.» In quel momento si allontò e si sedette alla sua scrivania. Fece un cenno con il capo come per dire di sedermi davanti a lui, e così feci. 
«Ma io... Io pensavo che mi avessi chiamata qui per l'omicidio del figlio dei Ross» il mio tono di voce era confuso. 
«No, fossi stato in te avrei fatto la stessa cosa. È solo un moccioso con la lingua lunga.» disse sorridendo. 
Feci un sospiro di sollievo. 
«Allora, quale piano?» chiesi. 
Fece un mezzo sorriso e prese fiato per cominciare il suo discorso.
«Ormai ti conosco da molto tempo e ho capito che sai fingere benissimo»
Annuii facendogli capire che doveva continuare.
«Questa dote ti sarà molto utile per il piano. Come ben sai, i Blue Kings hanno un magazzino pieno zeppo di droga. Sai quanti soldi faremmo se riuscissimmo a derubarli?» 
Sorrisi all'idea. L'unica cosa che mi piaceva dello stare in una gang era che si guadagnava bene. 
«L'unico problema è che non riusciamo a trovare questo magazzino. Sono ormai due anni che lo stiamo cercando, senza risultati. Ho pensato, quindi, ti farti infiltrare nella scuola del capo, Justin Bieber. Lui controlla tutto e tutti. Fallo innamorare, fa in modo che si fidi di te. E una volta che ti avrà svelato dove si trova il luogo, lo rapineremo e torneremo alla vita di prima.». Concluse il discorso sorridendo, fiero della sua idea. 
Sgranai gli occhi sentendo quelle parole. Farlo 'innamorare'? Cosa ne sapevo io, dell'amore? Nei miei miseri diciotto anni non avevo mai provato quella sensazione per nessun ragazzo. Come potevo fingere un sentimento che non avevo mai vissuto sulla mia pelle? Sapevo fingere l'odio, la rabbia, la tristezza. In fondo, io provavo solo quelle emozioni, quindi non mi era molto difficile farlo. Ero solo una persona fredda che aveva chiuso il suo cuore molto, anzi moltissimo, tempo fa. 
Era tutto così strano, così confuso. Nella mia mente c'era il caos totale. Come potevo fare in modo che si fidasse di me? Justin, il capo di una delle gang più pericolose di Stratford, che si fida di una come me? Da tempo giravano molti pettegolezzi sul suo conto, fra cui anche presunti omicidi. Era un ragazzo spietato, se avesse scoperto la verità, mi avrebbe uccisa.
 Non potevo farlo, mi sarei messa soltanto in grandi casini, e nella mia vita ce n'erano già abbastanza. 
«Non farò una stronzata del genere» dissi a voce bassa.
Abbassai la testa per non guardarlo negli occhi, conoscendo già la sua reazione.
«Cosa?!» Quasi quasi non cadde dalla sedia per lo shock.
«Ho detto che non farò questa stronzata. Rimboccatevi le maniche e trovate il magazzino. Io non voglio giocare con un moccioso di diciotto anni». Detto questo mi alzai dalla sedia e feci per uscire, quando Josh mi chiese di aspettare.
«Io non farei mai del male a te, ma posso farlo ad una persona molto importante nella tua vita». Il suo tono di voce era cupo e basso.
Sgranai gli occhi. Il mio cuore perse un battito, sapevo a chi si riferiva. 
«Non toccare mia sorella!» quasi urlai. 
Non doveva farle del male, lei era tutta la mia famiglia. Dopo la morte dei nostri genitori, l'avevo cresciuta io. Avevamo un legame speciale, e lei era l'unica persona che volessi bene. Non poteva e non doveva toccarla. 
«Sai che potrei benissimo farlo. A meno che tu non accetti il mio piano.»
Sapeva come ricattarmi, conosceva il mio punto debole. 
Restammo in silenzio per qualche minuto, e ne approfittai per pensare. Conoscevo bene il mio capo, era un ragazzo di parola, se avesse detto che avrebbe ucciso qualcuno, beh, l'avrebbe fatto. Solo al pensiero di Josh che puntava una pistola al cuore di mia sorella, rabbrividii. 
«Allora?» interruppe i miei pensieri. 
Feci un sospiro. Non potevo rifiutare. 
«A-a-a-accetto il tuo piano» balbettai. 
Quanto mi pentii di quelle parole, ma non avevo scelta. Non potevo mettere a rischio la vita di mia sorella.
Sorrise compiaciuto. 
Ero incastrata ora.
Uscii dalla stanza e mi recai in giardino, dove mi sedetti sul prato accendendo una sigaretta.
In che guaio mi ero cacciata? 






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My space
Salve people! 
Mhm.. Non so da dove iniziare (?)
Beh, comincio col dire che questa è la mia prima fanfiction, mi era venuta un'idea e la mia amica mi ha convinto a pubblicare questa storia. Il capitolo è un po'  (un po', azz) chilometrico, ma d'altro canto mi rispecchia, perché amo leggere i capitoli chilometrici. 
Spero che siate clementi con me lol
Mi auguro che piaccia anche a qualcuno e che ci sia qualche anima pia (uhuh la rima) che mi lasci una recensione. 
A presto bitchez. 


  
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