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Autore: BadAngelAmelie    03/01/2008    1 recensioni
Lo sò che Natale è già passato da un pezzo....ma meglio tardi che mai. "Fra poco inizieranno le vacanze di Natale, il periodo dell’anno che mi mette addosso più malinconia, penso di essere uno dei pochi ad odiare queste vacanze, perché vacanze vuol dire niente lavoro…. Niente lavoro significa tanto tempo libero…. Che è uguale a troppo tempo per pensare e perdersi nei ricordi…" ...BUONA LETTURA...
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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spiacente

Con questa Original ho partecipato ad un contest su yaoi hearts…..niente di speciale perché alla fine abbiamo partecipato solo in 2 ma comunque ho vinto e spero vi piacerà…buona lettura e perdonatemi eventuali errori di ortografia, l’ho riletta di fretta perché devo andare via…grazie e COMMENTATE….

°Bad.Angel.Amelie°

LA MAGIA DI NATALE…

Fra poco inizieranno le vacanze di Natale, il periodo dell’anno che mi mette addosso più malinconia,  penso di essere uno dei pochi ad odiare queste vacanze,

perché vacanze vuol dire niente lavoro….

Niente lavoro significa tanto tempo libero….

Che è uguale a troppo tempo per pensare e perdersi nei ricordi…

Per questo ho deciso di non sfruttare le mie vacanze estive, ho lavorato come un matto anche mentre c’erano 45° all’ombra.

Ma ora non posso più fuggire, oggi il capo mi ha informato che durante le vacanze invernali non potrò lavorare, sono in vacanza forzata.

Testuali parole: “Tutti hanno un minimo di vacanze obbligatorie da farsi…faranno bene sia a te che al tuo rendimento lavorativo”….MA STIAMO SCHERZANDO!!! Ma da che mondo e mondo una persona può essere obbligata a non lavorare, tutti dovrebbero desiderare di avere dei lavoratori come me, instancabili e sempre pronti a fare straordinari ed a sacrificare le proprie vacanze, ma no, questo loro non lo capiscono.

Questa bruttissima notizia è stata solo la ciliegina sulla torta di una mattinata terrificante.

Sto tornando giusto ora dal lavoro, e volete sapere come?!    IN AUTOBUS, perché questa mattina la mia macchina ha deciso di fare i capricci e di non partire, quindi mi è toccato prendere i mezzi pubblici.

Ho rischiato seriamente di ibernarmi mentre aspettavo alla fermata, stretto nel mio cappotto con la sciarpa fino al naso.

Mi sono pure incantato a guardare i ragazzi che erano lì con me, zaino in spalla, pronti ad un’ altra giornata di scuola.

Ridevano e scherzavano tranquillamente, senza tener conto del freddo polare che li circondava.

Ma ecco quel senso di malinconia e nostalgia che riaffiora, ormai sono diventato bravo a reprimerlo, ma in momenti come quelli mi è impossibile riuscirci…quanto è passato dalla fine della scuola? 3 anni e 6 mesi più o meno.

I 3 anni e 6 mesi più lunghi di tutta la mia vita.

Dicono che dopo il compimento dei 18 anni il tempo voli, forse questo vale per gli altri, ma non per me, fatta eccezione per l’anno tra i 18 e i 19; ma come si suol dire, quando si è felici il tempo vola, e quello è stato sicuramente l’anno più bello di tutta la mia vita, quindi vi lascio solo immaginare la rapidità con cui è volato via.

A distogliermi da quei ricordi belli ma dolorosi fu l’arrivo del tanto agognato autobus, che guarda caso era stra pieno, ottimo modo per continuare la mattinata, stritolato tra una marea di persone, in modalità sardina.

Scendere da quell’inferno con le ruote fu una vera liberazione, ma l’impatto col freddo esterno mi rovinò maggiormente l’umore.

Se a questa avventura mattutina aggiungiamo un caffé caldo sulla camicia appena stirata e la splendida notizia del capo potere capire in che stato è il mio self-control, potrei linciare il primo che osa spintonarmi.

