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Autore: MelaChan    19/06/2013    0 recensioni
One shot in cui l'angst ed i Reichenfeels regnano sovrani, venuta in mente ascoltando Flowers For A Ghost di Thriving Ivory.
John ripensa a tutti i momenti passati con Sherlock ed alla sua attuale situazione mentale e fisica durante la sua assenza.
[Pairing: Johnlock]
[Genere: Drammatico, Romantico, Triste]
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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You disappear with all your good intentions
And all I am is all I could not mention


-Addio, John-

Cammino per la strada pensando ancora alle tue parole.

Avevi detto che saresti stato perso senza il tuo blogger e quegli sguardi, quelle attenzioni, quei baci mi avevano fatto credere che saremmo stati insieme per sempre. Sherlock Holmes e John Watson, l'unico consulente investigativo al mondo ed il suo assistente nonché unico amico. Ma poi è arrivato James Moriarty ed il Problema Finale. La tua arroganza ed il tuo egocentrismo ci hanno separati e tu sei sparito.

Sono come un fantasma, adesso. Non parlo, a malapena mangio, giusto per sopravvivere, non sorrido più, non ho più una vita. La signora Hudson, Molly, Lestrade e tutti a Scotland Yard si preoccupano di quello che sono diventato. Tuttavia non riescono a pronunciare la loro sentenza in mia presenza.

Sono solo. Di nuovo.


Like who will bring me flowers when it's over
And who will give me comfort when it's cold


Eravamo sempre insieme, tu ed io. Uno l'ombra dell'altro, ripeteva la signora Hudson. Ora ha smesso di pronunciare il tuo nome, come quasi tutti quelli che ti conoscevano. Alla fine la stampa ha prevalso, infangando il tuo nome. Ti chiamano falso, manipolatore, psicopatico, ma a volte mi viene voglia di urlare contro tutti loro e rivelare la mia, nostra, verità.

Eri la persona più vera che abbia mai incontrato, l'essere umano più umano ed il compagno di vita migliore che potessi desiderare. Eri sempre lì per me. Le fredde ed umide notti in cui la spalla mi torturava dolorosamente non chiedevo nemmeno se mi potessi dare un po' di sollievo. Lo facevi e basta. Mi stringevi al calore del tuo petto e massaggiavi e baciavi la cicatrice, fino a che non ci addormentavamo in quella posizione.

Ma ora posso solamente portare dei fiori anonimi sulla tua tomba, supplicandoti ogni volta di tornare da me ed alleviare le mie sofferenze. Ma vedo solamente i fiori appoggiati al freddo marmo della lapide, che mi osservano e mi sbeffeggiano.

I morti non ritornano, John, dovresti saperlo, sembrano dirmi.


You took a plane to somewhere out in space
To start a life and maybe change the world
See I never meant for you to have to crawl


Ti avrei seguito in capo al mondo, Sherlock, ma tu hai voluto affrontare Moriarty da solo. Voi due, su quel tetto di quell'ospedale davanti al quale cerco di non passarci nemmeno più. Volevi proteggermi, lo capisco solamente adesso.

Ma avresti potuto dirmelo, avrei potuto prepararmi. Ma credo che tu abbia voluto che io non sapessi. Forse c'è un qualche piano sotto tutto questo. Avresti potuto parlarmene, come facevi di ogni minimo problema o preoccupazione che ti affliggeva. Non ti avrei ostacolato, so che provare a metterti i bastoni tra le ruote equivaleva ad una settimana di dormite sul divano ed ad una costante alzata del tuo dannato sopracciglio.


No I never meant to let you go at all
Don't ever say goodbye


Di un fatto sono tremendamente arrabbiato con te. Non mi hai lasciato la possibilità di oppormi e di cambiare le tue decisioni. Anche se sapevo che sarebbe stato inutile, ci avrei provato. Almeno non mi sentirei questo enorme peso all'altezza dello stomaco che mi attanaglia costantemente.

Non volevo lasciarti andare. Non volevo che ti allontanassi da me, non te lo avrei permesso, Sherlock. Non ti avrei nemmeno permesso di dirmi addio, ma gli eventi mi hanno stravolto ed ero così piccolo.


