Anko aveva guardato Kakashi scettica. Lui aveva
ricambiato lo sguardo, ma sarebbe stato difficile dare un nome alla sua
espressione.
-Non ho capito.- aveva detto infine la donna rivolgendosi
all'Hokage. -Io dovrei andare in missione con lui?- aveva domandato indicando
Kakashi con un dito.
Tsunade aveva annuito con un sorriso.
-Esatto!
Dovrete setacciare il Paese del Fuoco. Stiamo cercando un criminale, un
assassino. Ha già dato prova delle sue capacità nel Paese del Vento. Il Kazekage
Gaara mi ha riferito che ha dato un bel po' di filo da torcere alle guardie di
Suna, e che nessuno dei suoi jonin è riuscito a scalfirlo. Sembra imbattibile,
ma chissà... Al momento è latitante. Non sono riusciti a catturarlo e non
sappiamo dove possa essere. L'unica informazione che abbiamo è che è partito due
giorni fa da Suna e potrebbe trovarsi ovunque.- aveva spiegato seria.
-Chi
sarebbe l'obiettivo di questo assassino? Qualche daimyo? Qualche persona
importante?- aveva chiesto Kakashi cercando di ignorare le occhiatacce che Anko
gli lanciava.
-Oh, no!- aveva esclamato l'Hokage scuotendo la testa, e
improvvisamente all'uomo era sembrata molto preoccupata. -Il suo obiettivo...
non lo conosciamo con certezza. Ma sembra che stia uccidendo soprattutto
famiglie di ninja. Non bambini, ma uomini e donne. Mariti e mogli, fidanzati.
Coppie, insomma.- aveva sospirato.
-Per questo mandate noi? Volete che
fingiamo di essere sposati?- si era informata Anko senza nascondere una smorfia
di disgusto.
-Non sarà necessario.- aveva replicato Tsunade. -Mando voi
perchè siete due tra i migliori jonin che abbiamo al villaggio. Poi, certo...
C'è più probabilità che sia lui ad avvicinarsi a voi, e non il contrario, se vi
fingerete innamorati. Fate uno sforzo.- aveva aggiunto cercando di apparire
supplichevole.
-Va bene.- aveva sospirato Anko. -Se dovrò far finta di essere
innamorata di questo qui, allora d'accordo...- aveva aggiunto.
Kakashi aveva
annuito.
-Va bene...- aveva detto.
L'Hokage li aveva congedati con un
cenno della mano e loro erano usciti silenziosi dal suo ufficio, dirigendosi
ognuno verso la propria abitazione.
-Ci troviamo davanti alle porte del
villaggio tra due ore.- aveva stabilito Anko mentre ognuno imboccava strade
diverse, e l'uomo aveva annuito.
Una volta arrivato a casa, aveva fatto una
doccia e aveva iniziato a preparare l'occorrente per il viaggio.
Sentiva
dentro di sé di essere felice di quella missione, ma non avrebbe saputo spiegare
il perchè. Aveva pensato a Gai che gli avrebbe sicuramente parlato d'amore e di
giovinezza, e aveva sorriso lievemente a quel pensiero. Era per caso innamorato
di Anko? La frase era fluttuata nella sua mente, e aveva iniziato a martellargli
il cervello, invadendo tutti i suoi pensieri. No. E d'altro canto, come avrebbe
potuto? Si poteva dire che non conoscesse affatto quella donna: ci aveva parlato
poche volte e avevano spesso finito per bisticciare. Eppure, più si convinceva
che non era affatto innamorato di Anko, ma che tutti i suoi pensieri erano
frutto di una sua suggestione, più l'immagine del volto sorridente di lei gli
appariva davanti agli occhi e lo incantava.
Dall'altra parte del Villaggio, mentre si preparava a
partire, Anko chiacchierava animatamente con Kurenai, che era andata a
trovarla.
-Ma di che ti lamenti, scusa? Vai in missione con uno dei jonin
migliori del Villaggio... Sei molto invidiata, là fuori!- aveva riso
Kurenai.