 

____-°-____

Il viaggio fino a casa per fortuna è stato tranquillo, entrato ho subito gettato la valigetta sul tavolo, e senza neppure degnare di uno sguardo il frigorifero mi sono diretto in bagno per una lunga doccia bollente, ho estremo bisogno di rilassarmi e di scacciare via questa terribile mattinata dal mio corpo e dalla mia mente.

Ho sparso i vestiti per la casa fino al bagno dove trovandomi già nudo ho dovuto solo accendere l’acqua.

Sento l’acqua che dai capelli mi scorre per tutto il corpo, le gocce mi percorrono la guancia, fino al collo, poi la clavicola ed infine scivolano sul mio petto, giù, sempre più giù, una dopo l’altra.

In calore e il vapore mi stanno annebbiando i sensi, mi sento perso in un mondo parallelo dove ci siamo solo io e i miei sogni, sento ancora le goccioline ma ora non sono più semplici gocce d’acqua, sono altro, dita che mi percorrono il corpo accarezzandomi lascivamente.

Inclino la testa all’indietro permettendo all’acqua di cadermi direttamente sul collo, trasmettendomi calore, come se qualcuno mi stesse baciando.

Preso da questi pensieri ho portato una delle mie mani ad accarezzarmi, lo faccio piano, lentamente, sento il piacere che si avvicina, ma un’immagine si visualizza nella mia mente, lui che non riesco a scordare, nel momento stesso in cui associo quel viso a ciò che sto facendo mi blocco, spalanco gli occhi e allontano la mia mano lasciando il mio piacere insoddisfatto.

Non è possibile, l’ho fatto ancora, devo smetterla, sono anni che me lo ripeto ma non ci sono ancora riuscito.

A volte riesco ad allontanarlo dai miei pensieri per un po’, ma lui ritorna prepotentemente.

Come posso dimenticare quei momenti fantastici che abbiamo vissuto insieme?ogni attimo con lui era la cosa più bella che mi potesse accadere, ma ora lui non c’è…se né andato ormai e io devo farmene una ragione, devo reagire, non posso continuare a piangermi addosso, è stato lui a lasciarmi, bene!...tanto peggio per lui non sa che si è perso.

Ho sprecato 3 anni della mia vita, ma ora basta, sono una persona nuova, ho bisogno di svagarmi, fare qualcosa di diverso, e questa vacanza forzata cade proprio a fagiolo, dovrò pensare bene a qualcosa, organizzare delle uscite o delle gite con gli amici….

A bloccare questi miei viaggi mentali, che mi vedevano già in qualche locale notturno ubriaco fradicio, fù il trillo del mio cellulare, che mi avvisava dell’arrivo di un messaggio:

          “Ho saputo della vacanza forzata e ho una proposta da farti…per Natale io e gli altri pensavamo di aggregarci ad una comitiva ed andare in Irlanda….che te ne pare?Vieni anche tu dai che ci divertiamo!!!”

Alla parola “Irlanda” mi si era formato un nodo alla gola…ma è possibile che fra tutte le destinazioni possibili proprio quella dovessero scegliere?!?!?!

Proprio lì dove io e lui saremmo dovuto andare per festeggiare il nostro primo Natale e Capodanno da diplomati, sarebbe dovuto essere il nostro primo viaggio insieme da soli, il nostro primo anno insieme…una data importante…tutte le nostre date importanti sono sempre state legate in qualche modo al Natale, anche quelle più tristi.

Fu proprio una settimana prima del Natale di 3 anni fa che lui mi lasciò; 5 giorni prima della partenza per il nostro viaggio, quello che organizzavamo da 6 mesi, dalla fine della scuola.

Ecco un'altra ondata di malinconia che mi assale,ma basta, mi ero ripromesso che non mi sarei più abbassato a stare male per lui, mai più, così decido su due piedi di accettare la proposta…andrò con loro in Irlanda, quale modo migliore per inaugurare la mia nuova vita se non quello di andare nel luogo che più me lo ricorda e dirgli addio, o meglio, un’ addio simbolico con quella terra lontana come unico testimone.