See my head aches from all this thinkin'
Feels like a ship God, God knows I'm sinkin'


Non ho più una vita. Non ho più la possibilità di tirare avanti, di provare a ricominciare. Senza te nulla è come prima. Noioso, stupido, irrilevante. Brucia vedere come il mondo intorno a me continui a girare nonostante il mio mondo fossi tu.

Pensarti mi provoca dolori lancinanti, allo stomaco, alla testa, ovunque. Ho provato a non pensarci, a non pensarti, ma è inutile. Sei un punto fisso nella mia esistenza, una presenza costante e sempre pronta ad irrompere sulla mia strada. Ad un incrocio, dietro l'angolo, sul posto vuoto accanto al mio sul taxi, in riva al mare.

Avevi sempre detto di voler vedere il mare. Io, scherzando ma anche no, ti rispondevo che quando saremmo diventati troppo vecchi per i casi, ci saremmo trasferiti in una località marittima. Ed a quel punto tu facevi una smorfia a cui non potevo assolutamente resistere e mi bollavi come un sentimentale, io ridevo e tu sorridevi, chinandoti a baciarmi il mento.

Dopo la tua morte solamente una volta mi sono permesso un giorno libero dal lavoro per andare al mare. Sono rimasto sulla riva, seduto a specchiarmi nelle acque chiare. Non ho resistito un'ora. Mi ricordava troppo i tuoi occhi, nei quali annegavo ogni volta che i nostri sguardi si incontravano.


Wonder what you do and where it is you stay
These questions like a whirlwind, they carry me away


I tuoi occhi. Non mi è possibile dimenticarli. Non me lo permetterei. Anche se ogni volta che chiudo le palpebre eccoli lì, appaiono e mi perseguitano dolcemente, senza lasciarmi dormire.

Non dormirei comunque, ho troppo a cui pensare. Se esiste una vita dopo la morte e se tu sia lo stesso anche lì, se tu stia dando fastidio anche di là o se sia migliorato. O se tu fossi ancora vivo, in un qualche modo, da qualche parte. Cosa staresti facendo, cosa staresti pensando, se nel tuo Palazzo Mentale abbia qualche ricordo di me e dei nostri momenti insieme.

Io credo nei miracoli. E credo in quello che tu possa, un giorno, tornare da me.


Who will bring me flowers when it's over
And who will give me comfort when it’s cold
Who will I belong to when the day just won't give in
And who will tell me how it ends and how it all begins


I giorni passano, poi le settimane, quindi i mesi, ed infine gli anni. Tre anni, Sherlock. Sono passati tre anni da quel maledetto giorno. Tre anni in cui ho portato ogni due giorni fiori freschi sulla tua tomba, parlandoti per ore fino a che il custode non mi dice che stanno chiudendo. Fred, si chiama, il custode, una persona simpatica anche se dalle tracce di terra sulle sue unghie non i fiderei molto di lui.

Mi hai insegnato molte cose, Sherlock, ma non a distaccarmi dalla sfera emotiva. Continuo ancora a sentire freddo ed a sentirmi freddo. E perso. Durante le mie sempre più frequenti passeggiate mi ritrovo a guardarmi intorno spaesato, le mie gambe che mi hanno portato in luoghi a noi famigliari, i nostri luoghi. Quelli in cui di solito ci fermavamo e ci sdraiavamo da qualche parte, a volte anche l'uno sull'altro. Contatto umano, era quella la cosa di cui avevi più bisogno. E di qualcuno che ti ascoltasse senza giudicarti, che ti ascoltasse quando raccontavi le tue giornate o le tue avventure. Non mi stufavo mai di ascoltarle. Specialmente di quella in cui un uomo sovrappeso incontrava un amico che non vedeva da molto tempo e lo aiutava a trovare casa dopo che una pallottola gli era finita nella spalla. L'amico era un soldato e zoppicava vistosamente, forse era stato questo tratto a preoccupare l'uomo sovrappeso a decidere di aiutarlo. Quello stesso giorno fece incontrare il suo amico con un uomo, e da lì nacque tutto. Adoravo quella storia.

Ma odio quella che mi racconti nelle mie allucinazioni. Quella di un maniaco e di un uomo, costretto ad uccidersi per salvare i suoi amici. Mi fai piangere sempre. Fortunatamente quella storia finisce presto, ma poi tu sparisci dicendomi addio e io mi ritrovo nuovamente solo con i miei fantasmi.


