fu destino,caso, ironia, matematica certezza, fu un po di tutto nella sua timida tristezza,intorno ancora era buio e io. Solo. ancora abbastanza vivo da poter riconoscere quel luogo, quello stesso luogo in cui anni prima tirai su la mia ultima lacrima, in cui tutto ancora si teneva nel suo momentaneo equilibrio, in cui l'olezzo di sogno s'infrangeva contro l'asfalto grezzo. Io tremavo, né freddo, né paura, tremavo alla ricerca di chi mi fermasse, tremavo sperando che qualcuno mi sentisse.
camminavo e piangevo, piangevo e intorno il rumore della vita superava il dolore della morte. Chiusi gli occhi e respirai, Chiusi gli occhi e respirai, Chiusi gli occhi e respirai, fu un'attimo o forse tutt'ora fu la terra che moriva e il mondo che non sprofondava, fui solo, un claustrofobico chiuso in gabbia di cielo, camminavo e non ne uscivo, camminavo e niente più respiro.

Quel giorno chiusi gli occhi con la convinzione che fosse l'ultima volta.
Li riaprii ancora.. 
Lì riaprii e ne fui contento li riaprii e quando lo feci lei era li accanto.Non la conoscevo, non l'avevo mai vista prima. Mi svegliai e non ci furono sguardi non ci furono parole, mi alzai e l' abbracciai , non avevo forze, ma qualcosa mi permise di farlo e di farlo con fermezza, mi aggrappai lei, le mie braccia che le circondavano il corpo, i suoi capelli biondi che andavano contro il mio volto, gli occhi che si incrociarono, le mie lacrime che la bagnarono, l'incertezza, la timidezza e l'imbarazzo, la vita che per la prima volta non scappava il sole che quel giorno non saliva. 
Fu amore senza eros, fu amore tra le urla, fu amore senza carne, fu amore senza nulla.