        “Perfetto!!! Allora prepara le valige perché si parte fra 2giorni…”

La risposta è fulminea, 2 giorni!?!?!?...devo assolutamente iniziare a preparare i bagagli, farà freddissimo e io mi dovrò munire di una quantità industriale di vestiti caldi se non vorrò morire di freddo, oltretutto sono abbastanza freddoloso in caso qualcuno non l’avesse ancora capito…

Estraggo la valigia dal fondo dell’armadio e comincio a vuotarci dentro interi cassetti di maglioni e dolcevite, per fortuna mi riprendo in fretta, bloccandomi con un pacco di maglioni tra le braccia, non mi metterò mai tutta ‘sta roba; “selezionare” ecco la parola chiave, comincio a rimettere le cose al loro posto, lasciando fuori solo ciò che mi sembra più caldo e adatto al viaggio.

Sotto un pile nero intravedo qualcosa di bordeaux…non ricordavo di aver nulla di quel colore, mi allungo e lo prendo; è un maglione, al tatto mi sembra  di cachemire, non ricordo di averlo mai comprato.

Ecco l’ennesimo flashback della giornata, certo che non riesco a ricordare quando e dove l’ho comprato, ovvio che non posso, era un regalo, un suo regalo per il viaggio, dopo la nostra rottura non avevo avuto il coraggio di buttarlo e quindi l’avevo nascosto lì, per poi dimenticarmene completamente.

Mi sto seriamente chiedendo se il mondo oggi abbia deciso di giocarmi una serie di brutti scherzi per prendersi gioco di me.

Prendo il maglione e lo butto nel cestino, quella che avevo deciso di dare alla mia vita era una svolta, e sbarazzarsi di quel regalo è un altro passo avanti, forse la vita cerca invece di darmi una mano ma io non me n’ero ancora accorto.

Ho finito di selezionare i vestiti, la valigia è pressoché pronta, restano da comprare alcune cose che mi procurerò nei prossimi giorni con un po’ di shopping; mancano 2 giorni all’inizio delle mie vacanze e 2 giorni alla partenza, ho tutto il tempo per essere pronto, e lo sarò sia mentalmente che materialmente.

Decido infine di andare a dormire, la giornata è stata alquanto e stressante, ho bisogno di ricaricarmi completamente con un lungo sonno se voglio arrivare pronto alla partenza.

Sento qualcosa suonare, ah certo è la mia sveglia, allungo il braccio e la spengo per poi tornare a nascondere la testa sotto il cuscino, lui mi scherzava sempre per questa mia abitudine, la trovava divertente….ma che diavolo sto pensando?!?!?! Basta ho deciso di smetterla.

Mi alzo svogliatamente, sposto le coperte e in 20 minuti sono pronto ad uscire, il meccanico mi ha riportato la macchina quindi ma siedo al volante e accendo il riscaldamento, odio guidare con le mani gelate quindi ogni mattina prima di partire aspetto che l’abitacolo si sia scaldato per bene.

La strada non è trafficata e arrivo al lavoro in un quarto d’ora; non faccio a tempo a scendere dalla macchina che mi sento chiamare.

È Jake il ragazzo che ieri sera mi ha mandato quei messaggi, lo saluto amichevolmente e ci avviamo insieme; è un ragazzo molto simpatico ed estroverso, e fa parte del nuovo gruppo che frequento ormai da un po’, guarda il caso proprio da 3 anni.

-Ehi sono felicissimo che tu abbia accettato l’invito, vedrai che ci divertiremo tutti insieme e poi l’Irlanda è bellissima in questo periodo-

Come se non lo sapessi.

