Mary…
È andata via…
L’hanno vista piangere
Correva nel buio di una
ferrovia…
Notti di sirene in
quella periferia…
Si dice che di noi
tutti ha un po’ nostalgia
Ma lei se n’è andata
Mary…
Mary…
Si chiedono tutti cosa nasconda dietro la
maschera del suo viso
Quell’essere mezzo sfregiato
Si domandano cosa ti abbia resa così forte
E spietata…
Appena sanno del tuo
successo tutti vorrebbero essere come te
Ma a che prezzo sei così
ora?
Se solo sapessero…
In fondo a chi hai mai
dato modo di comprenderti?
Di sapere…
Sempre chiusa nel guscio
Ma ti capisco…
Quanto hai sofferto?
Volevi solo proteggerti…
Anche allo spettro più
forte farebbe male quel che hai passato tu
Anche l’essere più
sprezzante del pericolo
Vorrebbe non dover mai
affrontare quel che tu sei stata costretta a patire…
Sei nata in un pozzo nero…
Si sente sola,
Mary…
Ora ha paura,
Mary…
L’ho vista piangere poi
chiedere una risposta al cielo,
Mary…
Hai provato ad essere coraggiosa
Hai affrontato tutto
quanto a testa alta
Ma alla fine sei crollata pure
tu..
Perché piangi?
È il sollievo di vedere
che tutto è finalmente finito?
O è il constatare che ora
sei veramente sola al mondo?
Ma piangi
Sfogati…
Versa quelle lacrime che
ti sei tenuta dentro per sette anni…
E ora il suo sguardo
non mente
Ha gli occhi di chi
nasconde al mondo
Gli abusi osceni del padre
Non hai mai voluto un gesto di pietà
Non hai mai voluto la
compassione
Di nessuno
E hai sempre nascosto a
tutti quei sette lunghi anni
Di dolore
Di sofferenza
Di abusi…
Ma nei tuoi occhi si legge
la verità
Per quanto tu abbia
provato a nasconderlo…
Per quanto tu abbia
provato a renderli di ghiaccio…
Se avessi guardato
attraverso le tue iridi gelide
Avrei visto solo l’immensa
sofferenza
Il dolore
Color nocciola…
Ma non vuol parlarne,
Mary…
E cela i suoi dolori
In ogni foglio del
diario che ora ha tra le mani
Solo ad un diario sgualcito hai affidato i tuoi ricordi
Per poterli dimenticare
Scrivevi il tuo dolore
Su quelle pagine
ingiallite e spiegazzate
Macchiate del tuo sangue…
E stavi ore a sfogarti
Con l’unica cosa che avevi
Che era tua e solo tua…
Guardando vecchie foto
chiede aiuto ad una preghiera
Sui polsi i segni di quegli anni chiusa in una galera
Nemmeno il tuo corpo era più tuo
Segnato da anni passati in
rinchiusa
Da far da pupazzo ad un
padre
Che non hai mai voluto
considerare tale
Per non soffrire ancora di
più…
Sua madre che sa tutto
e resta zitta
Ora il suo volto porta
i segni di una nuova sconfitta
E l’ho vista
Girar per la città
senza una meta
Dentro lo zaino i
ricordi che le han sporcato la vita
Una madre?