-Invidiata? E perchè, poi?- aveva domandato Anko.
L'amica aveva
sbuffato. -Kakashi è simpatico, carino, e per di più è un ottimo ninja.- aveva
spiegato pazientemente.
-Che sia un ottimo ninja non lo metto in dubbio: è
vero. Ma riguardo agli altri due punti... Simpatico? Abbiamo opinioni molto
diverse, io lo trovo scostante. Carino, poi! Vuoi dirmi che l'hai visto in
faccia?- aveva chiesto con una curiosità malcelata.
-No.- aveva ammesso la
donna. -Ma chi l'ha visto dice che è carino!- aveva replicato
sorridendo. -Magari avrai modo di scoprirlo....- aveva
aggiunto maliziosa.
Anko aveva afferrato un cuscino e l'aveva scagliato verso
l'amica.
-Pervertita!- le aveva gridato mentre scoppiava a ridere.
-Sei in ritardo, Hatake.- aveva brontolato Anko con
tono di rimprovero.
-Suppongo che non servirebbe a nulla dirti che mi sono
fermato ad aiutare una vecchietta a portare le buste della spesa e che poi mi ha
offerto dei biscotti per ringraziarmi e che...- aveva iniziato a raccontare
l'uomo, ma lei l'aveva interrotto con un brusco cenno della mano.
-Ho capito.
Basta con queste scuse sciocche.- aveva detto.
-Ma ti assicuro che è la
verità!- aveva replicato lui gettando uno sguardo verso un orologio nella piazza
del villaggio, che si poteva intravedere da lì. -E poi sono in ritardo solo di
mezz'ora.- aveva aggiunto mentre si incamminava, alle spalle della donna, fuori
da Konoha.
-Certo, certo.- aveva ribattuto lei.
Si erano incamminati in silenzio verso il bosco che
circondava Konoha, con uno strano senso di inquietudine che aleggiava su di
loro. Non sapevano chi stavano cercando. Non sapevano dove trovarlo. Tsunade
aveva mostrato loro un ritratto dell'uomo, ma non era sufficientemente
dettagliato per poterlo riconoscere; e anche la descrizione che avevano sentito
era molto imprecisa e frammentaria.
-Ho sentito dire che sei stata male,
qualche giorno fa.- aveva detto improvvisamente Kakashi, spostando lo sguardo
sulla donna, che aveva annuito mentre continuava a camminare.
-Ti senti
meglio, ora?- aveva chiesto cercando di mostrarsi gentile.
-Che cos'hai,
Hatake? Com'è che ti interessa la mia salute?- aveva domandato Anko
acida.
-Non mi interessa la tua salute, Mitarashi. Ma se tu ti sentissi male
durante la missione vorrei almeno sapere il perchè.- aveva ribattuto lui con
freddezza. -Quindi... Cos'hai avuto?- aveva chiesto.
Anko si era morsa il
labbro, senza rispondere. Aveva ragione, se le fosse venuto male durante la
missione lui avrebbe dovuto sapere cosa fare. Ma poteva fidarsi di uno come lui?
L'aveva guardato di sottecchi. Lui la stava ancora fissando, e sembrava non
perdersi nessuno dei suoi movimenti. Cosa stava cercando di capire? Aveva
sospirato.
-Il segno maledetto...- aveva brontolato alla fine. Lui aveva
annuito, facendole intendere con uno sguardo che non occorreva dare altre
spiegazioni. Che sapesse qualcosa al riguardo? Era convinta che solo Kurenai
fosse a conoscenza del malessere che le provocava, in particolar modo di notte.
Possibile che l'amica avesse parlato? Che avesse informato l'uomo del dolore che
era costretta a sopportare, degli svenimenti, della nausea? O forse,
semplicemente, Kakashi aveva capito che non era il caso di fare domande?
-Sta diventando più forte.- aveva commentato la donna dopo qualche minuto di
silenzio.