-Eheh grazie per avermelo proposto, dopo il tuo messaggio ho cominciato subito a fare le valige, ma mi mancano ancora alcune cose-

-Se vuoi oggi dopo il lavoro potremmo andare insieme a fare un po’ di shopping, anche io devo cercare qualcosa-

-Se non ti è di troppo disturbo-

-Ma che ma che…nessun problema, sarei dovuto andarci comunque-

-Ok allora c vediamo qui fuori finito di lavorare-

-A dopo-

Ci salutiamo e ci dirigiamo nei rispettivi uffici, la mattinata passa veloce, e così anche il primo pomeriggio.

Finito il mio turno mi dirigo svelto verso l’uscita, per non rischiare di farlo aspettare, e lo trovo già lì, pronto ad un pomeriggio per negozi.

-Questo è perfetto, e che ne dici di questo?-

Siamo al terzo negozio ed io non ho ancora trovato nulla di mio gusto, lui invece non sembra neppure interessato a cercare ciò che gli serve, anzi, continua a propormi maglioni e magliette di diversi tipi e colori.

Ho la netta impressione che a lui non serva nulla, i miei sospetti erano fondati, ci stà evidentemente provando con me.

E perché non lasciarlo fare? Era da un po’ che non mi sento così bene e coccolato, ne avevo proprio bisogno, che c’è di male, lo sto solo fruttando un poco, ma chi dice che non riesca a ricambiarlo prima o poi?!

In fondo non sarebbe una cattiva scelta, è dolce e divertente, e sicuramente non è il tipo che ti abbandona prima del viaggio che avete organizzato insieme e senza un valido motivo, per poi sparire nel nulla come se non fosse mai esistito.

-Ehi che hai? Ti sei incantato? Dai vieni che andiamo a pagare e poi ci chiudiamo in un bar a bere una tazza di caffé bollente!-

Mi sono, per l’ennesima volta, perso nei miei pensieri, gli sorrido e lo seguo verso la cassa.

___-°-___

Sono esausto, dopo lo shopping siamo andati a mangiarci una pizza e abbiamo parlato del più e del meno.

A fine serata abbiamo finito gli argomenti di discussione, allora ci siamo dati alle critiche verso i nostri superiori.

Era da tanto che non mi sentivo così bene, così leggero; è stata una bella serata, e devo ringraziare solo lui per questo.

___-°-___

È finalmente arrivato il momento di partire, l’aereo decollerà fra un’ora e io sto aspettando il taxi che mi porterà all’aeroporto; ho passato tutto il pomeriggio disfando e rifacendo la valigia per essere certo di non dimenticare nulla.

Dopo la 13^ volta ho finalmente deciso che c’era tutto, quindi ora stò concludendo la mia preparazione psicologica al viaggio, sono sicuro della mia scelta, e non ho nessuna intenzione di tornare indietro.

Ecco il taxi, scendo in strada, e preso posto sul mezzo comunico all’autista la destinazione; le strade sono libere e in meno di mezz’ora siamo arrivati.

Trovo subito tra la folla i miei amici, con loro ci sono un’altra decina di persone che non conosco, mi salutano e subito mi avvertono di un cambio di programma.

La compagnia aerea ha avuto qualche problema, quindi saremo costretti a dividerci in due gruppi, il secondo dei quali partirà non prima di 2 ore.

Noi siamo nel primo gruppo, mentre quelli del secondo hanno deciso di approfittarne per andare a cenare in un ristorante lì vicino.

Ci imbarchiamo e saliti sull’aereo scopro che “casualmente” il posto accanto al mio è occupato da Jake, l’aereo decolla e dopo esserci scambiati qualche parola quello si addormenta, lasciandomi solo coi miei pensieri.

Non voglio pensare che questo viaggio l’avrei dovuto fare 3 anni fa, non voglio pensare che accanto a me ci sarebbe dovuto essere qualcun altro, ma è più forte di me.

Sospiro e mi passo una mano sugli occhi:

-Ne vuole una?-

Mi volto sorpreso, l’uomo seduto dall’altra parte dello stretto corridoio mi stà offrendo un sacchetto con delle caramelle e mi sorride bonario.

