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Autore: magicrossy    03/01/2008    9 recensioni
Allora... anche se in ritardo...la pubblico lo stesso... non anticipo niente .. leggete.. AVVISO IMPORTANTE: QUESTA STORIA E STATA FATTA DA ME E SILVIETT4 SOLO CHE ABBIAMO AVUTO DEI PROBLEMI PER FARE L'ACCOUNT INSIEME E ALLORA LA PUBBLICO IO... PERO' E DI TUTTE E DUE SPERANDO CON IL CUORE CHE VI PIACCIA. bacioni Rox e Silviett4
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“A Natale puoi fare quello che non puoi fare mai…!”

 

Mancava ancora un po’ alla mezzanotte di quel 24 dicembre.

Hogwarts era immersa nel silenzio…ed era proprio questo a renderla così affascinante.

Io Hermione Jane Granger sono appena uscita dal mio dormitorio…in pigiama… e un aria fredda mi fece rabbrividire.

Indovinate un po’?… Sono uscita senza la mia vestaglia e muoio di freddo… e pensare che mi ritengono la ragazza più intelligente di Hogwarts. Vi stare chiedendo perché io la ragazza più brillante della scuola, so-tutto-io, maniaca delle regole…sono fuori dal mio dormitorio…semplice vi dico solo un nome: il carissimo preside di Hogwarts… il professor Silente.

Si, perché il caro vecchio dalla barba lunga a grigia che spesso assomiglia a babbo natale, quest’anno ha avuto un idea come dire… pazzesca.

Per la cena di Natale ha pensato di proporre un menù insolito… cibo indiano.

Ecco perché mi trovo fuori dal mio bel letto caldo: ho fame!

Io ho sempre odiato le pietanza indiane! Tutte quelle spezie, quel peperoncino, tutti quegli odori afrodisiaci! Ma per favore, io mi ritengo più una tradizionalista: preferisco cento volte succo di zucca e torta di mele in vece che riso al curry e thè verde!

Oh Godric, non immaginavo che le cucine fossero così lontane, sarà che le mie membra chiedono rinforzi. Sento che sto per svenire se non metto immediatamente qualcosa sotto i denti! Maledette scale, a forza di cambiare mi stanno allungando il tragitto e il mio stomaco sembra suonare i tamburi durante una partita di Quiddicht.

Finale ce  l’ho fatta! Ho raggiunto il quadro con sopra disegnata una natura morta che funge da entrata alle cucine. Sicuramente gli elfi staranno riposando, ma se si svegliano mi costringeranno a farmi servire da loro ed è l’ultima cosa che voglio, perciò devo stare molto attenta a non creare troppo disordine. Con un colpo di bacchetta accendo qualche candela disseminata qua e la, donando alla stanza un aspetto un po’ più accogliente di quello tetro provocato dal buio. Mi avvicino ai fornelli mentre il mio stomaco reclama nuovamente del cibo, così decido di preparare qualcosa di buono e soprattutto di caldo. Una cioccolata con dei biscotti andrà benissimo! Mi giro e vedo delle scodelle appoggiate sul tavolo accanto ad una piccola finestra, mi sporgo da questa e vedo la neve scendere leggera sui prati della scuola: il classico bianco Natale del mondo dei maghi. Devo ammettere che questo è la prima festività che trascorro lontana dai miei genitori, dalla mia famiglia, ma il preside ha consigliato a noi dell’Ordine di non muoverci per paura di essere attaccati. Meglio prevenire che curare, come diceva sempre mia nonna.

Con un paio di movimenti della mia mano l’impasto per i biscotti è pronto. Mi accingo ad imburrare le teglie quando una fiammata incendia la legna nel camino, dando un tepore meraviglioso alle cucine. Ma chi sarà mai stato?

Faccio il giro, avvicinandomi al sofà posto davanti al camino e vedendo un ragazzo di spalle, con indosso una semplice camicia e un jeans chiaro. Biondo e lucenti capelli come l’oro gli ornano il viso perfetto. riconoscerei quel corpo dovunque… quei capelli anche al buio… Draco Lucius Malfoy era lì di fronte a me in tutta la sua bellezza.

“ Che ci fai tu qui?”

“ Potrei farti la stessa domanda”

“Non so se hai notato ma la cena di stasera era molto… come dire...particolare e non l’ho gradita… così sono scesa per mangiare qualcosa” risposi io in maniera gentile. Ormai non ero più la bambina che gli rispondeva sgarbatamente, avevo compreso che con lui era meglio utilizzare indifferenza per non finire dritta dritta al manicomio.

“ Non ti piacciono le cose piccanti, mezzosangue?” chiese lui ghignando e mostrando uno sguardo che trasudava pura e semplice lussuria.

“Fottiti, Malferret” fu la risposta della bella riccia, che tornò dietro ai fornelli, ancheggiando e dando al biondino Serpeverde una panoramica meravigliosa del suo di dietro. Draco la seguì con lo sguardo vedendola intenta a raccogliere i capelli in una coda alta per evitare che i boccoli le si sporcassero con l’impasto. Prese in mano delle formine che appoggiò sulla sfoglia dei biscotti appena stesa, creando così magnifiche e diverse forme: orsacchiotti, stelline e cuoricini. Malfoy la guardava completamente rapito da quanta grazia mettesse anche nelle cose più semplici, e rendendosi conto che Hermione non fosse solo una secchiona ma anche una bellissima ragazza. Ebbe la possibilità di accorgersene perché quella sera non indossava l’austera divisa con la camicia chiusa fino all’ultimo bottone e la gonna fin sopra il ginocchio: aveva un semplice pigiama composto da un pantalone lungo fino alla caviglie e una magliettina di cotone a maniche lunghe. La vide, poi, aprire il forno e metterci dentro le due teglie preparate, chiudere e avvicinarsi a una credenza per prendere un pentolino. Aprì lo sportello di questa ma non trovò ciò che cercava, così pensò che le pentole più piccole dovessero essere riposte nel pensile più alto. Si alzò sulla punta dei piedi ma neanche così raggiunse lo sportello. poco dopo allora decisi di arrampicarsi su una sedia un po’ claudicante.

Ci salì sopra e prese il pentolino, ma poco dopo il legno della sedia  cedette sotto il suo peso, ma prontamente qualcuno fermò la sua caduta. In poche parole si ritrovò stretta tra le braccia di Draco. Alzò lo sguardo rimanendo incantata da quelle iridi e mentalmente si diede della stupida per provare tanto piacere nello stare stretta al suo nemico di sempre.

“ Grazie Malfoy”

“ Hai un buon profumo Granger… sai di miele, vaniglia e… biscotti” disse lui, senza ancora metterla giù, a un centimetro dalle sue labbra.

“ Ma che stai dicendo?” chiese in un sussurro lei, senza ribellarsi alla prigione delle sue braccia.

“ Che ho fame, mezzosangue!” rispose lui, mettendola giù e ghignando.

  
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