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Autore: SeelLith    19/06/2013    1 recensioni
Questi sono dei pezzi della storia visti dalla prospettiva di Cato, è incentrato sui suoi pensieri e sui suoi sentimenti, quindi anche su cose che nel libro o nel film non ci sono.
La storia non è seguita alla perfezione, solo gli avvenimenti e le linee principali, ma certe cose non sono uguali.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Clove, Lux , Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cato's Feelings.

 

Part I. - The Cornucopia (bloodbath).

 

Sono saliti tutti dai tubi. Stiamo qui, a fissarci, come prede impaurite che aspettano la loro imminente morte.
Ho sempre pensato che in questo momento mi sarei sentito molto più al sicuro nella mia forza e nelle mie abilità.
Ma ora sono quasi spaventato.
Sono in piedi e fisso altri ragazzi come me. No, non del tutto come me: loro non hanno deciso di venire qui, li hanno obbligati.
Sono tutti visibilmente spaventati mentre aspettano con paura il momento in cui l'orologio sulla Cornucopia si azzeri e che la loro vita finisca per mano di qualcun altro, che ha preso il pugnale più velocemente.
Marvel, il tributo del Distretto 1, è tranquillo. O almeno esternamente.
Sorride, e sembra attendere con entusiasmo il momento in cui potrà strappare brutalmente la vita di un altro tributo.
Posso sentire la pressione di questo momento: da una parte vedo tutte quelle facce spaventate, e non voglio che il tempo scada, non voglio essere costretto a ucciderli per vincere. Ma dall'altra parte voglio ucciderli tutti, per non morire, per essere considerato.
Poi c'è quella del 12. Katniss, credo. Quella che si è offerta per salvare sua sorella.
Credo di provare un certo rispetto per lei, per il suo atto di coraggio.
Lei sarà una delle più toste da battere.
Zero.
Quasi non me n'ero accorto.
L'orologio si è fermato.
Sto già corredo, alla ricerca di qualcosa che mi permetta di uccidere chi mi ostacola.
Ora è come se non sentissi più nulla, solo un grande vuoto, solo il silenzio e il rumore dei passi veloci di chi corre per salvarsi e di chi corre per uccidere.
Arrivo alla Cornucopia, riesco ad afferrare un Machete.
Un ragazzo poco lontano da me inciampa e cade.
Mi guarda negli occhi per un secondo, e riesco a leggere terrore e supplica.
Inizia ad indietreggiare, strisciando per terra, provando a sgusciare alla morte.
Mi avvicino camminando piano e gli arrivo davanti.
Lo guardo, ed esito. Lo voglio davvero uccidere? No. Ma devo farlo.
Devo ucciderlo per Capitol City e per ricoprire di gloria il mio Distretto.
In questo gioco ci sono solo due possibilità: o uccidi, o vieni ucciso.
Non voglio venire ucciso. Quindi mi rimane solo un'opzione. Diventerò un assassino. E' l'unica cosa che riesco a
pensare in questo momento.

Alzo le mani sopra la testa, sto per sferrare il colpo.
Tutto scompare mentre fisso il ragazzo negli occhi: sento solo i battiti accelerati del mio cuore e le urla di tutti i tributi vicino a me.
Le grida prendono il sopravvento e mi sopraffanno. Devo farle smettere in qualche modo, devo ignorarle, o non riuscirò mai ad abbassare la mano e a uccidere il ragazzo del 10.
Non mi supplica, sa già che non ha scampo.
Prendo un respiro e abbasso con forza il Machete sul petto del ragazzo, che smette di alzarsi ed abbassarsi affannosamente al ritmo dei suoi respiri.
Ecco. L'ho ucciso.
Sono un assassino.
Le grida diventano più forti di prima, come se non volessero lasciarmi più in pace dopo il gesto che ho fatto.
Corro, incontro altre prede, mi macchio le mani del loro sangue, prendo le loro vite. Ci posso giocare come voglio, guardando il terrore nei loro occhi mentre realizzando che non possono essere salvati da niente e nessuno.
Sono soli. Nulla potrà fargli scampare la morte.
E per un po' è bello sentirsi potenti. Forti abbastanza da poter decidere le sorti di qualcuno.
Non rimane più nulla. Solo corpi morti e con gli occhi spalancati.
Scavalco il corpo del ragazzino riccio appena morto sotto un colpo del mio Machete, e i miei occhi si fissano su una spada.
Una bella spada.
La prendo e me ne vado, camminando, assaporando il potere che quell'arma mi da, pesante nella mia mano.
Sono un assassino. E va bene così.

  
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