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Autore: Feel Good Inc    18/06/2013    2 recensioni
Succede all’improvviso ed è spaventoso, perché Bran, almeno, Bran qualche volta può ancora illudersi che siano sogni e basta, e che facciano paura soltanto perché paurosamente realistici; Jojen no, lui lo sa bene con cosa ha a che fare, lo sa e pur sapendolo non è mai davvero pronto – lo vede nei suoi occhi, ogni volta che si sveglia, ogni volta che torna indietro.
Succede una notte in cui Meera è a caccia e Hodor dorme di un sonno irremovibile.

hints Jojen/Bran | post-3x10: 'Mhysa'
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bran Stark, Jojen Reed
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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north tales

{ not to tell }

 

 

 

 

 

 

 

 

«Io adoro le storie orribili.»

«Anch’io... Un tempo.»

 

 

Succede nelle circostanze e nei momenti più fortuiti, di solito mentre dorme, a volte mentre siede lontano da lui – da tutti – a fissare il fuoco con la sua aria più distante, raramente durante la marcia. Succede all’improvviso ed è spaventoso, perché Bran, almeno, Bran qualche volta può ancora illudersi che siano sogni e basta, e che facciano paura soltanto perché paurosamente realistici; Jojen no, lui lo sa bene con cosa ha a che fare, lo sa e pur sapendolo non è mai davvero pronto – lo vede nei suoi occhi, ogni volta che si sveglia, ogni volta che torna indietro.

Succede una notte in cui Meera è a caccia e Hodor dorme di un sonno irremovibile.

Bran si sveglia di colpo e per una volta è il sogno di un altro a svegliarlo: il primo naturale istinto è quello di voltare il capo verso Jojen – e Jojen è lì che trema e singulta, ancora, e non c’è nessuno a tenerlo fermo e al sicuro e a sollevargli il capo e a fargli stringere una cinghia tra i denti, e non c’è nessuno a intrufolarsi in quei suoi sogni per stargli semplicemente vicino e dirgli che va tutto bene, è questo che lui fa con Bran, e Bran si sente più misero e inutile che mai perché quella dozzina di passi che li separa gli sembra a un primo sguardo invalicabile come la Barriera. Ma la Barriera, riflette, non è invalicabile.

Non si guarda intorno in cerca di Meera, non tenta in alcun modo di svegliare Hodor. Rotola sul ventre e fa forza sulle braccia perché bastino loro a trascinarsi dietro quelle gambe senza vita; si accorge a stento che la neve gli gela le mani e non si sofferma a valutare lo scorrere del tempo, solo guardando Jojen, ascoltando Jojen, Jojen che da quando l’ha trovato è sempre stato lì per lui – adesso è Jojen ad aver bisogno di qualcuno. Scava con il corpo un solco simile a un sentiero, lo raggiunge quando il tremito l’ha ormai sopraffatto e fa quello che ha visto fare a Meera. La pelle di Jojen è rovente sotto le sue dita intorpidite, gli occhi sono aperti ma non vedono nulla – nulla che appartenga a questo luogo e a questo tempo – e i denti sono stretti, chiusi, come a frenare il ringhio sordo che gli sale dal petto e che provoca in Bran un brivido che non ha niente a che vedere con il freddo; ma non si allontana, non lo lascia solo, gli impedisce di sprofondare da solo, è questo che Jojen fa con lui.

Poi passa, come sempre, e pian piano Bran lo vede e lo sente tornare, il tremore che si spegne e il respiro che rallenta e gli occhi che si chiudono, si aprono, lo vedono e si fermano su di lui.

Lo vede piangere. E non ha mai avuto più paura di così.

Vorrebbe chiedergli chi o cosa ha visto, ma stavolta gliene manca il coraggio. Jojen, del resto, non ha bisogno di parole. Scosta lentamente la striscia di stoffa che Bran ha strappato dal suo mantello, si tira su a sedere, guarda per un istante il tratto di neve smossa che testimonia un piccolo grande viaggio e poi sospira – un sospiro lento, pesante, che vorrebbe buttar fuori tutto il dolore del mondo.

«Mi dispiace» sussurra, uno sbuffo di voce nell’aria fredda del nord, il viso vicino al suo, e cerca i suoi occhi e poi di nuovo li rifugge e anche questo fa paura. «Le torri... La musica... Tua... Bran, mi dispiace. Mi dispiace davvero.»

Lo abbraccia e Bran non capisce, forse non vuole capire, ha paura di sapere – ma adesso è Jojen a tenergli la mano tra i capelli e a impedirgli di andare in pezzi, di nuovo, come sempre, e lui si domanda quanto sia stupido sperare per l’ennesima volta che sia tutto solo un brutto sogno o un’orribile storia.

 

 

[ 652 parole ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

Non fraintendetemi, penso tuttora di essere una bruttissima persona. *trololla*

Ma sono reduce da un rewatch della terza stagione, ho rivisto Cat e Robb e ho sofferto per loro quanto e più della prima volta, ho amato più che mai Jojen e Bran e ho pensato a come sarà quando l’uno o l’altro vedrà le Nozze Rosse. Ogni singola parola di questa flash mancata è stata un patimento fisico, ma era, ecco, dovuto.

Ambientata in un momento indefinito, durante o dopo Mhysa, sicuramente dopo la scena citata in incipit. Dedicata con tutto il cuore a mio fratello, perché affiderebbe volentieri Walder Frey a Ramsay Snow – e perché shippa Jojen/Bran.

Valar dohaeris.

Aya ~

   
 
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