Non l’hai mai avuta…
“Non ne ho bisogno”
Mi dicesti, una volta
Forse nemmeno la volevi…
Non avevi bisogno di una
donna
Che con te avesse in
comune
Solo il letto di tuo
padre…
Tradita
Da chi l’ha messa al
mondo
In un secondo
Non volevi considerare quel mascalzone tuo padre
Avrebbe reso ancora tutto
più doloroso…
Sul suo corpo i segni
di un padre
Che per Mary adesso è
morto
Una derelitta…
Un rifiuto tra i rifiuti…
E mentre ti strascicavi
silenziosamente per i vicoli
Che erano diventati le tue
innumerevoli case…
La tua rabbia montava
Insieme alla tristezza
Ogni volta che scoprivi
una nuova ferita
I regali di compleanno di
tuo padre…
È stanca,
Mary…
Non ha più lacrime
Ed ora chiede al
destino
Un sorriso
Chiuso in un sogno la sera
Ma…
Stanca di piangere
Stanca di soffrire
Stanca di vivere
Troppo stanca persino per
morire…
Sei diventata forte per
disperazione
Ogni giorno la tua forza
si intensificava
E vivevi uccidendo
chiunque ti capitasse a tiro
Dandoti solo un sollievo
effimero…
Mentre ti rendevi conto
poco a poco
Di quanto fosse immensa la
tua potenza…
Dicono che Mary se n’è
andata via…
L’hanno vista piangere
Correva nel buio di una
ferrovia
Sanno che scappava…
Quando hai trovato il coraggio di dire basta
Di fare quel folle gesto
Di cui ora vai orgogliosa…
Quando finalmente finì
tutto
Nessuno provò a fermarti
Dopo che tuo padre aveva
perso interesse per te
È stato facile scappare
È stato facile fuggire il
più lontano possibile
Da quella che per te non
era mai stata
Casa…
Notti di sirene in
quella periferia
Non bastava correre…
Si dice che di noi
tutti ha un po’ nostalgia
Ma lei se n’è andata
Mary
Forse ti sono mancati i tuoi compagni di sventura?
Tutti quei volti segnati
dalla sofferenza
Esseri senza nulla
Nemmeno padroni del
proprio corpo…
A cosa hai pensato mentre
scappavi
Correndo a perdifiato
lungo il pendio irto di rovi
Incespicando nell’emozione
di vedere che tutto era finito
E cercando di non
reprimere il dolore
Per convincersi che quello
non era un sogno
Ma la fine di un incubo…
Che cammina su sentieri
più scuri
Sta cercando sorrisi
sinceri
Oltre i muri di questa
città!
Mary…
Camminando su sentieri
più scuri
Sul diario segreto
scrivevi
“Quella bestia non è
mio papà…”
Una vita passata a chiedersi il motivo per cui fossi venuta
al mondo
Una domanda rimasta gelata
nell’aria
Per tutti questi anni…
Volevi davvero trovare
qualcosa per cui valesse la pena vivere
Ma hai sempre solo trovato
validi motivi
Per cui voler morire…
Ora
ripenso a quando mi parlavi in lacrime
Dicevi
questa vita non la cambio ma…
Ci
sto provando
Sto
pregando
Ma
sembra inutile
Quelle notti insonni
Negli
angoli più sporchi di quel mondo
Freddo,
Gelido…
E
chiedevi al cielo cosa avessi fatto per meritarti tutto questo…
E
abbracciandomi dicesti
“Tornerò!”
Ed ogni volta che incontravi qualcuno
che ti faceva un gesto gentile
Ti
schernivi
Non
ti capacitavi…
E
bruciavi dentro
Per
non poterli fermare e pregarli di prenderti con loro…
Gli
unici amici che avevi
Erano
i delinquenti messi in soggezione dalla tua forza immensa
Ma
non volevi legarti a nessuno
Temevi
i legami
Avevi
già sperimentato come anche quello che dovrebbe essere il più forte
Il
più indissolubile…
Fosse
in realtà fragile
E
falso…
Hey!
Guarda
c’è Mary è tornata in stazione
Sai
stringe la mano a due persone
Il
suo bel viso ha cambiato espressione
Com’è che ora il tuo volto è
raggiante?
Come
mai sul tuo volto è apparso un sorriso?