-Come scusa?- aveva chiesto Kakashi osservandola.
Anko si era
fermata e gli aveva puntato lo sguardo addosso.
-Sta diventando più forte e
nessuno mi crede.- aveva detto scandendo lentamente ogni parola.
-Perchè non
ti credono?- aveva domandato Kakashi.
-Perchè recentemente gli abbiamo
inferto una pesante sconfitta, e qualcuno dice che si è trovato a combattere
anche contro l'Akatsuki. Sono convinti che non possa raffforzarsi... Ma io so
che lui sta diventando più forte. E' come se potessi sentirlo.- aveva spiegato
con un sospiro.
L'uomo era rimasto pensieroso qualche istante, soppesando le
parole della donna.
-Io ti credo.- aveva detto alla fine. -Ci vuole ben più
di una sconfitta per mettere fuori gioco uno dei sannin.- aveva aggiunto
scrollando le spalle.
Anko non aveva risposto. Si sentiva terribilmente
confusa. Credeva di odiare Kakashi, ed era convinta che il suo sentimento fosse
ricambiato. Invece ora scopriva che non le dava fastidio la sua presenza, e che
anzi si trovava bene con lui, nonostante avessero scambiato solo poche parole,
e, cosa più importante, lui le credeva. E il tono della sua voce, l'intensità
del suo sguardo le avevano fatto capire che non aveva mentito.
La donna lo
aveva fissato seria e poi aveva fatto un gran sorriso.
-Sai, Hatake, non sei
antipatico come credevo!- aveva esclamato. -Ma questo non mi farà venire voglia
di fingermi tua fidanzata, sia chiaro... L'ho detto a Tsunade perchè avrebbe
fatto storie. Se questo assassino vuole venirci a cercare, che lo faccia, ma che
non creda di incontrare due fidanzati, perchè non sarà affato così!- aveva
aggiunto con enfasi poi.
-Sì, sì. Quante storie per una missione....- aveva
brontolato l'uomo sorridendo leggermente sotto alla maschera scura.
Avevano pranzato in mezzo al bosco, senza scambiarsi
una parola, e subito dopo erano ripartiti.
-Questa missione è una delle
peggiori che mi sia capitata.- aveva commentato dopo un po' Anko.
Kakashi
l'aveva fissata senza capire.
-Oltre alla compagnia, che non è delle
migliori... Stiamo cercando un uomo di cui non conosciamo neppure l'aspetto! Mi
spieghi come facciamo a trovarlo? Fermiamo le persone per strada e chiediamo:
“Ehi, scusa, per caso sei tu quell'assassino che si diverte ad ammazzare le
coppiette felici?”- aveva esclamato in falsetto la donna.
L'uomo aveva
sbuffato. -Ti lamenti sempre.- l'aveva rimproverata. -Lo sai benissimo che
dobbiamo fare in modo che sia lui ad avvicinarsi a noi.-
-Mi sembra di aver
già chiarito che non sono disposta a fingere di essere la tua fidanzata,
Hatake.- aveva replicato Anko.
-Allora non lamentarti se non lo troviamo.-
aveva risposto secco Kakashi.
-Hatake, non penso che a te farebbe piacere
fingere di essere il mio fidanzato.- aveva detto la donna in un soffio.
-Non
saprei.- aveva commentato lui. -In fondo sei una bella donna.- aveva osservato
posando l'occhio scuro sul corpo di Anko, che aveva smesso di
camminare.
-Stai scherzando, Hatake? Mi stai prendendo in giro?- aveva
domandato tra lo stupito e l'infuriato.
Anche l'uomo si era fermato, e le si
era avvicinato.
-No, Anko, non sto affatto scherzando. Oggettivamente
parlando ti trovo una bella donna. Magari parli un po' troppo...- aveva
aggiunto.
