18/06/2013
0 recensioniAncora una volta senza lavoro e ancora una volta nessuna proposta di nessun tipo. Ormai era passato più di un mese al mio colloquio con la rivista di moda ‘Mode’ e le mie speranze di entrare dentro quella compagnia, erano sparite tutte. Dovevo trovare un altro lavoro e abbastanza in fretta. Però, dovevo guardare le cose come stavano: per una ragazza della mia età, che doveva ancora fare gavetta nel settore, appena trasferita a Londra, non era per niente facile trovare un posto fisso; ma anche solo un posto da precaria per qualche mese. Però non dovevo demordere, di sicuro.
Sfogliai ancora per qualche minuto il giornale di quel giorno, in cerca di altre offerte di lavoro e poi lo chiusi. Niente, neanche oggi. Bussarono alla porta. Era il postino.
Mi passò velocemente la mia posta e se la filò a gambe levate. Forse, dopo lo sgradevole episodio successogli con Marley, aveva un po’ paura del mio cane. Ma chi poteva saperlo; in fondo Marley era il cane più dolce al mondo.
Aprii la posta e, con fatica, dovetti aprire anche la bolletta dell’affitto.
500 £. Dove andavo a prendere quei soldi se non ne avevo neanche per fare la spesa? Forse trasferirmi a Londra non fu la scelta migliore della mia vita, dovevo ammetterlo.
Decisi così di andare al computer e di creare dei volantini per delle ripetizioni di italiano e matematica e anche dei volantini per fare la bambinaia. Certo, non erano tutti questi grandi lavori, ma alla fine era meglio di niente. Feci anche dei biscotti da vendere casa per casa e mi stampai l’elenco di un paio di classi della prima liceo linguistico. Mi misi la giacca, presi Marley e, insieme a lui, tutto l’occorrente che sarebbe servito. Una volta uscita di casa, guardai il primo nome della mia lista Amy Abern. Non abitava tanto lontano da casa mia, forse quattro o cinque isolati.
Suonai al campanello con il mio più grande sorriso.
- Buon giorno, posso aiutarla? – una signora sulla quarantina mi aprii la porta. Era molto bella, bionda con gli occhi verdi. Aveva un vestito color porpora e i capelli raccolti in una coda fatta molto velocemente.
- Buon giorno signora. Le volevo chiedere se aveva bisogno ripetizioni per i suoi figli su matematica o italiano. Inoltre ho preparato questi biscotti e questi volantini dove ci sono tutte le mie capacità come bambinaia e ragazza delle pulizie. – dissi tutta la frase d’un fiato, senza lasciarle dire una parola. Dopo aver detto tutto, la guardai con lo sguardo più supplichevole che avevo, sperando che avrebbe capito la mia situazione. Nel mentre avevo anche alcuni problemi con Marley perché non smetteva di tirare verso un gatto che era dall’altra parte del vialetto. Ritirai ciò che dissi la mattina su di lui, era terribile.
- Guardi, mia figlia va bene in tutte le materie e, sfortunatamente, siamo a dieta. Buona giornata. – cercai di continuare il discorso ma lei chiuse subito la porta. Bell’inizio. Nello stesso momento in cui stavo pensando quanto la mia vita facesse schifo, Marley mi sfuggì di mano.
- Marley, torna qui! – gli corsi dietro per non so quanto tempo ma, dopo alcuni isolati, lo persi di vista. Ero disperata. Continuai a cercarlo invano, finche non arrivai al parco. Ero esausta e terrorizzata. E se fosse successo qualcosa a Marley? Cosa avrei fatto?
Mi sedetti su una panchina e sprofondai la mia testa nelle mie mani. Dio si era impegnato a darmi una sfortuna così grande o gli veniva naturale farlo?
Ormai era da un bel po’ di tempo che stavo seduta in quella posizione e non trovavo neanche una soluzione per recuperare il mio cane.
- Mi scusi, questo cane è suo? – una voce profonda proveniva da davanti le mie ginocchia e potevo sentire un alito molto pesante all’altezza dei miei piedi. Alzai lo sguardo e vidi Marley. Lo abbracciai immediatamente e lo riempii di baci; cosa che, fece anche lui.
- Grazie mille! Come sapeva che ero io la padrona? – guardai meglio il ragazzo che mi stava dando un’altra opportunità con il mio cane. Era alto e moro; occhi castani e fisico molto massiccio.
- Mi ha guidato lui. – mentre diceva la frase, continuava ad accarezzare la testa di Marley e io facevo lo stesso con il collo.
- Lei è il mio salvatore e non sto esagerando. Questa è l’unica cosa bella che mi è capitata nell’ultimo mese. – forse mi stavo più sfogando con Marley. Perché iniziai a prendere il suo orecchio e iniziare a giocherellarci. Il ragazzo si sedette vicino a me e mi diede il guinzaglio. Io lo presi e gli feci più spazio.
- Beh, magari questo mese che è appena iniziato, potrà avere delle belle sorprese. – mi sorrise e io feci lo stesso. Nel mentre Marley si era sdraiato sui nostri piedi e tutti e due ci mettemmo a ridere.
- Sa, di solito Marley non si comporta così: è abbastanza strano oggi. Forse è veramente un nuovo inizio.
- Lo spero per lei. – si alzò in piedi e subito Marley scattò. Il ragazzo si pulì i pantaloni e mi fissò. – ora devo andare, ci si vede.
- Aspetti! – mi alzai in piedi di scatto. Il ragazzo si girò e mi sorrise. – posso sapere il suo nome?
- Liam, Liam Payne. – non disse altro. Non mi chiese neanche “E il suo?”. Semplicemente si girò e se ne andò.
Per oggi quel giro bastava e avanzava anche. Presi Marley e tornai a casa, distrutta. Diedi ancora un’occhiata all’affitto e poi andai sotto la doccia. Sotto l’acqua bollente i miei pensieri negativi svanivano e riuscivo a pensare al nulla totale. Dopo la doccia guardai un po’ di tele e poi andai a dormire.
Liam eh?
Ciao a tutte ragazze! Come state? Oggi vorrei iniziare questa nuova ff. Spero vi piaccia e vi convinca. Lasciate una recensione!
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