Gli sorrido cordialmente e declino l’offerta.

-Anche lei fa parte della comitiva vero?-

Lo guardo un po’ stupito:

-Si, ma come fa a saperlo?-

-L’ho vista quando è arrivato-

-Ah ecco…-

-è la prima volta che viene?-

-Si-

-Le assicuro che sarà un Natale indimenticabile…l’Irlanda in questo periodo è bellissima-

-Non è il primo che me lo dice-

-E non sarò neppure l’ultimo…ehehe-

-Penso anche io-

Era un uomo sulla quarantina, brizzolato e dall’aria simpatica.

-Io ormai sono più di 7 anni che passo il Natale in Irlanda, è diventata una specie di tradizione per me, e ogni anno ho la possibilità di conoscere gente nuova, sai, nessuno resista più di un’ anno o due oltre a me e ad un altro ragazzo. Avrà all’incirca la tua età, e da 3 anni a questa parte passa le feste come me, l’unica differenza è che, mentre io adoro festeggiare la notte di Natale in compagnia, lui preferisce isolarsi da tutti e passeggiare fino al mattino. È un tipo di poche parole, solo l’anno scorso sono riuscito a farlo parlare di sé, mi ha raccontato di aver abbandonato l’amore per paura di rovinarlo, diceva che era tutto troppo perfetto, e lui non si sentiva all’altezza, aveva paura di sbagliare e distruggere quella perfezione facendo soffrire la persona che tanto amava. Ma ora smettiamola di farci i fatti altrui e raccontami un po’ di te-

Parlammo per il resto del viaggio, mi spiegò come arrivare alla scogliere a altre piccole cose che aveva scoperto su quel posto in anni di esperienza, io gli raccontai molto sommariamente la mia vita senza soffermarmi sulla mia storia d’amore conclusa.

Ad interrompere i nostri discorsi fù l’altoparlante che ci avvisava del vicino atterraggio , stavo per svegliare Jake, ma prima di farlo mi restava ancora una cosa da fare, mi girai nuovamente verso il mio nuovo amico e gli domandai:

-Ma il ragazzo di cui parlavamo prima…quest’anno non c’è?-

-No no certo che c’è, l’ho visto all’aeroporto, solo che è stato smistato nel secondo gruppo, lo vedrai questa sera se sarai fortunato-

Non sò perché la cosa mi interessasse così tanto, forse perché in parte mi sento molto simile a lui, siamo entrambi qui per problemi di cuore.

Svegliato Jake e scesi dall’aereo cercammo il pulmino che ci avrebbe portati fino all’albergo.

Viaggio veloce e arrivo immediato; il posto è fantastico, la neve copre tutto, dandogli quell’aria magica.

Le camere sono singole ed immense, saluto gli altri e ne approfitto per farmi un bagno ristoratore dopo le ore passate volando.

Il bagno è un vero toccasana e uscito non mi prendo neppure la briga di rivestirmi, mi butto sul letto con l’intenzione di riposare gli occhi per alcuni minuti…..sè…..alla faccia dei pochi minuti.

A svegliarmi dopo non so quanto tempo è l’insistente bussare alla porta:

-Ehi ma ci 6?-

Mi sfrego gli occhi e mi decido a rispondere:

-Si scusa mi ero addormentato- apro la porta e mi trovo davanti Jake vestito di tutto punto:

-Che ci fai ancora in accappatoio? Ahi deciso di festeggiare conciato così la notte di Natale?-

Gli faccio una smorfia:

-Aha molto divertente-

Lui per risposta scoppia a ridere:

-Forza preparati…noi ti aspettiamo giù, e guarda che non ci faremo nessuno scrupolo a finire tutta la roba da mangiare e da bere se non ti sbrighi a scendere.-

Lo saluto e chiudo la porta per poi andare a tirare fuori qualcosa di pulito dalla valigia.

In dieci minuti sono pronto e raggiungo gli altri nella sala destinata ai festeggiamenti; l’atmosfera che si respira appena arrivati è molto invitante e accogliente, le persone parlano tra di loro come se si conoscessero da anni, questo è lo spirito del Natale.