Lei l'aveva fissato a bocca spalancata per qualche istante. Parlava
sul serio? Credeva davvero che fosse una bella donna? Oppure lo diceva soltanto
per non darle modo di replicare? Se fosse stato vero, se non avesse mentito...
cosa sarebbe cambiato? Nulla. Gli piaceva il suo corpo, e nulla di più. “Parli
troppo.” Questo pensava di lei.
-Tu invece, Hatake, parli troppo poco.-
aveva replicato a bassa voce.
Avevano camminato fino a notte fonda, poi si erano
fermati in un luogo un po' appartato dagli alberi per poter
dormire.
-Dovremmo fare dei turni di guardia, non pensi?- aveva chiesto
Kakashi.
-Hai ragione.- aveva annuito la donna sistemando una coperta a
terra. -Comincio io.- aveva aggiunto.
-A fare la guardia?- aveva domandato
l'uomo.
Lei si era voltata con un sorriso. -No, a dormire! Svegliami quando è
il mio turno...- aveva esclamato mentre chiudeva gli occhi.
Kakashi l'aveva
osservata mentre, pian piano, si addormentava. Sapeva di averla turbata,
dicendole che la trovava bella, ma non era riuscito a trattenersi.
Aveva
sollevato lo sguardo al cielo. Era per caso innamorato di Anko? Aveva scosso il
capo. No, non poteva essere. La trovava bella, certo, ma nulla di più. Ma come
poteva saperlo? In fondo, poteva dire di essere mai stato innamorato davvero?
No, quindi come avrebbe potuto riconoscere l'amore? Non avrebbe potuto.
Mentre era immerso nei suoi pensieri, un lieve gemito aveva attirato la sua
attenzione. Aveva istintivamente spostato lo sguardo su Anko, ed era scattato in
piedi. Le si era avvicinato cautamente, facendo attenzione a non
svegliarla.
La donna, pallidissima, sembrava essere vittima di forti dolori.
Si dimenava nel sonno, il volto imperlato di sudore. Kakashi le si era
inginocchiato accanto, estraendo un fazzoletto pulito dalla tasca dei
pantaloni.
“Sta diventando più forte.” Improvvisamente gli erano venute in
mente le parole di Anko, mentre le asciugava delicatamente la fronte.
“Sta
diventando più forte e nessuno mi crede”. Le aveva osservato il collo. Il segno
maledetto era arrossato, come la pelle intorno. L'aveva sfiorato con un dito, e
l'aveva sentito bruciare.
Si era morso un labbro, sotto alla calzamaglia
scura. Per questo Anko sapeva che Orochimaru stava diventando più forte.
Evidentemente il segno reagiva in base alla sua forza, e solo lei poteva
sentirlo. Non le credevano perchè le accadeva di notte, quando nessuno poteva
vederla,e lei sicuramente non ne aveva parlato.
Kakashi aveva preso una
bottiglia d'acqua e aveva bagnato il fazzoletto, posandolo poi sulla pelle
arrossata del collo della donna, che si era rilassata qualche istante al
contatto con la stoffa fresca, ma che subito dopo aveva ricominciato ad
agitarsi.
Era una sofferenza silenziosa, affrontata con tutta la dignità che
Anko riusciva a mantenere anche durante il sonno, una sofferenza che non poteva
essere alleviata.
Kakashi aveva vegliato su di lei tutta la notte, fino a
quando, la mattina, la donna era tornata serena e aveva aperto gli
occhi.
Aveva guardato l'uomo, seduto sotto un albero poco distante da
lei.
-Hatake!- aveva gridato furibonda. Gli si era avvicinata minacciosa, e
lui subito si era alzato.
-Perchè non mi hai svegliata?! Si era deciso di
fare dei turni di guardia, questo significa che avresti dovuto svegliarmi!-
aveva esclamato, rossa in volto per la rabbia.
Kakashi l'aveva fissata in
silenzio. Sembrava non aver avuto ripercussioni di nessun tipo dal dolore
notturno. Stava benissimo, e si vedeva: aveva ripreso colore e i suoi occhi
erano vivaci. Ma Kakashi non riusciva a togliersi dalla mente il suo pallore, il
sudore che le imperlava il volto tirato per la sofferenza, che si contrapponeva
a quello della donna che lo guardava furiosa aspettando una risposta.