Ti
vedo spensierata
Tanto
da non riuscire nemmeno ad esprimere al meglio la tua forza…
Sorridi
senza una ragione apparente
La
tua voce ha ora dei tratti molto femminili
Il
tuo sguardo è così dolce…
E
nessuno si rende conto che è solo per lui che sei cambiata
E
sul tuo viso splende il sole
Illuminandolo
della luce di cui non hai mai potuto brillare…
Senza
più gocce di dolore ora la bacia il sole
Bacia
il suo uomo e la bimba nata dal suo vero amore
Sembri proprio una donna innamorata
Un
essere umano alla prima cotta
Quasi
non ti riconosco
La
grande Mukuro…
La
gelida Mukuro…
La
spietata Mukuro…
Regina
degli spettri…
Come
sei cambiata
Ed
è bastato solo uno spettro
Con
neanche il decimo della tu forza a farti perdere la testa…
Lo
segui con lo sguardo
Innamorata
e con lo sguardo perso ogni volta che lo vedi sorridere…
Arrossendo
ogni volta che ti parla…
Come
sei cambiata…
Con
quel suo sorriso che dà senso a tutto il resto
Protetto
Da
un mondo sporco che ha scoperto troppo presto
Come rinascere ad una nuova vita
Completamente diversa
Come dimenticare, per il
tempo in cui ti è accanto,
Tutto quello che hai
patito…
Le atrocità e il dolore di
quegli anni di inferno
Svaniscono come per magia
se senti il calore dei suoi occhi di rubino
Scaldarti dentro
E per un attimo puoi
pensare ad altro che non sia come morire…
Ha
un’anima ferita
Un’innocenza
rubata
Sa
che è la vita non una fiaba
Ma
ora Mary è tornata
È
una fata!
Non volevi farti illusioni
Non
volevi innamorarti per non essere di nuovo ferita
Da
una persona che non ti merita
E
che nonostante tutto ha il privilegio di starti accanto…
Avevi
imparato a tue spese come può essere dura e spietata la vita
Credevi
che non esistesse il principe azzurro
O
perlomeno che non ci fosse per te…
Poi
quel ragazzino
Rinnegato
e rifiutato dai suoi cari come te
È
entrato nella tua vita
E
hai cominciato a ricrederti
Cammina
lenta
Ma
sembra che sia contenta
E
attenta
Una
sfida eterna aspetta
Ma
non la spaventa!
Sembrava così freddo e distaccato
Privo
di sentimenti…
Come
vi somigliavate!
Ma
tu eri preda dei languori ogni volta che anche solo lo si nominava
Mentre
lui ti sembrava indifferente…
Soffrivi
in silenzio
D’altronde
cos’era un amore non corrisposto per te?
Nulla
in confronto a quel che avevi passato
E
ti rallegravi perché potevi almeno averlo accanto…
E
d’altronde suo padre ha smesso di vivere
Mary
fissa la sua lapide
Versare
lacrime è impossibile!
Poi quel giorno…
Era
il giorno del tuo compleanno,
Ti
ricordi?
Ti
ha fatto il regalo più bello che potessi aspettarti
Ti
ha regalato il suo affetto…
Ti
ha dimostrato come anche lui si fosse affezionato a te
È
stato in quel momento
Che
hai trovato la risposta alla domanda che era nell’aria dalla tua nascita
Hai
capito che volevi vivere
Vivere
per poter stare con lui
È
stato allora che hai cominciato a voler vivere per Hiei…
Si
chiedono
“Ma
è Mary quella in fondo alla via?”
è
riuscita a crescere
Tornata
con il giorno in quella ferrovia
Fresca
di rugiada…
Parla
di sé Mary senza nostalgia
Stanca
ormai di piangere…
Lei
sa quanto dura questa vita sia
Ma
lei l’ha cambiata Mary!
E con lui accanto tutto è più
sopportabile
Anche
ricordare di quel che hai subito
Non
fa più così male…
Se
Hiei è con te
Non
ti fa più paura il ricordo dell’inferno in cui sei nata…
Hai
smesso di soffrire, Mukuro…
Ora
ricomincia a vivere
E
vivi la tua vita al meglio
Brillando
grazie alla luce dell’amore…
Camminando su sentieri
più scuri
Hai trovato sorrisi
sinceri
Oltre i muri di questa
città!
Mary…
Camminava su sentieri
più scuri
Sul diario segreto
scriveva
“Quella bestia non è
mio papà…”
Mary…