Don't ever say goodbye


No, non so se potrò mai perdonarti. Mi hai abbandonato. Da solo.

Pensavi che con un addio tu avresti potuto cancellarti dalla mia vita come un soffio. No. Non ci avevi pensato bene. Non avevi pensato alle conseguenze che il tuo gesto avrebbe portato.

Sono di nuovo solo.

E sto morendo lentamente.


I'm only human


Chiamami sentimentale, chiamami esagerato, ma è esattamente come mi sento. Sono perso. Il mondo ha perso i suoi colori. Non gira più. Le persone si rivelano tutte fredde e calcolatrici, false. Sono di nuovo solo.

Sono solo un essere umano su cinquantadue miliardi. La mia vita è solo una come tante altre. Irrilevante.

I'm only human


Da piccolo chiedevo spesso a Harry se si potesse morire di solitudine o di dolore. Lei mi sorrideva e mi rispondeva tristemente di sì. Poi mi prendeva in braccio, portandomi una cioccolata calda e dicendomi che non sarei mai rimasto solo a questo mondo. Ma poi sono cresciuto, è cresciuta, e niente mi teneva più compagnia della mia stessa solitudine. Le notti nell'esercito sono dure e silenziose, ma era proprio quello ciò che desideravo, potermi chiudere in me stesso e là nessuno mi chiedeva perchè.

Ma tu hai stravolto tutto, come tuo solito. Hai dato luce e colore alla mia esistenza. Quei lunghi discorsi che facevamo e i numerosi momenti in cui stavamo uno accanto all'altro, godendo l'uno della presenza dell'altro, erano magici e caldi. Non finivi mai di scusarti per la tua vecchia convinzione di non avere amici. Ma io ti avevo già perdonato perchè ti capivo come nessun altro.

La tua solitudine forzata era un'arma di difesa, per te.

Ora tutto ciò che desidero è vederti sulla poltrona di fronte alla mia, sentire le tue dita intrecciate alle mie, scorrere le mie labbra sul tuo collo o sulla tua schiena beandomi dei brividi che ti provocavo.

Voglio di nuovo te e solo te, con tutti i tuoi problemi che automaticamente diventavano anche i miei. Voglio il mio Sherlock.


I'm only human


Sono solo un essere umano. Solo, scarno, scontroso. Mi evitano tutti a lavoro, visto che vogliono sempre strapparmi qualche rivelazione su di te e io a volte mi limito ad osservarli facendogli capire di allontanarsi e a volte esplodo, sputando tutto quello che penso. Quindi Sarah mi sorride stancamente, capendo quello che provo, e mi rimanda a casa.

Anche oggi è successo. Mi hanno domandato se mentivi anche sulla tua identità. Questa volta però non mi sono trattenuto a lanciare un vassoio della mensa al mio interlocutore. Mentre salgo le scale di casa penso che potrei rischiare una denuncia, ma penso mi abbiano rivolto quella domanda principalmente per scherno, sono diventato lo zimbello dell'ospedale. Saluto sommariamente la signora Hudson, che mi offre gentile qualche biscotto ed una tazza di tea, ma rifiuto sentendo le lacrime riaffiorare. Riconosco la ricetta dei biscotti che mi offriva sempre dopo le sporadiche volte che litigavamo. Infilo le chiavi nella serratura ed apro la porta di casa. Trovo un foglietto sulla mia poltrona e lo apro.

Lo lascio cadere svolazzando per terra, mentre il fiato mi si ferma in gola.


Continua a credere, John.

SH










NOTE DELLO SPELACCHIOTTO

Buongiorno! Mi scuso per questa storia, ma è uscita così! Spero di non provocare conati a nessuno o, nel 'migliore' dei casi, lacrime e pianti vari.

La canzone, a mio parere magnifica, è Flowers For A Ghost di Thriving Ivory, di cui consiglio vivamente l'ascolto e credo contenga già di per sé un sacco di Reichenfeels.

Ringrazio chiunque sia arrivato alla fine senza il desiderio di lanciarmi contro qualcosa e chiunque voglia lasciare un commento :) Ringrazio anche le mie magnifiche editor, e la mia beta fissa, NCSP, che mi ha obbligata tramite un cellulare a scrivere questo scempio <3

  
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