-Mi
sono addormentato.- aveva risposto l'uomo alla fine.
La rabbia di Anko
sembrava essersi affievolita, a quelle parole.
-Ah!- aveva esclamato. -Ma
allora sei umano anche tu!- aveva continuato ridendo.
Kakashi aveva sorriso.
-Forse.-
Avevano ripreso silenziosi il loro
cammino.
-Senti...- aveva iniziato Anko dopo un po' -grazie per questa
notte.-
Kakashi l'aveva osservata. La donna teneva il capo chino, e si poteva
distinguere chiaramente un'ombra di malinconia nei suoi occhi.
-Lo so che è
per quello che non mi hai svegliata.- aveva aggiunto. -Sei stato gentile.-
L'uomo aveva scrollato le spalle, senza rispondere. Sentiva che per Anko
quelle erano state parole difficili da pronunciare, e non gli sembrava saggio
interromperla.
-Non dirlo in giro.- aveva pregato poi la donna.
Kakashi
aveva annuito. -Puoi fidarti.- aveva detto.
-Ti capita spesso?- aveva chiesto
poi, non riuscendo a contenere la curiosità.
-Sì.- aveva ammesso lei. -Quasi
ogni notte. Ci sono momenti in cui fa meno male... Se lui è debole. Ma in questo
periodo diventa sempre più forte, te l'ho detto.- aveva spiegato.
-E qualche
giorno fa... è stato un dolore talmente forte da farti perdere i sensi?- aveva
domandato Kakashi gentilmente.
-E tu come lo sai?- aveva sbottato la
donna.
Lui aveva sospirato.
-Me l'ha detto Genma.-
-Genma? Lui cosa ne
sa?- aveva chiesto Anko ansiosa.
-Sei svenuta in strada, giusto?- la donna
aveva annuito imbarazzata. -E' stato Genma a trovarti e a portarti in ospedale.-
aveva spiegato.
Lei non aveva risposto. Di certo Genma non sapeva del segno
maledetto. Probabilmente aveva pensato a un semplice calo di pressione, ma
perchè l'aveva detto a Kakashi? Che motivo aveva di farlo? Avrebbe potuto
aspettarselo da Gai, ma Genma che motivo aveva di raccontare uan cosa simile a
Kakashi?
Si era voltata di scatto verso l'uomo.
-Perchè Genma te l'ha
detto?- aveva ringhiato.
-Perchè gliel'ho chiesto io.- aveva risposto
semplicemente. -Ero passato in ospedale perchè dovevo parlare con Sakura, ma lei
mi ha detto che non aveva tempo perchè doveva visitarti. Le ho chiesto il motivo
e lei mi ha detto di rivolgermi a Genma, che mi ha raccontato tutto.-
La
donna aveva annuito impercettibilmente.
-Perchè questa notte ti sei preso
cura di me in quel modo?- aveva domandato.
Si erano seduti su un masso lì
accanto.
-Non avrei dovuto?- aveva replicato Kakashi.
-Odio le persone
che rispondono alle domande con altre domande.- aveva commentato lei con un
sospiro.
-Vuoi una risposta sincera?- aveva chiesto l'uomo fissandola. Anko
aveva annuito.
-L'ho fatto... Perchè... Sembra incredibile a dirsi, ma mi
faceva star male vederti soffrire così.-
Anko aveva sbarrato gli occhi per lo
stupore. com'era possibile? Cosa le stava accadendo? Si sentiva terribilmente
confusa. Era convinta di odiare Kakashi, invece ora non riusciva a togliergli
gli occhi di dosso, ascoltava con attenzione le sue parole, si lasciava cullare
dal suono della sua voce, che le appariva rassicurante e calda, e non più fredda
e distaccata. Osservava ogni suo movimento, ascoltava i suoi respiri. Vederlo le
dava il batticuore come ad un'adolescente, sentiva la bocca dello stomaco
contrarsi e il suo volto tingersi di rosso. Aveva ventisette anni e si trovava
ancora ad arrossire davanti ad un uomo!