Sento il mio stomaco brontolare e decido di fare una puntatine al buffet prima di trovare i miei amici, mi dirigo verso il lungo tavolo ricoperto di ogni tipo di pietanza, e lì incontro l’uomo che ho conosciuto sull’aereo:

-Salve, anche lei sente il richiamo dello stomaco?-

-Eheh…e come resistergli, quando quello chiama non ci si può certo tirare indietro; ah approposito, mi spiace per te ma sei sceso tardi, lui è già andato via, non lo potrai incontrare prima di domani mattina.-

-Pazienza, dovrò trattenere la mia curiosità ancora per un po’-

Ridiamo e scherziamo per una mezz’oretta, poi vengo richiamato dai miei amici, ma mi sento un po’ deluso, avrei voluto vedere quel ragazzi di cui l’uomo mi ha parlato tanto.

La serata stà andando a gonfie vele, ma io sò che ho ancora un compito da portare a termine, questo non è più il mio posto, devo allontanarmi da tutti e dire definitivamente addio al mio amore.

Prendo cappotto e sciarpa, e senza dire niente agli altri esco.

La temperatura esterna deve essere sotto lo zero, ho freddo ma sono deciso a non tornare indietro,cammino seguendo il sentiero che l’uomo mi aveva indicato e, come da lui detto, mi ritrovo ad un bivio; da una parte la scogliera, e dall’altra un paesino.

Mi ci vuole poco a decidere, prendo per la scogliere, quale posto migliore per ciò che voglio fare?

Il sentiero non è asfaltato e la neve fresca che lo ricopre mi si attacca al fondo dei pantaloni e alle scarpe, gli alberi attorno a me cominciano a diradarsi e inizio a sentire il rumore delle onde in lontananza.

Ecco finalmente il mare, mi trovo sul limitare della scogliera, sotto di me l’acqua nera sbatta prepotentemente sulle rocce; il cielo è fantastico, talmente limpido che riesco a vedere un milione di stelle, penso di non averne mai vista così tante tutte assieme.

Ad illuminare tutto c’è una splendida luna piena, talmente grande da farmi quasi credere di poterla toccare allungando una mano.

Faccio qualche passo indietro, il vento è molto forte e non vorrei mai perdere l’equilibrio e cadere.

Sposto lo sguardo sulla continuazione della scogliera, c’è una sagoma scura a poco più di 50 metri da me, non riesco a vederlo in faccia perché è girato di spalle, ma, come per esaudire un mio tacito desiderio, quello si gira.

Ora posso vederne il profilo e mi ci vogliono pochi secondi per realizzare la cosa, pochi secondi per riconoscere quei lineamenti famigliari, quel viso che avevo passato ore intere ad osservare mentre dormiva.

Quel viso che da 3 anni a questa parte sogno di notte non potendolo vedere durante il giorno.

…Daniel…

Il mio respiro si fa più affannoso, sento il cuore perdere un battito nel momento stesso in cui lo riconosco, per poi accelerare paurosamente, sono in piena crisi di panico, gli occhi mi pizzicano ma non voglio piangere, faccio qualche passo indietro ma inciampo su qualcosa e cado a terra.

Ti prego fa che non si sia accorto di nulla, ma niente, le mie preghiere non vengono ascoltate, lo vedo girarsi di scatto richiamato dal rumore della mia caduta.

Mi fissa per alcuni attimi, lo vedo strizzare gli occhi per mettermi a fuoco per poi spalancarli stupito…mi ha riconosciuto.

Silenzio…nessuno di noi due parla o osa muoversi, ci fissiamo negli occhi senza fare niente, poi le sue labbra si schiudono…una sola parola:

-…Cris...-

…il mio nome pronunciato a bassa voce da lui non è mai stato così bello…

Mi riscuoto da questo pensiero, devo scappare da lui, allontanarmi dal mio dolore, sono venuto per dirgli addio, non per stare ancora male.