Kakashi l'aveva fissata silenzioso.
Sapeva che al Villaggio Anko non era considerata una della donne più belle, ma
più la guardava e più gli piaceva. La vedeva concentrata, ma non si era sentito
in diritto di chiederle a cosa stesse pensando.
Osservava incantato il corpo
della donna, le sue labbra carnose, le mani segnate da mille combattimenti
eppure femminili e delicate. Non aveva mai osservato Anko con così tanta
attenzione, e non avrebbe mai pensato di constatare che non le trovava
difetti.
-L'hai fatto per questo?- aveva ripetuto la donna
improvvisamente.
Kakashi aveva annuito.
-So che mi odi, Anko.- aveva
commentato con un sorriso. -Ma, per quanto possa sembrarti strano, io no.- aveva
aggiunto.
Anko aveva spalancato la bocca.
-Perchè ti comporti così,
Hatake? Perchè mi dici queste cose?- aveva esclamato, e l'uomo aveva letto nei
suoi occhi il dolore e le ferite che aveva sopportato in tanti anni.
Le si
era avvicinato, guardandola negli occhi.
-Non ti sto prendendo in giro.-
aveva detto scandendo ogni parola. E poi, perchè avrebbe dovuto? Che senso
avrebbe avuto mentirle? Non voleva farla soffrire né turbarla, ma
improvvisamente si era reso conto di essere talmente preso ad osservarla da non
riuscire più a controllare le sue parole.
La donna aveva abbassando lo
sguardo scuotendo la testa. Aveva sentito mille pensieri esploderle nella mente,
e la consapevolezza di aver finalmente capito. Non era odio, quello verso
Kakashi. Odio... aveva sollevato lo sguardo al cielo, sospirando ad occhi
chiusi. Ne aveva ricevuto tanto... Amore... quello che da qualcuno le era sempre
stato negato. Ma lei... che motivo aveva di negarlo a sé stessa? Che motivo
aveva per continuare a soffrire senza almeno provare, senza combattere? Aveva
fissato l'uomo negli occhi.
-Lo so.- aveva replicato seria. Le era sembrato
di scorgere un'ombra di sollievo nello sguardo di lui.
Poi, era successo.
Nella sua mente, ogni cosa era tornata al suo posto.
Kakashi che le
sorrideva.
Kakashi che si preoccupava per la sua salute.
Kakashi che le
credeva.
Kakashi che si prendeva cura di lei.
Kakashi che non la
odiava.
Kakashi. Kakashi. Kakashi. Il suo unico pensiero. Una strana
sensazione alla bocca dello stomaco, il cuore che sembrava scoppiare, le gote
lievemente arrossate davanti allo sguardo attento di lui.
L'attenzione
dell'uomo non era bastata a fermarla.
Gli si era avvicinata rapidamente, e
aveva afferrato il colletto della sua giacca da jonin con un mano, tirandolo
verso di sé, mentre con l'altra aveva abbassato veloce la maschera. L'uomo non
era riuscito a reagire, aveva solo sentito le labbra di Anko contro le sue. E
allora aveva capito cosa fare. Le aveva portato le mani sulla schiena,
aumentando la passione del bacio.
Per un secondo aveva pensato all'assassino
che dovevano catturare. Certamente, lui sarebbe stato attirato da un'immagine
simile... Ma in quel momento Kakashi aveva capito. Non gli importava di lui, non
gli importava della missione.
Anko, ti amo. Questo il suo unico
pensiero.
Ed ecco un altro piccolo esperimento frutto della mia mente malata. La verità è che l'ho presa un po' come una sfida personale: non riesco a scrivere su Anko e Kakashi! Perciò, eccomi qui con questa one-shot... Fatemi sapere cosa ne pensate, per favore!
Baci, rolly too