Mi alzo e inizio a correre a perdifiato per il sentiero che conduce all’albergo.

Sto correndo da meno di 5 minuti, quando mi sento bloccare per un braccio, mi volto spaventato ed incontro i suoi bellissimi occhi; ho la vista annebbiata dalle lacrime, non mi ero neppure accorto di aver cominciato a piangere, in fretta mi asciugo con la manica del cappotto e lo guardo negli occhi.

Vedo benissimo che è confuso, probabilmente mi ha seguito istintivamente ed ora non sa che fare, mi stringe ancora il braccio, finalmente se ne accorge e mi molla.

Io non so che fare il mio cervello è nella confusione più totale, solo una domanda si fa largo tra il caos, la stessa domanda che ora le mie labbra stanno riportando ad alta voce:

-Perché?-

Lui inizialmente non risponde, mi guarda ancora fisso negli occhi; poi abbassa lo sguardo e sussurra:

-Scusa-

A quella parola io non resisto più, esplodo letteralmente sfogando su di lui tutta la rabbia che avevo accumulato in quegli anni, gli rinfaccio ogni singolo momento della mia vita che la sua sparizione ha rovinato, il suo scusa non mi basta, non sono delle spiegazioni, neppure allora era stato capace di dirmi il perché della sua decisione e aveva liquidato le mie domande con un semplice “scusa”…quanto ho odiato quella parola non lo so dire, una parola senza nessun significato specifico, troppo generale per essere usata al posto di una spiegazione.

Continuo ad urlargli contro fino a che la mia voce non diventa roca per in pianto e per lo sforzo,smetto di parlare e mi lascio travolgere dal pianto; poi due braccia mi stringono forte in una calda stretta, appoggio il viso nell’incavo del suo collo e mi libero di ogni lacrima che ho trattenuto in questi anni.

Il pianto si calma un po’, il mio respiro torna abbastanza regolare, sento la sua stretta aumentare e il suo cuore battere forte.

-Scusa di non essere stato capace di darti spiegazioni, scusa per averti abbandonato, scusa per non aver mantenuto la mia promessa di venire in Irlanda con te…-a queste scuse ne seguirono molte altre, si stava scusando per ogni singolo momento in cui mi aveva fatto soffrire.

-Ho avuto paura, ecco il motivo per cui sono scappato, paura del nostro amore, paura di non essere alla tua altezza, paura di farti soffrire, pensavo di fare la cosa giusta allontanandoti da me, ma ho sbagliato tutto, sono stato un vero idiota a credere di poter stare lontano da te, non ho mai smesso di amarti e mai lo farò, sei tutta la mia vita, ti prego perdonami.-

Mentre parlava altre lacrime avevano cominciato a scorrermi sul viso, ma queste erano lacrime di gioia, di sollievo…lui mi amava, non mi aveva mai preso in giro quando me lo diceva, era tutto vero, ogni attimo felice era vero.

So cosa devo fare, e ne sono più che sicuro, sollevo la testa e lo guardo negli occhi, è preoccupato per la mia reazione glielo posso leggere in faccia, sorrido e gli butto le braccia al collo baciandolo.

Rimane interdetto per alcuni secondi, ma quando realizza cosa stà succedendo risponde al bacio e mi stringe forte a se.

Il nostro è un bacio dolce e scatenato dal bisogno che abbiamo l’uno dell’altro.

Si stacca lievemente da me e a fior di labbra mi sussurra:

-Grazie-

Lo amo, e d’ora in poi non voglio più separarmi da lui.

___-°-___

E se non avesse accettato di partire?...e se quella sera fosse rimasto in albergo?....e se avesse preso l’altro sentiero?....e se avesse ceduto al freddo tornando sui suoi passi?...e se e se e se….tanti se…ma la magia di Natale non ne tiene conto…si sa, quella notte tutto può accadere, anche la cosa più improbabile…BUON NATALE A TUTTI…

°Amelie°

  
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